Prestazione meccanica
Prestazioni meccaniche del rimacinato simili a materiale vergine, grazie a scarsa
degradazione di Hytrel.
Funzione tecnicaPossibilità di riutilizzo del rimacinato nelle stesse linee di produzione dal quale si è generato.
Tiratura elevata (Iniezione - Soffiaggio) Adattabilità a tecnologie ad alta tiratura come iniezione e soffiaggio. Proprietà strutturaliPossibilità di riottenere la stessa qualità di partenza delle proprietà fisiche con una corretta tracciabilità del polimero.
% di rimacinatoPossibilità futura di riutilizzare fino al 100% di rimacinato se correttamente gestito.
Prestazione percettivaImpossibilità del materiale di comunicare la propria appartenenza ad un processo circolare.
Gestione pre-lavorazionePer soddisfare qualità meccaniche Hytrel deve essere preparato attraverso lavaggi e macinature.
Accumulo polimeroAccumulo di polimero viene solo posticipato se non si cura correttamente la fine del suo ciclo vita.
Tolleranza contaminazioniProprietà fisiche del prodotto finale sono stabili se non sono presenti nel rimacinato contaminazioni di altri polimeri.
% mat. vergineRapporto attuale tra polimero vergine e rimacinato pari a 70 % - 30%.
13.3) requisiti del prodotto per l’iMpleMentazione di nuovi Mercati.
I nuovi prodotti, in seguito ad aver ottenuto la compatibilità di processo interna allo stabilimento, necessitano di un ultimo step di analisi progettuale prima di essere avviati alla produzione. L’ultimo fattore con il quale i nuovi prodotti devono scontrarsi è la loro efficacia di vendita o distribuzione nei mercati di riferimento, elemento in grado di determinare l’effettivo “successo” del modello di studio proposto. Per valutare la possibile efficacia del modello, ipotizzeremo due mercati principali di destinazione, compatibili con le caratteristiche di modello e di prodotto rilevate fino a questo punto.
Per rinfrescare la memoria, il modello è partito con la missione di generare valore dallo scarto plastico della Cornaglia, rilevando le esigenze di sistema necessarie per raggiungere tale obiettivo, ed identificando due fasi principali della strategia:
diversificare il mercato di destinazione e mantenere la stabilità produttiva. Per fare ciò è stata quindi proposta la formulazione di un nuovo materiale, originato dagli scarti ed in grado di trasformarli in valore economico, declinato poi in due differenti composizioni di materia prima, una finalizzata a prodotti di diversificazione del mercato ed una ai prodotti per il mantenimento della stabilità produttiva. Da quì, con il bagaglio di requisiti rilevati e la missione dei due prodotti ben chiara, siamo riusciti ad identificare due tipologie di mercati di destinazione nel quale valorizzare al meglio le linee guida fornite dal modello e dalle specifiche del processo, attraverso una proposta di prodotto sistemico. Di seguito, andremo perciò a schematizzare le due tipologie di settori scelti, definendo in modo preliminare la loro macro-struttura, per poi approfondire le caratteristiche che rendono ognuno di questi il mercato di destinazione ideale per la promozione del prodotto sistemico, nuovo o sostitutivo.
Possiamo declinare le due macro-aree di mercato che andremo ad occupare, con i prodotti uscenti dal modello, in questo modo:
Nuovi prodotti sistemici per l’implementazione di nuovi mercati.
Questa categoria di prodotti può essere concretizzata attraverso l’uso di diverse tipologie di approcci al mercato. L’unico limite è che il raggiungimento della fattibilità produttiva del nuovo prodotto sistemico è strettamente influenzato dall’abilità
del progettista nel comunicare in modo efficace al mercato il valore aggiunto del progetto; in questo caso identificato nell’innovazione del processo produttivo e delle funzionalità dei materiali. L’approccio al mercato è dunque una delle modalità più importanti con il quale valorizzare le potenzialità del nuovo prodotto sistemico.
Il percorso definito da questo progetto prevede l’implementazione di nuovi prodotti sistemici con linee guida di progettazione molto legate al processo ed ai materiali, non alle funzionalità o alle geometrie. Il fattore “innovativo” garantito dai nuovi prodotti sistemici non è inerente alle nuove funzionalità tecnologiche o estetiche del prodotto, ma riguarda il processo produttivo e le modalità di connessione dei nuovi flussi materici. Al fine di valorizzare gli aspetti di processo e le funzioni garantite dai nuovi materiali, l’individuazione dei casi studio deve quindi essere coerente con le necessità espresse dal modello proposto. Per fare ciò, è utile seguire un preciso metodo di ricerca dei casi studio:
1- Individuazione dello scenario di mercato: il progettista dovrà condurre la ricerca di uno scenario di destinazione seguendo il driver dei ritmi di richiesta potenziali, che dovranno essere allineati ai ritmi di fornitura della matrice organica del nuovo materiale; o qualunque altra sia la matrice che garantisce al compound le nuove funzionalità ed il nuovo processo produttivo.
2- Identificazione delle funzioni principali: all’interno dell’ambiente di destinazione, il progettista dovrà in seguito individuare le attività principali, selezionando all’interno di tali attività le tipologie di prodotti che garantiscono la funzionalità principale.
3- Comparazione delle proprietà: si effettua un’analisi comparativa tra le proprietà fornite dal compound e quelle necessarie al prodotto per svolgere correttamente la sua funzione base. Le proprietà comparate sono puramente meccaniche, da verificare per garantire la fattibilità strutturale del prodotto.
4- Futuribilità del prodotto nel nuovo modello: una volta identificato il
prodotto, appartenente ad una delle attività principali che si svolgono nell’area di destinazione, bisogna verificarne la fattibilità industriale, ovvero la sua capacità di essere riproducibile attraverso dinamiche di processo che richiedono efficienti gradi di ripetitività.
Prodotti sistemici sostitutivi per l’ampliamento dei mercati attuali.
Sebbene la scelta di mantenere attiva una produzione destinata ai mercati attuali possa sembrare una strategia di secondaria importanza, rispetto alle strategie di diversificazione a parità di tecnologia, in realtà non è così. Il fattore che può far sottovalutare l’importanza della strategia è il fatto che essa coesista con una strategia che ha obiettivi opposti, che mira alla creazione di nuovi mercati e non al mantenimento di quelli vecchi. L’esigenza rilevate per la Cornaglia costringono però il progettista a muoversi molto cautamente nella diversificazione di mercato, non essendo il modello organizzativo ancora pronto a reggere un cambio di rotta così drastico. Risulta perciò necessario raggiungere la diversificazione di mercato in modo graduale, permettendo alla Cornaglia di avere tempo e risorse economiche per mantenere attive le strategie di diversificazione. La continuità della produzione per i mercati attuali non significa però realizzare gli stessi prodotti, né farlo allo stesso modo. Il fattore di innovazione organizzativa che il modello vuole implementare serve, appunto in questo senso, a garantire all’azienda una costante visione verso l’esterno, verso l’evoluzione del mercato, verso i fattori che mantengono vivo lo sviluppo dei prodotti e delle necessità produttive, rispondendo in modo efficace e reattivo agli stimoli del mondo esterno. L’azienda deve avere parte propositiva nelle valutazioni del proprio mercato, cercando non solo di rispondere alle necessità attuali, ma predisponendo i volumi produttivi per quelle future, anticipando le necessità di mercato. Per fare ciò, e prevedere le tipologie di prodotti ed i volumi sul quale si sposterà maggiormente la richiesta di mercato, anche in questo caso bisognerà seguire un metodo di ricerca precisa:
1- Prospettiva di evoluzione del mercato: bisogna valutare gli scenari nel quale è possibile che evolva il mercato dell’automotive, relativamente alle tendenze di produzione e di acquisto, insieme all’evoluzione di tutta la componentistica e le attrezzature accessorie. Il fattore che maggiormente condiziona l’evoluzione del mercato automotive è sicuramente il passaggio all’elettrico, ed al nuovo concetto di mobilità sostenibile, che incide notevolmente sull’evoluzione delle componenti accessorie che ruotano intorno al prodotto “automobile”.
2- Ricerca delle aree di prodotto sostituibili: una volta valutato lo scenario più plausibile riguardo il possibile sviluppo del settore automotive e dei suoi prodotti, si passerà ad ricerca per valutare quali saranno i prodotti maggiormente richiesti per le nuove esigenze del mercato dell’auto. Si indagheranno le aree di prodotto, principali o accessorie, raggiungibili dalle tecnologie in possesso all’azienda e compatibili con il processo produttivo che la Cornaglia deve raggiungere.
3- Definizione prodotti futuribili: definite le aree generali di prodotto, si valuterà la tipologia specifica da sostituire, indagando, oltre la compatibilità tecnologica, anche il livello di prestazioni meccaniche fornite dal compound che sostituisce il polimero vergine. Mantenendo orientata l’attenzione produttiva verso un mercato così tecnico come quello automotive, la fattibilità della sostituzione materica è
raggiungibile una volta rispettate le prestazioni tecniche e meccaniche base richieste dal prodotto finale. Dopo aver ottenuto l’identificazione di un prodotto processabile dalle tecnologie interne, ed in grado di rispettare le funzioni tecniche richieste dal mercato anche con l’utilizzo del compound polimerico, la Cornaglia può porre le basi per un piano di sviluppo prodotto; indirizzato verso il futuro elettrico della componentistica automotive.