Durante i suoi 15 anni di attività, il Centro ha realizzato una serie di programmi di ricerca multidisciplinari sui principali temi di ricerca europei relativi alle aree montane d’Europa. Attualmente, i gruppi di ricerca che continuano la loro attività all’interno della Fondazione Edmund Mach si occupano di ecologia forestale, ecologia della fauna selvatica ed epidemiologia, ecologia molecolare e genetica e sviluppo sostenibile.
Le attività di ricerca in ecologia forestale sono incentrate principal- mente sulle interazioni vegetazione-atmosfera e sulla struttura e funzionalità del suolo. In particolare, sono analizzati gli scambi di energia e di gas (C, N e acqua) tra gli ecosistemi terrestri e l’atmosfe- ra anche attraverso modelli biogeochimici. Lo studio del bilancio del
carbonio a livello regionale (protocollo di Kyoto) è completato attra- verso l’utilizzo di dati inventariali e immagini telerilevate e LiDAR. Il Centro ha pianifi cato e realizzato l’inventario forestale regionale del carbonio forestale e ha raccolto i dati provinciali dell’Inventario Nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio. Collabora con il Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità delle foreste di Verona-Bosco della Fontana, in progetti di ricerca sul telerilevamento, misure di LAI e della biodiversità. Il gruppo ha preso parte a diversi progetti UE (IV, V e VI Framework) sugli effetti dei cambiamenti di uso del suolo e climatici sui cicli del carbonio e dell’azoto (ECOMONT, CARBOMONT, CARBOEUROPE-IP, NITROEURO- PE-IP). Inoltre è partner del progetto nazionale per il bilancio del carbonio (CARBOITALY).
Le attività di ricerca sull’ecologia della fauna selvatica e sull’epide- miologia sono focalizzate in particolare sulla demografi a e sul com- portamento della fauna alpina, sull’ecologia ed epidemiologia delle malattie emergenti e sulla interazioni ospite-parassita nelle popola- zioni naturali. Il gruppo interdisciplinare di ricerca include veterinari, biologi, biologi molecolari, matematici e forestali. Il gruppo ha con- dotto ricerche sul comportamento del capriolo e di altri mammiferi selvatici, sulle dinamiche e modellizzazione delle interazioni ospite- parassita in specie alpine, sulla epidemiologia di malattie trasmissi- bili dalla fauna selvatica all’uomo nonché sul ruolo funzionale della biodiversità in relazione ai rischi di diffusione e introduzione di nuovi patogeni in popolazioni autoctone della fauna selvatica e in persone che vivono nelle Alpi. Il gruppo è inserito all’interno di una rete inter- nazionale di ricerca in queste tematiche. Un importante successo di questa cooperazione è stata la pubblicazione del libro “The Ecology of Wildlife Disease” (Eds. Hudson et al., 2002). Il gruppo è anche part- ner di un progetto integrato della Comunità europea “EDEN” Emerging Diseases in a Changing European Environment: (http://www.eden- fp6project.net/).
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| DIPARTIMENTI | CENTRO DI ECOLOGIA ALPINAIl gruppo di ricerca in genetica ha realizzato diversi progetti di eco- logia molecolare volti a comprendere i fattori biotici e abiotici che condizionano l’attuale distribuzione della variabilità genetica e le strutture di popolazioni naturali, sia a livello di popolazione che di comunità.
L’interesse di questo gruppo si estende dallo studio della storia evo- lutiva e demografi ca delle popolazioni all’analisi dei processi di adat- tamento. Per comprendere i processi che condizionano l’attuale crisi di biodiversità, il gruppo di ricerca è impegnato in progetti volti a ricostruire le relazioni fi logenetiche e fi logeografi che a livello mole- colare in taxa chiave che vivono in uno dei più importanti hotspot di biodiversità a livello mondiale (Tanzania orientale).
Per analizzare come la diversità genetica sia cambiata nel tempo, è stato recentemente costituito un laboratorio dedicato alla analisi del DNA antico, DNA cioè estratto da esemplari museali. Nel 2003 il grup- po ha organizzato il seminario internazionale ‘Population Genetics for Animal Conservation’. Il risultato di questo incontro è stato pubblicato in un volume edito dalla Cambridge University Press.
Il gruppo di ricerca “Ecologia Umana e valorizzazione del territorio” ha una consolidata esperienza iniziata con la creazione del Centro stesso. La crescita del gruppo di ricerca ha portato il CEA a sviluppare specifi - che attività nell’ambito di progetti pluriennali, con il sostegno di isti- tuzioni, della PAT, del governo italiano e dell’Unione Europea. In par- ticolare, dal 2003 con l’attivazione del progetto istituzionale “Modelli di sviluppo sostenibile per le comunità marginali del Trentino” l’attivi- tà di ricerca si è concentrata sull’analisi socio-antropologica per favo- rire lo sviluppo economico del territorio, promuovendo la creazione di un archivio di dati relativi agli aspetti culturali e socio-economici delle popolazioni alpine di grande valore.
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Ecologia Umana rappresenta un approccio ulte- riore all’ecologia che ha l’obiettivo di esplorare l’infl uenza non solo degli uomini sull’ambiente ma anche di quest’ultimo sulle loro preferenze e sulle strategie adottabili. Nata negli anni Venti, l’Ecolo- gia Umana consiste in “uno studio delle relazioni spaziali e temporali dell’agire umano come infl uen- zato dalle forze selettive, distributive e accomo- danti dell’ambiente” (McKenzie, 1925). In tempi più recenti essa può essere ricondotta ai “sistemi socio- ecologici” (Berkes e Folke, 1998), basandosi su una comprensione di tipo olistico di questi sistemi che punta a sviluppare delle soluzioni pratiche verso i cambiamenti attivi su scala globale.ne alle alterate condizioni e gli effetti imprevedibili delle dina- miche (co)evolutive. Considerato che non esistono percorsi lineari legati a qualsiasi visione sociale, né la possibilità di eliminare sor- prese ed incertezza, si dovran- no ottimizzare gli elementi e le funzioni in grado di mantenere la capacità adattiva dei sistemi, andando così ad identifi care le soglie critiche e la natura delle connessioni esistenti tra i diffe- renti sotto-sistemi.