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1.8 Polifenoli

1.8.1 Resveratrolo e i suoi effetti SIRT1-correlati

Un importante progresso nello sforzo di comprendere il ruolo di SIRT1 in vivo è stato dato dalla scoperta che il resveratrolo, poteva attivare l’enzima in un saggio in vitro ed estendere il lifespan del lievito [Howits et al., 2003]. Anche nei mammiferi, questo composto esercita una serie di effetti benefici, tra i quali la prevenzione dal cancro alla pelle, osservato in vivo [Boily et al., 2009]. Il resveratrolo influenza molti enzimi e possiede una capacità antiossidante intrinseca, che complica l’interpretazione dei suoi effetti. È, inoltre, emerso da saggi in vitro che l’attivazione di SIRT1 indotta dal resveratrolo è substrato-dipendente. Nello specifico, questo polifenolo attiva l’enzima contro un peptide acetilato, ma smette di influenzare la deacetilazione sullo stesso peptide una volta rimosso il fluoroforo [Kaeberlein et al., 2005; Borra et al., 2005]. Questo risultato solleva domande sulla validità dell’ipotesi originale, e evidenzia l’importanza di testare gli effetti del resveratrolo usando un substrato di SIRT1 endogeno full-length. Nonostante questa controversia, nei topi molti degli effetti del resveratrolo sono coerenti con l’attivazione di SIRT1 e la modulazione dei suoi target.

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Cancro

Il resveratrolo inibisce in maniera potente la carcinogenesi in differenti stadi tumorali, in modelli di roditori [Baur e Sinclair, 2006; Jang et al., 1997]. La diretta inibizione della cicloossigenasi, così come del recettore arilico per gli idrocarburi [Casper et al., 1999;

Ciolino et al., 1998] e del citocromo P450 [Chan e Delucchi, 2000; Chang et al., 2000],

rappresentano probabilmente la principale causa di questa protezione. Meccanismi SIRT1-dipendenti possono anch’essi avere un ruolo, dal momento che una over- espressione dell’enzima è sufficiente a smorzare la tumorigenesi intestinale *Firestein

et al., 2008], mentre in topi che presentano una carenza di SIRT1 si ha una marcata

riduzione degli effetti protettivi quando viene somministrato resveratrolo come agente preventivo per il cancro alla pelle [Boily et al., 2009+. In più, l’inibizione mediata da SIRT1 del fattore NF-κB può contribuire al decremento dell’attività della cicloossigenasi attraverso il silenziamento trascrizionale dell’isoforma Cox2, diminuzione riscontrata dopo il trattamento con resveratrolo [Subbaramaiah et al., 1998]. Studi meccanicistici

in vitro hanno dimostrato che, nell’esplicare gli effetti anti-proliferativi, pro-apoptotici

e altri correlati ad una soppressione del tumore, il resveratrolo determina la down

regulation di numerosi pathways cellulari (Figura 19).

Figura 19. Trattamento del tumore ovarico con resveratrolo, cisplatino e in associazione [Cancerc, Chemoterapy & Pharmacology, 2011].

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Patologie cardiovascolari: il resveratrolo nelle funzioni endoteliali e nella cardioprotezione

Il resveratrolo ha almeno tre distinte proprietà che conferiscono protezione nei confronti delle patologie cardiovascolari. Induce il “precondizionamento”, che limita il danno durante l’ischemia/riperfusione acuta [Bradamante et al., 2000], migliora la funzionalità vascolare [Orallo et al., 2002+ ed arresta l’aggregazione piastrinica *Wang

et al., 2002].

Gli effetti protettivi di questo polifenolo nei confronti della lesione ischemica non sono stati ancora del tutto spiegati, ma possono essere bloccati da antagonisti dell’ossido- nitrico-sintetasi o dell’adenosina in cuori isolati *Bradamante et al., 2003] mentre sono assenti nei cuori di topolini knockout per l’ossido-nitrico-sintetasi inducibile (iNOS) [Imamura et al., 2003]. Nel cervello, questi effetti protettivi vengono meno in topi PPARα-/- [Inoue et al., 2003] e ancora sembra richiesto ossido nitrico, sebbene un inibitore specifico per eNOS sia sufficiente per fermare completamente gli effetti benefici nel tessuto [Tsai et al., 2007]. Quando furono fatte queste osservazioni, ancora non era nota la relazione fra SIRT1 e PPARα o con l’adenosina *Purushotman et

al., 2009+, e l’ossido nitrico aveva dimostrato di causare l’upstream di SIRT1,

aumentandone l’espressione *Nisoli et al., 2003]. Perciò, dal momento in cui si scoprì che SIRT1 era in grado di regolare positivamente PPARα, e di creare un potenziale ciclo di feedback positivo attraverso la deacetilazione e l’attivazione di eNOS [Mattagajasingh et al., 2007+, venne sollevata l’ipotesi che una diretta attivazione di SIRT1 potesse essere implicata nel fenomeno del precondizionamento (Figura 20). Invece, una inibizione sirtuinica ad opera del sirtinolo o della nicotinammide blocca la protezione indotta dal resveratrolo nell’ischemia cerebrale *Della-Morte et al., 2009] e in colture di cardiomiociti [Chen et al., 2009], rispettivamente.

Il resveratrolo induce vasorilasciamento in vitro [Chen e Pace-Asciak, 1996] ed esercita un effetto ipotensivo in ratti Zucker obesi [Rivera et al., 2009], così come dimostrato sperimentalmente in modelli animali di ipertensione indotta [Baur e Sinclair, 2006].

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Figura 20. Meccanismo d’azione di NO.

Nell’aorta di animali obesi o anziani, questo polifenolo ripristina il rilassamento acetilcolina-indotto [Pearson et al., 2008], dipendente dal pathway dell’ossido nitrico. L’effetto protettivo del resveratrolo sembra essere mediato dalla soppressione dell’aumento dell’espressione della NADPH-ossidasi, correlato ad obesità e aging. Questo enzima è il principale contribuente alla produzione di radicali perossido, i quali causano localmente stress ossidativo e danneggiano la via di segnalazione dell’ossido nitrico attraverso la reazione di formazione di perossinitrito. Fra le altre azioni del resveratrolo vi è l’induzione dell’espressione di eNOS nei tessuti vascolari, espressione che può aiutare nel contrastare l’inattivazione di NO dovuta allo stress ossidativo. Il meccanismo di queste reazioni non è stato ancora del tutto capito, ma sicuramente SIRT1 può inibire la produzione di un segnale upstream, il fattore di necrosi tumorale α (TNFα), rilasciato dai macrofagi, più probabilmente attraverso l’inibizione di NF-κB [Shen et al., 2009]. In più una over-espressione del target di SIRT1, PGC-1α, nelle cellule endoteliali dei vasi è sufficiente per reprimere l’espressione della NADPH ossidasi [Kim et al., 2007], fornendo un plausibile secondo meccanismo SIRT1- dipendente. Il resveratrolo può ulteriormente stimolare PGC-1α attraverso l’attivazione della proteina chinasi AMP-attivata (AMPK). Una sua attivazione

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resveratrolo-mediata può essere sia indipendente dal SIRT1 [Dasgupta e Milbrandt,

2007], sia dipendente da una sua deacetilazione della chinasi over-espressa LKB1 [Lan et al., 2008]. Rimane da vedere se tutti questi meccanismi o solo alcuni di loro sono

rilevanti per la soppressione del NADPH ossidasi operata in vivo dal resveratrolo. Il resveratrolo ha la capacità di inibire l’aggregazione piastrinica in vitro [Bertelli et al.,

1995] e in vivo in conigli ipercolesterolemici ed anche nei topi [Shen et al., 2007]. La

sua azione può essere parzialmente relazionata alla distruzione del pathway delle MAPK (Mitogen-activated protein kinase) [Kirk et al., 2000] e del metabolismo fosfoinositidico [Olas et al., 2005], così come al migliorato signaling dell’ossido nitrico nei confronti della guanilato ciclasi. È anche allettante ipotizzare che il principale contributo agli effetti in vivo possa esser mediato da una diretta ed irreversibile inibizione dell’attività della cicloossigenasi I *Szewczuk et al., 2004], che conduce ad un decremento della produzione di trombossano A2, un potente induttore della coagulazione e della vasocostrizione. Un aspetto interessante di questo modello, dato dal breve tempo di emivita del resveratrolo in vivo, è che non è richiesta una dose di mantenimento. L’inibizione della COX1 ha il meccanismo d’azione in comune con quello scoperto per la cardioprotezione indotta da basse dosi di aspirina [Williams e

Hennekens, 2004], ed è rilevante che il resveratrolo rimanga efficace come

antiaggregante anche di individui aspirina-resistenti [Stef et al., 2006].

Tabella 2. Meccanismi attribuiti alla cardioprotezione SIRT1-mediata.

L’attivazione del SIRT1 endogeno raggiunta con il trattamento con resveratrolo è stata studiata anche in diversi modelli di ipertrofia cardiaca (Tabella 2). La somministrazione

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di resveratrolo limita la risposta ipertrofica indotta da fenilefrina in colture di cardiomiociti isolati [Chan et al., 2008]. Riduce anche lesioni al tessuto adiposo, alla vacuolizzazione dei miociti cardiaci, la degenerazione e l’infiammazione in topi sottoposti a regime alimentare ipercalorico [Baur et al., 2006]. Un trattamento con resveratrolo nei 14 giorni precedenti all’inizio di una dieta ipercalorica mostra protezione del cuore dagli effetti deleteri della pressione (imputati a over-load) mediata dall’ipertrofia cardiaca, nei ratti *Juric et al., 2007]. Allo stesso modo si ha un miglioramento della funzionalità cardiaca in topi diabetici [Sulaiman et al., 2010]. Oltre a questo, la somministrazione orale di resveratrolo in criceti TO-2 sopprime la fibrosi, preserva le funzioni cardiache e migliora significativamente la sopravvivenza [Tanno et

al., 2007]. Questi studi correlano la cardioprotezione indotta da resveratrolo con la sua

abilità nell’attivare SIRT1. Poiché il resveratrolo ha molti effetti off-target indipendenti da SIRT1 e regola negativamente i fattori di crescita e le citochine pro infiammatorie [Pearson et al., 2008], rimane da testare se questi effetti cardioprotettivi siano solamente mediati dalla sirtuina o sono prodotti da una combinazione di meccanismi alternativi. Tuttavia, basandoci sui dati disponibili, appare ancora lontana la possibilità che un eventuale trattamento con resveratrolo possa essere benefico nel controllo dell’ipertrofia cardiaca e della morte cellulare.

Sensibiltà all’insulina

È stato dimostrato che il resveratrolo migliora consistentemente l’insulino-resistenza che si sviluppa in animali obesi. Questo effetto non sembra direttamente correlato al peso corporeo complessivo, ma è accompagnato da una drastica riduzione dei depositi ectopici di grasso nei tessuti non-adiposi, in particolare nel fegato [Baur et al., 2006]. In studi condotti sull’uomo, questi depositi ectopici di grasso hanno dimostrato di precedere la comparsa di malattie in soggetti a rischio di sviluppo del diabete di tipo II, e si associano anche ad una ridotta capacità respiratoria e ad un decremento del contenuto mitocondriale dei tessuti (Figura 21) [Morino et al., 2006].

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Figura 21. Biogenesi dei mitocondri, stimolata da PGC.1α, attivato da SIRT1.

Si è visto infatti, che nei roditori, gli effetti protettivi del resveratrolo sono accompagnati da un incremento della biogenesi mitocondriale e della capacità respiratoria che compensano gli effetti collaterali indotti dall’obesità *Lagouge et al.,

2006; Baur et al., 2006], e si può in tal modo spiegare la ristabilita sensibilità

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PGC-1α, il master-regulator della biogenesi dei mitocondri è attivato dalla deacetilazione condotta da SIRT1 [Rodgers et al., 2005], ed è stato testato che questo si verifica nei tessuti degli animali trattati con resveratrolo, in principio ritenuto il responsabile diretto di questo aumento. Inoltre, un calo SIRT1-dipendente dell’espressione della tirosin-fosfatasi 1B (PTP1B) è stato descritto in questi animali trattati col polifenolo [Sun et al., 2007]. Dal momento che questo enzima inattiva il recettore insulinico, ciò fornisce un secondo meccanismo attraverso cui il resveratrolo può, mediante la modulazione di SIRT1, migliorare la sensibilità all’insulina. In più, una over-espressione della sirtuina è sufficiente per eliminare i depositi ectopici di grasso nel fegato e migliora la sensibilità all’insulina in topi obesi *Pfluger et al., 2008]. Sebbene il meccanismo sia ancor lontano dall’essere chiarito completamente, questi risultati trasmettono un significativo supporto all’ipotesi che il resveratrolo possa proteggere dalla sindrome metabolica e dal diabete di tipo II, tramite l’attivazione di SIRT1.

Spesa energetica

Il resveratrolo produce un effetto bifasico per quanto riguarda la spesa energetica. Senza alcun effetto sull’assunzione di cibo, causa, a basse dosi, un modesto ma significativo incremento nel peso corporeo dei topi, mentre ad alte dosi provoca una perdita di peso ed una riduzione degli adipociti [Lagouge et al., 2006]. Da notare che l’eliminazione dei depositi di grasso ectopici, sopra descritta, si verifica anche a dosi eccessivamente basse per poter intaccare il peso corporeo totale. Sebbene la diminuzione del peso corporeo ad alte dosi di resveratrolo sia accompagnata da un aumento del consumo di ossigeno, della tolleranza al freddo e della resistenza, la temperatura corporea è invariata e la locomozione spontanea diminuisce, sollevando interessanti domande su dove finisce in realtà l' energia in eccesso [Lagouge et al.,

2006].

È plausibile che gli effetti disparati di basse e alte dosi di resvereratrolo riflettano gli effetti di SIRT1 nei diversi tessuti. Infatti, vi sono evidenze che questo enzima sia diversamente regolato dalla dieta nei vari tessuti, suggerendo che un’attivazione generalizzata per l’interro corpo sarebbe un approccio terapeutico troppo

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semplicistico [Chen et al., 2008]. Sicuramente gli effetti esplicati dal resveratrolo sul peso corporeo sono derivanti anche dalla sua interazione con altri target cellulari; un esempio ci è dato dal recettore dei cannabinoidi CB1 [Seely et al., 2009], che regola il peso corporeo attraverso l’assunzione di cibo e meccanismi indipendenti dall’appetito.

Apprendimento e memoria

Il resveratrolo migliora le funzioni cognitive in modelli di patologie neurodegenerative, e conseguente danno cerebrale, ma non è ben chiaro come le migliori nei roditori normali e in salute [Kim et al., 2007; Sharma e Gupta, 2006]. Il declino cognitivo che si ha con il passare degli anni nei soggetti sani, è migliorato dal resveratrolo in alcune specie di pesci short-lived, in parallelo con un aumento del lifespan [Valenzano et al.,

2006], ma dati simili non sono riportati per quanto riguarda i mammiferi. Nei topi,

sottoposti al test rotarod [Lagouge et al., 2006; Baur et al., 2006], si può analizzare una componente mentale, ma gli effetti possono anche essere spiegati da cambiamenti nella resistenza fisica, rendendo tale esperimento difficile da interpretare.

Ricerche successive in questo campo sono necessarie per spiegare il coinvolgimento di SIRT1 negli effetti neuroprotettivi del resveratrolo, e se un’attivazione dell’enzima possa essere dannosa, più che protettiva, in neuroni sotto determinate condizioni differenti [Liu et al., 2009; Li et al., 2008]. È interessante che un allele di SIRT1 è stato collegato in uno studio associativo sull’uomo, anche se non è ancora possibile conoscere le conseguenze che questo allele ha sulle funzioni di SIRT1 [Kuningas et al.,

2007].

Sopravvivenza

Sottoponendo topi ad una dieta ricca di grassi (60% del contenuto energetico), ad un anno di vita risulta un calo approssimativo del 25% nel lifespan restante, e questo effetto è bloccato interamente dalla somministrazione di resveratrolo, indipendentemente da qualsiasi effetto sul peso corporeo [Baur et al., 2006]. Questo aspetto sembra rappresentare un miglioramento degli effetti negativi che l’obesità comporta, piuttosto che un rallentamento nell’invecchiamento, dal momento che nessun cambiamento nella longevità è stato rilevato in topi nutriti normalmente, con

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l’aggiunta però del resveratrolo a dosi similari o più alte *Pearson et al., 2008]. Questi risultati sono in accordo con la nota correlazione fra sensibilità insulinica e longevità, dal momento che il resveratrolo migliora la tolleranza al glucosio solamente nel contesto dell’obesità.

Figura 22. Schema raffigurantei nove meccanismi cardine che contraddistinguono l’invecchiamento: instabilità genomica, accorciamento dei telomeri, alterazioni epigenetiche, perdita di proteo stasi, deregolazione nutrienti dipendente, disfunzione mitocondriale, senescenza cellulare, esaurimento del pool di cellule staminali e alterata

comunicazione intercellulare.

Ad oggi, dati relativi a lifespan estesi grazie ad una over-espressione di SIRT1 o in animali eterozigoti ancora non sono stati pubblicati (Figura 22). Animali SIRT1 -/- hanno una vita breve e non rispondono favorevolmente se sottoposti a restrizione calorica attraverso un regime alimentare ristretto, ed inoltre sviluppano una serie di difetti nello sviluppo e un metabolismo alterato [Cheng et al., 2003; Lemieux et al.,

2005], che rende difficile interpretare i loro fenotipi rispetto all’invecchiamento. Due

domande critiche restano senza risposta, se una over-espressione di SIRT1 possa ricapitolare l’effetto del resveratrolo sulla sopravvivenza dei topi obesi, e se questo possa influenzare la longevità degli animali magri.

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Nelle funzioni del muscolo scheletrico

Le disfunzioni dei muscoli scheletrici, incluse le alterazioni funzionali e strutturali, sono un importante aspetto nella molteplicità di malattie croniche infiammatorie, quali il diabete e la malattia polmonare ostruttiva cronica (COPD) [Kim et al., 2008; Kelley et

al., 2002].

PGC-1α, come già detto, è coinvolto nella regolazione dell’espressione dei geni adibiti all’ossidazione degli acidi grassi ai fini di incrementare l’utilizzo dei lipidi, permettendo così alle cellule del muscolo scheletrico di sopravvivere in condizioni di mancanza di nutrienti. Un trattamento con nicotinammide, inibitore di SIRT1, diminuisce l’espressione dei geni target del PGC-1α per il consumo di acidi grassi e mitocondri nelle cellule scheletriche primarie [Gerhart-Hines et al., 2007]. Pertanto la regolazione del pathway SIRT1/PGC-1α ad opera di attivatori della sirtuina potrebbe modulare o indurre geni antiossidanti mitocondriali e ristabilire in tal modo la funzionalità della muscolatura scheletrica (Figura 23).

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È probabile che i modulatori positivi di SIRT1, resveratrolo incluso, aumentino AMPK, inducendo così PGC-1α e restaurando la funzionalità dei mitocondri o aumentandone la biogenesi a livello di queste cellule [Dasgupta e Milbrandt, 2007; Shin et al., 2009]. I polifenoli assunti con la dieta, quali resveratrolo, quercetina e catechina, presenti nel tè verde sono benefici nel migliorare la resistenza fisica durante l’esercizio attraverso la regolazione del metabolismo lipidico [Murase et al., 2006]. Questi composti, attivando SIRT1 e PGC-1α, conducono ad una riprogrammazione dell’espressione genica muscolare e ad un potenziamento delle funzioni mitocondriali e quindi ad una protezione contro gli stress metabolici. Studi successivi hanno chiarito che l’attivazione e la deacetilazione di PGC-1α operata dal resveratrolo dipende da una modulazione positiva di questo composto nei confronti di SIRT1 e da un miglioramento della sua capacità catalitica [Lagouge et al., 2006]; è stato scoperto anche un ruolo per la quercetina nella performance fisica durante l’esercizio e nella funzionalità muscolare via SIRT1 [Nieman et al., 2010].

L’atrofia del muscolo scheletrico è uno degli infausti effetti collaterali nella cachessia cancerogenica, che ha un impatto negativo sulla prognosi dato che conduce ad astenia, riduzione dei movimenti e a morte prematura. Il trattamento con polifenoli (resveratrolo, quercetina e curcumina) attenua significativamente la denaturazione proteica complessiva nei miotubi murini (individuato attraverso studi in vitro), e la somministrazione di resveratrolo smorza la perdita di peso e la degradazione delle proteine nelle cellule dei muscoli scheletrici dei topi, rilevante nel tumore MAC16 [Wyke et al., 2004]. Quindi, lo sviluppo di specifici attivatori di SIRT1 aventi una bassa tossicità e un’alta biodisponibilità, potrebbe aprire la strada nell’intervento sulla progressione delle patologie croniche infiammatorie e metaboliche attraverso un miglioramento nelle disfunzioni dei muscoli scheletrici.

Effetti off-target e problema farmacicinetico del resveratrolo

Probabilmente il difetto più grande del resveratolo nel sondare la funzionalità di SIRT1 è la sua mancanza di specificità. Questo polifenolo ha altri target diretti nelle cellule di mammifero, alcuni dei quali identificati precedentemente alla sirtuina, con le proprie potenzialità ed effetti benefici. Ad esempio, alcuni degli effetti cardioprotettivi ed

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antiinfiammatori del resveratrolo possono essere imputati ad una diretta inibizione delle cicloossigenasi [Jang et al., 1997], ed una differente spiegazione degli effetti attribuiti all’attivazione di SIRT1, come l’incremento della biogenesi mitocondriale e dell’ossidazione degli acidi grassi, può esser fornita dalla diretta stimolazione di AMPK [Baur et al., 2006+. Infatti la relazione tra SIRT1 e AMPK è più complessa, dato che l’uno influenza l’altro *Lan et al., 2008; Fulco et al., 2008+, nonostante l’attivazione di AMPK resveratrolo-mediata sia parzialmente indipendente dalla sirtuina (Figura 24) [Dasgupta e Milbrandt, 2007; Baur e Sinclair, 2006].

Figura 24. Effetti metabolici dell’AMP-activated protein kinase (AMPK).

Effetti addizionali direttamente ottenuti dal trattamento con resveratrolo che possono avere importanti conseguenze in vivo includono l’inibizione delle chinasi *Shakibaei et

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al., 1997], del recettore arilico per gli idrocarburi (AhR) [Ciolino et al., 1998], del

recettore dei cannabinoidi (CB1) [Seely et al., 2009+ e l’inibizione della chinone reduttasi 2 (QR2, NQO2) [104], per nominarne alcuni.

Un altro punto da sottolineare è che la biodisponibilità del resveratrolo nei mammiferi è bassa a tal punto che le dosi richieste per attivare SIRT1 in vitro e nelle cellule non sono mai raggiunte, o solo per un breve intervallo, nel sangue in vivo [Gescher e

Steward, 2003]. Questo ha portato ad ipotizzare che siano i metaboliti del resveratrolo

le forme attive della molecola, rendendo irrilevanti i dati ottenuti dalla maggior parte degli articoli pubblicati al riguardo [Goldberg et al., 2003]. Da notare che concentrazioni insufficienti per una stimolazione di SIRT1 possono esserlo anche per influenzare un alto numero degli altri target, o per stimolare AMPK, sebbene riescano ad attivare una ristretta porzione di molecole più affini, come nel caso di AhR, di QR2 e di CB1, efficaci a concentrazioni di polifenolo del nanomolare. Il recettore CB1, in particolare, è interessante poiché è già considerato come un promettente bersaglio farmaceutico nel trattamento dell’obesità e delle relative comorbidità. Il farmaco antiobesità anoressizzante Rimonabant, infatti, come il resveratrolo, è un antagonista di questo recettore [Bifulco et al., 2009]. Anche se questo farmaco è ormai fuori mercato a causa dei suoi importanti effetti collaterali (come l’alta incidenza di disordini psichiatrici) ha dimostrato di incrementare la spesa energetica, la sensibilità insulinica, di sopprimere l’infiammazione e prevenire il cancro, analogamente al resveratrolo. Una differenza è che il Rimonabant diminuisce il senso della fame, conseguenza che non si ha con la somministrazione di resveratrolo, almeno nei topi.

Una soppressione della trascrizione genica AhR-dipendente mediata dal resveratrolo può verificarsi per alcuni dei suoi effetti anticancerogenici ed antiinfiammatori, e questo meccanismo si può anche avere per quanto riguarda gli effetti cardioprotettivi [Savouret et al., 2008]. La funzione di NQO2, e le conseguenze di una sua inibizione sono poco chiare, ma si è visto che bloccare la sua attività può condurre ad una induzione degli enzimi di fase II [Buryanovskyy et al., 2004], osservata in seguito a trattamento con resveratrolo [Hebbar et al., 2005+. L’abbondanza dei target cellulari e delle domande riguardanti la sua biodisponibilità sollevano la possibilità che l’attivazione di SIRT1 possa attuarsi attraverso un meccanismo indiretto, come il

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downstream di uno dei bersagli più affini al polifenolo. Questo richiede ancora molta

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