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il progetto di realizzazione dell’impianto fotovoltaico in esame non ricade direttamente all’interno di aree naturali protette (Natura 2000) ma risulta in prossimità di aree ricadenti nella Direttiva Habitat ed in particolare della ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela e del SIC ITA050001 - Biviere e Macconi di Gela, distanti rispettivamente circa 70 e 518 m dal sito.

Lo Studio non prende invece in considerazione gli altri siti Natura 2000 posti a distanze superiori, quali SIC ITA050011 Torre Manfria, SIC ITA050007 Sughereta di Niscemi e SIC ITA070005 Bosco di San Pietro, distanti rispettivamente circa 7,7 km, 7,72 km e 14 km dal sito di progetto, in quanto, a detta del proponente, si ritiene che a tali distanze le potenziali incidenze non siano significative.

Flora e vegetazione

L’Area di Sito (3 km di raggio) si colloca all’interno del Geosigmeto siculo psammofilo e alofilo della vegetazione dei sistemi dunali (cod. 275), distribuito soprattutto lungo le coste della Sicilia sud-orientale, dove sono legate alla fascia termo-mediterranea inferiore, su substrati sabbiosi incoerenti in corrispondenza dei cordoni dunali sia mobili che fissi. Il

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geosigmeto è composto da cenosi psammofile in contatto catenale ben definito floristicamente e strutturalmente. A esso fanno capo associazioni sia perenni che annuali.

Nel dettaglio, le aree direttamente interessate dalla realizzazione delle opere di progetto sono identificate come vegetazione infestante i coltivi (Stellarietea mediae). Le formazioni vegetazionali più interessanti da un punto di vista floristico si ritrovano negli ambiti meno soggetti alle pressioni antropiche.

Fauna

Il contesto territoriale di riferimento (Piana di Gela e area marina antistante) rappresenta un sito di grande interesse naturalistico dove, nonostante il disturbo antropico (urbanizzazioni, attività produttive, attività balneari, ecc.), sono ancora presenti comunità vegetali ed habitat molto peculiari che permettono l'insediamento a loro volta, di una comunità faunistica ricca di elementi di interesse conservazionistico e naturalistico. Non a caso l’area di riferimento presenta diversi gradi di protezione ambientale che vanno dal riconoscimento di zona umida di importanza internazionale (RAMSAR) del Biviere di Gela, alla creazione della Riserva Naturale Orientata Regionale, all’individuazione di ZSC, ZPS e IBA (Important Bird Aree).

In particolare in Italia, su un totale di 200 IBA, quella in oggetto (IBA n. 166 "Biviere e Piana di Gela") è all'ottavo posto per importanza di conservazione. Si tratta di un complesso di zone umide, agricole ed acque costiere di grandissima importanza sia per gli uccelli acquatici migratori che per le specie nidificanti mediterranee.

In base alla bibliografia disponibile ed in particolare al recente Piano di Gestione la check-list della fauna vertebrata ed invertebrata del sistema di ZSC e ZPS della Piana di Gela presenta un carteggio di 309 specie (di cui 293 confermate e riportate nelle tabelle dal proponente).

ZSC ITA050001 – BIVIERE E MACCONI DI GELA

La ZSC ricade nel territorio dei comuni di Gela e di Acate, dove si estende per una superficie complessiva di circa 3666 ettari. Esso abbraccia il tratto costiero posto a sud-est dell’abitato di Gela, oltre alla Piana dell’interno, nonché l’area del Biviere e dei Macconi, già compresa nell’ambito di una riserva naturale e considerata uno dei biotopi di maggiore interesse del versante centro-meridionale della Sicilia.

Dal punto di vista geomorfologico, il sito presenta una notevole variabilità, per l’ambiente lacustre che si sviluppa a ridosso di ampi cordoni dunali, a loro volta costituiti da sabbie fine e quarzose, talora interrotti da affioramenti rocciosi di varia natura, ove sono rappresentati gran parte dei tipi litologici che caratterizzano i retrostanti Monti Erei. La Piana di Gela è prevalentemente dominata da formazioni argilloso-calcaree sovrastate da depositi alluvionali riferibili al Quaternario. Più a nord si sviluppa un sistema collinare di origine evaporitica, a morfologia più o meno accidentata, mentre ad est del torrente Gela vi sono depositi di sabbie gialle pleistoceniche frammiste a calcari, conglomerati ed argille marnose, che degradano verso il mare.

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Il territorio rientra prevalentemente nell’ambito della fascia termomediterranea, con ombrotipo secco inferiore, tendente al superiore verso l’interno. Il paesaggio vegetale è ampiamente dominato da coltivi, in particolare seminativi. In prossimità della costa assume notevole rilevanza la serricoltura, che si spinge a ridosso del Biviere.

Gli habitat ritenuti più significativi per la ZSC sono:

1420 - Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi) 6220 - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 92D0 - Gallerie e forteti ripari meridionali (Nerio-Tamaricetea e Securinegion tinctoriae) Riguardo le specie vegetali il Formulario Standard del Ministero della ZSC ITA050001 - Biviere e Macconi di Gela (aggiornamento 12/2015) riporta un’unica specie vegetale, l’endemita Muscari gussonei, tra le specie di interesse comunitario.

Il recente Piano di Gestione del SIC del Biviere e Macconi di Gela riporta un notevole carteggio di uccelli elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/ECC. comprendendo, in questo caso ben 60 specie, tra cui si riportano a titolo puramente esemplificativo specie quali Aquila clanga, Aquila pomarina, Falco naumanni, F. vespertinus, Grus grus, ecc… oltre a altri 41 uccelli migratori abituali non elencati nell'Allegato I della Direttiva 79/409/EEC, a conferma dell’estrema importanza dal punto di vista ornitologico dell’area SIC.

Per quanto concerne la mammalofauna i Mammiferi elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/EEC comprendono 5 specie di chirotteri (Miniopterus schreibersi, Myotis capaccini, M. myotis, Rhinolophus hipposideros, R. ferrumequinum) e 1 specie di mammifero marino (Tursiops truncatus truncatus).

L’erpetofauna riportata nel Piano di gestione come elencata nell'Allegato II della Direttiva 92/43/EEC comprende solo rettili (nemmeno un anfibio) e precisamente: Caretta caretta, Demochelys coriacea, Emys orbicularis e Zamenis situla.

Tra i Pesci elencati nell'Allegato II della Direttiva 92/43/EEC si riporta un unico elemento:

Aphanius fasciatus.

Gli invertebrati elencati nell'Allegato II Direttiva 92/43/EEC infine comprendono solo due elementi Coenagrion merculiar e Brachytrupes megacephalus.

ZPS ITA050012 –TORRE MANFRIA, BIVIERE E PIANA DI GELA

L’area, estesa per 17.873,74 ettari, ricade nei territori comunali di Gela, Niscemi, Butera, Acate, Caltagirone e Mazzarino. Dal punto di vista geomorfologico, presenta una notevole variabilità, includendo l’ambiente umido del Biviere, il quale si sviluppa a ridosso di ampi cordoni dunali costituiti da sabbie fini e quarzose, talora interrotti da affioramenti rocciosi di varia natura, ove sono rappresentati gran parte dei tipi litologici che caratterizzano i

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calcarei, passanti a calcareniti cementate, con frequenti intercalazioni di argille sabbiose plioceniche. Nell’area costiera tali aspetti caratterizzano gli affioramenti litoranei di Monte Lungo e Torre Manfria, sui quali è possibile rilevare anche formazioni calanchive, nonché un basamento di calcareniti frammisti a gessi. La Piana di Gela è prevalentemente caratterizzata da formazioni argilloso-calcaree sovrastate da depositi costituiti soprattutto da argille e alluvioni riferibili al Quaternario. A nord si sviluppa un sistema collinare di origine evaporitica, a morfologia più o meno accidentata, mentre ad est del torrente Gela vi sono depositi di sabbie gialle pleistoceniche frammiste a calcari, conglomerati ed argille marnose, che degradano verso il mare.

Il Formulario Standard del Ministero della ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (aggiornamento 01/2009) riporta 19 habitat di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43 CEE. L’habitat con la maggior estensione è quello prioritario 6220 “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”. Molti habitat sono indicati con una presenza non significativa (D) per il SIC. Nessun habitat raggiunge la valutazione globale “eccellente” (A). Di seguito sono descritti gli habitat ritenuti più significativi per la ZPS:

1110 - Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina 2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)

Tra le specie vegetali Il Formulario Standard del Ministero della ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela (aggiornamento 01/2009) riporta due specie vegetali, gli endemiti Muscari gussonei e Ophrys lunulata, tra le specie di interesse comunitario.

Le informazioni riportate nella Scheda Natura della ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela, descrivevano un complesso di zone umide, agricole ed acque costiere di grandissima importanza sia per gli uccelli acquatici migratori, che per specie nidificanti mediterranee.

Rete ecologica:

Il “nodo” o “core areas” (es.:parchi, riserve, sic e zps) della Rete Ecologica più prossimo all’Area di sito è posto ad est a meno di 1 chilometro e risulta costituito dalla ZPS ITA050012 - Torre Manfria, Biviere e Piana di Gela e del SIC ITA050001 - Biviere e Macconi di Gela.

I corridoi ecologici dell’area vasta di studio risultano costituiti soprattutto dai corsi d’acqua principali e dalla fascia costiera che permettono uno scambio biologico tra le core areas e le stepping stones della zona interna con quelle della fascia costiera.

Il corridoio ecologico più vicino all’area di sito è ubicato a circa 2,8 km nord dalle opere progettuali ed è identificato come “Corridoio diffuso – da riqualificare”.

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Le opere progettuali non interferiscono in modo diretto e indiretto con gli elementi della rete ecologica regionale (core areas, stepping stones e corridoi ecologici) e, quindi in tal senso, i flussi e gli scambi biologici che caratterizzano tale rete, non saranno interrotti e/o disturbati.

Il sito di intervento risulta posto in prossimità di un compendio produttivo attivo da numerosi anni e nel sito di intervento sono presenti habitat a bassa vocazionalità faunistica.

Anche il fenomeno dell’“abbagliamento” appare poco significativo, sia in ragione delle superfici contenute delle opere di progetto, sia in relazione del fatto che nell’area vasta esistono aree umide decisamente più estese ed appetibili per gli uccelli acquatici in migrazione o durante gli spostamenti (es. “Il Biviere di Gela”).

Valutazione delle interferenze di progetto Suolo

Fase di cantiere

Durante la fase di scavo, scotico e livellamento del terreno superficiale e di posa dei moduli fotovoltaici saranno necessariamente indotte delle modifiche sull’utilizzo del suolo. In questa fase, l’area interessata dal progetto sarà delimitata, recintata, quindi progressivamente interessata dalla disposizione dei moduli fotovoltaici che, successivamente, durerà per tutta la vita dell’impianto.

Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000, né modificazioni morfologiche, né rischi da contaminazione del suolo per sversamenti accidentali di idrocarburi.

Fase di esercizio

L’area di progetto sarà occupata da parte dei moduli fotovoltaici per tutta la durata della fase di esercizio, conferendo a questo impatto una durata di lungo termine (durata media della vita dei moduli: 30 anni). Pertanto, l’impatto sarà di entità riconoscibile. Anche per eventuali sversamenti accidentali non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

Acqua

Fase di cantiere

Il consumo di acqua per necessità di cantiere è strettamente legato alle operazioni di bagnatura delle superfici, al fine di limitare il sollevamento delle polveri prodotte dalle operazioni di scavo e dal passaggio degli automezzi sulle strade sterrate.

L’approvvigionamento idrico verrà effettuato mediante autobotte, qualora la rete di approvvigionamento idrico non fosse disponibile al momento della cantierizzazione. Non

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delle opere. Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000 né rischi da contaminazione dell’acquifero per sversamenti accidentali di idrocarburi.

Fase di esercizio

L’impatto sull’ambiente idrico è riconducibile all’uso della risorsa per la pulizia dei pannelli in ragione di circa 45 m3 /anno di acqua che andrà a dispersione direttamente nel terreno.

Tuttavia, l’approvvigionamento idrico verrà effettuato mediante la rete di approvvigionamento idrico o qualora non disponibile tramite autobotte, indi per cui sarà garantita la qualità delle acque di origine in linea con la normativa vigente. Non sono previsti prelievi diretti da acque superficiali o da pozzi per le attività di realizzazione delle opere.

Per la natura occasionale con cui è previsto avvengano tali operazioni di pulizia dei pannelli (circa tre volte all’anno), si ritiene che l’impatto sia temporaneo, di estensione locale e di entità non riconoscibile.

Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

Inoltre, le strutture di sostegno dei pannelli che verranno posizionati sono costituite da pali di metallo trivellati nel terreno. In ragione dell’esigua impronta a terra, esse non genereranno una significativa modifica alla capacità di infiltrazione delle aree in quanto non modificano le caratteristiche di permeabilità del terreno.

Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000 né rischi da contaminazione dell’acquifero per sversamenti accidentali di idrocarburi.

Aria

Fase di cantiere

Per quanto riguarda l’eventuale transito di veicoli su strade non asfaltate, con conseguente risospensione di polveri in atmosfera, si specifica che la viabilità sfrutterà principalmente strade esistenti asfaltate (SP82). Gli unici tratti non asfaltati saranno la viabilità di cantiere interna all’area prevista per l’impianto.

Il sollevamento di polveri durante le operazioni di cantiere può essere considerata come una fonte di inquinamento atmosferico non significativa sui siti della RN2000.

Anche le emissioni di macro inquinanti da mezzi da lavoro durante le operazioni di cantiere possono essere quindi considerate come una fonte di inquinamento atmosferico non significativa sui siti della RN2000.

Fase di esercizio

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Durante la fase di esercizio non sono attesi potenziali impatti negativi sulla qualità dell’aria, vista l’assenza di significative emissioni di inquinanti in atmosfera. Le uniche emissioni attese, discontinue e trascurabili, sono ascrivibili ai veicoli che saranno impiegati durante le attività di manutenzione dell’impianto fotovoltaico.

Radiazioni ionizzanti Fase di cantiere

Durante la fase di cantiere è stato individuato come potenziale impatto negativo il rischio di esposizione al campo elettromagnetico esistente in sito dovuto alla presenza di fonti esistenti e di sottoservizi (impatto diretto).

Dal momento che l’area di progetto è un’area fortemente industrializzata e non è collocata all’interno di aree protette, non sono ravvisabili interferenze sulle compenti dei siti RN2000.

Fase di esercizio

Non sono previste produzioni di radiazioni ionizzanti, pertanto non sono ravvisabili interferenze sulle compenti dei siti RN2000.

Rumore

Fase di cantiere

Altro impatto causato dalle operazioni di cantiere è rappresentato dal rumore prodotto sia dalle macchine operatrici sia dai mezzi atti al trasporto delle terre.

In relazione al progetto in esame, durante la costruzione il disturbo principale per la fauna selvatica dovuto a rumori/vibrazioni rientra soprattutto nelle seguenti categorie:

 capacità di accoglienza dell’habitat, che diminuirà in corrispondenza dell’area cantierizzata nonché, delle sue immediate adiacenze, a causa delle immissioni sonore, che potrebbero portare anche una temporanea ridefinizione delle aree di nidificazione e/o riproduzione in genere della fauna;

 libertà di movimento della fauna, che verrà ridotta a causa soprattutto degli ostacoli fisici, ma anche in misura minore, a causa delle emissioni sonore e visive.

Nello specifico le azioni di cantierizzazione per la realizzazione delle opere di progetto, potranno comportare la ridistribuzione dei territori della fauna residente nell’area (in particolare micromammiferi ed avifauna): si può ipotizzare infatti un arretramento ed una ridefinizione dei territori dove si esplicano le normali funzioni biologiche. L’avvicinamento di veicoli di cantiere ad habitat frequentati dalla fauna, potrà causare una certa semplificazione delle comunità animali locali, tendente a favorire le specie ubiquitarie ed opportuniste a danno di quelle più esigenti.

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Pertanto, le emissioni acustiche durante le operazioni di approntamento dell’area di progetto possono essere considerate come una fonte di inquinamento non significativa sui siti della RN2000.

Fase di esercizio

In fase di esercizio il campo fotovoltaico non produrrà emissioni sonore significative.

Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

Inquadramento luminoso Fase di cantiere

Nella fase di realizzazione del cantiere l’impatto dovuto alla presenza di fonti luminose sarà nullo in quanto le attività verranno effettuate durante le ore diurne. Si ricorda infine come le opere verranno realizzate in prossimità di aree già a destinazione produttiva/industriale, dotate di un proprio sistema di illuminazione in essere.

Pertanto, le emissioni luminose durante le operazioni di approntamento dell’area pozzi e le operazioni di perforazione possono essere considerate come una fonte di inquinamento non significativa sui siti della RN2000.

Fase di esercizio

Le opere di progetto non prevedono un incremento del sistema di illuminazione già in essere. Per tale motivo non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

Habitat e vegetazione Fase di cantiere

La realizzazione dell’opera andrà ad occupare un’area a forte determinismo antropico (area ex industriale, oggi incolta e/o comunque gestita, posta in prossimità della Raffineria di Gela.

Nello specifico, nell’Area di Sito non si rileva la presenza di vegetazione di interesse naturalistico, mentre per contro, si rilevano formazioni vegetazionali di comunità di tipo sinantropico-ruderale e quindi di nessun valore conservazionistico.

L’Area di Sito è inoltre esterna alla RN2000. I siti della RN2000 non saranno quindi direttamente interferiti dal progetto. Non è quindi possibile riconoscere una perdita diretta di habitat di interesse comunitario e habitat sia di specie di interesse comunitario che di interesse conservazionistico.

Non sono presenti specie di interesse comunitario o conservazionistico nell’Area di Sito.

Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

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Fase di esercizio

Le opere di progetto comporteranno la sottrazione di 9,37 ha di aree caratterizzate da formazioni erbacee.

In tali aree non sono presenti elementi floristici e vegetazionali di interesse conservazionistico e/o naturalistico (non sono per altro presenti esemplari arborei).

La perdita di ambiente dovuto alla posa dei moduli, avverrà quindi ad esclusivo danno di formazioni vegetazionali largamente rappresentate nell’area di studio. Si ritiene, comunque, che il mantenimento di vegetazione naturale tra i moduli possa continuare a rappresentare un’attrattiva per molte specie faunistiche già presenti nell’area vasta; se la sua gestione, inoltre, prevede solo lo sfalcio regolare durante tutto il ciclo annuale senza drastici interventi di aratura, diserbo o bruciatura tale ambiente - nel bilancio annuale - potrebbe fornire anche maggiori disponibilità trofiche rispetto alla situazione attuale.

Va evidenziato altresì come non sono ipotizzabili effetti indiretti anche nei confronti delle formazioni vegetazionali limitrofe all’area direttamente interessata dal sito di intervento, sia perché le aree circostanti non sono caratterizzate dalla presenza di vegetazione di pregio né da lembi di habitat soggetti a specifica tutela, sia perché gli impatti potenziali esaminati non presentano ricadute al di fuori dello stretto perimetro di lavorazione; per cui tale impatto indiretto può ritenersi non significativo. Pertanto non sono ravvisabili interferenze significative sui siti della RN2000.

Fauna

Fase di cantiere

I potenziali impatti legati alle attività di costruzione sono i seguenti:

• aumento del disturbo antropico da parte dei mezzi di cantiere (impatto diretto);

• rischi di collisione di animali selvatici da parte dei mezzi di cantiere (impatto diretto);

• degrado e perdita di habitat di interesse faunistico (impatto diretto).

Il degrado e la perdita di habitat di interesse faunistico è un impatto potenziale legato principalmente alla progressiva occupazione delle aree da parte dei moduli fotovoltaici e dalla realizzazione delle vie di accesso. All’interno del sito di intervento non si rilevano habitat di rilevante interesse floristico, ma solo terreni alterati caratterizzati da una vegetazione disomogenea. L’accessibilità al sito sarà inoltre assicurata attraverso la viabilità già esistente, riducendo ulteriormente la potenziale sottrazione di superficie indotta dal Progetto. In ragione della durata di questa fase del Progetto, l’area interessata e la tipologia di attività previste, si ritiene che anche questo impatto sia non significativo.

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