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1° anno 2° anno 3° anno 4° anno

1 Lingua Nazionale Lingua Nazionale Lingua Nazionale Lingua Nazionale

2 Francese Francese Francese Botanica e Zoologia

3 Aritmetica Elementare Aritmetica Elementare Geometria Plana Geometria Plana 4 Geografia Geografia Geografia Storia di Minas Gerais 5 Disegno Lineare Disegno Lineare Storia del Brasile Pedagogia

6 Lavori in Ago Lavori d’Ago Chimica Inorganica Disegno Lineare

7 Fisica Pedagogia

8 Disegno Lineare

Tabella 10. Elenco delle materie della scuola normale del CNSD, il 1906.561

(Trascrizione e archivio privato, Maristela Novaes).

La presenza di una materia che si occupava esclusivamente del sistema metrico, è una prova delle difficoltà che si riscontrarono nell’adozione di questo sistema che era stato inventato in Francia 95 anni prima, nel 1790. Il processo di alfabetizzazione della popolazione brasiliana come questione di stato era stata avviata dopo l’indipendenza del Paese nel 1822. Da quel momento in poi tutte le leggi scolastiche varate avevano concepito il nuovo sistema di misurazione come materia autonoma, sia per l’educazione statale che per quella privata e religiosa. Nella metà del XIX secolo il sistema metrico, segnato su sbarre di ferro o di legno, venne trasposto anche su nastri flessibili. Il metro flessibile diventa un attrezzo indispensabile, in quanto facilita la precisione delle dimensioni degli oggetti manufatti, inclusi gli abiti, migliorando la qualità degli artefatti; l’uso di questo attrezzo implicava però la conoscenza dei contenuti di base dell’aritmetica.

La complessità delle nuove tecniche di modellistica richiedeva dunque un grado minimo di alfabetizzazione, necessario per affrontare l’esercizio del cucito come professione, soprattutto se tale attività prevedeva una modellistica personalizzata. Questo fattore limitò la formazione alle sarte professioniste dato che, come abbiamo visto, la

561 M. M. T. V. Bichuette and M. A. B. Lopes, Dominicanas: cem anos de missão no Brasil. Transcrizione:

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clientela femminile delle scuole cattoliche, profondamente radicate nel Paese, mirava all’educazione in vista del matrimonio e alla sottomissione al potere maschile sia paterno che maritale. Ricordiamo infatti che queste scuole erano rivolte alla formazione culturale delle figlie dei latifondisti, aliene pertanto al mondo del lavoro.

Da questo quadro possiamo dedurre che tanto la formazione scolastica pubblica repubblicana quanto quella cattolica si preoccupavano dell’educazione femminile, ma sempre con l’obbiettivo che questa servisse alla famiglia. Uscire da questo ruolo, in generale, sarebbe stato possibile a quelle donne che avessero avuto bisogno di sostenersi con il proprio lavoro, cioè le orfane o le povere che, per mantenersi in una scuola come quella cattolica, avrebbero dovuto prestare servizio nella pulizia del collegio. Considerando che “il grado dell’abilità acquisita sarà condizionata dal ritmo e dalla durata dell’apprendistato che permetteranno anche l’addestramento e la pratica con gli attrezzi di lavoro, in sequenze distinte, includendo anche la conoscenza degli strumenti, delle merci e dei tessuti,” possiamo dedurre che difficilmente una fanciulla orfana o povera sarebbe uscita dalle scuole cattoliche con la stessa formazione di una fanciulla che poteva dedicarsi soltanto allo studio delle materie offerte, sia nel processo di alfabetizzazione, sia nella formazione in cucito e ricamo.

Le competenze dell’artigiano dell’abbigliamento del sertão: educazione e formazione professionale

Non solo la formazione professionale nella tessitura, nel cucito e nel ricamo, all’inizio del popolamento della regione, potevano essere acquisite in famiglia, ma anche l’alfabetizzazione. Chaves562 racconta che, prima di frequentare la scuola pubblica in cui

aveva proseguito i suoi studi, lui e la sorella più piccola, Alice, avevano studiato le “prime lettere e le quattro operazioni aritmetiche” a Campo Bello, distretto di Villa Platina, con la sorella più grande, Etelvina, e dopo con la sorella Candida, allora recentemente diplomate alla Scuola Normale ad Uberaba. Questo racconto testimonia due questioni importanti: innanzitutto che l’apprendistato informale avveniva in famiglia e in secondo luogo che erano in diffusione le conoscenze acquisite nelle istituzioni scolastiche in una situazione di apprendistato informale. La conoscenza delle tecniche di cucito si correla a questo processo di alfabetizzazione da lui descritto.

Nel campo della sartoria, un mezzo per acquisire formazione professionale delle

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tecniche di cucito nel villaggio, ci viene indicato dalla relazione stabilitasi tra Michele Giuliani563, 31 anni, e Antônio Ricardo Ferreira564, 21 anni. Quest’ ultimo è l’unico

apprendista sarto presente nel censimento del villaggio del 1904. Ciò indica la permanenza dell’apprendistato secondo il modello in cui il maestro insegnava il mestiere al giovane apprendista, “nella sua propria bottega, con i suoi propri strumenti ed anche abitando nella sua casa.”565 Che Antonio Ricardo sia l’unico registrato nel censimento in questo campo

evidenzia verosimilmente il fatto che le scuole primarie non prevedevano il cucito e il ricamo per i maschi; così i giovani di Minas Gerais che intravedevano questa professione come una possibilità di lavoro dovevano formarsi privatamente. Oltre alla mancanza di attenzione della scuola pubblica su questa questione, le scuole professionali che al tempo erano molto presenti nel Paese, non esistevano tuttavia nel villaggio. Antonio Ricardo doveva dunque essersi rivolto a Michele Giuliani che era italiano e certamente portava con sé conoscenze tecniche più moderne ed efficaci di quelle tradizionali che circolavano a Villa Platina.

L’apprendistato dell’artigianato o delle professioni meccaniche, come venivano chiamate allora, era scarso nel Paese. Sono diversi i fattori che avevano contribuito al disprezzo verso i lavori di manifattura in Brasile. Il mestiere di sarto o di sarta esigeva, fin dalla metà del 1800, sia il lavoro a mano che quello a macchina, ed era necessario un lungo apprendistato per arrivare alla maestria della confezione di un abito566. Diversamente dal

Brasile, i Paesi europei avevano saputo valorizzare le abilità artigianali, e così gli immigrati avevano portato con sé le conoscenze acquisite di generazione in generazione. Sul ruolo delle abilità degli stranieri ha scritto Maleronska: “alcune donne all’arrivo in Brasile si distinguevano in base al lavoro artigianale più qualificato”567. Poiché

l’apprendistato del cucito richiedeva il dominio delle tecniche tramandate e migliorate lungo diverse generazioni e tradotte in un insieme di pratiche, tutto indica che le sarte straniere, che possedevano una formazione più perfezionata, subito si appropriarono delle opportunità di lavoro sorte dalla espansione urbana e intravidero la possibilità di occupare

563 Ituiutaba, Livros do Recenseamento Municipal de Villa Platina, no ano de 1904. Nel censimento compare

Miguel Jualianie(?) che essendo italiano potrebbe essere Michele Giuliani o ancora Miguel Giuliani, omonimo del suo collega professionista stabilito nella città di Prata come appare nell’Almanak Laemmert:

Almanak Administrativo, Mercantil e Industrial do Rio de Janeiro,1903, pp. 1259-1260.

564 Ituiutaba, Livros do Recenseamento Municipal de Villa Platina, no ano de 1904, L. S. O.., Fam. N. 52, N.

O. 388.

565 L. A. Cunha, O ensino de ofícios artesanais e manufatureiros no Brasil escravocrata, p. 2.

566 W. Maleronka, Fazer roupa virou moda: um figurino de ocupação da mulher (São Paulo 1920-1950),

2007.

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lo spazio professionale568. Il rapporto tra Michele Giuliani e Antônio Ricardo Ferreira può essere una testimonianza del contributo degli stranieri alla cultura sartoriale nel villaggio.

Nel 1904 era ancora viva la formazione professionale privata non solo per i sarti e per le sarte, ma anche per i maestri, ciò è riscontrabile nella relazione tra José Pereira da Fonseca569 e Berlamino Evangelista Andrade570. Il primo era il maestro e il secondo era il

discepolo (Tabella 11), ambedue abitavano a Largo dos Bahús, regione campagnola. Certamente abitavano e lavoravano in una fazenda, impartivano lezioni private a un gruppo di allievi di cui potevano fare parte anche i figli del proprietario di quella terra. Chaves scrisse della presenza del maestro Bandeira, che lavorava alla fazenda di Juquinha Villela in cui Osorio Martins de Andrade, figlio di latifondista, andò a studiare le prime lettere per poi proseguire gli studi a Uberabinha con il professore Juca Avelino571.