Camorristi e studenti: esperimenti e questionar
B) Dilemma del Prigioniero con Punizione di un terzo (TP-PD)
3.9. Questionari: camorristi e student
3.9.2. Reciprocità positiva e negativa
Con le seguenti si è cercato di cogliere un altro importante aspetto relativo ai campioni testati: quello della reciprocità, sia essa positiva che negativa.
Anche in questo caso l’obiettivo non è stato soltanto di verificare le eventuali affinità o differenze esistenti tra i due gruppi, ma anche di accertare la coerenza tra i risultati emersi dal gioco e le risposte fornite ai quesiti.
113 La prima domanda fa riferimento alla reciprocità positiva, mentre la seconda a quella negativa. Si parla di reciprocità positiva e negativa, riferendosi rispettivamente a risposte gentili per azioni gentili ed a risposte “punitive” per azioni percepite come scorrette ed inique.
Saranno in prima luogo analizzate le risposte fornite alla domanda relativa alla reciprocità positiva, rappresentate nella figura.3.6.
Fig. 3. 6: Bisogna ricambiare la gentilezza degli altri?
La percentuale di coloro che condivide in maniera assoluta (completamente d’accordo) il principio secondo il quale bisogna ricambiare con un analogo comportamento la gentilezza altrui, è maggiore tra i camorristi (87,20%) che tra gli studenti (80,56%).
Le posizioni si invertono in corrispondenza dell’opzione 3 (quasi d’accordo), a favore della quale si esprimono il 12,96% degli studenti ed il 4,80% dei camorristi.
Per quanto riguarda le ultime due opzioni, il 6,48% degli studenti ed il 6,40% dei detenuti di Secondigliano esprimono una parziale e relativa condivisione (in parte d’accordo) con un atteggiamento reciprocante positivo, mentre l’1,60% dei camorristi manifesta il totale disaccordo (per niente d’accordo).
Da segnalare infine che una percentuale pari allo 0,92% degli studenti ed al 3,10% dei camorristi non ha fornito alcuna risposta.
114 Il dato più interessante è che tra i campioni non si sono rilevate differenze statisticamente significative e tale risultato mette in rilievo nel comportamento dei detenuti di Secondigliano un’implicita ma non per questo trascurabile contraddizione rispetto a quanto emerso nel gioco.72
Infatti nella fase della seconda sessione del TP-PD, nel caso dei camorristi era emerso che il “terzo” aveva punito addirittura nel 45,65% dei casi i cooperatori a fronte di un comportamento analogo assunto dalla controparte, mentre nella stessa situazione gli studenti, molto più coerentemente con quanto espresso nei questionari, avevano deciso di non punire alcun giocatore.
La stessa contraddizione si è manifestata anche nelle risposte fornite dagli uomini di camorra al quesito sulla reciprocità negativa dai cui risultati, rappresentati nella figura 3.7, si evidenziano, rispetto al caso precedente, differenze molto più marcate tra i due campioni.
Fig. 3. 7: Le persone dovrebbero vendicarsi dei torti subiti?
La percentuale di coloro che condivide in pieno (completamente d’accordo) lo spirito di vendetta è maggiore tra gli studenti universitari (62,03%), i quali distanziano di molti punti i camorristi (8,13%).
Al livello immediatamente inferiore si rileva una leggera prevalenza dei camorristi, visto che il 9,76% di essi si dichiara quasi d’accordo, contro il 7,41% degli studenti.
Per quanto riguarda invece le ultime due opzioni, il 13,01% dei detenuti di Secondigliano ed il 12,04% degli universitari esprimono una parziale e relativa condivisione (in parte d’accordo) con
72Si parla di implicita contraddizione, poiché nella seconda fase del TP-PD il soggetto chiamato a decidere se applicare
115 un comportamento vendicativo, mentre il totale disaccordo (per niente d’accordo) lo manifesta il 69,11% dei camorristi a fronte di una percentuale nettamente inferiore di studenti, pari al 18,52%. Da segnalare infine che lo 0,92% degli universitari ed il 4,65% dei detenuti di Secondigliano non ha risposto a tale quesito.
A differenza del quesito relativo alla reciprocità positiva, il test chi-quadrato ha evidenziato l’esistenza di una differenza estremamente significativa da un punto di vista statistico tra i valori percentuali dei due campioni (p<0,01).
Pertanto gli universitari risultano più vendicativi dei camorristi, nonostante questi ultimi nel gioco abbiano deciso di puniro nel 95,65% dei casi i free riders (contro “appena” il 56,52% degli studenti).
Al di là di ogni altra specifica considerazione, il dato più rilevante che emerge, è che le risposte dei detenuti ai due quesiti sulla reciprocità non sono apparse in linea con le decisioni concretamente assunte nell’ambito del gioco.
Tale contraddizione contiene in realtà una spiegazione ben precisa.
Un tratto caratteristico della personalità degli uomini di camorra è infatti quello della cosiddetta
doppia morale, che consiste nel valutare diversamente gli stessi comportamenti a seconda che
questi siano tenuti da diverse persone o in vista di diversi obiettivi.
Per la camorra ammazzare un individuo è atto giusto e necessario, meritevole addirittura del perdono di Dio in quanto giustificato dal fatto che la vittima potrebbe sovvertire l’ordine esistente. Durante le mattanze le donne dei clan si riuniscono in chiesa ad implorare la Madonna, affinchè aiuti la popolazione a comprendere che la violenza in atto sia giusta e necessaria, mentre i sicari si ritirano in preghiera innanzi ad un’immagine sacra prima di compiere un’azione criminale.
Quanto detto conduce al discorso sul particolare rapporto che i camorristi vivono con la religione, che per essi non rappresenta solo una forma scaramantica o un residuo culturale ma una vera e propria forma spirituale che ne determina le scelte più intime (Esposito, M; 2004).
Un altro esempio è rappresentato dalla devozione che manifestano nei confronti di alcune figure religiose come quella della Madonna del Carmine, riconosciuta come “protettrice della camorra” nonchè di alcune figure di Santi, in onore dei quali gli stessi familiari degli affiliati sono soliti partecipare alle processioni religiose.
A Scampia (cioè nella zona da dove provengono la maggior parte dei detenuti di camorra ristretti a Secondigliano), in alcuni laboratori di stoccaggio della droga per consuetudine, dopo aver tagliato trentatré panetti di hascisc per volta, pari al numero degli anni di Cristo, ci si ferma per trentatré minuti e si riprende il lavoro non prima di aver effettuato il segno della croce. Lo stesso accade con le bustine di cocaina che spesso prima di essere distribuite ai pusher, vengono bagnate e benedette
116 con l’acqua di Lourdes dal capozona ,nella speranza che il loro consumo non produca alcun danno ai fruitori.
Sempre a Scampia nel rito di affiliazione alla camorra dei ragazzini di età compresa tra i 12 ed i 17 anni, è prevista la partecipazione alla Messa ed il ricevimento della Comunione sia dei membri del clan presenti che degli adolescenti che si apprestano ad aderire ad essi.
Questi aspetti fanno quindi comprendere che i risultati del questionario e quelli del gioco non sono casualmente discordanti, in quanto evidenziano quella che è un tratto caratteristico della criminalità organizzata rappresentato dalla doppia morale, che porta i camorristi a predicare bene (come nei questionari) e razzolare male (come risulta dalla forte propensione punitiva dimostrata nel gioco).