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6. MODELLI PER VALUTARE L’EFFICACIA DELL’INTERVENTO

6.3. MODELLI DI SCUOLA AMERICANA

6.3.1. Reversal – design (modello A–B–A)

Nella sua forma più semplice, il reversal design include tre fasi:

1) Baseline (A). Per costruire la Baseline, durante un congruo intervallo di tempo anteriore all’istituzione di qualsiasi intervento, vengono raccolti con le stesse modalità e strumenti (es. checklist) gli stessi dati che saranno raccolti una volta avviato il programma/intervento. 2) Intervento (B). Viene introdotto il programma o l’intervento, e le informazioni continuano

ad essere registrate regolarmente per un periodo di tempo sufficiente a raccogliere un numero di informazioni statisticamente significativo.

3) Inversione / reversal (A). Durante questa fase si interrompe repentinamente qualsiasi attività introdotta dal programma/processo, mantenendo in essere la sola registrazione dei dati (analogamente a quanto fatto durante la fase di Baseline).

I livelli di performance sono quindi esaminati per vedere come si modificano a seguito degli interventi posti in essere e quindi sono inquadrati nell’ambito del disegno sperimentale tipico del reversal design. Se le prestazioni migliorano notevolmente quando l’intervento è attivo (fase B) e peggiorano durante la successiva fase di inversione, si può affermare che i miglioramenti sono scaturiti dall’intervento implementato, e non da altre variabili estranee.

Quante più volte si dimostra che la prestazione cambia rapidamente quando l’intervento è introdotto e poi quando è rimosso, quanto più fermamente si può argomentare che i cambiamenti sono stati causati proprio dall’intervento attuato.

Figura 73 Classico andamento in un reversal–design ABA: la fase corrisponde alla baseline; durante la fase B viene introdotto l’intervento, e si registra un rapido aumento della percentuale di emissione del comportamento desiderato; durante la seconda fase A l’intervento viene tolto, e si registra una diminuzione delle prestazioni, tornando ai valori della baseline.

Un’estensione del reversal design include, oltre alla baseline (A), all’intervento (B), all’inversione (A), una fase di reintroduzione dell’intervento (B). Quest’ultima fase rafforza l’affermazione che è proprio l’intervento istituito, e nient’altro, a determinare il cambiamento osservato.

Figura 74 Classico andamento in un reversal–design ABAB: dopo la seconda fase A viene nuovamente introdotto l’intervento, determinando un aumento nell’emissione dei comportamenti desiderati.

La fase di inversione è quella cruciale in un reversal design. Senza di essa si ha solo un paragone tra il prima e il dopo (AB design). In questo caso non è possibile stabilire un nesso di causalità tra l’intervento attuato e i cambiamenti registrati, in quanto non si possono escludere altri fattori in grado di portare alle prestazioni osservate (es. modifica al numero di ore lavorate…).

Per implementare un reversal design, si devono raccogliere dati sia durante la baseline, sia quando l’intervento è in funzione, sia quando viene cessato ogni intervento (e tale condizione riporta alle condizioni della baseline). Ad esempio, se il programma coinvolge supervisori che forniscono un feedback quotidiano, tale feedback nella fase di inversione deve essere interrotto. L’inversione è costituita quindi dall’interruzione o rimozione intenzionale del componente attivo del programma, e non deve essere confusa con una situazione nella quale i componenti attivi non sono stati interrotti o rimossi deliberatamente, ma l’intervento sembra che abbia smarrito la sua efficacia.

Sebbene il reversal design permetta da solo di valutare l’efficacia di un programma, la combinazione con un gruppo di controllo fornisce un’ulteriore conferma dell’efficacia di tale metodo. Ad esempio, Hermann27 utilizzò un reversal design ABABAB, in combinazione con un gruppo di controllo, per valutare l’efficacia di una procedura per incentivare la puntualità dei lavoratori in un’azienda manifatturiera. Dodici lavoratori che arrivavano sempre in ritardo furono assegnati al gruppo di trattamento o al gruppo di controllo, in modo casuale (in particolare si scelse la loro posizione nell’elenco del personale dell’azienda). Per il gruppo di trattamento, la baseline e le condizioni di intervento furono alternate per un totale di tre volte. Dopo 12, 24 e 46 settimane fu detto ai lavoratori che avrebbero ricevuto un bonus economico (2 pesos) per ogni giorno in cui sarebbero arrivati puntuali. Durante la fase di ritorno alle condizioni della baseline (dopo 20 e 34 settimane dall’inizio della sperimentazione) fu detto ad ogni lavoratore che il pagamento per la puntualità sarebbe stato sospeso. Emerse che la percentuale di lavoratori puntuali variava in

27 Hermann J.A., de Montes A.I., Dominguez B., Montes F., Hopkins B.L. (1973), “Effects of bonuses for punctuality

funzione delle diverse condizioni in atto: le prestazioni migliorarono marcatamente quando il bonus era disponibile, infatti la media degli arrivi in ritardo si attestò solo su 2.5%, 1.8% e 2.0% durante le tre fasi B del processo. Di contro, durante la baseline e le due fasi di inversione (A), la percentuale media degli arrivi in ritardo fu rispettivamente del 15%, 8% e 6.5%.

D’altro canto, il gruppo di controllo non fu informato della procedura di incentivazione, e non registrò le fluttuazioni di performance mostrate dal gruppo di trattamento.

Uno dei vantaggi del reversal design è che il gruppo di controllo non è strettamente necessario (tuttavia, potendo fornire un’evidenza supplementare dell’efficacia dell’intervento adottato, costituisce un’aggiunta raccomandabile).

Inoltre il reversal design consente di poter esaminare l’andamento dei risultati nel tempo, e fare eventualmente delle opportune revisioni al processo. I dati sono infatti raccolti regolarmente, e quindi, poiché è disponibile un’informazione aggiornata, si può determinare direttamente se un particolare programma sta avendo l’effetto desiderato. Se i programmi non stanno avanzando come auspicato, si possono fare velocemente delle modifiche; non c’è bisogno di aspettare i dati analizzati e interpretati alla fine dell’intero periodo programmato per il test.

Il principale svantaggio di tale modello è che richiede una fase di ritorno alle condizioni della baseline.

Questo limite è particolarmente critico nel caso della sicurezza sul lavoro, cioè quando sono coinvolte condizioni di rischio per la salute delle persone coinvolte nella sperimentazione. Anche se in questo caso il modello reversal design è tecnicamente applicabile, non viene implementato per ragioni etiche. Lavorando per la salute e l’integrità fisica delle persone non è corretto che, una volta raggiunto un elevato standard di comportamenti sicuri, si sospenda l’attività che ne ha consentito il miglioramento con la consapevolezza del ritorno verso condizioni nelle quali si registrerebbero comportamenti non sicuri a livelli pari ai valori iniziali.

In casi come quello della sicurezza sul lavoro dove non è possibile un ritorno alle condizioni della baseline, viene utilizzato il multiple–baseline design.