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Sono quattro gli Approcci Plurali alle Lingue che troviamo nel CARAP: l'approccio interculturale, la didattica integrata delle

lingue, l'intercomprensione tra lingue affini e l'éveil aux langues

(Candelier et al., 2012).

L'approccio interculturale è quello che, a differenza degli altri tre, riguarda gli aspetti più culturali e meno linguistici nel

processo di scambio e interazione, tutto viene analizzato in un'ottica socioculturale.

La didattica integrata delle lingue stabilisce i legami tra un numero limitato di lingue che sono inserite nella didattica. Si utilizza la lingua madre per approcciarsi allo studio di una prima lingua straniera, successivamente entrambe le lingue vengono utilizzate per lo studio della seconda lingua straniera. Questo approccio è il più conosciuto (Candelier et al., 2012).

L'intercomprensione tra lingue affini invece promuove il lavoro in parallelo tra due lingue appartenenti alla stessa famiglia linguistica (lingue slave, lingue germaniche, ecc.). Le lingue studiate possono essere appartenenti al bagaglio linguistico del parlante o apprese scolasticamente. Questo approccio agevola molto l'aspetto di comprensione del linguaggio: lo studente può comprendere almeno il senso globale di un testo orale o scritto grazie alla capacità di vedere le somiglianze con la lingua conosciuta e di fare quindi ipotesi. Si sollecita molto la capacità

metalinguistica dello studene. Negli ultimi anni anni questa

modalità di approccio si è sviluppata e concretizzata (Candelier et al., 2012).

L'éveil aux langues è l'approccio che prevede anche l'utilizzo delle lingue che la scuola non ha intenzione di insegnare, oltre a quelle conosciute e di scolarizzazione. Le attività promosse da questo approccio prevedono l'utilizzo di molte lingue, quelle di casa, quelle di scuola ed altre varietà linguistiche relative ad altri ambiti. Si può arrivare ad utilizzare decine di lingue contemporaneamente (Candelier et al., 2012). Analizzeremo questo approccio nel dettaglio per evidenziare le sue caratteristiche in linea con un approccio Umanistico-Affettivo.

5 Éveil aux langues

5.1 Definizione

L'éveil aux langues è un Approccio Plurale alle Lingue che rispecchia la visione e le caratteristiche degli approcci Umanistico-Affettivi.

L' éveil aux langues sviluppato dal CARAP è un approccio che nasce sulla base del movimento Language Awareness di Edward Hawkins (accademico britannico del 1850 circa) ma, rispetto a questo movimento, ha una visione più ampia e "democratica" della riflessione linguistica. Prende in considerazione anche lingue e culture sconosciute a tutti gli studenti, non soltanto quelle utilizzate a scuola, permettendo una "democratica riflessione" sulla lingua presa in esame (Sordella & Andorno, 2017). Tutti gli studenti si sentono uguali, nessuno è privilegiato inquanto la base di conoscenza da cui parte la didattica è la stessa per tutti. Vengono stimolate le capacità metalinguistiche e riflessive sulla lingua.

La definizione di èveil aux langues che troviamo nel CARAP è la seguente:

«Si ha èveil aux langues quando una parte delle attività riguarda lingue che la scuola non ha intenzione di insegnare. Ciò non significa che questo approccio abbia come oggetto soltanto queste lingue. Include anche la lingua di scolarizzazione ed ogni altra lingua che l'allievo stia apprendendo. Ma non si limita solo a queste lingue "apprese". Esso prevede attività che integrano ogni tipo di varietà linguistiche, della famiglia, dell'ambiente...e del

mondo, senza escluderne nessuna. Dato il numero importante di lingue sulle quali gli allievi sono indotti a lavorare – molte decine, generalmente – l'èveil aux langues può sembrare un approccio plurale "estremo» (Candelier et al., 2012).

L'éveil aux langues come abbiamo detto si collega al movimento

Language Awareness promosso da E.Hawkins negli anni '80 nel

Regno Unito. Hawkins promuove nelle strutture scolastiche ore di studio per stimolare la consapevolezza della lingua negli studenti; questo programma è dedicato sia alla scuola primaria che secondaria. Si tratta di incentivare il dialogo degli studenti parlando delle lingue, sulle lingue, ascoltanto e scrivendo, stimolare la loro consapevolezza linguistica (Sordella & Andorno, 2017). Questa capacità è trasversale e serve per lo studio di tutte le materie linguistiche.

Il campo della ricerca e dello studio della language awareness è vasto, troviamo altri autori che si occupano dell'argomento oltre a Hawkins come Donmall (1985), Fairclough (1992), James and Garrett (1992). Questi ultimi promuovono una definizione di

language awareness molto chiara: «Language awareness is a person's sensivity to a conscious awareness of the nature of language and its role in human life» (Garret & Carl, 1993).

Games e Garret sottolineano nel loro studio che la language

awareness promuove capacità multiple nello studente: migliora

la sfera affettiva, relazionale, cognitiva e la performance linguistica (Garret & Carl, 1993).

5.1.1 Le sperimentazioni

Sulla base dell'approccio plurale èveil aux langues sono nati in questi ultimi anni molti progetti didattici a livello sia europeo che extraeuropeo. In Svizzera è stato messo in atto il metodo di studio EOLE, Education et ouverture aux langues à l'ècole,

utilizzato nella scuola primaria e in quella dell'infanzia. In Canada è nato il programma ELODIL, Eveil au langage et

overture à la diversitè linguistique, anch'esso basato sull'idea

francese dell' éveil aux langues (Sordella, 2015). In questi progetti didattici molte lingue vengono messe a confronto, anche quelle non conosciute o non previste dal curriculum scolastico, al fine di sviluppare la riflessione sulla lingua. Gli insegnanti hanno una continua ed intensa formazione in merito, essenziale per la riuscita dei progetti . In Italia vi sono stati nel 2017 due progetti interessanti di Pugliese e Malavolta15 svolti nelle classi

di I e II grado di scuola secondaria (Sordella, 2015).

Candelier ha coordinato il progetto EVLANG, éveil aux langues

à l'école primaire dal 1997 al 2001 con l'aiuto del suo gruppo di

studio. É in questo progetto che Candelier comincia a sviluppare e a promovere la sua idea di éveil aux langues. Durante questa sperimentazione vengono coinvolti cinque paesi, l'Austria, la Spagna, l' Italia, la Francia e la Svizzera e rispettivamente 160 classi loro appartenenti. É stato un importante progetto didattico che ha messo in luce le possibilità formative che nascono da questo approccio plurale, sia a livello di gruppo classe sia individuale (ANDORNO & Sordella, 2018).

La sperimentazione che analizziamo in questo lavoro di tesi è quella di Cecilia Andorno e Silvia Sordella, docenti dell'Università di Torino. Il laboratorio è strutturato sull'Approccio Plurale èveil aux langues, è ampio e articolato e pronto per un utilizzo scolastico reale.

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