di-cembre 1884 il canonico Almarino Guerra scrisse a don Bosco per raccomandare la proposta del sac. Giuseppe Maria Camele, di cui trasmetteva la lettera e che più volte gli aveva scritto. Diceva il canonico Almarino:
“Ven.mo D. Bosco, un dotto e zelante sacerdote (D. Giuseppe M. Camele) col quale sono in relazione da assai tempo, desiderò il mio avviso sopra un Collegio ed Ospizio da erigersi in Lagonegro (Basilicata).
Senza entrare in particolari, mi permetto mandarLe l’ultima lettera da esso scrittami, dalla quale la S. V. intenderà in complesso le condizioni, che mi sembrano favorevoli al buon desiderio dell’istituzione, altro io non posso aggiungere se non la mia preghiera perché sia ridotto ad effetto.
Quando V. S. R.ma abbia deliberato ciò che crede in Domino, La prego di farmene con-sapevole, acciocché possa riferirlo allo stesso degnissimo sacerdote.
Mi raccomando vivamente alle preghiere della S. V. e della sua Congregazione, giacché tribulationes meae multiplicatae sunt, e ho bisogno di molto aiuto. Le bacio
riverente-194 Durante il pontificato di Pio X, nel maggio 1907, era stato pubblicato il Programma ge-nerale di studi per i seminari maggiori e minori e, nel gennaio 1908, i programmi scolastici erano stati integrati dalle Norme per l’ordinamento educativo e disciplinare, che costituivano un regola-mento interno per i seminari; cf Maurilio GUASCO, Seminari e clero nel ’900…, pp. 25-44; 238-244.
195 ASC F 979 Gerace, lett. Delrio - Rua, 6 maggio 1908; FDB mc. 152 A 7/9.
mente le mani e sono lieto di questa felice occasione per rinnovarLe i sentimenti di ve-nerazione e di affetto.
P.S. Raccomando alla sua preghiera mio nipote che era in Collegio a Varazze, il quale ne abbisogna assai”.196
La lettera del sac. Giuseppe Maria Camele, inviata al canonico Almarino Guerra il 10 dicembre e da questi trasmessa a don Bosco, diceva:
“Ve.mo Sig. Canonico, nel fascicolo di questo mese saranno annunziate sul Monit[ore]
Ecc[lesiastico] le belle opere di V. R., giusto i suoi comandi.
La ringrazio di quanto mi scrive; e già sono deciso ad affidare a quella provvidenziale Congregazione di D. Bosco il Collegio e l’Ospizio che ho in animo promuovere qui, se egli, come V. S. mi fa sperare, accetterà. E dacché Ella mi dice che lo conosce molto bene, io Le chiedo il favore di domandargli Ella medesima se e quando potremo vedere attuate le nostre brame. Sarebbero queste le condizioni.
Noi daremmo il locale, e un assegno di £. 4.000 annue dalla Congrega di Carità e dal Municipio. Altre £. 5.000 annue dalla Provincia son quasi certe, pel Collegio, essendo già messe nel bilancio provinciale a favore di chiunque aprirà qui un Ginnasio, ed essen-domi assai benevoli il Sottoprefetto ed i Consiglieri provinciali. Forse si avrà anche per l’Ospizio qualche sovvenzione dalla Provincia.
La direzione e l’amministrazione del Collegio e dell’Ospizio si lascerebbe interamente ai Salesiani. I quali dal canto loro dovrebbero mantenere l’Oratorio festivo pei giovanetti, l’Ospizio con l’insegnamento di arti e mestieri per gli orfanelli, ed il Ginnasio pei giova-netti di famiglie agiate, con l’insegnamento in piena regola secondo i programmi gover-nativi, ad evitare ogni possibilità di molestie. Il quale insegnamento è necessario sia dato ottimamente; senza di che il Ginnasio resterebbe deserto: atteso che, massime nel nostro Circondario, i padri dei collegiali sono in gran parte persone istruite, e che vogliono ve-dere chiaro e consive-derevole il progresso dei loro figliuoli. Amano bensì che questi siano educati cattolicamente, ma più vogliono che siano istruiti molto bene. Talché se non veg-gono questa seconda cosa, gli allogano dove questa si ha con tutto che non si abbia la prima! Onde, se gli esami non riescono soddisfacenti, tosto mutano collegio. È un ragio-nare storto; poiché certo dovrebbonsi accontentare di una istruzione anche men che me-diocre, e congiunta con buona educazione religiosa, anziché preferire ottima istruzione senza buona educazione nel s. timore di Dio. Ma che possiamo farci?
È questo appunto il mio scopo precipuo: promuovere la fondazione di un collegio, dove mentre si educhi davvero cristianamente, non vi si desideri l’istruzione (veramente clas-sica) di certi collegi in cui la religione è quasi del tutto dimenticata. Io vo’ supporre che gli insegnanti Salesiani sian tutti buoni. Ma tra i buoni ci ha i migliori; e fra questi chiedo che vengano scelti pel collegio di Lagonegro.
D’altra parte noi siamo contenti che si cominci anche da qui a due o tre anni, e che si cominci anche con due sole classi, o due elementari (3 e 4) e le prime due, od anche solo la prima ginnasiale, da aumentarsi di un’altra in ciascun anno, fino al compimento del Ginnasio, e, se Dio benedirà, anche del Liceo. Spero perciò che non si vorrà rigettare la domanda per cagione di questa necessità in cui ci troviamo che si dia una buonissima istruzione; s’intende poi che il profitto è sempre in proporzione delle disposizioni di ciascun alunno.
Oh! Quanto bene potranno far qui quei benedetti Salesiani. Stiamo in terreno fertilis-simo, ma scarso molto di veri operai! Quante vocazioni ecclesiastiche potranno svilup-parsi nel Collegio e nell’Ospizio. Piaccia al Signore concederci tanta fortuna.
196 ASC F 981 Lagonegro lett. Guerra - Bosco, 12 dicembre 1884; FDB mc. 154 B 3/4.
Ho palesata l’idea alle autorità ecclesiastiche e civili, e tutte approvano e favoriscono.
Non manca che l’assenso di D. Bosco, per cui interponiamo anche la mediazione della S.
V. zelantissima. Il Signore ne la rimeriti, ed Ella mi creda il più devoto ed affettuoso dei suoi servi. Giuseppe M. Camele.
P.S. Se la S. V. è abbastanza sicura che i Salesiani insegnano bene, può far di manco di esprimere il mio desiderio nel domandare a D. Bosco se accetterà il nostro invito; spe-cialmente se è a temere che, credendoci troppo esigenti, avessero a non accettare. Mi ri-metto interamente alla prudenza e carità di V. S. Ma sono quasi pentito di aver scritto a quel modo; perocché se sono uomini di Dio, come sono in realtà, non può essere che non insegnino con amore e pazienza e quindi con profitto anche letterario degli alunni. Al più, dopo che avranno accettato e quando saranno prossimi a venire, li pregheremo a scegliere i professori tra i più abili. Faccia perciò V. R. ogni opera perché accettino, ed il resto verrà man mano.
Può assicurare che Lagonegro è una cittadina piccola, ma fornita di tutto. L’aria è stupen-da, l’acqua ottima; onde tutti i forestieri che ci vengono, vi migliorano sensibilmente in sa-lute. I viveri abbondanti ed a prezzi discreti. L’indole degli abitanti docilissima. Insomma questa casa dei Salesiani potrà essere centro di un bene immenso per questi luoghi. E chi sa di quante altre fondazioni e vocazioni alla Pia Società potrà essere occasione?
Appena Ella mi farà intendere che D. Bosco non è alieno, farò scrivergli dal nostro santo e dotto Vescovo197per la domanda formale, e se V. S. crede, anche dal Sindaco e dalla Congrega di Carità.
Se si desiderano altre informazioni su Lagonegro, possono domandarsi a Mons. Casi-miro Gennari Vescovo di Conversano (Bari),198Direttore del Monit[ore Ecc[lesiastico], o al Rev.mo P. D. Saverio Fiego, Procuratore Generale dei Pii Operai S. Giuseppe alla Lungara Roma.
Fo voti che V. S. carissima si occupi subito di tal affare e con felice esito. Di nuovo La ringrazio quanto so e posso. Preghi per me. G. M. Camele”.199
Nel 1887 il vescovo di Policastro, mons. Giuseppe Maria Cione,
200rinnovò la richiesta. Il collegio-convitto, in realtà, era stato fondato, ma la scarsezza di personale
197 Mons. Giuseppe Maria Cione, nato a Bagnoli Irpino (Avellino) l’11 gennaio 1826, fu ordinato sacerdote il 24 marzo 1849; uditore episcopale della diocesi di Nusco (Avellino) dal 22 settembre 1860 al 24 aprile 1870, vicario generale della diocesi di Oppido l’11 ottobre 1871, venne nominato vescovo di Policastro il 23 febbraio 1872 e vescovo assistente al soglio pontificio il 6 dicembre 1892; morì nel 1898; cf HC VIII 461.
198 Mons. Casimiro Gennari, nato a Maratea (Potenza) il 29 dicembre 1839, fu ordinato sacerdote il 21 marzo 1863; direttore del giornale Monitore Ecclesiastico, venne nominato ve-scovo il 13 maggio 1881 e consacrato il 15 maggio; fu nominato assessore del S. Ufficio il 15 novembre 1895 e canonico della basilica Vaticana il 20 marzo 1897; trasferito alla diocesi tito-lare di Naupactus nell’Epiro il 6 febbraio 1897, fu creato cardinale il 15 aprile 1901; morì a Roma il 31 gennaio 1914; cf HC VIII 41, 224, 404.
199 ASC F 981 Lagonegro, lett. Camele - Guerra, 10 dicembre 1884; FDB mc. 154 B 5/10.
200 Mons. Giuseppe M. Cione era già stato in relazione con Torino allorché nel 1879 re-stituì i biglietti della lotteria che gli erano stati inviati, avendone trattenuto uno solo, con questa lettera: “Ragguardevole Signore, ho preso per mia divozione un biglietto, e le accludo il costo insieme con gli altri 24, che non riesce possibile collocare in questa Diocesi rurale e poveris-sima, che a grande stento mantiene le sue Chiese ed i suoi Sacerdoti, sforniti tutti di ogni ren-dita. Mi compatisca dunque e mi creda sempre suo devotissimo Giuseppe M. vescovo di Poli-castro”; cf ASC A 439 Lettere a don Rua, lett. Cione - Rev. Signore, Policastro 24 giugno 1879; FDR mc. 3834 E 7.