• Non ci sono risultati.

La ricerca in campo educativo

SPORT, DISABILITÀ E TECNOLOGIE: NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA

1. La ricerca in campo educativo

Lo sviluppo della ricerca ha accompagnato la differenziazione delle scienze umane e sociali nel lungo cammino verso la conquista della loro specificità, cioè di un’autonomia e di uno statuto riconosciuti e riconoscibili. L’avvicinamento della pedagogia al modello scientifico del sapere, avvenuto attraverso un itinerario complesso, non omogeneo e lineare caratterizzato da fasi di arresto, deviazioni e contestazioni, ha visto solo a partire dal Seicento un’evidente rottura epistemologica e una rivoluzione scientifica che nella prospettiva di T. Kuhn192 produsse una svolta epocale nel modo di procedere della conoscenza. Per lungo tempo il pensiero occidentale, infatti, non ha fatto altro che ricercare e formulare leggi per spiegare il mondo attraverso una serie di regole, e nel tentativo di dissipare l’apparente complessità dei fenomeni oggetto di studio, ha eliminato tutto ciò che fosse irrazionale e aleatorio come il disordine e la contraddizione, contribuendo a diffondere nella nostra società un modello di conoscenza oggettivata, statica e assoluta, capace di dominare e controllare il reale.

Questa sistemazione tradizionale del sapere enciclopedico e statico nel suo essere sommativo e quantitativo, si dimostrava inadeguata a ricomporre il quadro delle nuove conoscenze che richiedevano l’individuazione di un metodo di analisi e di

192 Thomas S. Kuhn (1922-1996). Filosofo e storico della scienza. Professore di Storia della Scienza all’Università di Princeton è stato un pioniere nell’affrontare analiticamente il dibattito rispetto ai percorsi della scienza, la quale procede per rivoluzioni, poiché le spiegazioni sono tali e tante all’interno di una struttura, che spesso si imbatte in fenomeni che non riesce a spiegare se non mutando radicalmente se stessa. Tra le sue opere: Kuhn, T. S. (1970). The structure of scientific revolutions. Chicago: University of Chicago Press.

studio della realtà. La fisica galileana193 in campo scientifico e le idee filosofiche di Comenio194, Cartesio195, F. Bacone196 e J. Locke197, anche con l’originalità e la diversità dei propri principi e metodi, superarono la speculazione aristotelica e, mediante l’uso di un metodo razionale del pensiero, allontanarono ogni forma di dogmatismo, di deduzioni generali e sistemi onnicomprensivi, costituendo l’incipit di quella tendenza fondamentale e irreversibile verso una pedagogia scientifica, pedagogia che si organizza come ricerca ed assume un habitus sperimentale rivolto alla spiegazione e alla previsione dei fenomeni educativi. Fare ricerca in campo educativo, dunque, non significava e non significa solo opporsi al dogmatismo all’a- priorismo, alla generalizzazione fondata su dati scarsi e ottenuti in modo sommario, ad opinioni cariche di pregiudizi, a soluzioni pre-confezionate, al conformismo; significa favorire lo sviluppo e la diffusione di nuove concezioni, di tecniche e modi di applicazione, compiere indagini sperimentali su problemi specifici dalla cui soluzione e attraverso il cui raccordo, si tende a fissare un orizzonte scientifico di tutta la problematica educativa.

193 Galileo Galilei (1564-1642). Fisico, filosofo, astronomo e matematico italiano. È considerato uno dei più grandi scienziati dell'epoca moderna. Il suo nome è associato ad importanti contributi in dinamica ed in astronomia ed all'introduzione del metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano). 194 Comenio o Johan Amos Komenskẏ (1592-1670). Teologo e pedagogista ceco. Fu la figura di pedagogista tra le più significative dell'età moderna, con lo scopo di diffondere universalmente l'educazione. Egli sosteneva che il fine dell'educazione è la formazione dell'uomo sia nella vita spirituale che in quella civile. Sosteneva che “educare è vivere”, che prima di agire bisogna imparare e che per educare bisogna avere una chiara visione degli scopi da perseguire e del metodo con cui l'insegnamento deve essere impartito.

195 Renè Descartes (1596-1650). Filosofo, scienziato e matematico francese. Noto anche con il nome italianizzato di Cartesio, è considerato uno dei fondatori del pensiero moderno. Il suo celebre motto cogito ergo sum (penso dunque sono) fu il punto di avvio per la formulazione dei principi su cui per molto tempo si è basata la conoscenza scientifica. Descartes dimostra il dualismo delle sostanze tra mente e corpo, presupponendo una separazione degli attributi tra pensiero ed estensione.

196 Francesco Bacone (1561-1626). Filosofo, politico e saggista inglese. Ha orientato la sua riflessione nella ricerca di un metodo di conoscenza della natura ed è considerato tra i pionieri del metodo induttivo e della logica scientifica. Autore del Novum Organum, opera grandiosa nella quale il filosofo proponeva di rinnovare l’impianto della logica aristotelica e gli strumenti della scienza.

197 John Locke (Wrington, 1632 – Oates, 1704) è stato un importante filosofo britannico della seconda metà del '600 ed è considerato il padre dell’empirismo moderno. Tra le sue opere: Epistola sulla tolleranza (1689), Due trattati sul governo (1690), Saggio sull'intelletto umano (1690), Condotta sull'intelletto, Esame di Malebranche, Pensieri sull'educazione (1693), Saggi sulla ragionevolezza del cristianesimo (1695-1697).

Il sistema sociale nel quale viviamo con la sua complessità, necessita di una ricerca e di una scienza educativa che alla casualità lineare del metodo semplicistico per anni garanzia di certezza, sostituisca l’idea di un sapere dinamico, aperto a possibili e continue ridefinizioni epistemologiche, che a partire da un approccio multidimensionale alla realtà, ne colga la vera essenza, ne consideri tutti gli aspetti senza mai trascurare gli elementi di incertezza e variabilità. Non si tratta di discutere sul ruolo o sul valore della scienza che è sempre capace di fornire una chiave di lettura della realtà, ma di accogliere la categoria della possibilità chiedendosi quali e quanti rapporti e/o legami possano esistere e tenere uniti aspetti di dimensioni fenomeniche che il passato ha considerato separatamente198.

Molti degli approcci teorici che negli anni hanno caratterizzato la ricerca didattica hanno complessivamente inesplorato le potenzialità di alcuni settori come quello motorio, sottovalutando, nel contempo, la straordinarietà e la ricchezza dell’essere umano nel suo essere mente e pathos, corpo, movimento, emozione e cognizione, entità biologica e sociale.

Il punto di partenza della ricerca in educazione e nel settore motorio e sportivo è rappresentato dalla volontà di comprendere i fenomeni educativi a partire dalla complessità dell’uomo al fine di contribuire all’efficacia delle attività di insegnamento ed allargare l’offerta formativa, evitando di rappresentare solo uno strumento di ricognizione ed analisi dei problemi.

198

Cfr., Morin, E. (1983). Il metodo. Ordine, disordine, organizzazione. Milano: Feltrinelli. Edgar Morin (1921). Sociologo e filosofo francese. Studioso versatile e attento al dibattito sul metodo nell’epistemologia contemporanea. Attualmente, dirige il Centre national de la recherche scientifique ed è condirettore del Centre d’études transdisciplinaires dell'École des hautes etudes en sciences sociales. Con Il metodo (1977-1991) inaugurò un ambizioso programma di ricerca che trova nella nozione di complessità il fondamento di una nuova prospettiva del sapere capace di superare la parcellizzazione della scienza contemporanea. Tra le altre opere: Il paradigma perduto (1973), I sette saperi necessari all'educazione del futuro (1991), La testa ben fatta (2000).