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relative a tutti i musei

Nel documento Capitolo 1 — Da museo a museo sostenibile (pagine 194-197)

del territorio,

raccogliendo un

corpo omogeneo di

informazioni, una

delle questioni più

problematiche nel

panorama culturale

italiano

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7.1.2 — La condivisione della metodologia 7.1.2 — La condivisione della metodologia

Capitolo 7 Scenari futuri

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zione di azioni sostenibili, ossia la moltiplicazione di impegni disomoge-nei, una condizione che porta ad uno spreco di energie e risorse senza un riscontro sufficientemente positivo.

Il Modello quindi, come già è stato evidenziato in precedenza, acquisi-rebbe valore ogni qualvolta un nuovo museo lo utilizzasse e condividesse le proprie informazioni, guadagnando struttura e sfumature, ingrandendosi e aumentando la propria precisione.

Data la necessità di creare una rete estremamente ampia è facile imma-ginare che il nuovo strumento sia fru-ibile online da sito. Un sistema così flessibile e di facile diffusione permet-terebbe di risolvere un altro problema che riguarda il sistema museale ita-liano, ossia la creazione, la reperibili-tà, la raccolta e la qualità di dati utili alla valutazione delle istituzioni nella loro gestione.2 Infatti il Modello nella sua funzione aiuta ad apportare mo-difiche positive nel proprio sistema museale, ciò che manca è un tassello precedente, ossia la comprensione dello stato da cui il museo decide di migliorarsi, in maniera di conoscere i propri avanzamenti per una pianifi-cazione e un monitoraggio personale sempre più efficace. Come è stato già evidenziato, in Italia l’assenza di analisi interna è un problema estre-mamente comune, dovuto anche al

gran numero di realtà di proprietà pubbliche. Questa fase di auto-ana-lisi quindi potrebbe essere integrata all’interno della piattaforma online e, come viene riconosciuto anche dal-la dott.ssa Michedal-la Rota all’interno di Musei per la sostenibilità integra-ta, strutturata attraverso check list, questionari, indicatori o standard, già esistenti anche se non utilizzati in lar-ga scala.

Secondo la trasformazione in atto di cui abbiamo ampiamente discusso, sarà opportuno studiare nuovi crite-ri per la valutazione qualitativa delle attività del museo. In particolar modo rimane una questione complessa ma fondamentale l’identificazione del va-lore di relazione che le realtà culturali creano con le loro attività, elemento che, come enunciato da Paola Dubini3 nell’articolo “La cultura sostenibile: il giornale delle fondazioni”:

«[...]si esprime in tre dimensioni fon-damentali: costruzione di conoscen-za; costruzione del senso di apparte-nenza e coesione sociale; costruzione di immaginari, spesso oggetto di spe-cifico dell’attività delle organizza-zioni culturali e precondizione per la generazione di conoscenza e per la costruzione di appartenenza.»4

7.1.3 — Integrazione dei dati sul sito del MIBACT

Capitolo 7 Scenari futuri

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INTEGRAZIONE DEI DATI SUL SITO DEL MIBACT [7.1.3]

Nel primo capitolo abbiamo scritto di quanto sia importante il pano-rama culturale italiano nel mondo.

Quantità di siti del patrimonio UNESCO e musei diffusi su tutto il territorio sono due caratteristiche che fanno la nostra Nazione la le-ader indiscussa nella scelta di turismo culturale.

Purtroppo, ci sono anche delle problematiche che non si possono più trascurare. Le più importanti riguardano i piccoli musei, i qua-li hanno denunciato la poca collaborazione della pubbqua-lica ammini-strazione nell’attivare progettualità e la difficile reperibilità di dati a disposizione del MiBACT 5, caso emblematico l’Associazione Na-zionale Piccoli Musei che ha addirittura redatto delle Linee Guida operative per la categoria.6 Tuttavia, attraverso il sito del MiBACT è possibile accedere a diversi database, suddivisi per tematiche.

Nella sezione Open Data and Linked Data 7 viene chiaramente espli-citata la natura delle informazioni contenute nei diversi database, raccolte di dati “che possono essere liberamente utilizzati, riutilizza-ti e ridistribuiriutilizza-ti, con la sola limitazione – al massimo – della richiesta di attribuzione dell’autore e della redistribuzione allo stesso modo (ossia senza che vengano effettuate modifiche)” Open Knowledge Foundation” secondo i criteri dell’open data.

Nella stessa sezione viene indicato che i dati messi a disposizione degli utenti, impiegati nel settore ed esterni, “possono essere utiliz-zati per ogni scopo, personale o commerciale, al fine di compren-dere meglio il mondo dei beni culturali e creare servizi innovativi”.

Ecco dunque come il settore culturale dimostri strategicamente una predisposizione ed una disponibilità alla collaborazione nella crea-zione di nuovi servizi/prodotti, mettendo a disposicrea-zione una risorsa abbondante e fondamentale per chi svolge una qualsiasi attività di ricerca, i dati, in maniera totalmente libera.

Dal sito inoltre si legge:

«La pubblicazione dei dataset elencati rappresenta il primo passo di una strategia che ha l’obiettivo di rendere disponibile e riutiliz-zabile il patrimonio informativo posseduto dal MiBACT e dai suoi

istituti territoriali allo scopo di promuovere un modello di “governo aperto” che, intensificando la collaborazione tra pubblico e privato, rinnovi il reciproco rapporto di fiducia.»

Il Modello ed il sistema informativo che ne deriverebbe potrebbero dunque attingere ed arricchire proprio la banca dati del MiBACT, di-ventando uno strumento che aiuti sia gli addetti ai lavori dei musei, che i turisti, a rimanere informati sulle progettualità attivate dai vari enti culturali in ambito di sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

In questo modo si avrà in un solo portale istituzionale, diverse infor-mazioni di qualità omogenea riguardanti i musei come la loro dimen-sione, gli stakeholders che coinvolgono, il contesto territoriale dove operano e la struttura dei loro edifici, oltre alle strategie sostenibili già attuate.

Allo stesso modo, turisti e cittadini potrebbero restare aggiornati sui progetti attivati dai singoli musei così da partecipare alle varie attivi-tà che vengono avviate.

7.1.3 — Integrazione dei dati sul sito del MIBACT

Il logo del MiBACT

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Capitolo 7 Scenari futuri

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sapevolmente i problemi del proprio settore con la competenza di ciò che sono i temi tutti della sostenibilità.

Per fare ciò, seguendo l’esempio vir-tuoso già attuato dai musei inglesi guidati dal Museums Association (vedi par. 1.5.1.), sarà necessario isti-tuire un programma formativo strut-turato in un calendario di incontri e seminari attraverso i quali presentare tutta la base teorica necessaria alla comprensione dei temi che porte-ranno alla trasformazione del setto-re museale. Per compsetto-rendesetto-re il setto-reale terreno di azione è importante preve-dere una fase di ricezione feedback da parte dei partecipanti, ideando momenti di discussione e brainstor-ming; come nell’esempio inglese, dalle osservazioni e riflessioni dei soggetti coinvolti potranno scaturire nuove osservazioni utili ad una sem-pre più accurata strutturazione del nuovo sistema e l’inclusione di temi non ancora considerati.

Questa fase propedeutica all’uso del nuovo strumento rafforzerà inoltre un network di dialogo e condivisione indispensabile nella realizzazione di politiche e strategie efficaci sul terri-torio.

In quanto designers, la parte di comu-nicazione del Modello è importante tanto quanto la parte di progettazio-ne. In questo lavoro ci siamo dedicati a pensare i canali di divulgazione di questo strumento, per arrivare a coin-volgere sia gli staff museali, sia i turi-sti. La piattaforma condivisa, acces-sibile a tutti e operante anche come data-base è il modo migliore per attivare il Modello e divulgarlo. Per il corretto funzionamento del Modello però, dobbiamo prendere in conside-razione anche come formare gli ope-ratori museali e del settore culturale in genere ad utilizzare tale strumento.

FORMAZIONE PRELIMINARE [7.2.1]

Affinché vengano attuate strategie sul territorio realmente efficaci non è sufficiente solo mostrare il funziona-mento del Modello e le sue possibilità ma è estremamente importante pre-parare un base teorica e tecnica de-gli argomenti da cui tale strumento è derivato.

Partendo dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ai diversi casi studio già presenti nel mondo, a concetti nuovi legati all’inclusione e alla nuova responsabilità del museo odierno sul proprio territorio, si dovrà formare una nuova classe di operato-ri museali in grado di analizzare

Nel documento Capitolo 1 — Da museo a museo sostenibile (pagine 194-197)