4.3 Le politiche del lavoro in Campania e le tentate soluzioni per le problematiche
4.3.1 Quali politiche del lavoro in Campania nello scenario della cris
Negli ultimi anni la regione Campania, caratterizzata da un mercato del lavoro strutturalmente debole, per arginare la grave crisi economico-finanziaria avviatasi già prima del 2008, e per contenere la forte disoccupazione si è dotata di strumenti normativi ed operativi, volti ad attivare processi virtuosi di sviluppo sociale ed economico, secondo paradigmi sempre più orientati alle politiche di workfare.
Per realizzare obiettivi di crescita, la giunta regionale ha messo in atto politiche del lavoro complementari alle politiche formative e a quelle di sviluppo, operando da un lato, con un raccordo tra sistema formativo, sistema dei Servizi per l’impiego, interventi di sostegno al lavoro e policies di programmazione economica; dall’altro, con l’implementazione di “filiera di sistema”, basata sulla sinergia tra istituzioni, mondo imprenditoriale e parti sociali. A questo proposito ad esempio nel 2011, è stato istituito
290 Di Monte P. (a cura di), op.cit., 2006, p.84 291 Ibidem, p. 85.
il “Contratto Campania”, tramite la collaborazione tra parti sociali, istituzioni e imprese, al fine di favorire e promuovere il rilancio del lavoro e dello sviluppo.
Sul piano normativo, con l’adozione del Testo Unico della normativa della Regione
Campania in materia di Lavoro e Formazione professionale per la promozione della qualità del lavoro292 la Regione ha proposto un nuovo impianto di governance e di funzionamento del mercato del lavoro, con una particolare attenzione alla qualità dell’occupazione e alla sicurezza del lavoro, considerata l’elevata incidenza del fenomeno del lavoro nero, della precarietà del lavoro e dell’economia sommersa293.
Nel settembre 2011 la Regione, in coerenza con quanto previsto dalla Legge regionale n. 14 del 2009 (sopra richiamata) ha approvato il Masterplan sui Servizi per l’impiego294, prevedendo risorse pari a 25 milioni di euro da destinare alle Province campane e realizzando un “servizio plurisoggettivo”295, in cui la Regione svolge funzioni di indirizzo, programmazione e controllo dei servizi per il lavoro, mentre le Province, trattandosi dei livelli istituzionali più prossimi ai cittadini, rivestono compiti di programmazione territoriale delle politiche del lavoro e sovraintendono alla gestione ed organizzazione dei servizi.
Tra gli strumenti di politica attiva risalta, il Testo Unico dell’apprendistato della Regione Campania296, che viene valutato come uno strumento privilegiato per l’accesso al lavoro, sulla regolazione degli aspetti formativi di competenza regionale, sottesi all’applicazione di questa tipologia contrattuale297. La Campania, rappresenta la regione
292 Legge Regionale n. 14 del 18 novembre 2009.
293 Isfol, Prospettive per il mezzogiorno tra riforme del mercato del lavoro e dinamiche economiche;
un outlook sulle regioni dell’obiettivo convergenza, Roma, 2012a, p. 14.
294 DGR. n. 482 del 26 settembre 2011.
295 A questo proposito Zoppoli affrontando la questione dell’impatto della riforma Fornero in materia di Servizi per l’mpiego, immagina effetti negativi se non si provvederà con urgenza «ad una ricostruzione istituzionale di un sistema che deve essere governato in modo deciso e trasparente da un pubblico capace di agire in raccordo con le politiche di crescita dell’economia e con tutti i soggetti interessati a rendere più attivi ed inclusivi i mercati del lavoro meridionali» (Zoppoli L., op.cit., 2012, p. 70).
296 Delibera di Giunta Regionale (DGR) n. 158 del 28 marzo 2012.
297 Il contratto d’apprendistato, introdotto per la prima volta con la legge 25/1955 attualmente disciplinato dal Decreto Legislativo 14 settembre 2011 n.167, è un contratto a contenuto formativo ovvero uno speciale rapporto di lavoro rivolto a giovani in cerca di occupazione. Si individuano tre tipologia di contratto di apprendistato: 1. Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionali; 2. Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere; 3. Apprendistato di alta formazione e ricerca. L’apprendistato favorisce sia l’aspetto formativo che quello dell’apprendimento. Per l’apprendista il contratto di apprendistato è contemporaneamente sia un periodo di lavoro, in cui fornisce il proprio contributo all’azienda e sia di formazione attraverso cui il datore di lavoro oltre a versare un corrispettivo per l’attività svolta dall'apprendista, impartisce, direttamente o tramite soggetti in possesso di idonee conoscenze, gli insegnamenti necessari per il conseguimento di una qualifica professionale. Le spiccate finalità formative del contratto di apprendistato non solo favoriscono la crescita professionale e personale
che maggiormente ha fatto leva sul contratto d’apprendistato, sia per il numero di contratti sottoscritti sia per le risorse impiegate negli aiuti; con il Testo Unico sull’apprendistato la Campania è stata la prima regione d’Italia a dotarsi di una legge ad
hoc, anticipando anche l’ultima riforma del Lavoro del giugno 2012298.
Nel 2010, per la prima volta in Campania, è stato concepito un Piano del Lavoro, che comprende tutte le misure di politica del lavoro della legislazione attuale. Il Piano d’Azione prende il nome di “Campania al Lavoro”, il quale si propone di creare, attraverso azioni di sistema, un’occupazione di qualità e una formazione in grado migliorare competenze dei lavoratori e rafforzare il capitale umano e sociale della Regione. I target dei destinatari sono differenziati a seconda delle misure: una particolare attenzione è stata riservata a giovani, donne (alle quali viene destinato il 50% delle risorse ed una corsia preferenziale nei bandi), disoccupati di lunga durata e percettori di trattamenti integrativi in deroga; per questi ultimi, in particolare, sono stati previsti interventi di politica attiva e passiva, attraverso sostegni per l’assunzione e misure per la riqualificazione professionale. Il Piano, è articolato in misure (tab. 4.5) di intervento finanziate attraverso un’integrazione di risorse a valere sul Piano Operativo Regionale 2007-2013, sul Fondo Sociale Europeo e su fondi nazionali. L’investimento complessivo per l’attuazione del Piano ammonta a 580 milioni di euro con una previsione di 60 mila destinatari, selezionati direttamente dalle aziende, attraverso procedure semplificate e meno burocratizzate299.
dell'apprendista ma agevolano anche il suo inserimento nel mondo del lavoro. La formazione è finalizzata infatti sia all'acquisizione di una specifica professionalità sia allo sviluppo di competenze di base e trasversali indispensabili per affrontare in modo competitivo un mercato del lavoro sempre più esigente e complesso. Nella Legge di stabilità 2012 sono state introdotte alcune novità che riguardano sgravi contributivi e formazione. Per i contratti di apprendistato stipulati, infatti, a decorrere dal 1º gennaio 2012 ed entro il 31 dicembre 2016 (come stabilito dall’articolo 22 comma 1 della Legge), è riconosciuto ai datori di lavoro che hanno alle proprie dipendenze un numero di addetti pari o inferiore a nove uno sgravio contributivo del 100% per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di contratto, restando fermo il livello di aliquota del 10% per i periodi contributivi maturati negli anni di contratto successivi al terzo. L’apprendistato ha assunto un ruolo centrale sia nelle politiche occupazionali che nel quadro degli interventi formativi rappresentando uno strumento di promozione dell'occupazione giovanile e di integrazione tra i diversi sistemi: scuola, lavoro e formazione.
298 Un’ulteriore novità che appartiene al contratto di apprendistato campano, riguarda l’estensione del contratto dai 29 ai 32 anni (in alcuni casi 35). Una scelta che è stata motivata dai policy maker in ragione dell’età media, pressappoco 30 anni, d’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani campani.
299 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Isfol, Rapporto XII sulla formazione continua:
Tab. 4.5 – Sintesi degli interventi del Piano regionale Campania al Lavoro Azione di
riferimento Strumenti di intervento Descrizione
Inserimenti formativi nell’impresa
Primimpresa Inserimento formativo per il primo lavoro/reinserimento ITS Accompagnamento dei giovani studenti degli Istituti professionali verso il lavoro Più apprendi più lavori Incentivi alla stipula di contratti di apprendistato professionalizzante Dottorati in azienda Apprendistato per l’alta formazione
CIG Più Erogazione di trattamenti di CIG Straordinaria e di Mobilità in deroga Integrazione e
regolarizzazione del lavoro degli immigrati
Incentivazione alla stipula di contratti di apprendistato professionalizzante
Più sostegno Modello di intervento a supporto delle crisi aziendali e occupazionali Programma Lavoro&Sviluppo Percorsi di tirocinio e offerte di lavoro
Più Verde Apprendistato professionalizzante nel settore della Green Economy
Più occupazione
più lavori
Più sviluppo più lavoro Incentivi all’assunzione di giovani e disoccupati di lunga durata Minimi termini Sostegno alla assunzione dei lavoratori atipici e promozione dei sistemi di security Dal lavoro utile al lavoro
stabile Percorsi di stabilizzazione degli Lsu
Inla 2 Azione di sistema regionale finalizzata alla nuova occupazione Ar.co Assunzioni ed incentivi alle imprese nello sviluppo sostenibile
Capitale sociale
L'Istruzione che forma Attività volte a prevenire la dispersione scolastica e innalzare il capitale umano Elfi Formazione e lavoro per lo sviluppo locale
Primimpresa OSS Tirocinio di inserimento lavorativo per operatori socio sanitari Microcredito Piccoli prestiti per sostenere imprese
Concilia Conciliazione tra attività di cura e partecipazione al mercato del lavoro Riqualificazione operatori
forestali Aggiornamento all’innov. sulle nuove funzioni delle risorse boschive Quadrifoglio 2 Inclusione sociale e inserimento lavorativo in quartieri svantaggiati
Qualità e Innovazione
per l’occupazione
Imprese spin off da ricerca Sovvenzioni individuali per la creazione di impresa Imprendo. Più impresa più
crescita Incentivi alla creazione di impresa e consulenza allo start up Fo/cos Formazione continua per lo sviluppo e la competitività delle PMI campane Piccola e media impresa Accesso al credito (Funded risk sharing)
Impresa sociale Accesso al credito, servizi e sovvenzioni
Paesaggi e Passaggi Sperimentazione di un modello di sviluppo locale in aree di industrializzazione Form. Cont. e alta form. nel
turismo e beni culturali Formazione continua e sostegno all’adattabilità dei lavoratori Più Sicurezza Sistema della prevenzione della salute e della sicurezza sul lavoro
La Regione, sempre nell’ottica di superare la logica dell’emergenza e di mettere a sistema politiche attive del lavoro coerenti con i bisogni specifici dei lavoratori, le esigenze e i fabbisogni di competenze del tessuto produttivo, ha promosso interventi mirati in comparti cruciali per l’economia regionale, come il turismo o la green
economy. Recentemente, infatti, è stato approvato un «Piano strategico di intervento per
la formazione nella filiera del turismo in Campania», finanziato a valere congiuntamente su FSE e FESR e rivolto a circa 30 mila destinatari, articolato in tre priorità: a) innovare l’accoglienza; b) promuovere l’identità e la sostenibilità; c) valorizzare e gestire il patrimonio culturale. L’obiettivo è stato quello di puntare sulla riqualificazione del capitale umano, soprattutto spingendo sull’anticipazione di fabbisogni di nuove competenze professionali.