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I servizi alla persona nei contesti socio-relazionali dell’Agricoltura in Italia

CAPITOLO 2 RESTITUZIONE DI UMANITÀ, RESPONSABILITÀ E ABILITÀ

4.4 I servizi alla persona nei contesti socio-relazionali dell’Agricoltura in Italia

Come sappiamo, in Italia non esiste ancora una legge ufficiale che regolamenta il fenomeno,

ma un Disegno di legge denominato “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”422,

approvato dalla Camera dei deputati il 15 luglio 2014, risultante dall’unificazione dei disegni di legge e trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 18 luglio 2014. All’interno dello stesso, l’obiettivo è altresì quello di regolamentare finalità e definizioni del fenomeno. Difatti, all’articolo 1 si afferma che tale legge «promuove l’agricoltura sociale, quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio lavorativo, allo scopo di facilitare l’accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate». Come si può notare, all’interno del presente articolo vengono evidenziate le tipologie degli interventi legati alle attività di Agricoltura sociale, oltre alle categorie dei destinatari a cui vengono rivolti. All’interno del secondo articolo, invece, si rintraccia una definizione di agricoltura sociale che la intende come «le

422 Per approfondimenti si rimanda al Disegno di Legge, «Disposizioni in materia di agricoltura sociale», Atti

parlamentari – 3 – Senato della Repubblica – N. 1568, XVII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI – DOCUMENTI, in https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/305322.pdf

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attività esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile, in forma singola o associata, e dalle cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, nei limiti fissati dal comma 4». Infatti, perché una cooperativa sociale venga fatta rientrare tra le realtà di Agricoltura sociale è necessario che il suo fatturato derivi in maniera prevalente (ossia del 30% superiore) dall’esercizio delle attività agricole svolte. Tra le attività, viene incluso:

 l’inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati423

, molto svantaggiati e disabili e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale;

 prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali tramite l’impiego di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura con l’intento di «promuovere, accompagnare e realizzare azioni volte allo sviluppo di abilità e di capacità, di inclusione

sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana». Ancora, fanno

parte delle attività sociali e di servizio per le comunità locali:

le attività di accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare (agri-nido e agri-asilo);

le attività di accoglienza e soggiorno di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica;

le attività di prestazioni e servizi che affiancano e supportano le terapie mediche,

psicologiche e riabilitative tese al miglioramento dello stato di salute e delle funzioni

sociali, emotive e cognitive dei soggetti coinvolti anche tramite l’ausilio di animali

allevati e la coltivazione delle piante;

i progetti rivolti all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della

biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso

l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche riconosciute a livello regionale.

Lo sviluppo del fenomeno, sia in termini qualitativi che quantitativi, ha fatto strada alla

necessità, sin dal 2011, di costituire il Forum nazionale dell’Agricoltura sociale424. Il Forum

nasce con l’intento di costituire un punto di incontro, una modalità di coordinamento tra le realtà di Agricoltura sociale presenti in Italia. Il tentativo, inoltre, è quello di far in modo che il fenomeno possa avere una sorta di inquadramento normativo, sia attraverso lo Statuto che con la Carta dei principi del forum, al quale le varie realtà possano riconoscersi.

Prima di approfondire quali attività vengono inquadrate nell’ambito dell’Agricoltura sociale, appare significativo partire da questa considerazione: «Nel caso dell’agricoltura sociale il

423 È noto che all’interno della categoria di persone svantaggiate vengono fatte rientrare anche le persone ex- detenute o

in percorso penale.

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“servizio” sociale è intimamente intrecciato con l’esercizio dell’attività agricola, dal momento che è proprio dal coinvolgimento nelle pratiche agricole dei soggetti destinatari del servizio

che il servizio stesso può dispiegare pienamente le proprie utilità e potenzialità»425. Pertanto,

nel prendere in considerazione i servizi alla persona creati in tali contesti è importante evidenziare che non si tratta esclusivamente di un utilizzo del contesto in modo sterile, ma vi è un’implicazione della piena partecipazione della persona ai processi del contesto agricolo, ritenuti idonei e rispondenti alla risoluzione o all’affievolimento, tramite la creazione di

benessere, delle problematiche individuali e sociali426 .

Gli operatori sociali che operano all’interno delle strutture di Agricoltura sociale riconoscono l’esistenza di elementi insiti nelle attività e nei contesti di agricoltura, tali per cui viene favorita la riabilitazione e la cura attraverso interventi con finalità socio-terapici; contrastano l’esclusione sociale attraverso la formazione e il reinserimento lavorativo dei soggetti a bassa contrattualità e rientranti nella categoria delle persone svantaggiate (detenuti, tossico- dipendenti, migranti, rifugiati, ex-psichiatrici, ex-detenuti); il miglioramento della qualità della vita attraverso la creazione di benessere e attività ricreative (ad esempio agri-turismo sociale, orti-sociali, agri- camping, centri estivi, campi scuola); la presa di coscienza e l’acquisizione di principi come il rispetto dell’ambiente e degli altri, la reciprocità e l’importanza dei beni comuni attraverso processi e interventi educativi; i servizi alla vita quotidiana come gli agro-asili o gli agro-nidi famigliari o i servizi di accoglienza diurna per anziani. Tra gli elementi positivi che caratterizzano le attività appena menzionate si rilevano:  categorie legate al processo: il rapporto diretto e continuativo con le piante e gli animali e

le mansioni agro-zootecniche permettono un adattamento alle capacità della persona;  concretezza delle operazioni: ritmicità e ciclicità delle operazioni ma anche notevole

variabilità delle stesse e loro progressiva adattabilità all’evoluzione delle capacità delle persone coinvolte;

 prerogative del contesto. Ossia, i luoghi fisici concreti e interattivi e la possibilità di reciprocità e relazione con spazi, tempi, cicli naturali che si allontana completamente dalla

425 Senni S., L’agricoltura sociale tra welfare e mercato, in Agricoltura biologica e sociale. Strumento del welfare

partecipato. (a cura di) Ciaperoni A., Quaderni AIAB, 2008, p. 46.

426 «Uno degli elementi centrali di una buona pratica di agricoltura sociale è quello di rappresentare un contesto di

impegno e di coinvolgimento che, pur potendo contribuire al conseguimento di risultati “terapeutici”, si presenta agli antipodi di quello presente nei tradizionali presidi medico-sanitari. […] proprio l’assenza di un’atmosfera “ospedaliera” o ambulatoriale consente […] all’agricoltura sociale di generare servizi di benessere e di utilità sociale e sociosanitaria», in Il riconoscimento delle pratiche di agricoltura sociale in Italia, (a cura di) Senni S., in Agricoltura sociale.

Riconoscimento e validazione delle pratiche inclusive nel welfare locale, (a cura di) Ciaperoni A., Di Iacovo F., Senni

S., Ricerca co-finanziata dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, AIAB, con la collaborazione di CIRAA e DEAR, Annualità 2006, p. 32.

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pratiche tradizionali dell’aiuto formale. L’utilizzo dello spazio nella relazione chiuso- aperto del contesto agricolo, che permette quindi interventi di apertura o di protezione maggiore da rivolgere alle persone inserite. La possibilità di lavorare con piccoli gruppi o/e con persone sempre nuove (clienti dell’azienda) sviluppa capacità e modalità positive di relazionarsi agli altri;

 gestione e positività delle pratiche: visibilità degli effetti conseguenti all’azione, assenza di giudizio diretto da parte di piante e animali, la possibilità graduale di attribuire e assegnare gradi sempre maggiori di responsabilità, garantiscono la possibilità di lavorare all’acquisizione di capacità di resilienza ed empowerment nella persona;

 categorie sociali:

- passaggio da una presa in carico della persona o della problematica sociale in una logica assistenzialistica ad una tendente all’accrescimento di motivazione e capacitazione individuale e sociale, attraverso logiche di giustizia sociale;

- continuità e lavoro di rete tra i servizi formali ed informali, pubblici e del privato sociale; - possibilità di esercitare una partecipazione attiva attraverso il coinvolgimento diretto nei processi del contesto agricolo;

- acquisizione di valore sociale427.

La tabella che segue, tratta all’interno del documento prodotto nell’ambito della Rete Rurale

Nazionale428, mostra l’estensione del fenomeno Agricoltura sociale in Italia, mettendo in luce,

in base alle specifiche regioni, la tipologia di struttura in cui viene generata la realtà di Agricoltura sociale e la fonte di ricognizione.

427 Per approfondimenti si rimanda al concetto legato alla continuità del processo di inclusione attiva e alla continuità

socio-assistenziale esplicato da Di Iacovo F., nel paragrafo Agricoltura sociale: la produzione innovativa di salute, in

L’agricoltura sociale come opportunità di sviluppo rurale sostenibile: prospettive di applicazione nel campo della salute mentale, (a cura di) Cirulli F., Berry A., Borgi M., Francia N., Alleva E., Rapporti ISTISAN, 11/29, ISSN 1123-

3117, pp. 18-19.

428

L’Agricoltura sociale in Italia. Opportunità e sfide per il prossimo periodo di programmazione, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Rete Rurale Nazionale 2007-2013, Febbraio 2014, pp. 7-9.

163 Tabella 5.

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