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La risposta negativa bloccò nuovamente l’iniziativa, ma prima nel 1910 e poi nel 1920 da Muro Lucano pervennero a Torino altre richieste per avere i Salesiani nel

seminario della diocesi. L’esito, però, entrambe le volte fu negativo.

9. S. Agata dei Goti (1881)

La seconda richiesta di fondazione del 1881 fu avanzata dal vescovo della dio-cesi di S. Agata dei Goti (Benevento), mons. Domenico Ramaschiello,

134

che chiese aiuto per il suo seminario. Il 6 settembre il vescovo scriveva a don Bosco:

“Questo Municipio di S. Agata dei Goti per grazia speciale del Santo nostro protettore Alfonso De’ Liguori è venuto nella determinazione di sovvenire il mio Seminario ed a mezzo del Collegio ha avuto promessa che se almeno si aprisse in questo nuovo anno

132 ASC F 987 Muro Lucano, lett. Capone - Bosco, Muro 21 gennaio 1881; FDB mc.

166 A 2/4.

133 Ib., lett. Capone - Rua, Napoli 9 aprile 1899; FDR mc. 3097 C 5/6.

134 Mons. Domenico Ramaschiello, nato a Nocera (Salerno) il 16 ottobre 1813, fu ordi-nato sacerdote il 20 maggio 1837; economo curato della parrocchia S. Matteo e poi canonico della chiesa cattedrale di Nocera dal 18 novembre 1842, si dimise il 21 settembre 1846 per an-dare in missione; nominato vescovo di S. Agata dei Goti il 22 dicembre 1871, venne consa-crato a Roma; morì a Nocera il 22 gennaio 1899; cf HC VIII 80.

scolastico con tre professori autorizzati per le Ginnasiali, otterrebbe il pareggio. Avendo saputo che la S. V. tra le tante opere si occupa pure di far conseguire ai Sacerdoti questa voluta autorizzazione civile, la prego propormi due professori Sacerdoti, e nello stesso tempo farmi conoscere quanto sarebbe lo stipendio. Son sicuro ch’Ella fra le tante ri-chieste preferirà questa di me indegno successore di S. Alfonso. Tanto più che senza il sussidio del Municipio io non avrei potuto sopportare una tale spesa ed il Seminario già ridotto a pochi individui si chiuderebbe. Non voglio credere che la S. V. permetta che vada perduto un sussidio spontaneamente offerto”.135

Alla risposta interlocutoria del 12 settembre che seguì, il vescovo fece rispon-dere dal cancelliere della diocesi, can. Pietro, che il 22 settembre scriveva:

“Rev.mo Sig. Professore e Direttore, per incarico di Mons. R.mo rispondo alla sua del 12 ringraziandola dell’impegno assunto di trovare Sacerdoti approvati pel Ginnasio, e nello stesso tempo premurandola a fare la grazia a Monsignore dei due Professori che domanda-va, ai quali può anche promettere vitto, letto, e servitù; e pel salario Monsignore si aggiu-sterà! Oggi che il Municipio è tanto largo, bisogna profittare: Monsignore perciò trovasi ora nella necessità della transazione: pel venturo anno però, a Dio piacendo, fin da ora a mez-zo mio domanda due Salesiani a Don Bosco, ed è sicuro che farà questa grazia alla Dioce-si di S. Alfonso, per ora attende da S. R. i professori Sacerdoti di sua conoscenza”.136

Non se ne fece nulla, ma il desiderio di avere i Salesiani nel seminario durò molto a lungo, perché ancora nel 1942 il vescovo, mons. Giuseppe De Nardi, rinnovò la richiesta, ma inutilmente.

10. Castellammare di Stabia (1882)

La prima richiesta del 1882 fu del sac. Michele Gentile, cooperatore salesiano, che il 7 agosto 1882 scrisse a Torino per chiedere l’apertura di un Oratorio a Castel-lammare di Stabia (Napoli):

“Molto Rev.do Signore ella si ricorderà al certo che io nel prossimo passato Giugno mi portai costà per pregare l’ottimo D. Bosco a voler accettare l’offerta di un fabbricato che una pia Signora di Castellammare di Stabia aveva volontà di fargli. D. Boneti, D. Rua e lei mi consigliarono di mettere in iscritto la domanda e poi a suo tempo mi si sarebbe data risposta. Ora eccomi ad eseguire il mandato. Io sono in grado di assicurare D.

Bosco che la suddetta Signora ha sempre volontà di donare alla Società salesiana un fab-bricato sito nella posizione più incantevole della città, colla sola condizione che, quanto più presto si può, venga convertito in Oratorio festivo e poi Collegio salesiano. È neces-sario prevenirlo che il su riferito fabbricato è composto dal solo primo piano in otto grandi magazzini, androne, cortile e giardino. I fondamenti però sono stati fatti in guisa da poter innalzare fino il quarto piano. Il locale con la fabbrica già fatta è stato valutato dagli ingegneri circa 60 mila lire: gravita sul medesimo un canone che può estinguersi collo sborso di 8 mila lire.

Dette queste notizie in succinto ciò che si desidera si è che D. Bosco oppure uno dei suoi

fi-135 ASC F 997 S. Agata dei Goti, lett. Ramaschiello - Bosco, S. Agata dei Goti 6 set-tembre 1881; FDB mc. 179 B 6.

136 Ib., lett. Pietro - R.mo Sig. Professore e Direttore, 22 settembre 1881; FDB mc. 179 B 7.

gli venga il più presto possibile in Castellammare per osservare bene la cosa e conchiudere definitivamente il contratto. Si dica al suo caro Padre, l’ottimo D. Bosco che noi altri napo-litani non siamo meno degni dei Francesi. Se ha contentato loro, onori anche noi di una sua visita. Monsignor vescovo di Castellammare,137che è zelantissimo, l’accoglierà con grande festa e cordialità. I cooperatori salesiani della diocesi andranno a riceverlo alla stazione ed egli potrà fare in un giorno designato una delle sue celebri conferenze. Che ne dice V. S. M. R.da?

Mi faccia la carità di darmi a suo comodo qualche risposta in proposito onde potermi rego-lare. Benignandosi può indirizzare la lettera a Gragnano Napoli, dove ora mi rattrovo”.138

Non fu possibile, ma nel 1894, per altra strada, si aprì l’opera salesiana a Ca-stellammare di Stabia.

11. Nicastro (1882)

La seconda richiesta del 1882 fu fatta a don Bosco dal vescovo coadiutore di Nicastro (Catanzaro),

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mons. Giuseppe Candido,

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che chiese di avere i Salesiani o almeno un rettore per il suo seminario:

“Dovendo riaprire il mio Seminario, ho risoluto di affidarlo ai R. P. Salesiani, ai quali V.

S. presiede. So bene che la molteplicità delle richieste che la S. V. continuamente riceve, sarà una grave difficoltà per ottenere tanto bene. Ma se Ella conoscesse da vicino lo stato miserando di questa mia povera Diocesi, ne piangerebbe con me, e non lascerebbe di fare qualche cosa a suo vantaggio. Io sono contento di tutto. Se altro non può, mi mandi almeno un Rettore”.141

Un appunto autografo di don Bosco sulla lettera dice: “D. Durando prepari una bella risposta”, ma questa in data 14 ottobre si sintetizzava con “Impossibile”. Il pro-blema del seminario, però, continuò ad assillare i vescovi di Nicastro.

Dopo diciotto anni, infatti, mons. Domenico Maria Valensise,

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in data 12 agosto 1900, da Napoli rinnovava la richiesta a don Rua:

137 Mons. Vincenzo Maria Sarnelli, nato a Napoli il 15 aprile 1835, fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1862; professore di diritto canonico nel seminario arcivescovile di Napoli e poi parroco nel 1875, fu nominato vescovo di Castellammare di Stabia il 28 febbraio 1879 e consa-crato a Roma il 2 marzo 1879; trasferito alla diocesi di Napoli il 19 aprile 1897, morì il 2 gen-naio 1898; cf HC VIII 191, 405.

138 ASC F 972 Castellammare di Stabia, lett. Gentile - Molto Re. Signore, Gragnano 7 agosto 1882; FDB mc. B 12 - C 2.

139 Il vescovo di Nicastro dal 1854 era il domenicano mons. Giacomo Barbieri (1806-1891, vescovo dal 1854). Per il suo lungo episcopato, cf Maria MARIOTTI, Riflessi pastorali…, pp. 143-145; 175-181.

140 Mons. Giuseppe Candido, nato a Lecce il 28 ottobre 1837, fu ordinato sacerdote il 22 dicembre 1860; nominato vescovo titolare di Lampsacus e coadiutore con facoltà di succes-sione a Nicastro il 18 novembre 1881, fu consacrato a Roma il 20 novembre; non vi subentrò perché venne trasferito prima a Ischia il primo giugno 1888 e poi alla diocesi titolare di Cy-donia il 4 febbraio 1901; morì a Ischia il 4 luglio 1906; cf HC VIII 81, 325, 331, 407.

141 ASC F 987 Nicastro, lett. Candido - Bosco, Nicastro 6 ottobre 1882; FDB mc. 167 E 5.

142 Mons. Domenico Maria Valensise, nato a Polistena (Reggio Calabria) il 12 dicembre 1832, fu ordinato sacerdote il 24 marzo 1860; dottore in teologia il 15 novembre 1875, venne

“Volendo, nel prossimo anno scolastico ricostituire il mio Seminario in una forma capace a renderlo quale dallo spirito della Chiesa oggi si vuole, e non trovando nel mio clero elementi di cui mi posso giovare per tale riforma, son divenuto nel divisamento di affi-darlo alla direzione dei suoi egregi Padri. La qual cosa, se da una banda farebbe sperare ottimi risultati per l’educazione dei giovani leviti, dall’altra servirebbe a diffondere nelle Calabrie l’opera di D. Bosco cotanto vantaggiosa alla società e alla Chiesa.

La sede della Diocesi è una città capoluogo di Circondario, culta abbastanza e commer-ciata. Ha la stazione ferroviaria, e di nulla manca, anzi abbonda di quanto è necessario per vivere agiatamente e civilmente. L’edifizio poi del Seminario è di una capacità sufficien-te per cento alunni; con stanze pei Superiori e pei Professori, Scuole, Bibliosufficien-teca, Gabinetto di fisica e i cameroni, eccetto quelli destinati ai fanciulli, sono a sistema cellulare.

Non volendo i Padri assumere tutta a sé l’istruzione, vi sarebbero dei buoni Professori disponibili per le classi ginnasiali. Se poi l’Ordine volesse per ora ritenere soltanto la di-rezione del S. Convitto, senza provvedere di Maestri le scuole, mi terrei contento anco di questo; perocché quel che più mi interessa è il riordinamento della disciplina; e in tal caso basterebbero due o tre Padri per reggere il Seminario...

Nella fiducia che il Signore Le ispirerà di farmi buona accoglienza, mi attendo di sapere con cortese sollecitudine a quali patti e condizioni potrei fruire dell’Opera dei suoi egregi Confratelli”.143

La risposta ancora una volta fu: “Rincresce, impossibile”, ma il nuovo vescovo di Nicastro, mons. Giovanni Regine,

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tornò a richiedere almeno un rettore. Il 29 maggio 1905 scriveva a don Rua:

“Tempo fa ebbi occasione di ricordare a V. R., ed ora lo faccio nuovamente, che l’attuale vescovo di Nicastro è ligato (sic!) da antico affetto alla Congregazione Salesiana, perché trent’anni fa, ancora Diacono, leggendo il Bollettino Salesiano, ebbe qualche pensiero di aggregarsi alla Famiglia di D. Bosco, a cui ne scrisse e ne ebbe risposta per mezzo di V.

R.; la Provvidenza per altro dispose di lui altrimenti.

Ora io che sono il modesto vescovo di Nicastro, mi rivolgo a V. R. per chiederle una ca-rità nell’interesse della mia Diocesi.

Il biglietto che mi annunciò la promozione all’Episcopato, mi trovò nel Seminario di Ischia, dove avevo passato più di venti anni occupato continuamente nell’educazione della gio-ventù ecclesiastica. Venuto, come vescovo a Nicastro, rivolsi le mie prime cure alla forma-zione del clero, e quindi al Seminario; e siccome non trovai in Diocesi soggetti idonei a questa alta e pur difficile missione, così fui costretto a ricorrere a varii ecclesiastici forestieri, fra cui il Sig. Rettore, e, grazie al Signore, in tre anni si sono raccolti dei buoni frutti.

Se non che pare che pel nuovo anno scolastico l’attuale Sig. Rettore del mio Seminario, che conta un buon centinaio di alunni, non potrà ritornare, ed in Diocesi non trovo persona capace per tale importante ufficio; ora potrei sperare di ottenere da V. R. per tale carica qualche sacerdote della sua Congregazione, che colla pietà, zelo, prudenza,

nominato vescovo titolare di Ascalona e coadiutore con facoltà di successione di mons. Gia-cinto Maria Barbieri a Nicastro il primo giugno 1888 e consacrato a Roma il 10 giugno; suc-cesse il 7 marzo 1891; trasferito alla diocesi titolare di Oxyrincus il 2 giugno 1902, morì nella sua città natale il 17 gennaio 1916; cf HC VIII 125, 407, 432.

143 ASC F 987 Nicastro, lett. Valensise - Rua, Napoli 12 agosto 1900; FDR mc. 3099 C 5/6.

144 Mons. Giovanni Regine, nato a Forio d’Ischia (Napoli) il 24 gennaio 1856, dottore in teologia, Rettore del seminario e arciprete della diocesi di Ischia, fu nominato vescovo titolare di Ascalona il 9 giugno 1902 e consacrato a Roma l’11 giugno; venne trasferito prima alla dio-cesi di Nicastro il 4 ottobre 1902 e poi alla diodio-cesi di Trani e Barletta il 6 dicembre 1915; morì il 6 ottobre 1918; cf HC VIII 125, 407.

affetto per la gioventù volesse coadiuvarmi in un’opera che mi sta tanto a cuore? In me, che ho passato tanti anni in mezzo ai giovani, il Sacerdote Salesiano più che un vescovo troverebbe un fratello, e sarebbe ricambiato d’immenso affetto dai miei seminaristi.

Nicastro poi è una cittadina di circa 20 mila abitanti, con Tribunale, Sottoprefettura e Stazione ferroviaria proprio in paese; ha buon’aria e clima mitissimo.

So poi che a Bova145ed a Monteleone146vi sono pure i Salesiani, e penso che non sarà difficile averne un solo pel mio Seminario, con qualità da riuscire un buon Rettore... Avrà la bontà d’indicarmi l’onorario che competerebbe al Salesiano se mai, come spero, la mia preghiera sarà accolta”.147

Nel settembre 1905 un violento terremoto devastò la Calabria e don Rua

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