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La terza richiesta fu fatta dal comune di Teano (Caserta), che voleva affidare il Ginnasio con il Convitto ai Salesiani. 112 Non vi sono le lettere che documentano

l’ini-ziativa del comune di Teano, ma secondo il racconto delle Memorie Biografiche, il marchese Dal Pezzo, consigliere provinciale a Napoli e presidente delle Associazioni cattoliche, con una raccomandazione del card. Bartolomeo D’avanzo,

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vescovo di Calvi e Teano, perorò la richiesta del comune presso il procuratore generale della

110 ASC F 986 Montecalvo Irpino, lett. Cucci - Bosco, Roma S. Pietro in Vincoli, 25 set-tembre 1880; FDB mc. 164 A 2/3.

111 Ib., lett. Ezechiele da Montefalcione - Rua, Casalbore 17 ottobre 1894; FDB mc. 164 A 4.

112 MB XIV 662-664; N. NANNOLA, Don Bosco e l’Italia Meridionale…, pp. 23-26.

113 Card. Bartolomeo D’Avanzo, nato ad Avella (Avellino) il 3 luglio 1811, fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1834; dottore in teologia presso l’Università di Napoli il 28 settembre

congregazione salesiana a Roma, don Francesco Dalmazzo,

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che informò don Bosco. Questi il 15 luglio 1880, scrivendo al procuratore in merito alla chiesa del S.

Cuore a Roma, aggiungeva: “Per la casa di Teano ci troviamo imbarazzati per difetto di personale. Tuttavia tra dimani e postdimani faremo passare a rassegna caecos et

claudos e domenica a sera nel Capitolo faremo il possibile ed anche l’impossibile per

appagare chi ha riposta tanta fiducia nei Salesiani”.

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Si dovette prendere la deci-sione di inviare don Dalmazzo a Teano per rendersi conto del luogo e per incontrare le persone interessate.

Il procuratore, infatti, andò a Teano e da lì il 5 agosto 1880 scrisse una interes-sante relazione a don Bosco con notizie sulla città, sul clima, sulla pulizia, sui generi alimentari, sul luogo da destinare alla fondazione, sulle condizioni economiche, sul-l’accoglienza dei cittadini e loro desiderio di avere i Salesiani. La proposta a don Dal-mazzo sembrò conveniente non solo per la possibilità di esplicare la missione educa-tiva della congregazione, ma anche perché Teano poteva essere una tappa intermedia tra Roma, Napoli e la Sicilia. Ed ecco il testo della relazione:

“Veneratissimo D. Bosco da lunedì sera mi trovo a respirare aure più miti in questa città chiamatovi dalle graziose e replicate insistenze di questo Municipio e condottovi dall’or-dine ricevuto dalla P. S. per mezzo di D. Durando. In questi giorni ho corso il paese, vi-sitando ogni cosa e ossequiato le autorità religiose e civili. Studiai le condizioni etnogra-fiche economiche e morali del medesimo ed eccole senz’altro il giudizio ch’io posso dare a volo di uccello prima di partire alla volta di Roma.

È Teano città antichissima con castello feudale, e per una smemorataggine di Carlo III, titolo principesco del Duca Caietani di Sermoneta e ad un tempo d’un altro principe te-desco che si contendono presentemente i diritti e i blasoni. Sta a cavaliere d’un colle e poco dista dall’Appennino, che le fa vaga corona e poco eziandio dal mare a cui non è abbastanza vicino per specchiarvisi dentro né tanto lontana da non poterlo vedere, se il cielo è sereno. E Teano è un bel sorriso di cielo... quando sorride. Pretendono che la città sia bella, e lo sarà relativamente al brutto e al deforme dei sobborghi da cui è assiepata, che a lei recano il tributo di ossequio. Alcuni vogliono che ella sia città greca. Ma se greco è sinonimo di bello mi pare allora un greco un po’ scismatico, se sinonimo di falso, per concessione di molti de’ cittadini stessi, Teano è greco-ortodossa. Mutatis mu-tandis è Lanzo Torinese. Di questa più ampia ma di lei più sporca. La pulizia urbana è affidata ai venti più o meno impetuosi che, fedeli all’impegno con un certo ordine si suc-cedono e vi mantengono un’aria saluberrima e un appetito invidiabile.

Avvi una stupenda Cattedrale ristorata dalle fondamenta dal Card.le D’Avanzo. Vi sono pure molte Chiese senza ordini religiosi. Abbonda poi il Clero secolare che ciurla un po’

nel manico, ond’è che sicut populus sic et sacerdos. Il Cardinale è costretto a far venire i Liguorini, pei quali comperò un convento, perché il popolo si confessi, e si confessa semprecché vengono sacerdoti forastieri.

1842, insegnò teologia dogmatica e lingua ebraica nel seminario di Nola; su proposta del Re delle Due Sicilie, venne nominato vescovo di Castellaneta e consacrato a Roma il 28 marzo 1852; trasferito alla diocesi di Calvi e Teano il 13 luglio 1860, fu nominato vescovo assistente al soglio pontificio il 13 novembre 1866 e creato cardinale da Pio IX il 3 aprile 1876; morì ad Avella il 20 ottobre 1884; cf HC VIII 21, 174, 190; cf anche Giovanni BOSCO, Il più bel fiore del Collegio Apostolico ossia la elezione di Leone XIII con breve biografia dei suoi elettori, in OE XXX [215-217].

114 Cf n. 108.

115 E III 608.

La nostra venuta sarebbe accolta con plauso da tutti i ceti e me lo dice l’entusiasmo desta-to in questi pochi giorni. Il locale destinadesta-to per noi è l’antico Seminario: di cui un quardesta-to appartiene tuttavia al corso teologico. Credo però che venendo noi il Card.le è disposto a fare cessione con locazione simulata tanto per mantenere vivi i suoi diritti. Egli d’altron-de possied’altron-de a distanza d’una mezz’ora altro seminario nella città di Calvi e d’altron-del primo as-solutamente non abbisogna. Il fabbricato ad uso di collegio è capace di ben 60 alunni e tan-ti ve ne furono. Coll’aggiunta accennata un’ottantan-tina. È però suscettan-tibile di aumento, sia fabbricando un altro piano che porterebbe, sia comprando nelle adiacenze, ove sono case e terreni vendibili. È fuori della città e prospetta in amena vallata e nello stesso tempo è at-tiguo alla Cattedrale. Il cortile non è tanto ampio né vi sono giardini. I cameroni sono spa-ziosi e tuttocché, a mio credere, non troppo saviamente disposti, atti allo scopo prefisso.

Il collegio fin dal primo anno sarebbe pieno di giovani. Il contingente solo del paese 12 mila abitanti sarebbe sufficiente. Vi si aggiungano i forastieri, ché tra Roma e Napoli non avvi che il Collegio di Montecassino con rette mensili troppo elevate.

Tuttoché io dica a tutti, che per ora non si sa ancora se verremo, vengono ogni giorno de’

genitori per accettazioni. Vollero pormi per iscritto le basi del contratto o dirò meglio, pro-curai le mettessero, senza averne l’aria. Dalle medesime vedrà le convenienze ed io le cre-do grandi, poiché astraencre-do che per noi potrebbe essere luogo di fermata tra Roma e Na-poli e Sicilia, la retta mensile è abbastanza alta, il sussidio discreto e l’alimentazione a buon prezzo. Il paese non ha importazioni di sorta ed abbonda di tutti i generi alimentari.

Il pane eccellente è a 25 c.mi il K.mo, il vino migliore, che è buono, a 40 c.mi il litro. Tut-ti gli altri generi relaTut-tivamente bassi. E se avvi convenienza pecuniaria si ha tanto più per lo scopo che noi ci prefiggiamo di salvare delle anime. Ma di questo a suo tempo che trop-po mi resterebbe a dire sulla moralità di questo luogo ove molti son vestiti sol di se stessi.

Sperava che il mio rendiconto della gita a Teano Le giungesse almeno venerdì scorso e sarà molto se giungerà domani. Attendeva mi si rimettesse il piano di accomodamento e le indicazioni a cui siamo invitati attenerci e con rincrescimento nemmeno oggi dopo otto giorni che ripartii da Teano sono in grado di consegnarlo alla posta. Vollero fare una cosa in piena forma colla sottoscrizione dei consiglieri ed in ciò la ragione del ritardo.

[Dopo aver parlato di altri argomenti, la lettera si chiude così:] A Teano qualcheduno certo bisogna mandare secondo la promessa fatta”.116

Il 13 agosto 1880, infatti, il sig. Guelani Genovese per il comune di Teano tra-smise a don Dalmazzo un primo compromesso: “Pregiomi farle tenere copia dell’in-ventario dei mobili esistenti in questo Ginnasio. Le rimetto l’atto di compromesso adempito come Lei favoriva indicare a questo Signor Sindaco. Faccia buon viso agli auspici che questo Municipio Le presenta per mio mezzo”.

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Il vero problema, tuttavia, era la penuria del personale. Per andare incontro alle pressanti richieste don Bosco dovette pensare ad una soluzione temporanea. Il 15 set-tembre 1880 inviò il marchese Dal Pezzo, che agiva per conto del comune di Teano, presso mons. Santo Masnini a Casale con il seguente biglietto di presentazione:

“Car.mo Rev.mo Monsig. Masnini, il Sig. March. Dal Pezzo a mio nome deve trattare un affare con V. S. Car.ma. Faccia in modo di venir ad una buona conclusione e farà un gran piacere al Card. D’Avanzo. Dio benedica le nostre imprese”.

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La soluzione

116 ASC A 140 Lettere a don Bosco, Dalmazzo - Bosco, Teano 5 agosto 1880; FDB/2, mc.

2638 C 3/8. La lettera è stata edita da N. NANNOLA, Don Bosco e l’Italia Meridionale…, pp. 48-50.

117 ASC G 000 Teano, lett. Genovese - Dalmazzo, Teano 13 agosto 1880; FDB mc. 182 A 11/12.

118 E III 625.

temporanea che si trovò fu quella di inviare per tre anni a Teano come direttore del Ginnasio il professore don Giuseppe Manfredi, canonico di S. Ambrogio a Milano, con la facoltà di reperire il personale necessario. La proposta fu accettata dal comune di Teano. Il Manfredi, però, prima di iniziare voleva che fosse firmata la convenzione o almeno un documento ufficiale da parte di don Bosco.

Il 27 settembre 1880 don Dalmazzo sollecitava l’invio, se non del compro-messo, almeno di una lettera ufficiale da Torino:

“Venerat.mo Padre, il Can.co Manfredi attende da Lei le carte del compromesso di Teano più una lettera sua di accompagnamento che lo autorizzi a valersi del medesimo per lo spazio di tre anni, cioè fino a che la Congregazione Salesiana possa alle medesime con-dizioni rilevarlo. Lavorò e lavora attivamente per trovare professori. Tre sono trovati e spera presto averne altri. La prega poi per mezzo mio di fargli pervenire al più presto detta lettera a Milano Via S. Ambrogio, n. 29. Se il compromesso dovesse spedirsi anche con qualche ritardo vi si rassegna; ma urge abbia tra mani un documento che lo autorizzi ad aggiustarsi i professori immediatamente”.119

Poiché vi erano dei ritardi nel chiudere le trattative si diffusero voci di critica

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