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Il rendiconto finanziario secondo il nuovo principio contabile OIC 10

Nel documento La liquidità nelle piccole e medie imprese (pagine 130-139)

CAPITOLO 2 L’ANALISI DELLA DINAMICA MONETARIA

2.6 Il rendiconto finanziario secondo il nuovo principio contabile OIC 10

Nonostante l’ordinamento italiano, prima del decreto legislativo n. 139 del 18 agosto 2015, non prevedesse alcuna norma che regolamentasse la redazione del rendiconto finanziario, l’Organismo Italiano di Contabilità nel documento n. 12 prima e, nel nuovo principio contabile n. 10, ne raccomanda la redazione e l’inserimento all’interno della nota integrativa, qualunque sia la tipologia societaria (333). Il nuovo OIC n. 10, emanato con la revisione dei principi contabili nazionali operata ad agosto 2014, dedica un intero principio contabile alla costruzione del rendiconto finanziario e trova applicazione a partire dai bilanci chiusi al 31 dicembre 2014. “La stesura di un principio ad hoc rappresenta un punto di svolta

fondamentale nel processo di inserimento di tale documento nella cultura contabile

332 Ivi, p. 281.

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nazionale” (334). Infatti, il rendiconto finanziario è un documento ritenuto ormai necessario per completare l’informativa offerta dagli altri prospetti di bilancio e per esprimere giudizi sulla dinamica finanziaria dell’impresa, spiegando come essa ha generato, impiegato e raccolto liquidità (335). Tale documento, inoltre, consente di esprimere giudizi sul grado di solvibilità dell’impresa e permette, così, di confrontare i risultati raggiunti nel tempo, sia dalla stessa impresa, sia da altre che operano nello stesso settore, eliminando gli effetti distorti presenti nelle voci di bilancio soggette a valutazioni. Il nuovo OIC n. 10 sostituisce le indicazioni contenute nel precedente OIC n. 12, il quale aveva già richiamato in passato all’impiego del rendiconto finanziario come strumento a supporto della chiarezza contabile dei dati di bilancio di un’impresa (336). La volontà dell’Organismo Italiano di Contabilità di intervenire con un principio contabile esclusivamente dedicato al rendiconto finanziario trova spiegazione nella necessità di fornire al destinatario del bilancio dei valori di natura finanziari che possono consentirgli di valutare la solvibilità e la liquidità dell’impresa. Molteplici sono stati i motivi che hanno condotto all’emanazione del nuovo principio contabile, “le variazioni

apportate hanno comportato un riordino generale della tematica e un miglior coordinamento con le disposizioni degli altri principi contabili nazionali OIC” (337) ed un allineamento alle disposizioni indicate dai principi contabili internazionali (338).

L’OIC n. 10, a differenza del precedente OIC n. 12, ha eliminato la possibilità di assumere nell’analisi della risorsa finanziaria da monitorare il capitale circolante netto. Questa scelta trova risposta nel suo scarso utilizzo da parte delle imprese e nella sua mancata trattazione nei documenti della prassi contabile internazionale (339). Infatti i principi internazionali individuano nei flussi finanziari, ovvero nelle disponibilità liquide e nei mezzi equivalenti, la variabile fondo oggetto del rendiconto. L’analisi dei flussi di cassa, inoltre, consente di

334 CIAPONI F., MANDANICI F., “OIC 10: forma e sostanza del rendiconto finanziario”, in Amministrazione &

Finanza, n. 2, febbraio 2015, p. 11.

335 “La produzione corrisponde al volume di moneta che l’impresa è in grado di generare autonomamente e

ripetitivamente, grazie ai propri processi di gestione. L’assorbimento è riconducibile a quelle operazioni che determinano, nel loro complesso e per loro intrinseca natura, esborsi di moneta, contribuendo a causare la formazione di fabbisogno finanziario. Si tratta, tipicamente, delle operazioni di investimento. La fase della raccolta è presente quando il volume di risorse monetarie prodotte internamente non è sufficiente a coprire il fabbisogno suscitato dalle operazioni che generano assorbimento. Esso si traduce nella contrazione di nuovi debiti e/o in aumenti a pagamento del capitale sociale”, ivi, p. 17.

336 A tal proposito si rimanda all’ex principio contabile OIC 12, “Composizioni e schemi del bilancio d’esercizio

di imprese mercantili, industriali e di servizi”, vedi bibliografia pp. 40-48.

337 Principio contabile OIC 10, “Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 2.

338 “L’obiettivo dichiarato è quello di aggiornare i principi nazionali anche alla luce di quelli che sono gli

effettivi utilizzatori dei principi (prevalentemente piccole e medie imprese) in modo da realizzare un set di principi in grado di venire incontro alle esigenze rappresentate da questi soggetti e relativi stakeholder”, TROIANI M., “OIC 10 – La redazione del rendiconto finanziario”, in Bilancio, vigilanza e controlli, n. 3, marzo 2014, p. 18.

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focalizzare lo studio su una risorsa che non è condizionata da grandezze oggetto di valutazione quali, ad esempio, le rimanenze di magazzino ed i crediti verso clienti. In altri termini, prendendo come risorsa di riferimento solo il cash flow monetario si è voluto evidenziare l’imparzialità del prospetto dalle valutazioni di poste che determinano, invece, l’identificazione del risultato economico di esercizio. Il documento n. 10 dell’OIC prevede, dunque, che le uniche risorse finanziarie da considerare per la redazione del rendiconto finanziario siano le disponibilità liquide (340). Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e valori in cassa; esse comprendono anche depositi bancari e postali, assegni e denaro e valori in cassa espressi in valuta estera (341).

Gli aspetti formali del rendiconto finanziario interessano lo schema mediante il quale vengono gestiti e raccolti i flussi finanziari determinati dalle operazioni di gestione. “La forma,

dunque, assume un ruolo fondamentale per la comprensione e la successiva analisi della dinamica finanziaria dell’azienda. È in base alla forma del rendiconto che si riesce a comprendere «cosa c’è dietro» alla variazione della risorsa finanziaria oggetto di analisi”

(342). Il rendiconto finanziario nella struttura adottata dall’OIC prevede che i flussi finanziari in entrata ed in uscita originati dallo svolgimento della gestione durante l’esercizio vengano suddivisi in tre aree: gestione reddituale, attività di investimento ed attività di finanziamento (343). Questa classificazione segue l’approccio proposto dai principi contabili internazioni, i quali prevedono che i flussi finanziari di liquidità possono essere generati da tre distinte gestioni: quella operativa, quella di investimento e quella finanziaria (344). L’obiettivo di tale suddivisione dei flussi consiste nel capire quali siano state le cause della variazione delle disponibilità liquide, fornendo, allo stesso tempo, un’analisi della dinamica monetaria dell’impresa. In altri termini, l’intento è quello di capire se, ed in che modo, i flussi generati dalla gestione reddituale si siano effettivamente trasformati in flussi monetari in entrata od in uscita.

340 Ivi, p. 5.

341 Principio contabile OIC 14, “Disponibilità liquide”, vedi bibliografia, p. 4. La bozza posta in consultazione

nel 2014 prevedeva che tra le disponibilità liquide fossero ricompresi anche “gli strumenti regolati a vista utilizzati per soddisfare sbilanci di cassa dovuti ad esigenze quotidiane o comunque di brevissimo periodo”, bozza per la consultazione del principio contabile OIC 10, “La redazione del rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 7. Tale possibilità è stata esclusa nella versione definitiva del principio contabile a causa delle incertezze applicative che ne potrebbero derivare.

342 CIAPONI F., MANDANICI F., “OIC 10: forma e sostanza del rendiconto finanziario”, in Amministrazione &

Finanza, n. 2, febbraio 2015, p. 13.

343 Principio contabile OIC 10, “Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 6. 344 IAS 7 “Statement of Cash Flow”, vedi bibliografia, par. 10.

125 I flussi della gestione reddituale vengono determinati convertendo il risultato d’esercizio presente nel conto economico in un flusso finanziario monetario. Tale flusso, se positivo, è considerato una fonte di finanziamento per l’impresa, ovvero l’autofinanziamento generato dallo svolgimento della gestione impiegato per finanziare la gestione futura. I flussi finanziari generati della gestione reddituale comprendono tutte le operazioni che si riferiscono allo svolgimento dell’attività operativa di acquisto, trasformazione e vendita di beni e servizi ed altri flussi non ricompresi nell’attività di investimento e di finanziamento (345). Il nuovo OIC 10, a differenza del precedente OIC 12, semplifica la rappresentazione di interessi, dividendi ed imposte (346). La complessità di collocare gli interessi ad una specifica attività, spiega la ragione di inserirli sempre, siano essi pagati od incassati, all’interno dei flussi finanziari della gestione reddituale (347). I dividendi, invece, rientrano nell’ambito dell’attività finanziaria se essi vengono pagati e nella gestione reddituale se vengono incassati (348). Per quanto riguarda le imposte sul reddito, esse scaturiscono da operazioni provocate da flussi finanziari delle diverse aree: reddituale, di investimento e di finanziamento. La complessità di tale distinzione e ripartizione delle imposte tra le diverse attività, ha portato l’OIC a collocarle all’interno della sola gestione reddituale.

I flussi di cassa della gestione reddituale possono essere calcolati con il metodo diretto o con il metodo indiretto. Si tratta di procedimenti che possono essere utilizzati entrambi, oppure l’uno in alternativa all’altro in quanto determinano lo stesso risultato. La fondamentale divergenza consiste nella differente riclassificazione dei valori relativi alla gestione reddituale, da cui ne derivano particolari informativi diversi.

Il metodo indiretto consiste nel rettificare il risultato d’esercizio da: poste di natura non monetaria (accantonamenti ai fondi rischi ed oneri, ammortamenti di immobilizzazioni, svalutazioni per perdite durevoli di valore); variazioni subite dal capitale circolante netto correlato ai costi o ricavi della gestione reddituale (variazione di rimanenze, variazione di crediti e debiti operativi); operazioni i cui effetti sono già ricompresi in altre gestioni

345 Principio contabile OIC 10, “Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 7. Tra di essi rientrano “incassi

dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi; incassi di royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi; pagamenti per l’acquisto di materia prima, semilavorati, merci e altri fattori produttivi; pagamenti per l’acquisizione di servizi; pagamenti a, e per conto di, dipendenti, pagamenti e rimborsi di imposte; incassi per proventi finanziari”, Ibid.

346 CARRIERI R., “OIC 10: il nuovo rendiconto finanziario”, in Pmi, n. 7, luglio 2014, p. 15.

347 “Gli interessi pagati e incassati sono presentati distintamente tra i flussi finanziari della gestione reddituale,

salvo particolari casi in cui essi si riferiscono direttamente ad investimenti (attività di investimento) o a finanziamenti (attività di finanziamento)”, Principio contabile OIC 10, “Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 11.

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(plusvalenze o minusvalenze derivanti dalla cessione di immobilizzazioni) (349). Tali rettifiche hanno il fine di mutare i costi ed i ricavi presenti nel conto economico in incassi e pagamenti, cioè in variazioni delle disponibilità liquide (350).

Figura 28: Flusso della gestione reddituale determinato con il metodo indiretto

200X+1 200X A. Flussi finanziari derivanti dalla gestione reddituale (metodo indiretto)

Utile (perdita) dell’esercizio Imposte sul reddito

Interessi passivi/(interessi attivi) (Dividendi)

(Plusvalenze)/minusvalenze derivanti dalla cessione di attività

1. Utile (perdita) dell’esercizio prima d’imposte sul reddito, interessi, dividendi e plus/minusvalenze da cessione

Rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto

Accantonamenti ai fondi

Ammortamenti delle immobilizzazioni Svalutazioni per perdite durevoli di valore Altre rettifiche per elementi non monetari

2. Flusso finanziario prima delle variazioni del CCN

Variazioni del capitale circolante netto

Decremento/(incremento) delle rimanenze Decremento/(incremento) dei crediti verso clienti Incremento/(decremento) dei debiti verso fornitori Decremento/(incremento) ratei e risconti attivi Incremento/(decremento) ratei e risconti passivi Altre variazioni del capitale circolante netto

3. Flusso finanziario dopo le variazioni del CCN

Altre rettifiche

Interessi incassati/(pagati) (Imposte sul reddito pagate) Dividendi incassati

349 Ivi, p. 8. “In base alla riformata disciplina, l’ammontare delle disponibilità liquide generate dalla vendita di un

asset strumentale o finanziario, ottenuto come differenza tra il prezzo di cessione e l’eventuale importo del credito concesso all’acquirente, parteciperà in modo unitario alla formazione del flusso di cassa dell’attività di investimento”, LUCIANI V., “Cash flow statement: problematiche applicative e predisposizione del prospetto in conformità alla bozza di OIC 10”, in Guida alla Contabilità & Bilancio, n. 3, marzo 2014, p. 51.

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(Utilizzo dei fondi)

4. Flusso finanziario dopo le altre modifiche

Flusso finanziario della gestione reddituale (A)

Fonte: elaborazione da principio contabile OIC 10, “Appendice A – Schemi di riferimento per la

redazione del Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 13.

Come si nota dalla figura, il flusso finanziario della gestione reddituale, con il metodo indiretto, è determinato da quattro risultati intermedi: utile (perdita) dell’esercizio prima d’imposte sul reddito, interessi, dividendi, plusvalenze e minusvalenze da cessione; flusso finanziario prima delle variazioni del CCN; flusso finanziario dopo le variazioni del CCN; flusso finanziario dopo le altre rettifiche. Il primo risultato intermedio è calcolato partendo dal basso del conto economico e risalendo fino alla differenza fra valore e costi della produzione, togliendo a questo risultato le plusvalenze derivanti dalla cessioni di immobilizzazioni presenti nella voce A.5 del conto economico e sommando le minusvalenze presenti nella voce B.14 (351). Il flusso reddituale che ne risulta, affinché diventi un flusso di cassa potenziale, deve essere rettificato dalle poste di natura non monetaria. Tale flusso di cassa si definisce potenziale perché si presuppone che tutti i ricavi ed i costi che lo determinano si siano, rispettivamente, incassati e pagati. Infine, rettificando il flusso di cassa potenziale dalla variazione subita dal capitale circolante netto, “ossia da quell’aggregato di poste che

costituiscono la naturale contropartita di ricavi e costi prima della loro trasformazione in denaro liquido” (352), si giunge al flusso di cassa. Al fine di determinare il flusso finanziario della gestione reddituale si devono considerare anche i movimenti monetari che sono stati scaturiti da proventi ed oneri finanziari, imposte pagate, dividendi incassati ed utilizzo dei fondi.

Il metodo diretto, invece, evidenzia chiaramente le classi di entrate e di uscite di cassa, infatti, per giungere alla determinazione del flusso di cassa della gestione reddituale si inseriscono direttamente gli incassi ed i pagamenti. L’impiego del prospetto secondo il metodo diretto è senza dubbio preferibile nei rapporti con gli istituti di credito poiché è in grado di rappresentare, in modo chiaro, la solvibilità dell’impresa. Esso viene illustrato nella seguente figura:

351 “Questo passaggio risulta alquanto agevole in quanto si tratta di recuperare tutti i valori di costo e di ricavo

che si frappongono fra l’utile o la perdita di esercizio e il margine A-B del conto economico, con l’unica integrazione data dalle plusvalenze e minusvalenze da cessione di immobilizzazioni”, CIAPONI F., MANDANICI F., “La costruzione del rendiconto finanziario secondo le indicazioni dell’OIC 10”, in

Amministrazione & Finanza, n. 3, marzo 2015, p. 8.

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Figura 29: Flusso della gestione reddituale determinato con il metodo diretto

200X+1 200X A. Flussi finanziari derivanti dalla gestione reddituale (metodo diretto)

Incassi da clienti Altri incassi

(Pagamenti a fornitori per acquisti) (Pagamenti a fornitori per servizi) (Pagamenti al personale)

(Altri pagamenti)

(Imposte pagate sul reddito) Interessi incassati/(pagati) Dividendi incassati

Flusso finanziario della gestione reddituale (A)

Fonte: elaborazione da principio contabile OIC 10, “Appendice A – Schemi di riferimento per la

redazione del Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, pp. 14-15.

Il metodo diretto risulta di più facile comprensione del metodo indiretto. La determinazione del flusso finanziario della gestione reddituale risulta dalla contrapposizione fra entrata ed uscite monetarie correlate ai ricavi di vendita ed ai costi di produzione dell’impresa (ai quali si aggiungono imposte, dividendi incassati ed oneri finanziari). Con il metodo indiretto, una volta riclassificati i documenti del bilancio d’esercizio, il calcolo del flusso della gestione reddituale è più immediato in quanto è più rapida la costruzione del prospetto.

I flussi finanziari derivanti da attività di investimento sono rappresentati da operazioni riferite ai flussi che nascono dall’acquisizione e dalla vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie e dalle attività finanziarie non immobilizzate (353). L’OIC 10 raccomanda che, nello schema di rendiconto finanziario, i flussi in uscita per gli investimenti ed i flussi in entrata per i disinvestimenti vengano inseriti distintamente a seconda delle diverse classi di immobilizzazioni che li hanno generati (354). Inoltre, lo stesso principio, prevede che al fine di evidenziare le risorse finanziarie assorbite/generate dalle operazioni di acquisto/vendita delle immobilizzazioni, è opportuno indicare l’uscita/entrata monetaria

353 Principio contabile OIC 10, “Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 9. Esempi di tali flussi sono:

“acquisti o vendite di fabbricati, impianti, attrezzature o altre immobilizzazioni materiali (incluse le immobilizzazioni materiali di costruzione interna); acquisti o vendite di immobilizzazioni immateriali, quali ad esempio i brevetti, i marchi, le concessioni; questi pagamenti comprendono anche quelli relativi agli oneri pluriennali capitalizzati; acquisizioni o cessioni di partecipazioni in imprese controllate e collegate; acquisizioni o cessioni di altre partecipazioni; acquisizioni o cessioni di altri titoli, inclusi titoli di Stato e obbligazioni; erogazioni di anticipazioni e prestiti fatti a terzi e incassi per il loro rimborso”, Ibid.

129 effettivamente conseguita nell’esercizio, pari al complessivo prezzo di acquisto/vendita rettificato dalla variazione dei debiti/crediti indotti dall’operazione (355).

Figura 30: Flusso finanziario derivante dall’attività di investimento

200X+1 200X B. Flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento

Immobilizzazioni materiali

(Investimenti)

Prezzo di realizzo disinvestimenti

Immobilizzazioni immateriali

(Investimenti)

Prezzo di realizzo disinvestimenti

Immobilizzazioni finanziarie

(Investimenti)

Prezzo di realizzo disinvestimenti

Attività finanziarie non immobilizzate

(Investimenti)

Prezzo di realizzo disinvestimenti

Acquisizione o cessione di società controllate o di rami d’azienda al netto delle disponibilità liquide

Flusso finanziario dell’attività di investimento (B)

Fonte: elaborazione da principio contabile OIC 10, “Appendice A – Schemi di riferimento per la

redazione del Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 14.

I flussi finanziari derivanti da attività di finanziamento sono rappresentati da operazioni riferite ai flussi che generano dall’approvvigionamento o dal rimborso di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito (356). Il principio contabile in questione prevede, come per l’attività di investimento, di mantenere separati i flussi finanziari derivanti dal capitale di rischio e dal capitale di debito in modo da identificare in maniera autonoma gli incassi ed i pagamenti correlati ad attività di finanziamento (357). Per entrambe le gestioni, dunque, non è consentito compensare entrate con uscite monetarie indicando il saldo netto tra le due, ma deve risultare in maniera distinta il segno delle variazioni intervenute.

355 Ibid.

356 Ivi, p. 10. Essi ricomprendono: “incassi derivanti dall’emissione di azioni o di quote rappresentative del

capitale di rischio; pagamento dei dividendi; pagamenti per il rimborso del capitale di rischio, anche sotto forma di acquisto di azioni proprie; incassi o pagamenti derivanti dall’emissione o dal rimborso di prestiti obbligazionari, titoli a reddito fisso, accensione o restituzione di mutui e altri finanziamenti a breve o lungo termine; incremento o decremento di altri debiti, anche a breve o medio termine, aventi natura finanziaria”, Ibid.

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Figura 31: Flusso finanziario derivante dall’attività di finanziamento

200X+1 200X B. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento

Mezzi di terzi

Incremento (decremento) debiti a breve verso banche Accensione finanziamenti

Rimborso finanziamenti

Mezzi propri

Aumento di capitale a pagamento Cessione (acquisto) di azioni proprie Dividendi (e acconti su dividendi) pagati

Flusso finanziario dell’attività di finanziamento (C)

Fonte: elaborazione da principio contabile OIC 10, “Appendice A – Schemi di riferimento per la

redazione del Rendiconto finanziario”, vedi bibliografia, p. 14.

Come si osserva dalla figura, i flussi derivanti dai debiti finanziari vengono a loro volta suddivisi tra i flussi finanziari verso le banche a breve termine ed i flussi finanziari di tutti gli altri debiti. Gli unici movimenti che non rispettano il divieto di compensazione delle entrate con le uscite monetarie sono i debiti a breve verso le banche. La loro suddivisione risulterebbe non solo di difficile applicazione considerando le numerose operazioni che generano flussi di rimborsi ed accensioni dei suddetti debiti, ma non consentirebbe, inoltre, di rendere l’informazione contenente nel rendiconto finanziario di facile lettura. Per queste ragione, risulta essere molto più efficace indicare un valore di saldo che segnali un’entrata se in aumento, od un’uscita, se in diminuzione rispetto all’indicazione di due valori di segno opposto. I dividendi corrisposti rientrano in questa attività in quanto rappresentano un’uscita sostenuta per l’ottenimento di nuove risorse finanziare.

La somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna area (reddituale, di investimento e finanziaria) determina la variazione netta delle disponibilità liquide avvenuta nel corso dell’esercizio (358). Lo schema di rendiconto, con l’evidenziazione delle aree in cui è suddiviso, è sintetizzato nella seguente figura:

Figura 32: Lo schema di rendiconto finanziario

A. Flussi finanziari derivanti dall’attività reddituale B. Flussi finanziari derivanti dall’attività d’investimento C. Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento

Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A ± B ± C)

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Fonte: CIAPONI F., MANDANICI F., “OIC 10: forma e sostanza del rendiconto finanziario”, in

Amministrazione & Finanza, n. 2, febbraio 2015, p. 13.

Tale variazione, a seconda del segno, può essere positiva o negativa, essa indica rispettivamente un incremento od un decremento delle disponibilità liquide cui contribuiscono i flussi di tutte le aree gestionali. Dall’osservazione del nuovo schema previsto dall’OIC 10 si deduce che non trovano rappresentazione nel rendiconto finanziario tutte le operazioni che non hanno avuto impatto monetario. Infatti, si può affermare che solo le voci che hanno influito nelle variazioni (in aumento od in diminuzione) delle disponibilità liquide vengono inserite all’interno del documento previsto dai principi contabili nazionali. Tutte le operazioni che invece, anche se hanno avuto impatto sulla struttura patrimoniale, non hanno prodotto dei cambiamenti in termini di disponibilità liquide non trovano rappresentazione nello schema oggetto di analisi.

Tuttavia, anche lo schema proposto dai principi contabili nazionali non può ritenersi compatibile con il sistema integrato di analisi. Infatti, il documento che ne risulta non appare interconnesso, né a livello formale, né a livello sostanziale con le altre strutture riclassificate di bilancio adottate in precedenza. Infine, a parere di scrive, la determinazione dei flussi

Nel documento La liquidità nelle piccole e medie imprese (pagine 130-139)