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CONSIDERATO che rispetto al quadro di riferimento ambientale:

In generale, l’Area vasta comprende l’area del progetto includendo le linee di connessione elettrica fino al punto di connessione con la rete elettrica principale.

Fanno eccezione:

 la componente Vegetazione Flora e Fauna, per le quali oltre all’area di progetto si sono analizzate anche l’area del comune di Gela e le aree protette circostanti;

 la componente socio-economica e salute pubblica, per le quali l’Area Vasta è estesa fino alla scala provinciale-regionale;

 la componente paesaggio, per la quale l’Area Vasta è estesa ad un intorno dell’Area di Progetto in funzione delle rilevanze paesaggistiche e dei punti di vista.

Stato attuale delle componenti ambientali Temperatura-precipitazioni-venti

L’analisi comparata dei valori medi di temperatura delle tre stazioni per la provincia, zona interna (Caltanissetta), intermedia (Mazzarino) e costiera (Gela) permette di distinguere le seguenti due aree:

- area collinare interna, con una temperatura media annua di 17 °C ed un’escursione termica media annua di circa 18 °C;

- area della pianura costiera, rappresentata dalla stazione di Gela, caratterizzata da condizioni più calde e aride con un valore di temperatura media annua di circa 20 °C (il più elevato dell’intera regione), e un valore relativamente basso dell’escursione termica media annua (circa 14 °C).

Complessivamente la provincia di Caltanissetta presenta una piovosità annua di circa 480 mm, inferiore di quasi il 25% rispetto alla media regionale. La distribuzione mensile delle precipitazioni nelle singole stazioni ricalca il regime pluviometrico mediterraneo, con una concentrazione degli eventi piovosi nei mesi invernali e autunnali e una riduzione degli stessi nei mesi primaverili, fino a

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La presenza di venti dominanti provenienti dal quadrante ovest e sud-ovest in primavera e in estate nel periodo 1996-2016. In autunno e in inverno il vento dominante risulta proveniente da ovest.

Il range predominante della velocità media dei venti si attesta mediamente su valori compresi tra 1 e 5,4 metri/secondo per tutte le stagioni considerate.

aria

L'area di progetto coinvolge esclusivamente la zona A (zone critiche nelle quali applicare i piani di azione) (PRCQA)

idrologia e idrogeologia

I principali corpi idrici presenti nelle vicinanze del sito, tuttavia ad una distanza superiore ad 1 km sono i seguenti:

- Fiume Priolo: situato ad est rispetto all’area di Progetto;

- Fiume Gela: ad ovest rispetto all’area di Progetto

Dalla cartografia del PAI, riportata in Tavola B4, si evince che l’area di studio non rientra:

- in zone con pericolo di piena;

- con riferimento al rischio idraulico, in zone a pericolosità/rischio idraulico per fenomeni di esondazione dei vicini corsi d’acqua;

- in zone\ con dissesti e quindi pericolo di frana.

Per quanto riguarda il vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/23, si segnala che l’area di progetto non ricade in area sottoposta a vincolo idrogeologico.

Per quanto riguarda l’idrogeologia dell’area di studio si osserva quanto segue:

i terreni affioranti nella Piana di Gela sono costituti da depositi alluvionali quaternari, limoso-argillosi e limoso-sabbiosi con intercalazioni sabbioso-ghiaiose che non sono in grado di ospitare una falda idrica sotterranea di rilevante interesse idrogeologico, non solo per il suo esiguo spessore, ma anche per la bassa permeabilità orizzontale e verticale del complesso alluvionale; al di sotto della copertura alluvionale talora si rinvengono sabbie e arenarie con intercalazioni argillose plio-pleistoceniche affioranti nei rilievi che bordano la piana e nell’abitato di Gela. Anche questi depositi arenacei e sabbiosi con intercalazioni argillose plio-pleistoceniche, che presentano uno spessore esiguo, non favoriscono l’immagazzinamento di una risorsa idrica significativa dal punto di vista quantitativo, come anche testimoniato dalla quasi assenza di pozzi per l’approvvigionamento idrico nell’area della Piana di Gela;

La Piana di Gela è sede di un acquifero a ridotta potenzialità, in relazione al suo spessore ed alla sua estensione areale, che corrisponde all’orizzonte sabbioso-calcarenitico pleistocenico affiorante.

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Questo acquifero poggia su un substrato argilloso spesso alcune migliaia di metri, al di sotto del quale è stato riconosciuto il substrato carbonatico ibleo della Formazione Ragusa.

L’andamento della falda scorre da nord verso sud, sud ovest con linee isopiezometriche comprese tra i 11 m slm e i 12 m slm.

Geologia e geomorfologia

L’area di interesse si colloca nella Piana di Gela. Essa è un elemento morfologico tardo quaternario derivante dal modellamento tettonico-eustatico del fronte della catena Siciliana emersa.

Rappresenta uno degli effetti dell’evoluzione cinematica del cuneo di accrescimento siciliano, che nelle fasi più recenti della sua costruzione è andato incontro a ripetuti disequilibri meccanici che hanno determinato oscillazioni relative del livello di base e quindi le condizioni per la formazione di ingressioni marine.

L’assetto geologico del sottosuolo della Piana di Gela è costituito da un’impalcatura a prevalente contenuto argilloso, con un intervallo evaporitico discontinuo intercalato, spessa da parecchie centinaia ad alcune migliaia di metri, ricoperta in modo discontinuo da un esile orizzonte di depositi alluvionali e localmente di depositi sabbioso-calcarenitici quaternari, con un contenuto variabile di limo, di alcune decine di metri di spessore.

Le indagini condotte sull’area proposta per l’impianto hanno sostanzialmente confermato tale assetto, rivelando quanto segue:

- Strato di riporto a granulometria sabbiosa (da -0,00 m a -1,00 m);

- Limo argilloso debolmente sabbioso (da -1,00 m a -3,00 m);

- Argilla limosa (da -3,00 a -10,00 m).

Tutta la zona, sotto il profilo morfologico, è caratterizzata da bassi rilievi collinari che degradano dolcemente verso la costa. Le quote massime sono di poco superiori ai 120-130 m s.l.m. con pendenze contenute dei versanti a testimonianza di una bassa energia di rilievo. I rilievi collinari sono solcati da numerosi corsi d’acqua di primo o secondo ordine.

La natura del terreno è di origine alluvionale, grazie agli apporti di materiale dal fiume Gela e in seguito rimaneggiati dal moto ondoso e dai venti.

Sismicità

Ai sensi dell’OPCM 3274/03 il Comune di Gela ricade in Zona 2*. Per la Zona 2* sono previste, per le strutture strategiche e rilevanti di cui al comma 2 art. 3 dell’OPCM 3274/03, verifiche e limitazioni tecniche previste per la Zona 1.

Più nel dettaglio l’area di interesse ricade nella classe di accelerazione 0,075 g - 0,100 g corrispondente ad un livello di sismicità medio (zona 2).

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Biodiversità

L’Area di Progetto è situata a circa 100 m da aree della Rete Natura 2000 tutelate ai sensi della Direttiva n. 92/43/CEE (Direttiva Habitat). Le aree della rete Natura 2000 più prossime sono la ZPS

“Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (ITA050012)”, l’IBA “Biviere e Piana di Gela (166)”, il ZSC “Biviere e Macconi di Gela (ITA050001)”.

La ZSC “Biviere e Macconi di Gela” si estende all’interno della Regione Sicilia su una superficie di circa 3.666 ha, ricade nei territori comunali di Gela e di Acate, ed è contraddistinta da habitat, specie floristiche e faunistiche di rilevante importanza a livello comunitario. L’area riveste un’elevata importanza floristica, fitocenotica e paesaggistica, in particolare per il sistema dunale dei Macconi ed il Biviere di Gela. L’ambiente umido costituisce un’area di rilevante interesse per lo svernamento, la nidificazione e la sosta di diverse specie della fauna, migratoria e stanziale come riportato nella sezione descrittiva della ZPS.

L’area ZPS “Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela”, classificata come Zona a Protezione Speciale nel 2005, si estende all’interno della Regione Sicilia su una superficie di circa 17.845 ha, ricade nei territori comunali di Gela, Niscemi, Butera, Acate, Caltagirone e Mazzarino, ed è contraddistinta da habitat e specie floristiche e faunistiche di rilevante importanza a livello comunitario. Questi ecosistemi agrari hanno favorito alcune specie dell'avifauna quali: Ciconia ciconia, Circaetus gallicus, Falco naumanni, Burhinus oedicnemus, Glareola pratincola, Melanocorypha calandra, Calandrella brachydactyla.

Entrambi i siti Rete Natura si collocano all'interno dell'IBA 166 - Biviere e Piana di Gela. Il

“Biviere e Piana di Gela” si estende su una superficie terrestre di 36.008 ha ed una superficie marina di 5.384 ha. Si tratta di un complesso di zone umide, agricole ed acque costiere di grandissima importanza sia per gli uccelli acquatici migratori che per le specie nidificanti mediterranee. Comprende il Biviere di Gela con l’adiacente tratto di costa, le aree agricole a est e a nord di Gela ed il tratto di mare prospiciente.

A circa 4 chilometri dell’area di progetto ricade la Riserva Naturale Orientata “Biviere di Gela”.

L’area umida presente all’interno della Riserva Naturale Orientata è stata dichiarata zona umida di importanza internazionale riconosciuta dalla Convenzione di Ramsar. Il Biviere di Gela presenta al suo interno il più grande lago costiero siciliano e ha l'aspetto di un'enorme oasi africana per le dune che lo separano dal mare, note come "Macconi”.

Vegetazione

L’Area prevista per l’installazione dell’impianto non presenta caratteristiche vegetazionali rilevanti.

L’area risulta prevalentemente caratterizzata da vegetazione erbacea spontanea non di pregio. Non si riscontrano elementi arbustivi o associazioni vegetazionali tipiche della macchia mediterranea o dei contesti di maggior pregio presenti nel territorio comunale.

Rumori e vibrazioni

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Le sorgenti di rumore attualmente presenti sono costituite, oltre che dalle attività industriali interne ed esterne al Nuovo Centro Oli, anche dalle infrastrutture di trasporto presenti nelle vicinanze del sito di Progetto, in particolar modo:

- la strada provinciale SP 82;

- la diramazione della strada statale SS 115;

- La linea ferroviaria Gela Bivio Lentini.

I recettori sensibili più prossimi all’Area di Progetto sono:

- le aree residenziali presso l’abitato di Gela, situate circa 2 km a ovest del sito;

- le aree ZPS e ZSC situate a circa 0,05 km dal sito di progetto.

Al fine della caratterizzazione dello stato attuale del clima acustico dell’Area di Progetto, nel Marzo 2018 è stata effettuata una campagna di monitoraggio acustico attraverso 5 postazioni fonometriche.

I livelli di rumore monitorati rispettano i limiti vigenti su tutto il territorio nazionale, a cui si fa riferimento in assenza del Piano di Zonizzazione Acustica locale (70 dB(A) diurno e 60 dB(A) notturno).

Paesaggio

L’area di Progetto ricade nell’Ambito 16 “Piana di Gela” che comprende parte della pianura alluvionale formata dal Fiume Gela e dai suoi affluenti Maroglio e Cimia. Tale ambito paesistico locale rappresenta la più estesa piana alluvionale della Sicilia meridionale e ne costituisce anche la più ampia zona irrigua grazie allo sbarramento del Disueri che ha permesso lo sviluppo di una agricoltura intensiva.

Il sito di progetto confina con il Nuovo Centro Oli di Gela, che sorge ad ovest del centro abitato.

Dal punto di vista morfologico, il Nuovo Centro Oli ed il territorio circostante si estendono interamente sulla Piana di Gela, delimitata da un sistema collinare che si collega, a nord, con rilievi più alti costituiti dai Monti Erei ed Iblei, dai quali scendono corsi d’acqua a regime prevalentemente torrentizio, tra i quali il fiume Gela e il suo affluente fiume Maroglio.

A nord e ad est dell’area di intervento, il territorio è utilizzato per l’agricoltura, con ampia diffusione della coltivazione in serra. La vegetazione agricola è costituita in parte da specie erbacee e in parte da colture legnose (vigneti, uliveti, mandorleti, agrumeti, etc.).

La vegetazione boschiva e spontanea è piuttosto limitata: lo sfruttamento silvo-agro-pastorale del territorio e le opere di rimboschimento con essenze non-autoctone hanno infatti sconvolto il panorama floristico originario. Ormai quasi nulla rimane delle comunità vegetali naturali costituite da boschi di sclerofilla sempreverdi, le cui formazioni, associate alla macchia e alla gariga, rappresentano uno stadio di degradazione della macchia. Le formazioni vegetali più stabili sono

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distintivi, si trovano numerose altre essenze, quali ad esempio la palma nana, il lentisco, la fillirea, la ginestra e le tamerici.

Nel territorio di Gela sono presenti diversi elementi di interesse storico-culturale, costituiti da elementi presenti nel centro abitato e da elementi sparsi nella campagna. I beni di interesse comprendono villaggi preistorici, necropoli (della fase finale dell’Eneolitico, di epoca greco-arcaica, di epoca tardo romana), resti di fattorie greche del IV sec. a.C, resti di frequentazioni in età Romano Imperiale e Paleocristiano- Bizantino e frammenti ceramici di età araba. In particolare, nelle vicinanze del sito è presente il bene isolato “Casa Bruca”, definito dal PRG come edilizia rurale segnalata e sottoposta a vincolo paesistico (art. 65 NTA del PRG). Tuttavia, il progetto non interferisce con la fascia di rispetto di 150 m intorno a “Casa Bruca”.

Considerando la morfologia, il grado di naturalità e tutela e la presenza di valori storico – testimoniali il valore assegnato alla componente morfologico – strutturale è medio-basso.

In virtù della panoramicità, considerando in particolare la presenza dell’area industriale, alla componente vedutistica è assegnato un valore basso.

Al di fuori del sistema litoraneo limitrofo al sito non si segnalano elementi caratteristici della componente simbolica, ad eccezione di alcuni elementi singolari appartenenti alla cultura agricola locale (i beni isolati Casa Bruca e Casa Ruggeri, Tavola B7) a cui pertanto si ritiene di assegnare valore medio-basso.

Impatti dell’impianto sul comparto ambientale, elementi culturali e paesaggistici Aria

Fase di costruzione

Durante la fase di costruzione del Progetto, i potenziali impatti diretti sulla qualità dell’aria sono legati alle seguenti attività:

- Utilizzo di veicoli/macchinari a motore nelle fasi di costruzione con relativa emissione di gas di scarico (PM, CO, SO2 e NOx). In particolare si prevede il transito dei mezzi per il trasporto di materiale, oltre ai mezzi leggeri per il trasporto dei lavoratori.

- Lavori civili per la preparazione dell’area di cantiere e la costruzione del progetto, con conseguente emissione di particolato (PM10, PM2.5) in atmosfera, prodotto principalmente da movimentazione terre e risospensione di polveri da superfici/cumuli e da transito di veicoli su strade non asfaltate.

La durata degli impatti potenziali è classificata come temporanea, in quanto l’intera fase di costruzione durerà al massimo 6 mesi. Si sottolinea che durante l’intera durata della fase di costruzione l’emissione di inquinanti in atmosfera sarà discontinua e limitata nel tempo e che la maggioranza delle emissioni di polveri avverrà durante i lavori civili.

La magnitudo degli impatti risulta pertanto trascurabile.

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Misure di Mitigazione

Non sono pertanto previste né specifiche misure di mitigazione atte a ridurre la significatività dell’impatto, né azioni permanenti.

In particolare, per limitare le emissioni di gas si garantiranno il corretto utilizzo di mezzi e macchinari, una loro regolare manutenzione e buone condizioni operative.

Dal punto di vista gestionale si limiterà la velocità dei veicoli e si eviterà di tenere inutilmente accesi i motori di mezzi e macchinari.

Per quanto riguarda la produzione di polveri, saranno adottate, ove necessario, idonee misure a carattere operativo e gestionale, quali:

- bagnatura delle gomme degli automezzi;

- umidificazione del terreno nelle aree di cantiere e dei cumuli di inerti per impedire il sollevamento delle polveri, specialmente durante i periodi caratterizzati da clima secco;

- utilizzo di scivoli per lo scarico dei materiali;

- riduzione della velocità di transito dei mezzi.

Fase di esercizio

Durante la fase di esercizio non sono attesi potenziali impatti negativi sulla qualità dell’aria, vista l’assenza di significative emissioni di inquinanti in atmosfera. Le uniche emissioni attese, discontinue e trascurabili, sono ascrivibili ai veicoli che saranno impiegati durante le attività di manutenzione dell’impianto fotovoltaico

Misure di Mitigazione

L’adozione di misure di mitigazione non è prevista per la fase di esercizio, in quanto non sono previsti impatti negativi significativi sulla componente aria collegati all’esercizio dell’impianto. Al contrario, sono attesi benefici ambientali per via delle emissioni atmosferiche risparmiate rispetto alla produzione di energia mediante l’utilizzo di combustibili fossili.

Fase di dismissione

Per la fase di dismissione si prevedono impatti sulla qualità dell’aria simili a quelli attesi durante la fase di costruzione, principalmente collegati all’utilizzo di mezzi/macchinari a motore e movimentazione terra/opere civili.

Di conseguenza, la valutazione degli impatti è analoga a quella presentata per la fase di costruzione, con impatti caratterizzati da magnitudo trascurabile e significatività bassa.

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Gli impatti sulla qualità dell’aria derivanti dalla fase di dismissione del progetto sono di bassa significatività e di breve termine, a causa del carattere temporaneo delle attività. Non sono pertanto previste né specifiche misure di mitigazione atte a ridurre la significatività dell’impatto, né azioni permanenti. Per quanto riguarda la produzione di polveri, visto il limitato quantitativo di terre movimentate, non si prevedono particolari mitigazioni.

In definitiva, il progetto nel suo complesso (costruzione, esercizio e dismissione) non presenta particolari interferenze con la componente aria e la valutazione condotta non ha ravvisato alcun tipo di criticità. Al contrario, si sottolinea che l’impianto di per sé costituisce un beneficio per la qualità dell’aria, in quanto consente la produzione di 9.873 MWh/a di energia elettrica senza il rilascio di emissioni in atmosfera, tipico della produzione di energia mediante l’utilizzo di combustibili fossili.

Ambiente idrico Fase di costruzione

Si ritiene che i potenziali impatti legati alle attività di costruzione siano i seguenti:

- utilizzo di acqua per le necessità di cantiere (impatto diretto);

- contaminazione in caso di sversamento accidentale degli idrocarburi contenuti nei serbatoi di alimentazione dei mezzi di campo in seguito ad incidenti (impatto diretto).

Non sono previsti prelievi diretti da acque superficiali o da pozzi per le attività di realizzazione delle opere.

Per quanto riguarda le aree oggetto di intervento, si evidenzia che in fase di cantiere l’area non sarà pavimentata/impermeabilizzata consentendo il naturale drenaggio delle acque meteoriche nel suolo.

In considerazione della topografia dell’area di impianto e dello scarso livello di precipitazioni della località, non è stato ritenuto necessario prevedere alcuna opera specifica di regimentazione delle acque meteoriche.

Non si prevedono, inoltre, potenziali interazioni né con i flussi idrici superficiali né sotterranei, connesse all’infissione dei pali di sostegno nel terreno per le strutture metalliche ed agli scavi per realizzazione le fondazioni delle cabine elettriche e per la posa dei cavi. Tali scavi, necessari per la realizzazione delle opere elencate, saranno infatti di profondità contenuta e non interesseranno corpi idrici superficiali e sotterranei

Misure di Mitigazione

Eni, in accordo con le proprie procedure interne, sovraintenderà le operazioni legate alla fase di costruzione e di esercizio. Laddove necessario in caso di sversamento di gasolio saranno utilizzati kit anti-inquinamento che saranno presenti o direttamente in sito o sarà cura degli stessi trasportatori avere con sé a bordo dei mezzi.

Fase di esercizio

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Per la fase di esercizio i possibili impatti individuati sono i seguenti:

- utilizzo di acqua per la pulizia dei pannelli (impatto diretto);

- impermeabilizzazione di aree (impatto diretto);

- contaminazione in caso di sversamento accidentale degli idrocarburi contenuti nei serbatoi di alimentazione dei mezzi di campo e nel sistema di accumulo in seguito ad incidenti (impatto diretto).

L’approvvigionamento idrico verrà effettuato mediante la rete di approvvigionamento idrico o qualora non disponibile tramite autobotte, indi per cui sarà garantita la qualità delle acque di origine in linea con la normativa vigente. Non sono previsti prelievi diretti da acque superficiali o da pozzi per le attività di realizzazione delle opere. Data la natura occasionale con cui è previsto avvengano tali operazioni di pulizia dei pannelli (circa tre volte all’anno), si ritiene che l’impatto sia temporaneo, di estensione locale e di entità non riconoscibile.

Misure di Mitigazione

Tra le eventuali misure di mitigazione ravvisate per questa fase vi sono:

- l’approvvigionamento di acqua tramite autobotti;

- la presenza di materiali assorbitori sui mezzi;

- la presenza di materiali assorbitori sui mezzi;

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