Il disegno della ricerca
6.2. Questionario Iniziale (QI)
Attraverso la somministrazione del Questionario Iniziale (QI) agli iscritti al corso di IC si è voluto raccogliere dati relativi a:
- le motivazioni che spingono gli apprendenti a intraprendere l’esperienza (punti 1, 2 del questionario);
- la dimensione emozionale che li caratterizza maggiormente al primo contatto con una lingua non conosciuta (punti 3, 4);
- la rappresentazione della nuova esperienza (punto 5);
- le rappresentazioni che gli apprendenti hanno delle lingue coinvolte nel percorso (punti 6/13).
Con l’ausilio di alcune sintesi grafiche, procediamo alla presentazione di quelli che, a nostro avviso, sono i risultati più salienti. Premettiamo che la totalità degli iscritti dichiara di non aver mai sentito parlare di IC prima di imbattersi nell’informazione sul corso24.
24
Alla risposta negativa perentoria di 15 apprendenti su 17, fanno eccezione le due risposte seguenti, peraltro riferite più al concetto di affinità linguistica che sta alla base dell’IC che alla metodologia didattica:
(6) No, aunque me parecía que debía existir algún modelo gramatical que unificara estas lenguas a partir de sus raíces y facilitara su aprendizaje.
(13) Habia escuchado sobre la facilidad que se puede dar e intercompresion, debido a raices comunes del griego y el latino en muchas lenguas occidentales.
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La FIGURA 26 sintetizza graficamente i dati relativi a [2, 5, 6], che abbiamo messo in relazione perché contribuiscono a evidenziare una situazione iniziale tendenzialmente stimolante da un punto di vista motivazionale nonché la prevalenza di un contesto emozionale sereno. Nello specifico:
FIGURA 26. Profilo apprendente nel momento del ‘contatto’ con il corso di IC25.
- Quasi la metà degli iscritti al corso si dichiara spinta da motivazioni intrinseche, relative alla sfera personale (affettiva, di interessi, programmi di viaggio), mentre il resto del gruppo si divide in modo equo tra motivazioni estrinseche (formazione generale, ambito di studi) e curiosità dovuta alla novità metodologica della proposta.
- Non vengono espressi pregiudizi negativi rispetto al processo di apprendimento che si sta per mettere in moto: al contrario, si dichiarano entusiaste 8 persone su 17; altrettante scelgono opzioni che sottolineano la novità, lo stimolo e la speranza di successo
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I grafici del presente questionario, e dei seguenti, si basano sul calcolo delle frequenze riferite al totale degli intervistati, 17, se non diversamente specificato.
7 4 3 3 motivazioneprincipale sfera personale ambito di studi formazione generale alternativa non 'tradizionale'
2 1 3 3 8 pre-giudizi/aspettative
"atrevida", sono un po' scettico "atrevida", ma stimolante nuova, curiosa
interessante, spero di successo finalmente! 16 1 percezione Lrom differenze, interferenze somiglianze, transfer senza opinione
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della proposta. Una sola persona, nel gruppo, esprime scetticismo rispetto alla riuscita della stessa26.
- Quando sollecitato su cosa significasse pensare ad uno studio simultaneo di più lingue appartenenti alla stessa famiglia, il gruppo si dimostra compatto nel dichiarare che sono le zone di sovrapposizione, di intelligibilità, di trasparenza, tra le lingue ad attirare l’attenzione, facendo emergere la consapevolezza delle valore del trasferimento di conoscenze previe da un’area linguistico-culturale all’altra.
Solo un interpellato si dichiara senza opinione rispetto a tale punto mentre non vi sono adesioni all’opzione che sottolinea eventuali preoccupazioni dovute alle interferenze tra le lingue.
Il grafico della FIGURA 27 si riferisce al punto 4, che indaga le difficoltà o ‘blocchi’ nello studio delle LS (in generale), riscontrati da 6 apprendenti su 17 (punto 3). Dalla lettura degli istogrammi evinciamo che:
- qualsiasi sia la difficoltà presa in considerazione tra le opzioni proposte, la forte predominanza delle risposte nella colonna ‘a volte’ suggerisce che, per la maggior parte degli intervistati, predomina una percezione di saltuarietà dei problemi riscontrati. - Fa eccezione la voce ‘non mi piace avere a che fare con una lingua
che non conosco sufficientemente’ che viene contrassegnata come problema inesistente da quattro persone su sei (colonna ‘mai’). - La necessità di avere conferma della bontà della comprensione se
non, addirittura, l’esperienza di ‘blocco’ dovuto a una mancata
26
Si è voluto mantenere nella legenda della torta centrale della FIGURA 26 il termine spagnolo atrevida, per la sua particolare connotazione nella comunicazione tra colombiani che, secondo il nostro parere, la traduzione letterale ‘ardita’ non riesce a rendere.
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comprensione, vengono segnalate come costanti (colonna ‘sempre’) da due dei sei rispondenti.
FIGURA 27. Frequenze e media ponderata delle difficoltà percepite con LS nuove.
Il grafico a torta, sempre nella FIGURA 27, raccoglie le medie ponderate delle diverse voci, evidenziandone il diverso peso. La sensazione di ‘troppa difficoltà’ è quella di gran lunga meno percepita (valore 0,50) mentre le altre voci si assestano su valori medi più compatti (valori da 1,33 a 1,83). La necessità di avere sempre qualche tipo di conferma della propria comprensione si conferma essere l’ostacolo più sentito (valore 1,83).
Sempre nell’ambito di eventuali ostacoli all’apprendimento delle lingue, ma con riferimento specifico, ora, al gruppo delle Lrom oggetto del corso, è stato chiesto di individuare quale fosse il livello di analisi linguistica nel quale si riscontrassero i maggiori ostacoli.
Nella FIGURA 28 presentiamo i dati relativi al quesito [7] ai quali affianchiamo un grafico che riassume il grado di utilità della L1 percepito
0 5 10 15 20
mai a volte spesso sempre
penso sempre che sarà troppo difficile
ho sempre bisogno di conferme della mia comprensione mi blocco immediatamente quando non capisco qualcosa non ho problemi con la comprensione, ma non chiedetemi di parlare!
non mi piace avere a che fare con una lingua che non conosco 'sufficientemente' frequenze: 1,50 1,83 1,67 1,33 0,50
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per ognuno dei livelli di analisi considerati [8, 9]. Per maggiore chiarezza, riportiamo il testo completo delle opzioni relative a questo ultimo punto.
9. Si piensas que tu lengua madre tenga cierto grado de utilidad, clasifica las siguientes afirmaciones: a. b. c. d. e. f.
Es una ayuda para entender el significado de palabras de origen latina.
Es una ayuda a nivel gramatical, porque los idiomas romances tienen el mismo orden de palabras.
Es una ayda por las similaridades de la organización textual: un texto en un idioma romance nunca te resulta completamente ‘desconocido’.
Es una ayuda en cuanto estamos hablando de lengua escrita, sería diferente si se tratara de lengua hablada.
Es una ayuda porque culturalmente pertenece a la misma familia y tiene, consecuentemente, referencias culturales comunes.
_________________________________________________________________
FIGURA 28. Frequenze e media ponderata delle difficoltà con Lrom e percezione dell’utilità della L1.
Il confronto dei due blocchi di dati ha lo scopo di verificare se a un maggiore grado di difficoltà percepito nell’affrontare i diversi livelli di
0 5 10 15 20 25 30 1 2 3 4 lessico grammatica ortografia organizzazione testuale riferimenti culturali Frequenze :
difficoltà con Lrom utilità L1
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 1 2 3 4 Frequenze:
1=poco 2=abbastanza 3=piuttosto 4=molto (difficile/utile) 1,76 2,76 3,12 2,12 2,00 3,53 2,71 2,53 2,82 2,82
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analisi di una lingua affine alla propria L1 corrisponde la percezione di un minore grado di trasparenza tra le lingue27.
Per quanto riguarda la distribuzione delle difficoltà percepite sui vari livelli di analisi (istogrammi), il lavoro sul lessico e sugli aspetti culturali delle lingue è quello che viene percepito come meno oneroso, seguito dalla testualità e, con una distribuzione più uniforme, dalla grammatica. Al contrario, l’ortografia viene definita tendenzialmente problematica (forte distribuzione sui due gradi di maggiore difficoltà).
Parallelamente, per quanto riguarda l’utilità della L1, il grafico evidenzia una percezione di utilità medio-alta dello spagnolo per tutti i livelli di analisi considerati, tra i quali spicca il lessico, seguito dai riferimenti culturali e dall’organizzazione testuale. La L1 sembra incidere in modo meno rilevante, stabilizzandosi sui livelli medi, quando l’attenzione si sposta su grammatica e ortografia.
Sempre nella FIGURA 28, i grafici a torta relativi alle due domande (difficoltà percepite e utilità della L1) riportano i valori delle medie ponderate per ciascun livello di analisi.Dal confronto tra i valori medi di ogni livello, nei due grafici, risalta la presenza di una relazione inversa tra percezione del grado di difficoltà e del grado di utilità della L1. Ciò è confermato dal calcolo della correlazione per ranghi di Spearman: ordinando i valori delle medie ponderate per rango, di entrambi i grafici, la correlazione risulta uguale a –97% (significativa allo 0,5%).
In altre parole, l’ordine di apprendimento dei diversi livelli di analisi è inverso se si considera la percezione della loro difficoltà o dell’utilità del supporto della L128.
27
In tutti i questionari somministrati, come da testi allegati, è sempre indicato il valore attribuito alla scala numerica.
28
Esemplifichiamo: lo spicchio verde relativo all’ortografia evidenzia il valore massimo nella percezione di difficoltà e quello minimo di incidenza della L1. All’estremo opposto
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Ecco la sequenza della doppia lettura:
PERCEZIONE DI DIFFICOLTÀ
ortografia - grammatica - organizzazione testuale - riferimenti culturali - lessico UTILITÀ DELLA L1
Chiudono il QI un paio di quesiti che prendono in considerazione le quattro Lrom di studio, questa volta separatamente.
Viene chiesto agli intervistati di definire quanto ognuna di esse venga percepita ‘vicina’ allo spagnolo [10] e quale sia, sempre per ognuna di esse, la percezione del grado di difficoltà di comprensione scritta [12]. Per entrambi i punti è stata data la possibilità di motivare la propria graduatoria [11 e 13].
Anche in questo caso, il nostro interesse non è solo per l’analisi delle lingue prese separatamente (FIGURA 29, istogrammi, descrizione al punto a, qui di seguito), ma anche per la relazione tra la percezione del grado di familiarità e del livello di comprensione di ognuna di esse (FIGURA 29, grafici a torta, descrizione al punto b).
a) A nostro avviso, due dati saltano all’evidenzia:
- la flessione del portoghese si discosta dall’andamento omogeneo delle altre lingue in entrambi i grafici e si osserva una duplice ‘anomalia’. Innanzitutto, confrontando il portoghese con le altre Lrom, internamente a ogni grafico, la curva del primo si discosta dall’andamento molto più omogeneo delle altre lingue, che si mantengono su frequenze medie, senza particolari picchi né al
si posiziona, non sorprendentemente, il lessico, con il valore più basso di difficoltà percepita e quello più alto di percezione di utilità della L1.
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ribasso né al rialzo, nell’arco di tutto il continuum di vicinanza/ difficoltà. In secondo luogo, un confronto tra le curve del portoghese, nei due grafici, evidenzia un sensibile scostamento tra la percezione della vicinanza tipologica (frequenze molto basse nei valori intermedi) e della difficoltà di comprensione scritta (frequenze concentrate nei valori medio alti). Ciò non si riscontra nelle altre tre lingue che mantengono un andamento molto simile nelle due rilevazioni.
FIGURA 29. Percezione della vicinanza tipologica tra L1 e le singole Lrom e della difficoltà di comprensione scritta.
In altre parole, mentre francese, italiano e catalano sembrano indicare una relazione direttamente proporzionale tra distanza tipologica e grado di difficoltà di comprensione percepiti, per quanto riguarda la lingua portoghese, la percezione di ‘lingua facile da comprendere’ sembra prevalere sul grado di familiarità percepito .
0 2 4 6 8 10 1 2 3 4
portoghese catalano italiano francese
1=meno vicino/facile 4=più vicino/facile
Frequenze: Vicinanza tipologica Media ponderata:
Comprensione scritta 0 2 4 6 8 10 1 2 3 4 2,82 2,53 2,76 2,47 2,53 2,59 2,18 2,59
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- Le due curve del catalano, accomunabili a quelle dell’italiano e del francese, suggeriscono che la sua distanza dalla L1 e la sua difficoltà di comprensione hanno una percezione analoga a quella del francese e dell’italiano, lingue, secondo il continuum PECIF, non attigue allo spagnolo.
Da queste due osservazioni parte una nostra considerazione. Come descritto in §5.2.2.1, gli studi sull’IC romanza, in particolare del gruppo EuRom, sostengono come le tre lingue appartenenti al blocco iberico (P, E, C) siano strettamente interdipendenti a livello psicocognitivo e vengano, di norma, percepite come lingue attigue. Ci si sarebbe quindi aspettati che tale caratteristica si intravedesse anche attraverso i dati elicitati con una valutazione, da parte del gruppo, che accomunasse lo spagnolo al portoghese e al catalano, lingue tipo logicamente attigue e, quindi, di maggiore comprensione per un ispanofono.
Riteniamo plausibile interpretare ‘l’anomalia’ attraverso un paio di osservazioni.
- La lingua-cultura lusofona, seppur di indiscutibile peso nel subcontinente americano, non vengono sentite così prossime nella società colombiana. Il catalano, a maggior ragione, è una lingua generalmente considerata esotica o secondaria. Di fatto, il catalano è la lingua meno conosciuta dal gruppo e neppure il portoghese risulta essere così studiato, mentre l’italiano e il francese sono le lingue con le quali il gruppo ha avuto più contatto. La mancanza di contatto con le due lingue iberiche bersaglio consoliderebbe una distanza psico-affettiva che incide sulla percezione del loro
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grado di comprensione, variabile alla quale attribuiamo un forte peso soggettivo (affettivo, appunto).
- Al contrario, la percezione della distanza tipologica di una lingua dalla propria L1 poggia in misura maggiore sulle conoscenze enciclopediche e ha, quindi, a nostro parere, una base prevalentemente cognitiva. È, ovviamente, sapere condiviso dal gruppo che nella penisola iberica vengono parlate le tre lingue. Allo stesso modo, con molta probabilità, tutti gli intervistati sono a conoscenza della familiarità strutturale del portoghese e del catalano con lo spagnolo. Ciò inciderebbe, a nostro avviso, sulla valutazione della distanza tipologica tra le suddette lingue.
b) L’indipendenza delle due variabili viene confermata anche dall’analisi dei grafici a torta della FIGURA 29 che rappresentano le medie ponderate della distribuzione delle frequenze. Il calcolo della correlazione per ranghi di Spearman, in questo caso, conferma che questa non è significativamente diversa da zero, dato che esclude una relazione tra le due variabili.
Alcune risposte aperte relative alle due variabili considerate ci offrono spunti che, rafforzando quanto ipotizzato, evidenziano la ‘logica’ sottostante le risposte relative alle variabili considerate. Riportiamo qui di seguito le più pertinenti29.
(11-6) Considero que el italiano por no tener un mayor conocimiento, inicialmente me pude generar algunas limitaciones temporales; igual con el catalán, lengua con la que he tenido poco contacto.
29
In totale, sono 12 le risposte per il punto 11 relativo alla vicinanza percepita e 11 le risposte per il punto 13 relativo alla facilità di comprensione scritta. Facciamo precedere, ad ognuna di quelle selezionate, una coppia di numeri: il primo si riferisce alla variabile di riferimento, il secondo all’apprendente.
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(11-12) El catalán lo asumo porque es parte del territorio español. El portugués casi por la misma razón, puesto que ha surgido de la mano y cercano a territorios de habla hispana. El italiano comparte muchas raíces latinas con el español, pero el francés sí se nota la gran diferencia incluso desde el léxico y la ortografía.
(11-16) El francés es el que, a mi percepción, más difiere del idioma español debido a la forma escrita y fonética que no se presenta en nuestro idioma.
(13-4) Definitivamente para mi el francés es un idioma que presenta dificultad para aprenderlo. Pero puede ser un simple prejuicio, porque en realidad lo he estudiado muy poco.
(13-5) Nunca he leído algo en catalán por lo tanto considero que es el más complicado...
(13-12) En este caso clasifico el catalán de último porque nunca lo he leído. El mismo caso con el portugués, que nunca he intentado leerlo pero asumo que debe ser más fácil que el francés, idioma que sí he intentado junto con el italiano, siendo el italiano más fácil de comprender.
(13-14) Aunque30 tengo algunos conocimientos en italiano, considero que está mas cerca del castellano, del portugues y el catalan.
(13-16) Acercamientos previos al portugués y una sensación de facilidad por el italiano, mientras que evidencio una diferencia muy marcada del idioma español con el francés.
Osserviamo che:
c) Non si avverte una netta distinzione di contenuti tra i commenti relativi alla vicinanza tipologica [11] e quelli relativi al grado di comprensione [13]. Nella loro riflessione esplicita, gli intervistati tendono a sovrapporre i due concetti.
d) Il francese si conferma la lingua ‘più conosciuta’ (cfr. anche
FIGURA 24, nel capitolo precedente) e, quindi, quella che genera meno difficoltà di classificazione (11-6, 13-4).
e) La descrizione in 11-12 rimanda chiaramente al concetto di continuum che caratterizza la metodologia EuRom. Interessante l’uso del verbo asumir, usato per la familiarità con il catalano e il
30
Trovando incongruenze nella sintassi della frase, abbiamo questo chiarimenti allo studente. Il connettivo aunque (anche se, sebbene) è stato usato con valore logico- causale (dato che, dal momento che).
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portoghese, che indica una presa d’atto di qualcosa che ‘così deve essere’, nonostante non si abbiano elementi empirici per confermarlo.
f) L’analogia tra i concetti ‘lingua che non si conosce’ = ‘lingua difficile da comprendere’ si evince chiaramente nelle risposte 11- 6, 13-5, 13-12, 13-14, 13-16.