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Una rappresentazione cognitiva della produttività sintattica: la legge di Hebb.

Chapter 2. Productivity  pating in the experiment have come across all instances of each class during their

2.3.4 Una rappresentazione cognitiva della produttività sintattica: la legge di Hebb.

Numerosi sono gli studi che hanno cercato di fornire una spiegazione del modo in cui il fenomeno della produttività è rappresentato nella mente dei parlanti.

Uno dei contributi più interessanti risale a Zeldes (2012) il quale propone una visione della produttività come epifenomeno dell’organizzazione lessicale della lingua e di come essa è acquisita tramite l’esperienza. Le informazioni circa la produttività di una costruzione sono memorizzate nel lessico mentale insieme alle costruzioni stesse e ad informazioni circa il loro uso e la loro distribuzione.

Egli ricorre ad un noto modello di apprendimento che sta alla base di numerosi approcci connessionisti, la legge di Hebb (1949) la quale postula che se un neurone A attiva un neurone B ripetutamente, la connessione fra i due neuroni risulta rafforzata, al contrario, se due cellule non si attivano simultaneamente o si inibiscono rispettivamente, fra le due si instaurerà una relazione inibitoria. L’implicazione fondamentale che sta alla base di tale assunto è che l’uso modifica fisicamente l’architettura del cervello in quanto

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rafforza quei circuiti neuronali utilizzati più frequentemente, predisponendoli anche ad utilizzi successivi.

Applicato alla rappresentazione delle costruzioni, la legge sembra suggerire che gli argomenti più frequenti, ed in particolare le collocazioni, sviluppino connessioni robuste con le loro teste, mentre gli argomenti meno frequenti, legami più deboli; questi ultimi proprio per il fatto di essere poco radicati andranno a rafforzare la rappresentazione della costruzione astratta. Allo stesso modo, gli slot argomentali che sono attestati con un numero elevato di argomenti rari (o hapax legomena), avranno maggiore facilità ad attrarre nuovi elementi poiché non sono sufficientemente robusti per essere associati ad una costruzione in modo esclusivo.

In questo modo la produttività non sarà altro che:

A function of how well the relevant construction is networked to conceptual structures, how strong its representation is, and at lower hierarchical levels, how well networked its lexicalized exemplars are. (Zeldes, 2012: 214)

Una frequenza token elevata dunque andrà a rafforzare il radicamento della costruzione nella mente del parlante mentre un’elevata frequenza type, corrisponderà alla presenza di un numero maggiore di sub-network in grado di attrarre nuovi elementi lessicali, infine una distribuzione asimmetrica, contribuirà da una parte a radicare la costruzione attorno a determinati esemplari che fungeranno da poli prototipici per eventuali estensioni di tipo analogico sulla base della similarità semantica, dall’altra, eviterà che tali esemplari prototipici vincolino la creazione di nuove forme.

The Hebbian account of productive construction acquisition from skewed input containing a high proportion of rare types as contrasted with less productive, though possibly frequent constructions, is both cognitively plausible and predictive of the multiple aspects of productivity we have seen. The resulting network of dynamically updated representations biases speakers during the selectional process away from certain less productive constructions when called upon to embed material compositionally, and towards others that are more productive. Conversely, collocational arguments will favour the constructions in which they are familiar, though of course a wide range of factors, from priming, through information structure to register, can also play a role in the competition of activation between the sub-network. (Zeldes, 2012: 218)

2.4 Sintesi.

Abbiamo visto come uno studio sulla produttività linguistica deve dunque analizzare non solo quali sono i principi alla base della creazioni dei pattern linguistici ma anche in che modo i parlanti sono in grado di adattare questi ultimi a nuovi contesti di applicazione.

L’obiettivo delle teorie costruzioniste, di stampo usage-based, è dunque quello di indagare come nasce la conoscenza della produttività, come è acquisita, dove e come è rappresentata nella mente del parlante; se tale nozione sia parte della conoscenza grammaticale o invece il risultato dell’interazione fra componenti linguistiche, struttura semantica concettuale e conoscenza del mondo; e di indagare come mai certe costruzioni sono facilmente estendibili a nuovo materiale lessicale mentre altre mantengono una maggiore rigidità; perché varianti di un determinato tipo semantico sono accettabili in misure differenti all’interno di un medesimo pattern; e infine, quale sia il meccanismo alla base di tali estensioni e a quale livello di astrazione è codificata tale conoscenza.

Abbiamo sottolineato come spesso il concetto di produttività sia affiancato da quello di schematicità.

Con l’aumentare/diminuire della schematicità, il significato di una costruzione diventa rispettivamente più generale o più specifico. Un significato più schematico può applicarsi ad uno spettro più ampio di situazioni, ed un maggior numero di elementi possono diventare istanza dello schema stesso.

L’occorrenza di nuovi types all’interno della costruzione contribuisce alla sua estensione e porta ad eventuali fenomeni di aggiustamento qualora il nuovo elemento non sia “coperto” dallo schema.

Il fenomeno della produttività è di tipo scalare ed è fortemente legato agli utilizzi precedenti delle costruzioni. Inoltre, la componente semantica gioca un ruolo fondamentale nel guidare i parlanti ad estendere pattern sintattici a nuovi utilizzi ma non è l’unica componente da prendere in considerazione; sono numerosi i fattori che contribuiscono a rendere produttiva una costruzione e questi riguardano l’aspetto distribuzionale e la frequenza con cui una determinata espressione e i suoi elementi costitutivi ricorrono nella lingua.

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Attraverso un riepilogo degli studi più importanti che sono stati compiuti in questo ambito, abbiamo analizzato come i vari fattori interagiscano fra loro e la relativa importanza che ciascuno studioso attribuisce ad ognuno di essi.