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RADIOATTIVITA’ Il sistema di monitoraggio della radioattività ambientale nel nostro paese è regolato dal Decreto legislativo n

Nel documento 2007Annuari Statisticheambientali (pagine 197-200)

230 del 17 marzo 1995 e dalle sue successive modifiche e integrazioni. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare esercita il controllo sull’ambiente mentre il Ministero della salute lo esercita su alimenti e bevande per consumo umano e animale. Tali controlli si sviluppano attualmente attraverso le reti di sorveglianza regionali, gestite dalle singole Regioni, e nazionali che si avvalgono dei rilevamenti e delle misure radiometriche effettuate da istituti ed organismi specializzati. Le funzioni di coordinamento tecnico delle attività di rilevamento e di controllo della qualità dei risultati sono affidate all’Apat.

L’obiettivo delle reti nazionali, a differenza di quello delle reti regionali, è quello di rilevare l’andamento spazio-temporale delle attività specifiche dei radioelementi in matrici di diversa origine interessate dalla diffusione della radioattività e dal trasferimento di questa all’uomo, in modo da valutare la dose ricevuta dalla popolazione. I radionuclidi naturali e quelli generati da attività antropiche si trasferiscono secondo diverse modalità nell’ambiente (aria, acqua e suolo) e da questo agli esseri viventi attraverso la catena trofica.

I dati riportati riguardano risultati di misure, basate su un programma di campionamento, della radioattività presente nell’aria a livello del suolo, nelle deposizioni (fall-out), nel latte e nei principali componenti della dieta alimentare italiana. Le frequenze di campionamento delle diverse matrici indicate nel prospetto seguente, previste dalle Reti nazionali di sorveglianza, tengono conto dei tempi di accumulo della radioattività nei vari comparti ambientali e dei limiti di rilevabilità delle metodologie di misure impiegate.

Matrice Frequenza

di prelievo

Frequenza delle misure radiometriche

Principali radionuclidi

Particolato atmosferico Giornaliera Mensile Beta totale, 137Cs,7Be

Deposizioni umide e secche al suolo Mensile Mensile 137Cs,7Be,90Sr

Matrici dell’ambiente acquatico Semestrale Semestrale 137Cs,90Sr

Latte Settimanale Mensile 137Cs,90Sr

Carni Mensile Trimestrale 137Cs

Cereali e derivati Stagionale Stagionale 137Cs,90Sr

Pasta Trimestrale Trimestrale 137Cs

Ortaggi Stagionale Stagionale 137Cs,90Sr

Frutta Stagionale Stagionale 137Cs

Per l’analisi dei dati sono state considerate solo le matrici per le quali sono disponibili più informazioni, inoltre non sono stati considerati i valori per i quali le Minime attività rivelabili (Mar) sono superiori ai “reporting levels” indicati dalla Raccomandazione n.473 dell’8 giugno 2000/Euratom e superiori alle Minime attività rivelabili indicate nel prospetto seguente.

Nella radioattività beta totale non si può indicare un unico valore di riferimento di Mar, in quanto questo varia in relazione alla strumentazione utilizzata.

Nel caso di risultati di misure inferiori alla Mar, le eventuali operazioni di media sono state eseguite assumendo cautelativamente il valore sperimentale (ciò anche nel caso in cui i risultati delle misure sono tutti inferiori alla Mar) ed è stato posto il simbolo “<” davanti al valore della media. Nelle tavole è sempre riportato il numero totale di misure eseguite ed il numero totale di misure con valori inferiori alle Mar (Numero misure < Mar) in modo da avere un’indicazione di quanto questi dati influenzino il valore della media ricavata nel modo descritto.

Reporting levels Minima attività rilevabile (Mar)

Matrice 137

Cs 90Sr ȕTotale 137Cs 90Sr

Particolato atmosferico 30 mBq/m3 - 5 mBq/m3 5,0 PBq/m3 0,5 PBq/m3 Deposizioni umide e secche al suolo - - - 0,5 Bq/m2 0,5 Bq/m2 Acque superficiali 1,0 Bq/l - (a) 0,6 Bq/l 0,1 Bq/l 0,1 Bq/l segue

Acque marine - - (a) 0,6 Bq/l 1,0 mBq/l 2,5 mBq/l Sedimenti fluviali (peso secco) - - - 0,2 Bq/kg 3,0 Bq/kg Detrito minerale organico sedimentabile (peso

secco)

- - - 0,2 Bq/kg 3,0 Bq/kg

Sedimenti marini (peso secco) - - - 0,2 Bq/kg 1,0 Bq/kg

Latte 0,5 Bq/l 0,2 Bq/l - 0,1 Bq/l 0,1 Bq/l

Acqua potabile 0,1 Bq/l 0,06 Bq/l - -

-Carni (allevamenti bovini, suini ed avicoli) - - - 0,1 Bq/kg

-Cereali e derivati - - - 0,1 Bq/kg

-Pesci(peso fresco) - - - 0,1 Bq/kg

-Ortaggi e frutta (peso fresco) - - - 0,1 Bq/kg 0,1 Bq/kg (a) ȕ residuo riferito a 90Sr

Il limite di sensibilità delle misure varia in funzione non solo del tipo di strumento utilizzato ma anche di altri parametri, come la quantità di sostanza da misurare, il tempo dedicato alla misura eccetera. Periodicamente vengono realizzate campagne di taratura e verifica della strumentazione utilizzata.

Tavole 7.1 - 7.3

Le Reti nazionali di rilevamento della radioattività nel particolato atmosferico e nelle deposizioni umide e secche al suolo permettono il controllo della radioattività in aria a livello del suolo (particolato atmosferico) e di quello relativo ad eventuali ricadute di radionuclidi artificiali al suolo (deposizioni umide e secche).

La radioattività in aria è dovuta alla presenza di radionuclidi naturali d’origine cosmogenica e d’origine

terrestre, appartenenti alla serie dell’uranio (238U e 235U) e del torio (232Th) ed eventualmente alla presenza di

radionuclidi artificiali, cioè prodotti dall’attività umana. I raggi cosmici che investono la terra con un flusso diverso secondo la latitudine (maggiore al polo, minore all’equatore) e dell’altitudine (intensità crescente con la quota), contribuiscono in modo rilevante alla presenza di radionuclidi nell’aria. L’interazione dei raggi cosmici

nell’atmosfera produce un certo numero di radionuclidi tra i quali il trizio (3H), il berillio 7 (7Be), il carbonio 14

(14C) e il sodio 22 (22Na). Nell’aria, in prossimità della superficie terrestre, sono anche presenti il radon, e i suoi

prodotti di decadimento, la concentrazione dei quali dipende principalmente dal contenuto di uranio e torio presenti

nel suolo e nelle rocce, nonché dalla loro permeabilità e fratturazione.

I valori di radioattività beta totale in aria rilevata nel particolato atmosferico (tav. 7.1), che danno un’indicazione del contenuto complessivo di radionuclidi naturali ed artificiali, sono generalmente prossimi alla

Mar della strumentazione di misura utilizzata. La radioattività beta totale è attribuibile, in assenza di immissioni di

prodotti di fissione nucleare, al 7Be cosmogenico.

Nella tavola 7.2 sono riportati i valori delle misure mensili di Cesio 137 (137Cs) e 7Be nel particolato

atmosferico. Le misure nel particolato atmosferico sono effettuate giornalmente e/o su pacchetti mensili dei filtri di aspirazione.

Nella tavola 7.3 sono riportate le attività specifiche di 137Cs e 7Be delle deposizioni umide e secche al suolo.

Questo tipo di matrici non sono comprese tra quelle indicate dalla raccomandazione 2000/473/Euratom come più rappresentative per la stima dell’esposizione della popolazione. Tuttavia sono ritenute matrici di interesse quali ulteriori indicatori dello stato di contaminazione presente nell’ambiente.

Tavole 7.4 - 7.6

In queste tavole sono presentate le misure di 137Cs presenti nel latte vaccino (Tavola 7.4) nonché quelle di

superficie. Ciò comporta una riduzione dei radionuclidi disponibili per l’assorbimento radicale da parte delle piante.

Tavola 7.7

Il Decreto legislativo 230/1995 con le relative modifiche ed integrazioni, oltre a dettare nuove norme in materia di tutela da radiazioni ionizzanti, definisce, tra l’altro, le funzioni dell’Apat nel controllo della sicurezza, della protezione sanitaria e nella gestione di rifiuti radioattivi nelle diverse fasi (produzione, raccolta, trattamento, deposito temporaneo e definitivo).

Presso il Dipartimento nucleare, Rischio tecnologico e industriale dell’Apat è stato costituito l’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi, nel quale sono archiviate le informazioni dei soggetti che detengono materiali radioattivi allo scopo di monitorare la gestione dei rifiuti radioattivi in Italia.

I dati presentati nella tavola si riferiscono ai rifiuti radioattivi e alle sorgenti dismesse presenti sul territorio nazionale nel mese di dicembre 2005. Considerata la peculiarità di questi materiali le variazioni nel tempo dell’attività sono dovute sia alla produzione di nuovi rifiuti radioattivi (incrementi) sia all’esaurimento dell’attività radioattiva (diminuzioni). Nella tavola sono inoltre presenti le informazioni relative ai rifiuti che dovranno tornare in Italia a seguito del riprocessamento del combustibile irraggiato inviato a Sellafield in Inghilterra.

Secondo la normativa italiana i rifiuti radioattivi sono classificati in tre categorie, in relazione alla loro pericolosità, come di seguito descritto:

Categoria Definizione Esempi di tipologie Smaltimento definitivo

Prima Rifiuti la cui radioattività decade in

tempi dell’ordine di mesi o al massimo di qualche anno.

Rifiuti da impieghi medici e di ricerca, con tempi di dimezzamento pari ad alcuni mesi.

Come i rifiuti convenzionali.

Seconda Rifiuti che decadono in tempi

dell’ordine delle centinaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività inferiori a 370 Bq/g nel prodotto condizionato.

Rifiuti da reattori di ricerca e di potenza, rifiuti da centri di ricerca, rifiuti da decontaminazione e smantellamento di impianti.

In superficie o a bassa profondità con strutture ingegneristiche.

Terza Rifiuti che decadono in tempi

dell’ordine delle migliaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività superiori a 3.700 Bq/g nel prodotto condizionato.

Rifiuti vetrificati e cementati prodotti dal riprocessamento, che dovranno rientrare in Italia; combustibile irraggiato se non riprocessato; rifiuti contenenti alfa emettitori (>370 Bq/g) da attività di ricerca.

In formazioni geologiche a grande profondità.

Dall’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi dell’Apat è possibile avere informazioni sulla situazione della gestione dei rifiuti radioattivi.

In particolare nella tavola sono riportati le attività e i volumi dei rifiuti radioattivi, delle sorgenti dismesse e del combustibile irraggiato presenti nelle singole regioni. Tali informazioni sono aggiornate al mese dicembre 2005. Come si può osservare non in tutte le regioni sono presenti impianti di stoccaggio.

Nel documento 2007Annuari Statisticheambientali (pagine 197-200)