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Post-Museo ed Educazione degli Esclus

3.4. Le reti di apprendimento dinamico

3.4.1. La teoria della network society

L’integrazione del museo nella comunità locale, la sua azione rivolta ai problemi di interesse collettivo comportano l’attivazione di processi sociali di apprendimento.

L’azione educativa del post-museo è rivolta non solo a sin- goli visitatori, ma a strati di pubblico e a gruppi di persone che

condividono problemi, interessi e progetti. Il museo diviene, quindi, un luogo in cui si costruiscono relazioni funzionali23.

La motivazione, l’informazione, l’acquisizione di nuovi sa- peri di carattere estetico avvengono in modo sistematico all’interno di tali reti (i cui membri, se pensiamo alle comunità di pratiche, sono soggetti che in condizione paritaria si predi- spongono all’apprendimento di temi e interessi comuni). In questo senso le reti sono un insieme di legami tra un gruppo di persone, le cui caratteristiche possono essere utilizzate per in- terpretare i processi di apprendimento delle stesse persone coinvolte (Jütte, 2007). La network society, ovvero la diffusione di strutture reticolari, emerge come caratteristica tipica delle so- cietà moderne, sempre più organizzate in forma di reti aperte ed orizzontali (Castells, 1996). Si tratta di una società in cui la cre- scente differenziazione e divisione del lavoro richiede nuovi meccanismi di controllo e coordinamento tra le gerarchie ed il mercato che rimpiazzino le classiche organizzazioni burocrati- che. Nella network society, i benefici variano a seconda della varietà e intensità dei legami e della qualità delle reti di appar- tenenza. Essi dipendono da fattori, quali la posizione personale

nelle reti e le caratteristiche delle reti (relazionali, funzionali).

La posizione personale nelle reti é principalmente connessa alle possibilità di accesso ed al ruolo che il soggetto riesce ad assumere al loro interno.

Le caratteristiche delle reti dipendono dal modo in cui esse si sono venute a costruire rispetto agli elementi evidenziati. In particolare, per quanto riguarda la qualità delle relazioni, le ca- ratteristiche rilevanti consistono nella reciprocità, nell’omogeneità ed eterogeneità, negli impegni forti e deboli, latenti o palesi, nell’intensità (frequenza dei contatti), nella du- rata (stabilità). Il legame forte comporta impegno di tempo, in- tensità emotiva, intimità, permanenza, reciprocità. Il legame

23 Il tema delle relazioni richiama le teorie delle reti e della network society (Castells,

1996, 2000; Jütte, 2007) che leggiamo in chiave di apprendimento dinamico e riflessivo (Fabbri, 2007). Esse insistono sul fenomeno delle comunità di pratiche (Lave e Wenger, 1990; Alessandrini, Pignalberi, 2011; Alessandrini, 2010; Fabbri, 2007) e richiamano il costrutto del social learning (Bandura, 1977).

debole ha un più basso livello di intensità e di reciprocità (Gra- novetter, 1974).

Per quanto riguarda le caratteristiche funzionali delle reti, si tratta di considerare i contenuti delle relazioni: i valori, lo scambio di risorse, la comunicazione, i saperi, la natura del supporto.

I legami esistenti nelle reti che i musei possono mettere a di- sposizione forniscono ai membri diversi tipi di risorse formati- ve combinate (multiplexity delle relazioni), quali: scambio di in- formazioni, acquisizione di risorse materiali e non, mobilitazio- ne politica, condivisione del potere, solidarietà educativa e non, benchmarking, mutuo supporto in situazioni critiche (Jütte, 2007).

I processi educativi attivati nel quadro delle funzioni di un museo hanno come compito anche la costruzione di reti di ap- prendimento dinamico e trasformativo e la collocazione del nuovo pubblico su posizioni personali che favoriscano ulteriori sviluppi e la realizzazione delle prospettive trasformative attese. La costruzione di reti interessa sia l’esistenza del museo in quanto tale, sia l’espletamento della sua funzione di costruzione di relazioni educative che vedano come soggetti primari il pub- blico dei musei. Questo richiama anche la necessità di conside- rare le regole del dispositivo formativo museale che determina- no le condizioni di esercizio del networking, in quanto defini- scono chi può agire all’interno delle reti di apprendimento, ri- spetto a cosa e a quali condizioni.

3.4.2. Le reti territoriali dei Musei

Le reti (locali e non; formali e informali) di cui i musei sono parte agiscono anche come reti di reciproca formazione e cre- scita. In questa prospettiva, il focus è costituito dalle relazioni che vengono attivate attraverso il lavoro in rete.

La dimensione comunitaria assume un ruolo fondamentale nel processo di ideazione, definizione e sviluppo delle azioni educative in cui ogni attore coinvolto partecipa con proprie esperienze, idee, competenze al processo di creazione e speri-

mentazione diretta di una idea innovativa di contesto accoglien- te, innovativo, inclusivo. Nelle ricerche da noi condotte le reti di relazioni cui partecipano i musei hanno dato evidenza della loro importanza e pervasività rispetto ad obiettivi di accompa- gnamento e supporto a giovani Neet e detenuti nei loro percorsi di crescita, rieducazione e di inserimento lavorativo (Figura 3.2).

Figura 3.2. Reti di relazioni dei Musei (FONTE: Elaborazione dell’Autrice).

La gestione delle reti costituisce il fattore che attiva la fun- zione educativa che il museo può svolgere attraverso ogni tipo di attività e progetto di acquisizione, studio, esposizione, comu- nicazione. Il museo è al centro, ma sarebbe più corretto dire fa parte di una rete di relazioni, locali e non, potenzialmente ricca. La varietà di connessioni, relazioni scoperte, attivate, pro- mosse, che un museo può condividere, ad esempio, con giovani alla ricerca di una occupazione, ovvero alla conquista di un pie- no accesso alla cittadinanza fondata sul lavoro, costituisce un patrimonio raro che può aprire nuovi percorsi di crescita, nuovi progetti di vita professionale, nuove aspirazioni.

Il museo può essere concepito ed agito come un hub in cui il pubblico entra in contatto con l’insieme di organizzazioni, isti- tuzioni, imprese, associazioni con cui il museo è connesso. Es- so ha l’opportunità di conoscere la domanda di servizi, prodotti e di progetti innovativi che l’attore collettivo è in grado di esprimere e richiedere. Sulla base di tale consapevolezza, il giovane può costruire propri percorsi e proprie proposte indivi- duali o di piccolo gruppo per costruire un proprio rapporto con uno o più attori della rete, avvalendosi del supporto assicurato- gli dal museo. Tale supporto non si riduce alla offerta di un luogo di incontro, alla attivazione delle relazioni, all’aiuto nella definizione di un progetto personale di transizione al lavoro. Il museo, infatti, può porre a disposizione anche i propri contenuti culturali e specialistici, i prodotti e le competenze che esso rac- chiude; questo al fine di arricchire di strumenti culturali i pro- getti individuali.

Per questo, il museo può sviluppare azioni volte a: a. creare connessioni con il tessuto locale;

b. studiare il ruolo che, ad esempio, i giovani possono svolgere nella definizione dei percorsi di accesso all’educazione e di transizione al mercato del lavo- ro;

c. sviluppare idee innovative e di progetti di crescita individuale;

d.

definire ed analizzare la tipologia di percorsi diffe- renziati di apprendimento;

e.

definire il ruolo degli operatori museali e supportarli nel percorso di accompagnamento e mentoring.