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Il monologo interiore è una forma particolare di pensiero diretto libero in cui ci troviamo di fronte al flusso dei pensieri dei personaggi senza che venga spiegato al lettore il modo in cui questi ultimi sono concatenati. Welsh ricorre a questa tecnica narrativa ogniqualvolta i ragazzi del buco non riescono a “controllare” la loro mente, dando libero sfogo alla loro ira, rabbia, paura e frustrazione. L'interior monologue compare durante il funerale di Billy, il fratello di Renton, morto a servizio della madrepatria. Mark rievoca dentro di se alcune esperienze trascorse con l'odiato fratello mescolando, in modo sconnesso e frammentato, ricordi della sua infanzia e di quando era militare: “Billy Boy, Billy Boy. Ah remember you sitting oan toap ay us. Me helplessly pinned tae flair. Windpipe constricted tae the width ay a straw” (p.210).

Nel capitolo “House Arrest” Mark si trova di fronte ad una vera e propria crisi di astinenza; perde i sensi, non riesce più a controllare le parole e inizia ad avere allucinazioni. Da questa situazione prende vita il monologo interiore di Mark e della piccola Dawn; mentre Renton vive un vero e proprio delirio mentale, ad un certo punto Rents vede qualcosa muoversi sul muro. L'immagine, da sfocata, diviene sempre più nitida: è la piccola Dawn, la figlia defunta di Lesley, che nel subconscio del protagonista improvvisamente prende la parola: “you let me fuckin dieeeeeeeee” (p.196). La bambina, che appare agli occhi di Mark come un demone, “the bairn has sharp, vampire teeth wi blood drippin fae them, covered in a sick yellow-green slime” (p.196), accusa Renton e compagni di averla lasciata morire, e sfoga la sua rabbia e la sua ira. Questo passo è particolarmente interessante dal punto di vista fonetico: il testo di partenza presenta molte fricative, /f/ /s/, occlusive

velari, /g/ /k/, bilabiali ed alveolari. Le fricative danno l'idea che l'anima di Mark si sta sgretolando, mentre le occlusive esprimono al meglio il senso di odio, violenza e aggressività, proprio quello che prova Dawn per i ragazzi del buco73. Come si può vedere, la fonetica diviene un mezzo per rappresentare graficamente l'anima di Mark:

Yefuckinkilledme litmefuckindie junkiedupoottyirfuckinheids watchinthefuckinwas ya fuckindopeyjunkycunt ah'lll fuckinripyefuckinopen n feedoanyirfuckinmiserablessickgreyjunkyflesh startinwiyirjunkcockcauseahdiedafuckinvirginahllnivirgitafuckinridenvirgitta ewearfuckinmakeupncoolclathesnivirittaebeanythincauseyoufuckinjunkycunt snivirchekedusyisletusfuckindiefuckinsuffocatetaefuckindeath […] (p.196).

Miaveteammazzatocazzo fattomorirecazzo fattifiniinculocazzo afissareimuridelcazzo tu drogatodimerdadelcazzo tifaccioapezzicazzo e melamangiocazzo quellatuacarneschifosadidrogadelcazzo primailcazzomimangioperchècazzosonomortaverginecazzononmelafaròmaiu nascopatadelcazzomaibeivestitidelcazzomaitruccatacazzomainientecazzoperc hèvoidrogatidelcazzocoglionidimerdamiavetelasciatocazzolìamorirecazzosoff ocata74.

Attraverso questa tabella si può notare come nella versione inglese prevalgano le velari e le labiodentali, mentre in quella italiana le alveolari75.

sonorità bilabiali labiodentali alveolari Velari

occlusive sonore P 4-5 T 9-16 K

73Faini, p.171. 74Zeuli, p.208.

75La tabella fa riferimento al sistema consonantico inglese.

sorde B 2-1 D 9-14 G

fricative sonore F 16-7 S 8-7

sorde V 4-4 Z 0-38

Polivibrante R 7-10

Liquida L 12-15

Il numero a sinistra fa riferimento all'inglese, quello a destra all'Italiano

Dato che l'anima di un personaggio è composta da una concatenazione di pensieri, il monologo interiore viene reso mediante uno stile narrativo rapido e immediato. Questo viene confermato anche da Paola Faini: secondo lei, per esprimere il monologo interiore, bisogna utilizzare uno stile fluido76. Mentre nella versione inglese il senso di aggressività e di violenza viene reso mediante l'impiego delle fricative e delle velari, in quella italiana viene adottata la fricativa alveolare sorda, l'occlusiva dentale sorda e la polivibrante. Anche la ripetizione di alcuni lemmi, ad esempio fuck, conferisce al testo questo senso di aggressività. Nel secondo esempio invece ci si trova di fronte ai pensieri di Mark:

77What's the fuckin time? Ah wonder what the fuck 7.28. I can't forget her …

Hazel

My heart is breaking woo-hoo when I see her …

Ah trow back the weighy duvet and look at Paddy Station. Paddt. Whit am ah gaunny dae? Gordon Durie. Juxe Box. What's the fuckin score here? Why did ye leave us Juke Box, ya cunt? Iggy … yoy've been thair. Help us man. HELP ME.

What did you say aboot it law?

YOU'RE NO FUCKIN HELP YA CUNT … NO FUCKIN HELP AT AW …

Blood flows oante the pillow. Ah've biten ma tongue. Severly severed by the looks ay it. Every cell in ma body wants tae leave it, every cell is sick hurting marinated in pure fuckin poison

cancer death sick sick sick

76Faini, p.156. 77Welsh, 195

death death death

AIDS AIDS yis aw FUCKIN CUNTS FUCK YIS AW SELF-INFLICTED PEOPLE WI CANCER – NAE CHOICE FIR THEM DESERVING

AIN FAULT AUTOMATIC DEATH SENTENCE

THROWIN AWAY YIR LIFE DOESNAE NEED TAE BE AN AUTHOMATIC DEATH SENTENCE DESTROY REHABILITATE FASCISM NICE WIFE NICE BAIRNS NICE HOOSE NICE JOAB NICE

NICE TA SEE YA, TA SEE YA …

NICE NICE NICE BRAIN DISORDER DEMENTIA HERPES THRUSH PNEUMONIA

WHOLE LIFE AHEAD AY YE MEET A NICE LASSIE N SETTLE DOON …

She's still ma first lurve

BROAT IT OAN YIRSEL Sleep

Il monologo interiore inizia con una domanda “What's the fuckin time?”, seguito da una domanda, non portata a termine, che è la riformulazione della stessa domanda “ah wonder”. Le 7.28 è la risposta al quesito posto in precedenza e il fatto che l'ora appaia all'improvviso rende bene l’idea di come si sviluppino i pensieri di Mark (è chiaro che Renton, mentre si chiede che ore sono, veda l’ora (7:28) in un orologio). L’immediatezza del passaggio dalla domanda alla risposta è sottolineata dal fatto che l’ora non è scritta per esteso, ma direttamente in cifre, come se anche noi ci trovassimo di fronte all’orologio e vedessimo quei numeri. Anche nella versione italiana 7.28 è visualizzato all'improvviso nel testo, come se tutto ad un tratto Mark leggesse l'ora.

A questo punto a Renton viene in mente il testo di una canzone (I can't

forget her) che gli fa ricordare Hazel, la sua ex, che spicca tra tutte le parole LXXIX

poiché è l'unica all'interno della riga. Nella riga successiva Mark rievoca ancora una volta la canzone dei Drifters (my heart is breaking woo-hoo when

I see her) e Hazel continua a rimanere al centro dei suoi pensieri.La versione italiana presenta tutte le sfumature del TP: la Zeuli, allo stesso modo di Welsh, adotta il corsivo per distinguere il testo della canzone dai pensieri di Renton78. Mark, per un attimo, sembra tornare alla realtà “I throw back the weighty duvet” (p.196), a quella situazione iniziale in cui si trovava prima che il monologo interiore avesse inizio; tuttavia, a cosa faccia riferimento Paddy Stanton rimane abbastanza oscuro. Nella frase successiva veniamo a conoscenza di chi sia quest'ultimo: Mark, rievocando Gordon Durie, dà coerenza ai suoi pensieri: entrambi sono giocatori di calcio e giocavano nella nazionale scozzese negli anni '40. Renton probabilmente, mentre si rigira nelle coperte, vede un poster degli Hibernian da cui nascono queste riflessioni. Il monologo interiore si fa oscuro quando Mark si rivolge direttamente a Paddy usando un vocativo. Renton sembra chiedere aiuto all'immagine stessa “whit am ay I gaunny dae?” (p.196) come se fosse reale, una persona in carne e ossa. La sua richiesta di aiuto non trova risposta e il pensiero passa a Gordon Durie, che viene chiamato Juke Box79. “What's the fuckin score?” potrebbe indicare ancora una volta il ritorno alla realtà, come

se Mark stesse cercando di giustificare il pensiero dei giocatori della nazionale scozzese. La frase “why did ye leave us Juke Box, ye cunt?” (p.194) indica il trasferimento calcistico di Durie dagli Hibs al Chelsea, mentre l'insulto (cunt) rappresenta la rabbia di Mark, contrariato perché il suo idolo è andato a giocare nella squadra avversaria. A questo punto la mente di Mark passa ad un altro personaggio che ama, Iggy Pop. Renton non pone domande a Iggy; chiede solo di comprenderlo, di capire la sua situazione, you’ve been

thair (sicuramente Mark allude al fatto che anche lui ha avuto problemi di

78Zeuli, p.206.

79Juke box è il soprannome calcistico di Gordon Durie.

droga). Mark gli chiede aiuto, “help us man. Help me”, ma non ottiene risposta. “What did you say aboot it aw?” potrebbe fare riferimento ancora una volta a cosa ne pensa della situazione di Renton, ed è un'altra richiesta di “soccorso”. Il silenzio di Iggy Pop scatena la rabbia di Mark (YOU'RE NOT FUCKIN HELP ME … NO FUCKIN HELP AT AW).

Riprende poi la descrizione di ciò che succede a Mark, che si è morsicato la lingua e perde sangue dalla bocca. I pensieri sembrerebbero lineari, se non fosse che l'ordine degli eventi viene ribaltato. Se nel testo ci viene presentato prima il sangue sul cuscino e il fatto in un secondo momento, nella mente di Mark si concretizza prima l'immagine del sangue e dopo della lingua severly

severed, una paronomasia che si perde nel TA. Tra ah've bitten ma tongue e la

frase successiva non c’è coesione; ma tongue non viene ripreso dal pronome

it, e capiamo solo per inferenza che è la lingua ad essere severely severed.

Dalla ferita alla lingua si passa ad un dolore più esteso: adesso riguarda non solo tutto il corpo, ma ogni singola cellula. Esse sembrano acquisire vita propria e vogliono uscire (wants tae leave) dal corpo infetto di Renton (a pure

fuckin poison). Da qui Mark inizia a dire una serie di parole che hanno come

tema il dolore che prova. Le prime parole, cancer e death, sono isolate e non sono seguite da altri vocaboli; sick e death, invece sono ripetute in seguito ognuna tre volte, creando un immaginario di morte. Aids Aids sembra alludere alla condizione delle cellule “marinated in a fuckin poison” mentre la serie di insulti sembra essere un attacco diretto ai suoi amici (FUCKIN CUNT). I pensieri di Mark continuano a seguire un filo logico: afferma che lui non ha contratto l'HIV, che per questo è diverso dai propri compagni e finisce per dare un giudizio generale, sostenendo che prendere il virus è un “AUTOMATIC DEATH SENTENCE”. Le parole di Mark, inoltre, alludono chiaramente alle parole che suo padre gli ha detto nella pagina precedente “even if he his HIV it's no authomatich death sentence” (p.193). Tutti i suoi

pensieri a seguire sono in risposta alle frasi pronunciate dal padre precedentemente: “trow away yout life” è legato all'accusa avere “mucked up

everything”. Le prime due parole “isolate”, REHABILITATE e FASHISM,

rimandano da una parte all'imposizione dei familiari di seguire la cura mentre dall'altra all'essere sottoposto, secondo lui ingiustamente, agli arresti domiciliari. Mark conclude sostenendo che l'astinenza da sostanze stupefacenti, l'essere confinato in casa e controllato ventiquattro ore su ventiquattro sono per lui fascismo allo stato puro. Quando Mark dopo aver cercato di scappare viene rinchiuso dal padre in camera, Renton gli dice che “this is fuckin fascism” (p.192). Mark continua a dire altre parole in apparenza prive di significato. Tutte le parole a seguire, composte da nice e da un sostantivo (wife, bairns, hoose, joab), sono riconducibili alla dittatura. È come se Mark avesse in mente il discorso “choose life”: la moglie, la casa, il lavoro sono i modelli imposti dalla società che Mark categoricamente rifiuta (ah

choose not tae choose life). Welsh sembra giocare con il termine nice: NICE

TA SEE YA, TA SEE YOU, potrebbe fare riferimento al testo di una canzone, mentre BRAIN DISORDER e DEMENTIA, separate tra loro da uno spazio bianco, indicano l'attuale condizione di Mark. Entrambe le parole, che rimandano ad un disturbo mentale, potrebbero stare a rappresentare la tossicodipendenza come una malattia da cui Renton non riesce a trovare una via d'uscita. Da un disturbo psichico si passa a dei problemi somatici: HERPES, THRUSH e PNEUMONIA. Queste “patologie” vanno in crescendo: si passa da un semplice sfogo cutaneo ad una vera e propria malattia.

E proprio quando i pensieri di Mark acquisiscono connotazioni di morte, Mark rinnega quello aveva detto in precedenza. Se a family e a wife erano fino a poche righe prima un modello da evitare, adesso sostiene l'esatto opposto “WHOLE LIFE AHEAD AY YE MEET A NICE LASSIE IN SETTLE

DOWN” (p.195). Renton torna al punto di partenza, ad Hazel che l'ha lasciata

andare inspiegabilmente via nonostante i suoi vani tentativi di costruire qualcosa con lei. La penultima frase, “She's still ma first lurve”, rimanda chiaramente ad Hazel e alla canzone dei Drifters che aveva aperto il monologo interiore di Mark. La parola di chiusura, “BROAT IT OAN YIRSEL”, potrebbe stare ad indicare che la colpa è solo sua se adesso si trova in quello stato di delirio.

Per quanto riguarda la resa traduttologica, il problema maggiore a cui si trova di fronte la traduttrice è senza dubbio la complessità semantica del TP. La frase inglese “what's the fuckin time?Ah wonder what the fuck 7.28” pone l'accento sull'ora: Mark si sta domandando che ora sono e improvvisamente, forse avendola letta da qualche parte, trova la risposta al suo quesito. Nella versione italiana, invece, viene data ancor più visualità all'imprecazione, “cazzo”, mettendola in posizione di end-focus.

La frase “Ah trow back the weighty duvet and look at Paddy Station” (p.196) viene resa nel TA con una relativa: weighty duvet, un sintagma aggettivale, viene reso con una relativa “che mi pesa addosso”. La scelta di Giuliana Zeuli, sebbene non riproduca il significato originale del TP (la coperta pesante non vuol dire che pesi addosso), offre una prosa più pulita e convenzionale80. Un altro problema a cui si trova di fronte la traduttrice è il verbo “to score” che, in questo contesto, viene usato in modo non tradizionale: il Longman

Dictionary dà come significati to have sex, to succeed, to get drugs, to score points, to give point e to win. Nonostante score possa fare riferimento ad uno

dei suoi traducenti, in particolare al verbo “graffiare” (Mark si è procurato un taglio sul labbro dopo essersi morsicato la lingua), Giuliana Zeuli impiega il verbo “succedere” (p.196). Mark è come se si trovasse in uno stato sonnambolico e, sospeso tra conscio e inconscio, per un attimo sembra 80Cfr. Park, 81

ritornare alla realtà. La soluzione più immediata è che Renton faccia riferimento a “blood flae oantae the pillows”, mentre è meno probabile che

score possa essere interpretato con “punteggio”, facendo riferimento ad una

possibile partita giocata da Gordon Durie. Un'altra possibilità è che score faccia riferimento alla droga, e di conseguenza alla condizione di delirio in cui si trova Mark Renton. Per quanto riguarda la sintassi, la frase “blood flows

ontae the pillows” da SVO diviene SO “scorre del sangue sul cuscino”

(p.211).

4.6 Dal capitolo finale: sfumature tra TP e TA

Renton is on automatic pilot as he alights in Hackney to get a bus to Liverpool Street. Nonetheless, he feels paranoid and self-conscious with the bag full of money. Every person looks like mugger or bag-snatcher to him. Whenever he sees a black leather jacket similar to Begbie's, his blood turns to ice. He even considers going back whwn he is on the bus to Liverpool Street, but he sticks his hand in the bag and feels the bundels of notes. At hid destination, he walks into an Abbey National branch and adds £9000 in cash to the £27.32 already in his account. The cashier does not even blink. This is the city, after all. Feeling better with only £7000 on him, Renton goes down to Liverpool Street station and buys a return ticket to Amsterdam, only intending to go one way. He watches the county of Essex transmute from concrete and brick into lush green as they rumble out towards Harwich. He has an hour's wait at Parkston Quay, before the boat sails to the Hook of Holland. This is no problem. Junkies are good at waiting. A few years back, he worked on this ferry, as a steward. He hopes that nobody recognises him from those days (p.342).

Sin dalla prima frase è possibile notare alcune differenze tra il TP e il TA. Mentre la versione inglese presenta una frase principale seguita da una una subordinata temporale introdotta da as, quella italiana scinde la frase in due proposizioni indipendenti “Ha innestato il pilota automatico, Renton. Scende a Hakney per prendere un altro bus per Liverpool Street”81. Anche l'ordine sintattico dei costituenti frasali è diverso: mentre nel TP il soggetto si trova in posizione iniziale, il TA pone Renton in posizione di end focus, mettendo mediante la dislocazione a destra il termine in risalto. La versione inglese, inoltre, è puntuale e precisa: mentre quella italiana con l'espressione “prendere un altro bus” presuppone che in precedenza ne abbia preso già uno, in inglese questo senso non traspare, a meno che si sappia che Hackney è una fermata del pullman. Il sintagma successivo, in cui si dice che Mark si sente a disagio perché viaggia con tanti soldi e teme di essere scoperto, viene resa nel TA con una forza locutiva decisamente inferiore all'originale. L'inglese usa to feel

paranoid e to be self-conscious per esprimere la situazione in cui si trova

81Zeuli, p.359.

Mark Renton, mentre l' italiano, adottando “sentirsi paranoico e troppo visibile”, non conferisce la stessa forza espressiva: essere troppo visibile è una conseguenza di trovarsi in una situazione spiacevole e di imbarazzo (to be self-conscious). “La frase every person looks like a potential mugger or bag

snatcher to him” presenta invece dei problemi per quanto riguarda l'ordine dei

costituenti: il complemento di termine “to him” viene anticipato ad inizio frase e, mentre la frase inglese segue il principio della end-weight in cui la posizione finale è riservata a parti più complesse, nella versione italiana la parte più sostanziosa a livello sintattico è quella di apertura82 “Gli sembrano tutti dei potenziali scippatori o rapinatori, quelli che incontra”. L'italiano, inoltre, ricorre ad una cleft sentence (la produzione di due frasi ciascuna con il suo verbo)83. Le due frasi successive, fino a “at his destination”, non presentano grosse modifiche nel TA. Molte differenze si notano invece nella seguente frase: “At his destination, he walks into an Abbey National branch

and adds £9000 in cash to the £27.32 already his account” (p.342). La prima

è grafica: il TA adotta “la forma letterale” laddove l'inglese impiega quella numerica per esprimere i contanti che Mark deposita sul conto. La seconda riguarda un elemento che può essere considerato ridondante nella lingua italiana: il pronome possessivo, infatti, tende ad essere omesso laddove non sia necessario e crei una ripetizione. La frase successiva, come molte altre, presenta ancora una volta come tra le due lingue spesso non ci sia corrispondenza per quanto riguarda l'ordine dei costituenti:

Feeling better with only £7000 on him, Renton goes down to Liverpool Street station and buys a return ticket to Amsterdam, only intending to go one way (p.342)

Con settanta sterline mi sento già meglio. Renton scende alla stazione di Liverpool Street e compra un biglietto di andata e ritorno per Amsterdam,

82Cfr, Faini p.59. 83Ibid, p.58.

anche se a lui serve solo l'andata84(p.342)

Mentre la versione inglese presenta una gerund phrase subordinata alla principale, Renton goes […], quella italiana scinde la frase. Un esempio di traduzione libera che si discosta completamente dall'originale si trova nell'espressione “he has an hour's wait at Parkinson Wait, before the boat

sails to the Hook of Holland” (p.342). Il primo problema è di tipo

toponomastico: mentre l'inglese fa riferimento ad una località specifica che si trova nel comune di Rotterdam, il testo italiano, forse per aiutare il lettore, rimane sul generico e rende Parkinson Wait con un termine più comprensibile al lettore: “Olanda”. Inoltre Giuliana Zeuli aggiunge dei significati che non sono presenti nel TP, omettendone altri: viene specificato che Parkinson è un

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