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QUADRI SINDROMICI INFETTIVI Sindrome respiratoria infettiva

Nel documento Agosto 2019 (pagine 171-176)

Sede dell’Infarto

QUADRI SINDROMICI INFETTIVI Sindrome respiratoria infettiva

Denominazione Sintomi

Sindrome respiratoria

infettiva

Ad esordio acuto se vi è presenza di un’affezione respiratoria acuta con febbre ≥ 38°C da ≤ 7 giorni associata a cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi) astenia oppure a tosse, faringodinia, congestione nasale. (comprendono: influenza stagionale, virosi respiratorie, polmonite pneumococcica, legionellosi polmonare)

Ad esordio subacuto se vi è persistenza di un’affezione respiratoria acuta con febbre ≥ 38°C o a febbricola nei 14 giorni precedenti (ma presente da più di 7 giorni) associata a tosse, faringodinia, dispnea, toracoalgia, emottisi oppure presenza di gemiti o rantoli. (comprendono: tubercolosi, polmonite atipica, infezioni respiratorie in pazienti cronici, ascesso polmonare, legionellosi polmonare, pertosse)

Ad esordio cronico se vi è persistenza di un’affezione respiratoria subacuta con febbre ≥ 37,5°C da almeno 14 giorni e/o tosse da almeno 14 giorni ad almeno uno dei seguenti sintomi: emottisi, tosse, disfonia, toracoalgia senza causa nota, sudorazione notturna, calo ponderale ≥ 10% negli ultimi 3 mesi, inappetenza o intensa astenia (comprendono: tubercolosi, polmonite atipica, ascesso polmonare, legionellosi polmonare, pertosse).

Tabella 1 – Quadro sindromico infettivo: Sindrome respiratoria acuta

Tutti i pazienti affetti da sindrome respiratoria infettiva che sia acuta, subacuta o cronica vanno inseriti in un percorso dedicato di isolamento da droplet/aereo fino all'esclusione della contagiosità.

Si sottolinea che va posta particolare attenzione al paziente con sospetta TUBERCOLOSI POLMONARE (TB) che comunemente ricade nel quadro clinico sindromico del paziente con esordio subacuto o cronico. Si consiglia, comunque, sempre di far sempre indossare al paziente una mascherina chirurgica.

L’allarme di essere davanti a un paziente con possibile TB deve scattare in caso di: emoftoe

febbricola associata a altra sintomatologia respiratoria, dimagrimento, precedenti clinici di TB, contatti prolungati e ravvicinati con persone con TB;

tosse persistente da almeno 14 giorni;

immigrati da paesi a prevalenza rilevante di TB; soggetti senza fissa dimora, carcerati; recenti contatti di casi contagiosi, immunodepressione o infezione da HIV.

Particolare attenzione va posta anche al paziente con sospetto di INFLUENZA, valutando sintomi come:

febbre, faringodinia

rinorrea,

mialgie e artralgie, cefalea,

tosse

malessere generale

Sindrome neurologica acuta (di origine infettiva)

Denominazione Sintomi

Sindrome neurologica acuta

Febbre associata a sintomi e segni neurologici ad insorgenza acuta (cefalea, alterazione dello stato di coscienza e/o disorientamento spazio temporale e/o segni di irritazione meningea e/o segni focali). Rientrano in questo quadro le meningiti o le encefaliti di sospetta eziologia virale, batterica, fungina o parassitaria.

Tabella 2 – Quadro sindromico infettivo: Sindrome neurologica acuta

Al fine di una pronta individuazione dei casi sospetti di meningite va posta particolare attenzione ai pazienti che si presentano con:

• febbre alta • cefalea

• vomito o nausea

• alterazione del livello di coscienza • convulsioni.

• irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale) • vita di comunità

• otite

È indicato l’isolamento da droplet e se presenti lesioni cutanee (per esempio da Virus Varicella Zoster) va valutato anche l'isolamento da contatto. Solo in caso di sospetta meningite tubercolare è indicato l’isolamento respiratorio.

Si consiglia, comunque, sempre di far sempre indossare al paziente una mascherina chirurgica. Tuttavia, per una trattazione globale dell’argomento si rimanda alla scheda sintomo principale SINDROME NEUROLOGICA ACUTA.

Sindrome febbrile esantematica

Denominazione Sintomi

Sindrome febbrile esantematica

Febbre ad insorgenza acuta e rash maculo papulare, vescicolare o pustoloso. Possono essere determinate da cause non infettive o da cause infettive come Morbillo, Rosolia, Quinta Malattia (Parvovirus B19), Sesta Malattia (HHV6B, HHV7), Varicella.

Tabella 3 – Quadro sindromico infettivo: Sindrome febbrile esantematica

La comparsa di febbre associata a un’eruzione cutanea è motivo di grande preoccupazione per il paziente, che immediatamente richiede un consulto sanitario, spesso al PS/DEA.

Le manifestazioni cutanee, se riconosciute o ipotizzate in modo appropriato, possono consentire di porre un dubbio diagnostico di malattia contagiosa e determinare la messa in atto di tutte le misure idonee alla prevenzione della diffusione della stessa ad altre persone.

Particolare attenzione va posta al paziente con sospetto di MORBILLO i cui segni e sintomi sono: febbre,

tosse,

congiuntivite,

macchie di Köplik, ossia lesioni biancastre di un paio di millimetri di diametro spesso circondate da un alone rossastro che compaiono in bocca all’altezza dei primi molari superiori 2 o 3 giorni dall'inizio dei primi sintomi della malattia

il rash cutaneo di solito inizia sul viso e poi si diffonde al resto del corpo, esordisce tipicamente da tre a cinque giorni dopo l'inizio dei sintomi.

I sintomi si sviluppano solitamente in 10-12 giorni dopo l'esposizione ad una persona infetta e si protraggono per 7-10 giorni.

Stessa attenzione va posta al paziente con sospetto di VARICELLA i cui segni e sintomi sono: Rash cutaneo a cielo stellato: la caratteristica principale del quadro cutaneo è la

completa asincronia delle lesioni. Spesso infatti si riscontrano diverse lesioni in vari stadi evolutivi, andando a identificare il cosiddetto "effetto a cielo stellato".

febbre moderata, talora assente, prurito,

malessere generale, a volte con cefalea, astenia, inappetenza

Il paziente che si presenta con febbre e manifestazioni cutanee al triage deve essere messo cautelativamente in isolamento respiratorio.

Sindromi gastroenteriche e diarrea del viaggiatore

Denominazione Sintomi

Sindromi gastroenteriche e diarrea del viaggiatore

Diarrea, vomito, nausea, crampi muscolari, febbre, incontinenza fecale, dolori addominali, tenesmo, feci con sangue e/o muco.

La presenza o meno di sangue nelle feci identifica le forme con urgenza differibile (Grippo A: diarrea infettiva, colite, enterite e gastroenterite infettive) da quelle con quadri più impegnativi complicati da disidratazione e sepsi (Gruppo B: colite, enterite e gastroenterite infettive, diarrea, amebiasi, ecc).

Tabella 4 – Quadro sindromico infettivo: Sindromi gastroenteriche e diarrea del viaggiatore

Le sindromi gastroenteriche rappresentano la complicanza sanitaria più frequente nei viaggiatori e sono la più frequente causa di allettamento, nonché di modifica del programma del viaggio. Più del 40% dei viaggiatori ne sono affetti anche se la mortalità è minima (<1%).

La diarrea del viaggiatore e una sindrome gastroenterica di etiologia eterogenea caratterizzata da più di 3 evacuazioni al giorno di feci liquide ed almeno uno dei seguenti segni o sintomi: nausea, vomito, crampi muscolari, febbre, incontinenza fecale, dolori addominali, tenesmo, feci con

sangue e/o muco e nelle forme gravi febbre superiore a 38°C, disidratazione, tachicardia, confusione mentale

Particolare attenzione va posta al paziente con INFEZIONE INTESTINALE DA CLOSTRIDIUM

DIFFICILE.

Il CLOSTRIDIUM DIFFICILE è l’agente microbico della più frequente forma di diarrea nei pazienti ospedalizzati o ricoverati in case di cura per lungodegenza o case di riposo. Il quadro clinico può esprimersi anche con quadri gravi, potenzialmente mortali, specie in anziani pluripatologici. Il Clostridium difficile è presente nell’1-3% degli adulti sani e nel 15/25% di quanti hanno avuto un recente approccio a trattamenti sanitari.

Dal puto di vista clinico è tipica la comparsa di una sindrome diarroica associata a leucocitosi neutrofila in soggetti dimessi da un ospedale o struttura sanitaria da non più di 4-8 settimane. I pazienti con sospetta infezione da Clostridium difficile devono essere posti in isolamento da contatto, in attesa degli esiti del test diagnostico, che verrà mantenuto in caso di test positivo. Lo stesso dicasi in caso di sospetto di Colera (diarrea profusa entro 5 gg da ritorno paese tropicale endemico per colera). In tutte le altre condizioni non è necessario l’isolamento a meno che il paziente sia neonato o anziano incontinente.

Sindrome itterica acuta

Denominazione Sintomi

Sindrome itterica acuta Ittero, subittero

Tabella 5 – Quadro sindromico infettivo: Sindrome itterica acuta

Comprende le seguenti manifestazioni: ittero, subbittero, epatite, iperbilirubinemia. Oltre che dall’epatite può essere causata da altre sindromi infettive, ad es. Mononucleosi, Febbre Gialla, Febbri Emorragiche, Leptospirosi, Malaria, Tifo, Sepsi. Per una trattazione più completa dell’argomenti si rimanda alla scheda sintomo principale ITTERO.

In caso di sospetta epatite acuta da HAV o HEV predisporre per l’isolamento da contatto se il paziente non è autosufficiente nelle proprie attività di igiene personale, cioè se neonato o anziano incontinente.

Sindrome febbrile da ritorno dai tropici

Denominazione Sintomi

Sindromi gastroenteriche e diarrea del viaggiatore

Diarrea, vomito, nausea, crampi muscolari, febbre, incontinenza fecale, dolori addominali, tenesmo, feci con sangue e/o muco, manifestazioni cutanee, segni neurologici.

Nella valutazione preliminare è utile concentrarsi sui segni/sintomi riferiti dal paziente e sulla data di insorgenza degli stessi rispetto a quella del rientro. Ciò permette di escludere automaticamente alcune cause incompatibili con la potenziale incubazione. Importante è l’individuazione di fattori di rischio quali morsi di artropodi, esposizione sessuale, rischi professionali, contatto con animali, immunizzazione ed eventuali profilassi effettuate.

I pazienti con questi quadri sintomatologici non necessitano di isolamento a meno che non abbia sintomatologia respiratoria o neurologica cui si rimanda.

Nel documento Agosto 2019 (pagine 171-176)