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Tipo di misure Unità

Misure lineari Vara Côvado Jarda

Misure di volume Onças Libras Arratéis Misure per liquidi Canadas Quartilhos

Misure per i grani Selamins quartas Alqueires

Tabella 12. Sistema di misure adottato in Brasile fino il 1862.586

(Trascrizione e archivio privato, Maristela Novaes).

L’imprecisione degli strumenti di riferimento, e la diversità dei sistemi di misura rendeva impossibile l’uniformazione delle grandezze dei prodotti causando difficoltà nelle relazioni riguardanti i processi di produzione e nella commercializzazione dei prodotti. Lo sviluppo dell’industria nelle potenze economiche europee aveva reso evidenti tali difficoltà.

Creare un sistema di misure universale che potesse stabilire un linguaggio comune e preciso era stato un progetto maturato lungo 200 anni, dalla sua concezione da parte di

585 W. Maleronka, Fazer roupa virou moda: um figurino de ocupação da mulher (São Paulo 1920-1950), p.

91.

586 F. J. Barreiros, Memoria sobre pesos e medidas de Portugal, Espanha, Inglaterra, e França, que se

empregão nos trabalhos do corpo de engenheiros e da artilheria; e noticia das princiaes medidas da mesma especie, usadas para fins militares em outras nações.Trascrizione: Maristela Novaes, 2016.

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Gabriel Mouton, alla sua adozione nel 1870. Il sistema metrico, inventato dal prete, matematico e vicario di Saint-Paul a Lyon nell’anno 1670, nonostante la praticità, non fu adottato immediatamente in Francia. Nell’anno successivo all’invenzione:

un l’altro matematico, Jean Picard, aveva aggiunto dettagli al progetto iniziale; la configurazione generale del sistema era nata dall’ iniziativa della Académie des

Sciences de France, con i lavori di una commissione. [...] Il nuovo sistema fu

ufficializzato nel 1801 durante il Consolato, nonostante l’invito del Direttorio, nel 1799, a tutte le nazioni civilizzate perché istituissero la pratica e intelligente innovazione francese nei loro territori. La diffusione del nuovo sistema, tuttavia, non avvenne con molta facilità neppure in Francia tanto che Napoleone, nel 1812, fu costretto a decretare l’impiego di misure provvisorie per evitare che il cambiamento fosse traumatico.587

In Brasile il nuovo sistema venne adottato con la Legge n° 1157 del 26 giugno 1862, ancora nel Segundo Imperio. Il Paese fu perciò uno dei primi ad adottarla, 8 anni prima della riunione della Commissione Internazionale a Parigi, promossa da Napoleone III, istituita per promuovere la generalizzazione del nuovo sistema di misurazione universale. L’ Art. 1 della legge dice: “l’attuale sistema di peso e misure sarà sostituito in tutto l’Impero dal sistema metrico francese nella parte che concerne le misure lineari, di superficie, capacità e peso”588. Nonostante l’imperatore Don Pedro II avesse previsto nel

paragrafo 2° della legge da lui varata un periodo di dieci anni per la sostituzione dei sistemi, anche in Brasile le difficoltà furono considerevoli. La riforma, applicata alla fiscalità, fu tra l’altro una delle cause della ribellione del Quebra-Quilos, nel nord est brasiliano.589

Il sistema metrico si diffuse comunque in tutto il territorio brasiliano. Ne è testimonianza la rivista A Estação590, meccanismo di assoluta efficienza commerciale, poiché vendeva delle proposte di moda, dei cartamodelli, dei manuali tecnici per la manifattura dell’abbigliamento e degli strumenti da cucire: tutto ciò che era indispensabile, insomma, all’attività sartoriale. Tra questi strumenti, quello che si collega al sistema di misura di cui parliamo è proprio il metro a nastro. Costituito da un “nastro flessibile” su cui è tracciata una scala graduata, invenzione del francese Alexis Lavigne,591 fu

587 A. S. M., Quebra-quilos: lutas sociais no outono do Império, p. 20.

588 Brasil, Lei n° 1157, de 26 de junho de 1862: Substitue em todo o Imperio o actual systema de Pesos e

Medidas pelo systema Metrico Francez.

589 A. S. M., Quebra-quilos: lutas sociais no outono do Império. 590 A Estação, 1875-1904.

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commercializzato in tutto il periodo di circolazione della rivista in Brasile. Il nastro a metro diffuso dalla rivista era venduto in coppia, come possiamo vedere nel Il trattato di Cucito, di M.me Aubé (fig. 85)592. La coppia presentava una variante: uno dei metri

misurava l’altezza, l’altro le misure circolari. Il primo presentava un gancio da fissare sul punto di partenza della misurazione in una delle estremità; il secondo una fibbia in cui segnare la misura presa.

Figura 85. Il nastro a metro del Il trattato di Cucito, di M.me Aubé.

(A. Aubé, Tratado de costura: Publicação do Jornal A Estação, p. 2).

La rivista costituì dunque, nei suoi 25 anni di vita e circolazione in Brasile, un fattore di diffusione del sistema metrico francese. Essa fu tradotta in 13 lingue diverse, tra cui l’italiano e lo spagnolo. Possiamo affermare di conseguenza che la moda è stata un segmento dell’industria francese che ha saputo avvantaggiarsi del sistema metrico. Oltre ad aver agevolato le relazioni nei processi di produzione e nella commercializzazione della produzione industrializzata, la moda è stata anche un veicolo di educazione all’uso del sistema metrico decimale che, una volta compreso, poteva essere applicato a tutte le altre attività in cui la misurazione è fondamentale.

L’ascesa capitalista, che la stampa seguiva passo dopo passo, aggravava il contrasto tra i Paesi che si erano precursori e capofila di questi cambiamenti e quelli che rimanevano indietro. In questo contesto i Paesi più sviluppati diventarono i centri economici

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dell’Occidente mentre quelli più arretrati, come il Brasile, rimanevano al confine, in una situazione periferica. Nei Paesi più sviluppati la diffusione dell’educazione e l’ampliamento di coloro che potevano e dovevano accedervi allargava straordinariamente il pubblico dei giornali e la clientela degli annunci. In Brasile invece l’educazione pubblica e universale stentava ad affermarsi e di conseguenza anche l’universo dei lettori era limitato593. Tale dinamica di contrasto tra centro e periferia, che si manifestava nella vita economica e culturale dei Paesi è più che mai evidente anche nella diffusione e nella ricezione della moda e dei suoi oggetti.

181 CAPITOLO IV

L’ambiente produttivo e il sistema di vestiario a Villa Platina

L’Almanak Laemmert: Almanak Administrativo, Mercantil e Industrial do Rio de Janeiro594 fu un importante canale di pubblicità in quello che era il principale mezzo di

comunicazione nei primi anni del Novecento: la stampa. L’almanacco circolò in tutto il Brasile per circa 86 anni e fu stampato a Rio de Janeiro, città in cui si trovava la corte reale e che, dopo il 1889, divenne capitale della Repubblica. L’importante almanacco è una testimonianza di quello che era il campo di battaglia tra l’economia internazionale e nazionale, ossia dello scontro tra l’industria centrale e quella periferica, tra la modernità e la tradizione.

Durante il periodo coloniale brasiliano, la Corona portoghese vietò alla colonia di sviluppare la manifattura. Il governo centrale portoghese esercitò infatti un controllo molto rigido sulle sue colonie. Freyre595 affermò che il Portogallo si era ridotto quasi a essere una colonia britannica, a causa di quelli che lui chiamò “i due trattati di Methuen”. Il trattato di Methuen (1703), conosciuto anche sotto il nome di Tratado de Panos e Vinhos, come abbiamo già accennato nel Capitolo I, stabiliva che il Portogallo e le sue colonie avrebbero dovuto utilizzare solamente i prodotti di origine inglese, soprattutto i tessuti, mentre gli inglesi avrebbero dovuto importare i vini portoghesi. Il consumo di tessuti inglesi da parte del Portogallo era però molto superiore al consumo di vini da parte dell’Inghilterra e questo generò un bilancio economico molto sfavorevole per il Portogallo. Il 28 gennaio 1808, col trasferimento della corte reale portoghese a Rio de Janeiro, l'imperatore D. João emise la Carta Régia, in cui “aprì i porti brasiliani alle nazioni amiche”. Con la speranza di ottenere la protezione da parte dell’Inghilterra per salvaguardarsi dall’avanzata di Napoleone verso Lisbona, il Portogallo firmò nel 1810 il trattato di Cooperação e Amizade con gli inglesi. Secondo i termini stabiliti in questo trattato, la parte inglese avrebbe

594 La casa editrice Laemmert fu fondata nel 1838 dai fratelli tedeschi Eduardo e Henrique Laemmert a Rio

de Janeiro. Nel 1839 essi crearono un calendario che sarebbe diventato molto famoso e nel 1844 pubblicarono il tradizionale almanacco, che ebbe tanto prestigio da essere pubblicato anche dopo l’estinzione dell’azienda che gli aveva dato il nome. L'almanacco fu distribuito da altri fino al 1930. L’azienda pubblicò grandi opere di autori brasiliani, diventando una casa editrice molto prestigiosa dalla metà del 1800 all’inizio del ‘900”. Nelson Werneck Sodré, História da Imprensa no Brasil, Rio de Janeiro, Civilização Brasileira, 1966. p. 237. Nel gennaio del 1909, così si presenta L’Almanak Laemmert: “Pubblicazione annuale [...] da E. & H. Laemmert. Proprietà di Manoel José da Silva & Cia, pubblicassi annualmente [...] Questa pubblicazione è commerciale, industriale, agricola, amministrativa, giudiziaria, militare e delle forze armate. Almanak

Laemmert: Almanak Administrativo, Mercantil e Industrial do Rio de Janeiro, 1909, p. I-103-I-105.

595 G. Freyre, Ingleses no Brasil: aspectos da influência britânica sobre a vida, a paisagem e a cultura do

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ottenuto maggiori vantaggi, grazie ai tributi stabiliti sull’importazione dei prodotti brasiliani. Le navi portoghesi erano sottoposte infatti a una tassazione del 16% per l’importazione, le altre nazioni del 24%, mentre le navi con prodotti inglesi sarebbero state tassate al 15%. Come conseguenza immediata, nella corte reale si rilevò “una sostituzione delle sete e dei rasi — provenienti probabilmente dall’oriente — nei vestiti da festa, con tessuti bianchi e di colore di cotone di fabbricazione inglese”596. Dopo l’accordo, gli inglesi occuparono i luoghi principali del commercio nel centro della città più importante del Paese. Un esempio dei prodotti venduti nei negozi inglesi nel 1828:

il tavolo tondo per il thè che Mr. Price avrebbe comprato dai suoi compatrioti Boudon & Cry, nella via Direita, i quali ricevevano sempre pezzi nuovi venuti da Londra “provvista di robe per case”, tavoli da thè, set per cucito, cassettiere, buffet e “sedie” di diversi standard.597

Secondo Freyre, nel 1812 “il Brasile consumava il 25% in più di articoli inglesi di quelli che consumava l’intera Asia e più di quattro quinti del totale venduti in tutto il Sud America”598. Il trattato favorì così l’Inghilterra e la vendita di tutte le sue merci, compresi i

tessuti di lana, nonostante il Brasile fosse un Paese con clima tropicale599.

Come evidenziato a più riprese dalla storiografia l’installazione della Corona portoghese in Brasile e l’elevazione della colonia allo status di regno ebbe come conseguenza l’eliminazione di numerose restrizioni imposte alle attività economiche, volte a stimolare lo sviluppo industriale600. Questo riguardò anche la stampa, che era stata vietata

nel periodo coloniale. Nel 1808 la Corona Portoghese aveva abrogato l’Alvará de 5 de Janeiro del 1785, stabilito dalla regina D. Maria I. Con questo atto la sovrana aveva vietato qualsiasi tipo di fabbriche e manifatture di tessuti di lusso temendo che, con lo sviluppo di queste attività, i coloni avrebbero abbandonato la coltivazione e l’esplorazione delle risorse della terra, con pesanti ricadute per l’agricoltura delle aree di sesmarias. Vietando lo sviluppo di queste attività, la Regina intendeva proteggere l’agricoltura e l’estrazione dell’oro e dei diamanti dalla mancanza di manodopera.

Un’eccezione a questa proibizione era stata la possibilità di creare delle manifatture di “tessuti grossi di cotone”, che servivano ai neri, per insacchettare o imballare tessuti ed

596 G. Freyre, Ingleses no Brasil: aspectos da influência britânica sobre a vida, a paisagem e a cultura do

Brasil, p. 41. Traduzione mia.

597 Ivi., p. 141. Traduzione mia. 598 Ivi., p. 131. Traduzione mia. 599 Id.

600 D. C. Libby, Transformação e trabalho em uma economia escravista: Minas Gerais no século XIX, p.

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altri oggetti”601. L’abrogazione dell’Alvará de 1875 rese la produzione di qualsiasi tipo di

tessuti pregiato nel Paese, come quelli ricamati in oro, argento, velluti, satin, taffettà. Questo provvenimento legislativo aveva fatto eccezione alla manifattura dei “tessuti grossi di cotone che serviva all’usanza degli abbigliamenti degli schiavi”, che era già la maggior parte della produzione tessile di Minas. Fu proprio il provvedimento legislativo del 1808, l’abrogazione dell’Alvará de 1875, a dare slancio alla manifattura e alla fabbricazione industriale dei tessuti in varie parti del Paese, soprattutto a Rio de Janeiro, São Paulo e Minas Gerais, ma soltanto a cavallo tra Otto e Novecento si passò al consolidamento della manifattura tessile del Paese602.

Un’idea di quello che poteva essere l’ambiente produttivo in tutto il Paese in termini di industria, commercio, servizi, importazione ed esportazione, all'alba del XIX secolo, si può avere scorrendo le centinaia di pagine dell’almanacco. Insieme a queste, vi si potevano leggere le informazioni relative al governo dello Stato e delle regioni. Nelle pagine dell’Alamank Laemmert, infatti, il governo brasiliano, ma anche i municipi, organizzati secondo le loro regioni, potevano rendere pubbliche le particolarità di ciascuno, seguendo gli argomenti del periodico.

Se l’almanacco ci offre un panorama assai generale, sono i libri contabili della Villela Martins & Cia603, azienda che operò a Villa Platina all’inizio del ‘900, la fonte

principale su cui si basa questo capitolo. Grazie ai dati registrati abbiamo potuto compiere un’analisi dell’ambiente produttivo nel villaggio, intorno al 1912, luogo e anno in cui Inhazinha indossa la blusa Liberty, oggetto di questa ricerca. L’obiettivo è situare questo ambiente produttivo nel contesto della formazione della produzione tessile e commerciale regionale e nazionale. Il documento ci dà la possibilità di comprendere il commercio, i prodotti (materie prime, accessori, macchine, ecc.) e il consumo all’interno del villaggio, ma ci presenta anche il collegamento dell’azienda e del villaggio con la rete commerciale brasiliana. Esso ci dà inoltre la possibilità di comprendere i rapporti finanziari che intercorrevano tra i venditori e i clienti, oltre che di scoprire la posizione sociale dei creatori degli abiti, inclusi i sarti. Può aiutarci insomma a conoscere il sistema di vestiario platinense nel suo funzionamento interno, nel suo collegamento con la microregione del Triângolo Mineiro, con i centri commerciali nazionali e internazionali. Non è l’unica fonte su cui ci siamo basati. Ci siamo serviti infatti, oltre che dell’almanacco citato, anche di altri

601 Ivi., p. 188. Traduzione mia.

602 Id.; E. Carone, A evolução industrial de São Paulo (1889-1930). 603 V. M. Filho, Livro Contábil da empresa Villela Martins & Cia – 1913.

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periodici, riviste e giornali, e di fonti diverse, come censimenti, registri di pagamento delle tasse, fotografie, racconti e resoconti delle attività che venivano svolte a Villa Platina.

Tra esportazione e importazione: la manifattura domestica tessile e la nascente industria brasiliana

Nella sua analisi dell’economia di Minas Gerais, Libby604 afferma che le principali

attività economiche nel secolo XIX furono l’industria siderurgica, l’industria tessile e l’industria estrattiva, in particolare quella aurifera. L’autore afferma ancora che “l’economia agricola di sussistenza, ossia la produzione di alimenti basici destinati ora all’autoconsumo, ora al mercato interno, dentro e fuori la Província, fu il grande sostegno dell’economia mineira di quel periodo”605. Possiamo concludere asserendo che l’industria

mineira era stata variegata durante tutto il Novecento e che la produzione industriale che si collega al nostro oggetto, definita da Libby “industria tessile domestica”, ebbe caratteristiche peculiari606.

Basandosi sulle analisi dei dati censitari degli anni 1831-1840, l’autore afferma che, a dispetto delle proibizioni della monarchia Portoghese e del controllo del suo governo sull’attività, l’isolamento di Minas Gerais, rispetto al litorale, in qualche modo, “aveva permesso che lì si sviluppasse un’industria destinata alla produzione dei tessuti grezzi di cotone, con delle dimensioni non comuni nella storia del Brasile”607. Il controllo statale, in

effetti, non era stato efficace: il governo aveva provato senza riuscirci a restringere sempre di più le attività imponendo nuove leggi, come l’Alvará de 1875, che di fatto vietava la manifattura dei tessuti fini e lavorati, oltre all’uso delle fibre nobili. Perciò, il “tessuto grosso”608 o “pano tecido cá”609 era diventato una specialità mineira, rendendo il paesaggio

della produzione a Minas Gerais durante il XIX secolo “pieno di case dedicate alla produzione domestica di fili e tessuti artigianali, di piccole e medie manifatture ed anche di vere fabbriche d’oro e di tessuti”610.

604 D. C. Libby, Transformação e trabalho em uma economia escravista: Minas Gerais no século XIX, 1988. 605 “A agricultura mercantil de subsistência, ou seja, a produção de alimentos básicos destinados ora ao

autoconsumo, ora ao mercado interno, dentro e fora da província”. Ivi., p. 14. Traduzione mia.

606 L’autore difende “le somiglianze tra questa industria domestica e la produzione della bottega o artigianale,

per quello che riguarda la ridotta dimensione delle unità produttive, la non separazione tra il capitale e il lavoro e, principalmente, la mancanza di una divisione tecnica del lavoro”. Ivi., p.17. Traduzione mia.

607 Ivi., p. 203. Traduzione mia. 608 Id. Traduzione mia.

609 Come era chiamato a Villa Platina e vuole dire “panno tessuto qui.” P. R. Chaves, A Loja do Osório, p.

348. Traduzione mia.

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Un forte incentivo allo sviluppo dell’industria tessile domestica fu l’isolamento della regione aurifera, come già abbiamo accennato, “e la facilità con cui lì era possibile coltivare il cotone — come gli indígenas facevano da secoli”611. Così Libby ipotizza che

l’origine della tessitura sia da attribuire ai primi abitanti di Minas Gerais, nell’ambito della fabbricazione domestica dei tessuti destinata a soddisfare l’autoconsumo612. La produzione

tessile si sviluppò dapprima al centro dello Gerais, la prima area a essere popolata per la consistente presenza di miniere, successivamente si diffuse in tutta la provincia, a mano a mano che si spostavano le frontiere verso ovest. Secondo Chaves, era stato il sertanejo, “con la sua famiglia, di anno in anno, a guidare l’azione civilizzatrice, creando delle fazendas, suddividendo negli inventari gli immensi latifondi, spingendo con le sue braccia e il suo sangue, con ogni discendenza, la linea di confine del sertão”613. In questo processo, ebbero influirono innanzitutto le modalità di coltivazione del cotone:

la coltivazione del mais e della manioca è stata, in gran parte, assorbita dalle pratiche indigenas senza grandi cambiamenti; lo stesso non è accaduto con le tecniche di filatura e tessitura. Sebbene il cotone indígena o “cotone della terra”, arboreo, sia stato più utilizzato del cotone asiatico o “cotone della Persia”, erbaceo, tutte le tecniche di lavorazione (sgranatura), filatura e tessitura sono state portate dai coloni, sulla base delle esperienze accumulate non solo in Portogallo, ma anche nell’Impero Portoghese.614

Anche se la produttività del “cotone della Persia”, introdotto a Minas nel 1790, era 5 o 6 volte superiore a quella del “cotone della terra”, non fu facile introdurlo e mantenerlo nella regione. Ciò avvenne a causa della difficoltà di adattamento al clima locale e “forse non si adattava bene neanche alle tecniche locali e principalmente allo sgranatore a manovella”615. Questo sgranatore era diverso da quelli moderni, come il Sawer o il

Marcarthy che rompevano le fibre, motivo per cui furono molto criticati nel mercato inglese616. Lo sgranatore manuale continuerà ad essere utilizzato a lungo, a fianco di quello

moderno, in quanto, mantenendo la lunghezza della fibra, era più adatto al cotone a fibre

611 J. C. Branner, Cotton in the Empire of Brazil: the antiquity, methods and extension of its cultivation,

together with statistics of exportation and home consumption.

612 D. C. Libby, Transformação e trabalho em uma economia escravista: Minas Gerais no século XIX, p.

187.

613 “Foi o sertanejo, “com sua família, se sucedendo pelos anos afora, quem permaneceu na liderança da ação

civilizadora, criando fazendas, subdividindo nos inventários os imensos latifúndios, empurrando com seu braço e seu sangue, em cada descendência, a linha divisória do sertão”. P. R. Chaves, “Evolução Agrária do Município de Ituiutaba”, p. 45. Traduzione mia.

614 L. A. B. Lourenço, A oeste das Minas: escravos e homens livres numa sociedade escravocrata

oitocentista Triângulo Mineiro (1750-1861), p. 203. Traduzione mia.

615 Id. Traduzione mia. 616 Id.

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lunghe come quello arboreo, “della terra”. Il persistere della coltivazione del cotone arboreo e dello sgranatore manuale favorirono dunque la permanenza e l’espansione della tecnica tessile in tutta la Provincia. Come presentato da Lourenço “la permanenza di una tecnica rozza si spiega non per una dipendenza all’arretratezza, ma a causa di una migliore adattabilità alle caratteristiche del prodotto nativo”617, la cui lavorazione ha definito per

lungo tempo l’aspetto del territorio. Il paesaggio mineiro viene così descritto da Libby nella prima metà del Novecento:

con le sue rocche e i suoi telai manuali, miliardi di donne e fanciulle mineiras avevano costituito una vera industria che, profittando dell’isolamento della

Província e dell’abbondanza di cotone, aveva oltrepassato di molto la produzione