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PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DELLA SPERIMENTAZIONE 124

CAPITOLO  5   – DISCUSSIONE 107

5.3.   PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DELLA SPERIMENTAZIONE 124

Durante la sperimentazione la ricercatrice ha riscontrato dei punti che possono essere di forza o di debolezza, in base a quale prospettiva si assume: quella della ricercatrice, del docente di classe o degli alunni. Tali punti sono riportati nella tabella 5.3. La produzione di attività diversificate, per tipo e per argomento, con approcci differenti, ha consentito di avere un quadro più ampio delle competenze di ciascun alunno. Un punto di debolezza, invece, è rappresentato dal tempo: come docente e ricercatrice ho trovato i tempi di esecuzione e di preparazione del materiale, adeguato alla fascia di età degli studenti e all’argomento trattato, senza dubbio impegnativi. Anche per gli studenti non sempre è stato facile lavorare con tempi di esecuzione prestabiliti e scanditi dal cronometro. La mancata dimestichezza degli studenti a lavorare in classe in maniera alternativa alle prassi didattiche tradizionali, e la conseguente difficile gestione della classe, hanno certamente condizionato questo aspetto, che è però facilmente migliorabile con la pratica. Il lavoro di gruppo rientra tra i punti di forza della ricerca, perché in esso viene racchiuso tutto ciò che a scuola si dovrebbe fare: unire, condividere e partecipare. Tuttavia, nelle Scuole Secondarie di Primo Grado tale metodologia viene poco adottata dai professori, perché richiede troppo tempo per portare a termine un argomento di studio.

Altri punti di debolezza rilevati nel corso della sperimentazione riguardano la difficoltà di comprensione del lessico specifico da parte degli alunni, la poca predisposizione da parte del corpo docente a lavorare con approccio Inquiry, nonostante l’ampia letteratura internazionale mostri la sua efficacia nella didattica delle Scienze sperimentali, e la difficoltà di assegnare una valutazione oggettiva relativa al contenuto trattato o al prodotto realizzato. Questo punto è stato inquadrato come punto di debolezza; tuttavia, visto come prima prova con un nuovo approccio e come parametro iniziale per comprovare la validità dell’approccio IBSE, può essere inteso anche come punto di forza per preparare gli studenti alle prossime rilevazioni OCSE-PISA.

I docenti che hanno partecipato alla sperimentazione ed ai seminari hanno mostrato interesse e coinvolgimento. Tra i punti di debolezza che la ricercatrice ha riscontrato in prima persona, ed evidenziato anche dai feed-back ricevuti dagli insegnanti nel corso dei seminari, c’è la difficoltà di predisporre le rubriche per la valutazione. La strutturazione e l’utilizzo delle rubriche, congiuntamente a tempi di esecuzione/preparazione troppo dilatati, rappresentano il punto di debolezza più significativo riscontrato in questo progetto. D’altra parte il carattere interdisciplinare, il semplice reperimento e riutilizzo del materiale impiegato nelle attività pratiche, il Compito di Realtà pronto da riproporre, oltre alla facilità di effettuare una valutazione relativa alle competenze sociali degli studenti, rappresentano indubbiamente un vantaggio della sperimentazione.

Il Compito di Realtà, poi, è la parte della sperimentazione che è stata maggiormente apprezzata sia dai docenti che dagli alunni: tra i punti di forza vengono infatti annoverati, oltre alla riscoperta collettiva delle attività manuali, la facilità di reperimento dei materiali da riutilizzare, la contestualizzazione dell’attività nell’economia del paese, lo stretto legame con le competenze matematiche legate all’economia circolare, al concetto di risparmio e riuso, ed infine il recupero della socialità del mercato cittadino. Quest’ultimo è stato infatti percepito dagli alunni come momento non solo di scambio di merci, ma anche di collettivizzazione dell’esperienza vissuta e come momento che innesca nuove relazioni umane e sociali. Durante i mercatini realizzati dagli alunni (Cfr. Par.

3.3.3), essi stessi si sono mostrati entusiasti di raccontare ad ogni potenziale cliente sia il percorso fatto per realizzare l’oggetto in vendita che la motivazione che li ha spinti a scegliere dei materiali di recupero. Sembra dunque che, come avviene nelle società tradizionali, nel momento dello scambio sia più importante il rapporto personale che si innesca o si rafforza rispetto alla mera transazione di merci, fattore secondario rispetto alla relazione, che è quello primario (Diamond, 2012).

ATTIVITÀ DEL BLOCCO

DUE

PUNTI DI DEBOLEZZA PUNTI DI FORZA

I Attività

- Formulare domande adeguate alla rilevazione dell’obiettivo - Difficoltà di comprensione del lessico

specifico da parte degli studenti

- Utilizzo di due diversi canali per veicolare il contenuto: testo e grafico

II Attività

- Tempi dilatati per la scarsa abitudine al lavoro di gruppo

- Il corpo docente è scarsamente incline a lavorare con approcci Inquiry

- Vicinanza dell’argomento trattato alla realtà quotidiana

-Lavoro di gruppo - Utilizzo di due diversi canali per veicolare il contenuto: testo e grafico

III Attività

- Tempi di esecuzione e di preparazione del materiale troppo dilatati - Scarsa abitudine degli studenti a

lavorare in gruppo - Difficoltà nella formulazione di

domande investigabili

- Il corpo docente è scarsamente incline a lavorare con approcci Inquiry - Difficoltà di assegnazione di una valutazione relativa al contenuto

trattato

- Carattere interdisciplinare - L’approccio IBSE in tutte le sue fasi in

particolare la fase Engage - La diversificazione degli approcci

didattici impiegati - Team-working

- Facilità di reperimento e riutilizzo del materiale impiegato nelle attività

pratica

- Facilità di stabilire una valutazione relativa alle competenze sociali

IV Attività

- Reperire il materiale adatto all’età degli alunni e al contesto scolastico - Formulare domande adeguate alla

rilevazione dell’obiettivo - Difficoltà di comprensione del lessico

specifico da parte degli studenti

- Vicinanza dell’argomento trattato alla realtà quotidiana

- Utilizzo di due diversi canali per veicolare il contenuto: testo e grafico

Compito di Realtà

-Difficile coordinamento temporale tra docenti di diverse discipline -Mancanza di compresenze durante cui realizzare manufatti senza dover smembrare

la classe

-Mancanza di spazi adeguati

- Facilità di reperimento dei materiali da riutilizzare

- Riscoperta delle attività manuali; - Contestualizzazione dell’attività

nell’economia del paese - Stretto legame con le competenze matematiche legate all’economia circolare,

al concetto di risparmio, riuso etc. - Recupero della socialità del mercato

cittadino

- Facilità di stabilire una valutazione relativa alle competenze sociali e alle

Sulla base dei punti di forza evidenziati nel corso delle attività, i risultati ottenuti dalla sperimentazione soddisfano le esigenze didattiche e le attese della ricercatrice per quanto concerne:

● le Geoscienze come branca delle scienze per la sensibilizzazione degli alunni su temi rilevanti di educazione ambientale;

● i geomateriali come topic di partenza in unità didattiche interdisciplinari per introdurre ed approfondire i concetti di Sviluppo Sostenibile ed Economia Circolare;

● l’aumento del livello di coinvolgimento individuale;

● il lavoro di gruppo ed approccio IBSE come elemento stimolatore di apprendimento; ● il valore polivalente della fase Engage;

● l’enfatizzazione del legame realtà-territorio;

● legame tra attività cognitive, emotive e cinestetiche.

Senza trascurare specifici obiettivi didattici ed i traguardi di competenza fissati dalle Indicazioni Nazionali (2015), l’insegnante deve seguire lo sviluppo cognitivo dell’alunno adeguando il suo ruolo a specifiche esigenze didattiche, diverse non solo tra una classe ed un’altra, ma anche distinte all’interno della stessa classe. L’insegnante efficace, dunque, deve fungere da mediatore, facilitatore, guida e tutor. Questi traguardi si potranno raggiungere grazie ad un corpo docente ben preparato e mosso da una forte motivazione, da cui derivi una progettazione didattica che tenga conto delle 3H, concetto che richiama l’acronimo delle tre parole inglesi Heart, Head, Hand. Esse rappresentano l’obiettivo che ogni insegnante dovrebbe prefissarsi durante la progettazione didattica di attività e contenuti, che puntino al coinvolgimento intellettivo, manuale ed emotivo dell’alunno (Pennesi, 2017 e Acqua 2018).

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