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CAPITOLO 5 – Conclusioni

5.1 Riepilogo dei risultati e implicazioni teoriche

I risultati raggiunti ci forniscono degli interessanti spunti di riflessione anche se alcuni di questi non sono completamente in linea con le ipotesi che avevamo formulato nel capitolo 2.

L’analisi condotta preliminarmente (paragrafo 4.0) ha evidenziato che esisteva un’influenza di base di segno positivo della CPA sulla CSR e della CSR sulla CPA.

Avevamo ipotizzato che l’attività di lobbying avesse un’influenza positiva sulla Corporate Social Responsibility in linea con gli studi di Den Hond, Rehbein, De Bakker e Lankveld (2014) e Peterson e Pfitzer (2009) ed i risultati ottenuti al paragrafo 4.0 Figura 6 ci permettono di confermare tale ipotesi (H1). I risultati ottenuti al paragrafo 4.1. A e 4.1.B la confermano ulteriormente.

Nello specifico, avevamo seguito l’impostazione teorica di Kuo e You (2007) e di Cho, Patten e Roberts (2006) secondo la quale l’attività di lobbying ha un’influenza positiva sulla dimensione ambientale della Corporate Social Responsibility. L’analisi preliminare (paragrafo 4.0 Figura 6) mette in evidenza che tale influenza esiste ed è positiva ed i risultati del paragrafo 4.1.A e 4.1.B rafforzano ulteriormente tale risultato, quindi, anche l’ ipotesi H1a può essere accettata.

In secondo luogo, cambiando punto di vista, avevamo ipotizzato che la Corporate Social Responsibility influenzasse in modo positivo la Corporate Political Activity seguendo l’impostazione teorica di Den Hond, Rehbein, De Bakker e Lankveld (2014), Wang e Qian (2011), Schuler., Rehbein

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e Cramer(2002) e dai risultati ottenuti dall’analisi preliminare (paragrafo 4.0 Figura 7) l’ipotesi H2 può essere confermata. I risultati nei paragrafi 4.2.A e 4.2.B confermano ulteriormente tale ipotesi.

Il passo successivo è stato andare a capire se fosse la CPA ad avere un maggiore effetto sulla CSR o viceversa. A tal fine, abbiamo contato il numero di casi in cui l’effetto diretto della CPA sulla CSR era statisticamente significativo ed abbiamo ripetuto il procedimento anche per il caso contrario (effetto diretto della CSR sulla CPA). Dato che, abbiamo ottenuto lo stesso numero in entrambi i casi, possiamo concludere che i due costrutti sono probabilmente correlati, ma non sappiamo ancora esattamente quale dei due abbia più impatto sull’altro.

Andando poi ad analizzare l’effetto della proprietà dell’impresa sulle non-market strategies, avevamo ipotizzato che questa avesse un’influenza positiva sulla Corporate Social Responsibility (Ipotesi H3) e negativa sulla Corporate Political Activity (Ipotesi H4). Sebbene si possa accettare la prima ipotesi, e quindi allinearci con gli studi di Van der Zee (2012), Dam Scholtens (2012) e Chun (2009), non possiamo fare altrettanto con l’ipotesi H4 poiché l’effetto diretto della proprietà statale sulla CSR risulta negativo solamente per la dimensione ambientale, mentre gli effetti diretti della proprietà statale sulle altre dimensioni della CSR e della proprietà statale sulla variabile CSR-Mean risultano tutti non significativi.

Riguardo l’effetto dell’esposizione mediatica sulle due non-market strategies, avevamo ipotizzato che questa avesse un’influenza positiva sulla Corporate Social Responsibility – ipotesi H5 - (Alakent e

Ozer 2014, McWilliams e Siegel 2001) ed un’influenza negativa sulla Corporate Political Activity – ipotesi H6 -(Alakent e Ozer 2014). Entrambe le ipotesi non possono essere accettate: l’ipotesi H5

viene rifiutata perché l’ effetto diretto dell’esposizione mediatica sulla CSR risulta non significativo anche andando a considerare le singole dimensioni della CSR (CSR per la difesa dei diritti umani, CSR per la tutela dei lavoratori, CSR per la difesa della società e della comunità, CSR ambientale);

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l’ipotesi H6 viene anch’essa rifiutata poiché abbiamo ottenuto dei risultati misti, ovvero, l’effetto

diretto dell’ esposizione mediatica sulla CPA risulta non significativo quando consideriamo come variabile indipendente CSR-Mean (in modo analogo accade se al posto di CSR-Mean consideriamo la variabile Pencle 3 relativa alla difesa della società e della comunità) e risulta negativo se consideriamo come variabile indipendente Pencle 1, Pencle 2 e Pencle 4 (rispettivamente la dimensione della CSR relativa alla difesa dei diritti umani, quella relativa alla tutela dei lavoratori e quella inerente alla salvaguardia ambientale).

Passiamo adesso a considerare l’effetto delle non-market strategies sulla Performance Finanziaria dell’Impresa (ROA). Avevamo seguito il filone di studi di Baumgartner, Berry, Hojnacki, Kimball e

Leech (2009) Colman (1982) e Hart (2004) ipotizzando che la Corporate Political Activity avesse

un’influenza neutrale sulla performance finanziaria d’impresa e possiamo confermare l’ipotesi H7 poiché l’analisi ci ha sempre restituito un effetto statisticamente non significativo della CPA sulla variabile ROA.

Andando invece a considerare l’effetto della Corporate Social Responsibility sulla performance finanziaria abbiamo ottenuto risultati inaspettati. Avevamo ipotizzato (ipotesi H8), in linea con gli studi di Maqbool e Zameer (2018), Nyeadi, Ibrahim e Sare (2018), Xu e Zeng (2016), Orlitzky,

Schmidt e Rynes (2003)e Freeman (1984), che la Corporate Social Responsibility avesse

un’influenza positiva sulla Performance Finanziaria, tuttavia i risultati ci mettono di fronte ad una realtà totalmente diversa. Infatti, l’effetto diretto della CSR sul ROA risulta negativo (in modo analogo gli effetti diretti delle dimensione Pencle 2 e Pencle 4, ovvero della dimensione della CSR inerente alla tutela dei lavoratori e a di quella relativa alla salvaguardia ambientale, risultano negativi) mentre, gli effetti diretti della dimensione CSR relativa alla difesa dei diritti umani sul ROA e quello della dimensione CSR relativa alla difesa della società e della comunità sul ROA, risultano statisticamente non significativi.

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Questi risultati ci portano a sostenere gli studi di Selchuk e Kiymaz (2017), Nollet, Filis e Mitrokostas

(2016), Makni Francoeur e Bellavance (2009) secondo i quali la CSR ha un’influenza negativa sulla

Performance Finanziaria d’Impresa e di Aupperle (1985), Aras (2010) e Chek (2013) che sostengono invece che questa abbia un’influenza neutrale sulla performance.

Per concludere, seguendo l’impostazione degli studi di Den Hond, Rehbein, de Bakker e Kooijmans

van Lankveld (2014) , Peterson e Pfitzer (2009) e Yaziji (2004) avevamo ipotizzato che allineando

le due non-market strategies si ottenesse un’influenza positiva sulla performance finanziaria d’impresa ed in particolare che l’attività di lobbying influenzasse in maniera positiva la performance finanziaria solo per le imprese con alti livelli di impegno in CSR (Ipotesi 9). In quest’ultimo caso non possiamo accettare del tutto l’ipotesi di partenza poiché il risultato, che sembrerebbe confermare l’ipotesi (la lobbying ha effetti positivi su ROA solo in caso di alti livelli di CSR), è solo marginalmente significativo.

Segnaliamo, tuttavia, un risultato che potrebbe essere approfondito in studi futuri: se osserviamo l’effetto dell’attività di lobbying sulla performance finanziaria moderato dalla dimensione della CSR inerente alla tutela dei lavoratori notiamo che questo è significativo e che per le imprese con livelli più alti di impegno in CSR relativamente alla tutela dei lavoratori, la CPA riesce ad incrementare la performance finanziaria.

Presentiamo di seguito (Tabella 1) che mostra i nostri risultati in sintesi nonché le ipotesi che avevamo formulato ed i relativi studi che le sostenevano.

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Ipotesi Articoli di riferimento Accettazione o rifiuto

H1: L’attività di lobbying influenza in modo positivo l’attività di

Corporate Social Responsibility

Den Hond, Rehbein, De Bakker e Lankveld (2014)

Peterson e Pfitzer (2009) Si accetta l’ipotesi

H1a): L’attività di lobbying influenza in modo positivo l’attività di

CSR legata alla salvaguardia ambientale

Kuo e Yu (2017)

Cho, Patten e Roberts (2006)

Si accetta l’ipotesi. H2: La Corporate Social Responsibility influenza in modo positivo la Corporate Political Activity

Den Hond, Rehbein, De Bakker e Lankveld (2014)

Wang e Qian (2011)

Schuler, Rehbein e Cramer (2002) Si accetta l’ipotesi.

H3: La proprietà statale ha un’influenza negativa

sulla Corporate Social Responsibility

Van der Zee(2012) Dam e Scholtens (2012) Chun (2009)

Si accetta l’ipotesi.

H4: La proprietà statale ha un’influenza negativa

sulla Corporate Political Activity

Ridge, Hill e Ingram (2016) Lux ed altri (2011)

Hillman ed altri (2004)

L’ipotesi può essere accettata solo per quanto riguarda l’influenza della proprietà statale sulla dimensione ambientale della Corporate Social Responsibility. Gli altri risultati restituiscono effetti non significativi.

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H5: L’esposizione mediatica ha influenza positiva sulla Corporate

Social Responsibility

Alakent e Ozer(2014) McWilliams e Siegel (2001)

Non possiamo accettare l’ipotesi poiché l’influenza diretta dell’esposizione mediatica sulla Corporate Social Responsibility risulta non significativa.

In modo analogo, risultano non significativi anche gli effetti diretti dell’esposizione mediatica sulle quattro dimensioni della Corporate Social Responsibility: CSR relativa alla difesa dei diritti umani, alla tutela dei lavoratori, alla difesa della società e della comunità e CSR alla salvaguardia ambientale.

H6: L’esposizione mediatica ha influenza negativa sulla Corporate

Political Activity

Alakent e Ozer (2014) Non si accetta l’ipotesi.

H7: La Corporate Political Activity (CPA) ha un’influenza neutrale sulla Corporate Financial

Performance (CFP)

Baumgartner, Berry, Hojnacki, Kimball e Leech (2009) Colman (1982) Hart (2004) Si accetta l’ipotesi. H8: La Corporate Social Responsibility ha influenza positiva sulla Performance Finanziaria

d’impresa

Maqbool e Zameer (2018) Nyeadi, Ibrahim e Sare (2018) Xu e Zeng (2016)

Orlitzky, Schmidt e Rynes (2003) Freeman (1984)

Si rifiuta l’ipotesi.

H8A: Le imprese che si impegnano maggiormente nella difesa dei diritti umani

ottengono una performance finanziaria

migliore.

Marcellis-Warin e Teodoresco(2012)

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H8B: Le imprese che si impegnano maggiormente nella difesa dei lavoratori

ottengono una performance finanziaria

maggiore.

Georges e Good (2011)

Allouche, Charpentier e Guillot-Soulez (2004)

Kock, Roodt e Veldsman (2002)

Si rifiuta l’ipotesi.

H8C: Le imprese che si impegnano maggiormente nelle attività di CSR relative

allo sviluppo della comunità ottengono una

performance finanziaria maggiore.

Chakroun, Salhi, Ben Amar e Jarboui

(2019) Si rifiuta l’ipotesi. H8D: Le imprese che si impegnano maggiormente nelle attività di salvaguardia ambientale ottengono una performance finanziaria maggiore. Nor ed altri (2016) Dögl e Holtbrügge (2014) Tebini (2013) Albertini (2013) De Vries ed altri (2012) Horvathova (2010) Horvathova (2010) Si rifiuta l’ipotesi. H9: L’interazione tra CSR e CPA ha un effetto positivo sulla Performance Finanziaria dell’impresa. In particolare, l’attività di lobbying ha effetti positivi

sulla performance finanziaria solo per alti

livelli di CSR

Den Hond, Rehbein, de Bakker e Kooijmans van Lankveld (2014) Peterson e Pfitzer (2009) Mathis (2007)

Yaziji (2004)

Non possiamo accettare del tutto l’ipotesi di partenza poiché il risultato, che sembrerebbe confermare l’ipotesi (la lobbying ha effetti positivi su ROA solo in caso di alti livelli di CSR), è solo marginalmente significativo.

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