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Quadro europeo sull’Agricoltura sociale

CAPITOLO 2 RESTITUZIONE DI UMANITÀ, RESPONSABILITÀ E ABILITÀ

4.1 Quadro europeo sull’Agricoltura sociale

L’Agricoltura sociale, altrimenti e altrove denominata farming for health, care farming, green

care o green therapies, inizia a prendere forma attraverso modalità differenti, già a partire

dalla fine del XX secolo, all’interno di tutte le aree rurali europee. Sotto tali categorie rientrano una gamma variegata di pratiche che si ricollegano alla terapia, alla riabilitazione, al reinserimento sociale e lavorativo, alla formazione e alle attività educative le cui potenzialità, proprio in quanto collegate agli ambiti di agricoltura, permettono oltre ad un reinserimento nella sfera produttiva e di reddito, di reintegrarsi socialmente, tramite una partecipazione

attiva che garantisce un’attivazione di resilienza, empowerment e capacitazione individuale.

Come affermato dal CESE, nell’assicurare e favorire lo sviluppo di tali pratiche, «l'agricoltura sociale costituisce un approccio innovativo fondato sull'abbinamento di due concetti distinti:

380 Van Der Ploeg J.D., “Esiste un nuovo paradigma di sviluppo rurale?”, (a cura di) Gaudio G., Cavazzani A.,

Politiche, Governance e innovazioni per le aree rurali, Collana Studi & Ricerche INEA, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2006, in Coltivare salute: agricoltura sociale e nuove ipotesi di welfare, (a cura di) Giaré F., INEA 2013, Collana Sistema Della Conoscenza. Quaderni, p.19.

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«Nelle aree rurali, la diffusione di pratiche di AS rappresenta una risposta – necessariamente parziale, ma non per questo meno significativa – alla crisi dei servizi pubblici. In questi territori, la riorganizzazione della rete di protezione sociale implica una collaborazione inedita tra Enti Locali, operatori e programmatori dei servizi sociosanitari, terzo settore e mondo delle imprese, per riorganizzare, a partire da una nuova responsabilità nei confronti della comunità locale e da un diverso collegamento tra la rete formale dei servizi e quella informale di comunità, risposte coerenti con aspettative di una popolazione in rapido e continuo mutamento», in Agricoltura sociale: la produzione innovativa di salute, (a cura di) Francesco Di Iacovo, in L’agricoltura sociale come opportunità di sviluppo rurale sostenibile:

prospettive di applicazione nel campo della salute mentale, (a cura di) Cirulli F., Berry A., Borgi M., Francia N., Alleva

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l'agricoltura multifunzionale e i servizi sociali/terapeutico-assistenziali a livello locale»382.

Ciò che deriva dall’instaurazione del rapporto tra agricoltura e sociale è un accrescimento di risorse reciproche. Da una parte si costruiscono possibilità di sviluppo rurale e dall’altra è la società a beneficiarne, potendo contare su servizi qualitativamente più alti e maggiormente rispondenti ai bisogni della persona.

Dai dialoghi interdisciplinari e intersettoriali sulle potenzialità multifunzionali

dell’agricoltura, e dalla presa di coscienza delle diverse forme che l’Agricoltura sociale andava via via originando, si è evidenziata la necessità di riferimenti normativi e definitori del fenomeno. Tra i primi incontri a livello internazionale, si registra quello avvenuto in Olanda nel 2004. In maniera informale, ricercatori e operatori di differente formazione evidenziarono i benefici derivanti dal coinvolgimento attivo di persone fragili, vulnerabili o a rischio di esclusione sociale nelle pratiche agricole. In seguito, appare rilevante la formazione della Comunità di Pratiche Farming for Health e, nel 2006, dell'Azione europea di cooperazione scientifica e tecnologica (Cost Action 866), “Green Care in Agriculture”, che ha incrementato un interscambio di sapere scientifico e di esperienze tra 14 differenti paesi europei. A seguito di ciò, hanno preso avvio diversi progetti europei, tra cui il più importante risulta essere il

Progetto SoFar383, in Italia coordinato da Francesco Di Iacovo, professore ed esperto del

fenomeno appartenente all'Università di Pisa. I risultati tratti, uniti a quelli della Cost 866, hanno influito sulla produzione del parere del Comitato Economico e Sociale Europeo

(CESE)384. Tra i modelli europei presenti, l’analisi condotta dal CESE, individua approcci,

orientamenti e modalità di finanziamento differenti. Tra gli approcci principali rientrano:  l'approccio istituzionale, all’interno del quale le istituzioni pubbliche/sanitarie hanno una

posizione preponderante. Tale approccio si registra soprattutto in Germania, in Francia, in Irlanda e in Slovenia;

 l'approccio privato, che si ritrova in particolar modo nei Paesi Bassi e nella regione fiamminga del Belgio e si basa sulle fattorie «terapeutiche»;

382 Parere del CESE (Comitato economico e sociale europeo) sul tema «Agricoltura sociale: terapie verdi e politiche

sociali e sanitarie», (2013/C 44/07), C 44/44, IT, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 15.2.2013, p. 2.

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SoFar è la sigla che deriva dal Progetto Social Service in Multifunctional Farms. Tra il 18 e il 19 Ottobre 2007, un importante contributo a tale progetto è derivato dalla giornata di primo incontro tra la Piattaforma europea sull’Agricoltura sociale, ossia il primo Convegno internazionale tra Italia, Slovenia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e Irlanda, che ha costituito un’opportunità di scambio e un contribuito per la creazione di una visione trans-nazionale su tale tematica. Per approfondimenti si rimanda al sito http://sofar.unipi.it/index.htm; inoltre, si rimanda al frutto del lavoro derivante dall’incontro del 2007: http://sofar.unipi.it/index_file/final%20report%201st%20EU%20platform.pdf

384 Saverio Senni, “Uno sguardo europeo sull'agricoltura sociale. Il parere del Comitato Economico e Sociale

Europeo”, Associazione Alessandro Bertola, studi e ricerche di economia e politica agraria, agriregionieuropa, Anno 9,

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 l'approccio misto, di cui l’Italia è pioniera che si sostanzia nelle attività di agricoltura sociale presso cooperative sociali e aziende agricole private.

Per quanto concerne gli orientamenti, invece, si registra una tendenza di attività di Agricoltura sociale che rientrano nel settore sociale e terapeutico-assistenziale sia in Italia che in Francia; un loro collegamento con il sistema sanitario nei Paesi Bassi; un’attinenza prettamente agricola in Belgio; e un collegamento a metà strada tra il settore socio-sanitario e quello della salute in Germania, Gran Bretagna, Irlanda e in Slovenia.

Le modalità di finanziamento, che spesso risultano sostanziarsi in maniera complementare, si differenziano in:

 progetti pubblici e iniziative caritative attraverso le associazioni di volontariato (in Italia e in Francia) e le cooperative sociali esclusivamente in Italia;

 finanziamenti pubblici del settore sanitario/riabilitativo e del settore

assistenziale/educativo, destinati a strutture pubbliche in Germania, Irlanda e Slovenia, alle aziende agricole nei Paesi Bassi e alle cooperative sociali in Italia;

 politiche di sviluppo rurale385

in Italia, tramite il Piano Strategico Nazionale (PSN), ossia il principale atto programmatico, sia in riferimento al periodo di programmazione dei fondi strutturali 2007/2013, sia a quello inerente al periodo di programmazione

2014/2020386;

 vendita diretta o nei mercati alimentari dei prodotti locali sia in Francia che in Italia. Nell’integrare le diverse forme di finanziamento, di approccio e di orientamento, l’Europa si caratterizza per la presenza di aziende agricole gestite da imprenditori privati che attraverso l’Agricoltura sociale aumentano le vie di integrazione al reddito; di imprese, cooperative sociali o associazioni di volontariato; e di aziende agricole interne ad istituzioni pubbliche o ad aziende sanitarie. Il CESE, inoltre, individua quattro settori principali di attività:

 le attività rieducative e terapeutiche;

 l'inserimento nel mondo del lavoro e l'inclusione sociale;

 le attività pedagogico-educative;

385 Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR), le Politiche Regionali e di Coesione sono cofinanziate dai fondi strutturali

comunitari che danno vita al sopra menzionato Piano Strategico Nazionale. Nello specifico, questo deriva da tre diversi fondi comunitari: il FEASR (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale); il FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale); e il FSE (Fondo Sociale Europeo). Per approfondimenti, si rimanda al lavoro di ricerca: Agricoltura

biologica e sociale. Strumento di welfare partecipato, (a cura di) Ciaperoni A., Quaderno AIAB, 2008.

386

Per approfondimenti, in particolare per quanto concerne la Regione Veneto, si rimanda al sito http://www.regione.veneto.it/web/agricoltura-e-foreste/sviluppo-rurale-2020

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 i servizi di assistenza alla persona.

Come sostenuto anche da Saverio Senni387, la definizione europea di Agricoltura sociale

presentata nel parere CESE risulta riduttiva. Nell’affermare che l’Agricoltura sociale si sostanzia di «un insieme di attività che impiegano risorse agricole, sia vegetali che animali, al fine di creare prestazioni sociali nelle aree rurali o periurbane. In questo senso, scopo dell'agricoltura sociale è quello di creare le condizioni, all'interno di un'azienda agricola che consentano a persone con esigenze specifiche di prendere parte alle attività quotidiane di una fattoria, al fine di assicurarne lo sviluppo e la realizzazione individuale e di migliorare il loro

benessere»388, non si pone la dovuta rilevanza alle risorse immateriali di cui l’agricoltura è

intrisa. Il tempo, l’aspetto relazionale che il contesto agricolo favorisce, i valori insiti nelle azioni di cooperazione produttiva con animali e piante, l’accrescimento della responsabilità rispetto al proprio agire, il fare finalizzato e carico di senso, la propensione verso uno sguardo che abbraccia l’immediato ma anche una progettualità futura, l'apprendimento continuo, sono aspetti dell’agricoltura che facilitano l’inclusione e la riabilitazione delle persone attraverso

un coinvolgimento attivo in ambito agricolo389.

I grafici riportati successivamente, derivanti dal progetto SoFar pocanzi menzionato, sono tesi ad indicare e sottolineare l’andamento del fenomeno dell’Agricoltura sociale e le modalità della sua distribuzione e differenziazione a livello europeo. La tabella n.2 testimonia la distribuzione quantitativa del fenomeno in diversi Paesi europei tra cui la Francia, l’Italia, l’Olanda, la Germania, la regione fiamminga del Belgio, l’Irlandia e la Slovenia. I dati, pur risalendo al 2009, evidenziano l’esistenza in Italia di 10 Istituti di pena in cui viene praticata l’Agricoltura sociale. Nella tabella n.3, invece, viene presentata una possibile classificazione delle terapie verdi. Vengono ivi ricomprese le Attività Assistite con Animali (AAA), le

Terapie Assistite con Animali (AAT), la Terapia orticoturale (HT) e la Farm therapy (FT)390.

Ancora, la distinzione riguarda le differenti attività in base alle strutture in cui vengono implementate. Vengono divise le attività appartenenti alle Terapie Verdi, all’Agricoltura sociale e alle Strutture Terapeutiche Verdi. Nella tabella n.4, altresì, la distribuzione del

387 Saverio Senni è Docente di Economia e politica dello sviluppo rurale presso il Dipartimento DAFNE dell’Università

della Tuscia, oltre ad essere tra i maggiori esperti di Agricoltura sociale in Italia.

388 Punto 3.3 dell’art. Definizione dell’agricoltura sociale, Parere del CESE (Comitato economico e sociale europeo) sul

tema «Agricoltura sociale: terapie verdi e politiche sociali e sanitarie», (2013/C 44/07), C 44/44, IT, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 15.2.2013, p. 3.

389

Senni S., “Uno sguardo europeo sull'agricoltura sociale. Il parere del Comitato Economico e Sociale

Europeo”, Associazione Alessandro Bertola, studi e ricerche di economia e politica agraria, agriregionieuropa, Anno 9,

Numero 32, p. 2, http://www.agriregionieuropa.univpm.it

390

Per approfondimenti si rimanda al capitolo 3 L’efficacia terapeutica e sociale dell’agricoltura, in Agricoltura sociale:

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fenomeno nei vari paesi europei, differenziando tra Agricoltura sociale tradizionale e Agricoltura Sociale Evoluta, viene rintracciata in base alla tipologia di Welfare presente. Per finire, il quarto e ultimo grafico n.5, tenendo conto delle politiche socio-sanitarie, educative e del lavoro e delle politiche agricole, differenzia per paese le modalità di finanziamento per l’attivazione delle diverse forme di Agricoltura sociale.

Tabella 2391

150 Tabella 3392. 392 http://agriregionieuropa.univpm.it/system/files/sitecontent/article/field_content_imgs/2013-2582/immagine1- 2775.png

151 Tabella 4393

152 Grafico 5394