• Non ci sono risultati.

Retribuzione dei laureati

Nel documento Consorzio Interuniversitario A (pagine 101-106)

4. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE E FORMATIVA DEI LAUREATI DI PRIMO LIVELLO LAUREATI DI PRIMO LIVELLO

4.5. Retribuzione dei laureati

Ad un anno dal conseguimento del titolo il guadagno mensile netto111 dei laureati di primo livello, in termini nominali, è pari in media a 955 euro. Tale valore risulta in costante calo negli ultimi anni (-3% rispetto alla rilevazione 2010; -6% rispetto al 2009; -8%

rispetto al 2008!). Si rilevano inoltre alcune differenze tra chi prosegue l’attività lavorativa iniziata prima del conseguimento del titolo (961 euro; erano 994 nella rilevazione precedente) e chi l’ha iniziata al termine degli studi di primo livello (952 euro; 979 euro dell’indagine 2010). Tale calo, già evidente in termini nominali, si accentua se gli importi vengono rivalutati al valore odierno (Fig.

23)112: in tal caso, le retribuzioni reali risultano diminuite di oltre il 5% nell’ultimo anno (-10% rispetto all’indagine 2008!), senza particolari distinzioni tra chi prosegue il medesimo lavoro e chi ha iniziato a lavorare solo al termine della triennale.

111 Oltre il 96% degli occupati, nonostante la delicatezza dell’argomento trattato, ha risposto al quesito “Qual è il guadagno mensile netto che le deriva dal suo attuale lavoro?”.

112 Le retribuzioni sono state rivalutate in base agli indici ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) al netto dei tabacchi

La prosecuzione della formazione attraverso la laurea specialistica, oltre a ridurre la stabilità contrattuale, determina anche retribuzioni inferiori a quelle di chi è impegnato solo in un’attività lavorativa (Fig. 24): 671 contro 1.097 euro, rispettivamente (erano 673 e 1.141 euro nell’indagine 2010). E ciò risulta tra l’altro verificato in tutti i gruppi disciplinari.

Fig. 23 Laureati di primo livello occupati ad un anno: guadagno mensile netto a confronto (valori rivalutati in base agli indici ISTAT dei prezzi al consumo; valori medi in euro)

Gruppi disciplinari

Differenze retributive si riscontrano anche all’interno dei vari percorsi di studio: come lo scorso anno, guadagni più elevati sono associati ai laureati delle professioni sanitarie e del gruppo giuridico (rispettivamente 1.246 e 1.130 euro), per quest’ultimo dovuto sicuramente all’elevata quota di laureati (68%) che prosegue la medesima attività iniziata prima della laurea.

Esattamente come lo scorso anno, livelli retributivi nettamente inferiori alla media si riscontrano invece tra i laureati dei gruppi geo-biologico, psicologico, letterario, educazione fisica, architettura e linguistico, le cui retribuzioni sono infatti inferiori agli 800 euro mensili; ciò è dovuto in particolare all’elevata percentuale di laureati che studia e lavora, frequentemente impegnati in attività a tempo parziale.

1.119 1.185 1.086 1.064 1.009 955

2005 2006 2007 2008 2009 2010

Anno di laurea

Differenze di genere

Gli uomini guadagnano il 23% in più delle colleghe (1.073 euro contro 872; Fig. 24). Per entrambi, le retribuzioni nominali sono lievemente in calo rispetto all’indagine 2010 (-2% per gli uomini, -3% per le donne). Calo che si accentua ulteriormente se si prendono in esame i redditi rivalutati: in tal caso le retribuzioni sia degli uomini che delle donne hanno subito una diminuzione che si aggira intorno al 5%.

Le differenze retributive di genere risultano confermate sia tra quanti lavorano soltanto (1.011 euro per le donne e 1.222 per gli uomini), sia tra coloro che studiano e lavorano (588 contro 786, rispettivamente).

Fig. 24 Laureati di primo livello del 2010 occupati ad un anno:

guadagno mensile netto per genere, iscrizione alla specialistica e prosecuzione del lavoro iniziato prima della laurea (valori medi in euro)

Resta però vero che le differenze tra uomini e donne si attenuano considerevolmente se si considerano i soli laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano

955 952 945 961 671

1.097 1.073 872

TOTALE Hanno iniziato a lavorare dopo Non proseguono Proseguono Lavorano e iscritti alla spec.

Lavorano solamente Uomini Donne

sempre a favore degli uomini (1.215 euro contro 1.156 delle donne). Tale divario si accentua però in misura significativa tra i laureati dei gruppi giuridico e insegnamento, all’interno dei quali gli uomini continuano a guadagnare oltre il 20% più delle donne.

Un’analisi approfondita, che ha tenuto conto del complesso delle variabili che possono avere un effetto sui differenziali retributivi di genere (percorso di studio, iscrizione alla specialistica, prosecuzione del lavoro precedente alla laurea, tempo pieno/parziale)113, mostra che a parità di condizioni gli uomini guadagnano in media circa 132 euro netti in più al mese.

Differenze territoriali

Le retribuzioni nominali nette dei laureati di primo livello risultano più elevate per gli occupati al Nord, che guadagnano in media 1.001 euro, contro 884 dei colleghi del Sud (+13%).

Circoscrivendo l’analisi ai laureati che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo il conseguimento del titolo e lavorano a tempo pieno il differenziale aumenta leggermente: i primi dichiarano di percepire in media 1.225 euro netti al mese, il 14% in più rispetto ai laureati del Sud, che possono contare su 1.074 euro. Il maggior vantaggio retributivo degli occupati triennali del Nord, con la selezione appena menzionata, risulta tra l’altro confermato in tutti i percorsi disciplinari esaminati: il vantaggio oscilla tra oltre +30% nei gruppi insegnamento, chimico-farmaceutico ed architettura e +9% nel gruppo geo-biologico.

Come si è visto, coloro che coniugano studio e lavoro percepiscono guadagni mediamente più bassi; ciò si verifica in particolare al Sud (sempre isolando coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno:

928 euro contro 1.096 dei colleghi del Nord). Ma gli occupati nelle aree meridionali possono contare su retribuzioni mediamente più ridotte anche se ci si focalizza sulla componente dedita esclusivamente al lavoro (1.102 euro contro 1.238 del Nord).

Da ultimo si evidenzia che le note differenze di genere risultano confermate nella disaggregazione per area di lavoro, accentuandosi addirittura al Sud: con la selezione appena richiamata, il differenziale retributivo è pari al 10% (al Nord è del 3%).

113 È stato implementato un modello di regressione lineare che considera il guadagno in funzione dell’insieme dei fattori sopraelencati.

Settore pubblico e privato

Se si focalizza l’analisi solo su coloro che hanno iniziato l’attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, le differenze retributive tra pubblico e privato sono pari al 18% a favore del primo: 1.357 euro e 1.147, rispettivamente. Tutto ciò risulta tra l’altro confermato in quasi tutti i percorsi disciplinari presi in esame (fanno eccezione i gruppi chimico-farmaceutico, scientifico, ingegneria ed economico-statistico all’interno dei quali hanno guadagni più elevati i laureati assorbiti dal settore privato; si deve però prestare cautela data la bassa numerosità dei collettivi), nonché per tutte le tipologie contrattuali esaminate (ad eccezione dei contratti formativi dove i guadagni più elevati si registrano nel settore privato: +2%).

Da ultimo si osserva che, con la selezione di cui sopra, nel settore pubblico si annullano completamente le note differenze di genere: uomini e donne infatti guadagnano 1.357 euro. Differenze che invece permangono nel settore privato: il differenziale, come nella rilevazione precedente, risulta infatti pari al 7% circa a favore degli uomini occupati.

Ramo di attività economica

Ad un anno dal conseguimento del titolo, pubblica amministrazione, sanità, industria metalmeccanica nonché il settore creditizio offrono le migliori retribuzioni, che superano 1.200 euro netti mensili (nel primo ramo raggiunge quasi i 1.400 euro). A fondo scala, invece, servizi ricreativi, culturali e sportivi, servizi sociali e personali (le retribuzioni medie non raggiungono neppure 650 euro mensili), commercio e pubblicità, comunicazioni e telecomunicazioni (le retribuzioni non superano gli 800 euro).

Naturalmente sul quadro delineato agiscono molteplici elementi, tra cui la diversa incidenza del lavoro part-time, nonché la quota, all’interno di ciascun settore, di quanti proseguono il lavoro precedente alla laurea. Se si circoscrive opportunamente la riflessione ai soli laureati che hanno iniziato l’attuale lavoro dopo il titolo triennale e lavorano a tempo pieno, la graduatoria si modifica leggermente, anche se le prime quattro posizioni, per retribuzioni elevate, restano confermate (anche se in ordine differente).

Qualcosa si modifica invece in fondo alla graduatoria: servizi sociali e personali, ma anche altri servizi alle imprese e commercio scalano diverse posizioni, migliorando di conseguenza il valore della retribuzione mensile offerta ai propri laureati.

Nel documento Consorzio Interuniversitario A (pagine 101-106)