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G.: Della riforma universitaria in corso penso che sia stata impostata e condotta nel peggiore modo possibile, a partire da Berlinguer Il sistema adottato

CLASSICITÀ’ E RICERCA: ITALO GALLO

I. G.: Della riforma universitaria in corso penso che sia stata impostata e condotta nel peggiore modo possibile, a partire da Berlinguer Il sistema adottato

dei concorsi universitari funziona pessimamente, così come è destinata a cattiva riuscita la formula della laurea 3 + 2.

Uno dei pericoli più gravi per l’Università è dato dalla introduzione prevista di università telematiche, nelle quali è abolito il contatto tra docenti e allievi, e che stanno prosperando.

F.S.: Personalmente ho l ’idea dei filologi classici come persone particolarmente pignole ed attente ai testi, disposte a dispute ferocissime. È giusta questa mia impressione?

I.G.: I filologi classici costituiscono attualmente delle caste chiuse, cui si

accede solo se si è già nell’Università. Un passaggio come è stato il mio dalla scuola secondaria all’Università mi sembra oggi impossibile. Vedo, però, con favore le dispute tra i filologi classici, che giovano al progresso della filologia.

F. S.: Quali filologi e dispute filologiche lei ricorda?

I. G.: Tra le tante dispute filologiche sono memorabili quelle di Giorgio

Pasquali, Gennaro Perrotta e qualche altro grande. Quelle attuali mi appaiono di tono minore e a volte inconsistenti.

F. S.: Quali sono gli studiosi di filologia, letteratura, storia antica - attualmente operanti- più interessanti?

I. G.: Tra gli studiosi di Letteratura greca (la disciplina a me più familiare) ho

grande stima di Bruno Gentili, Luigi Enrico Rossi, Umberto Albini. Dei latinisti apprezzo in particolare Alberto Grilli, degli storici antichisti Mario Mazza ed Emilio Gabba. Tra i filologi recenti segnalerei almeno Luciano Canfora, anche per la sua capacità di vedere i nessi tra antico e moderno. Non c’è dubbio che negli ultimi 25-30 anni gli studi classici hanno segnato un notevole progresso,

soprattutto nell’aggiornamento e approfondimento delle conoscenze tradizionali. Di Bruno Gentili segnalo il libro fondamentale Poesia e pubblico nella Grecia antica (Laterza, Bari 1995).

F. S.: Non crede che l ’eccesso di filologismo impedisca il piacere della lettura?

I. G.: Sono d’accordo nel condannare l’eccesso di filologismo, non solo perché danneggia la lettura, ma addirittura la impedisce.

F. S.: Secondo lei, i centri italiani di eccellenza di ricerche sul mondo antico quali sono?

I. G.: Con la scomparsa o il pensionamento di qualche grande filologo classico - Marcello Gigante, Umberto Albini, Alberto Grilli - non vedo per il momento in Italia nessun centro di eccellenza nel settore. Il ruolo più notevole lo esercitano oggi le Università di Roma, Bologna e Urbino. Le riviste classiche più importanti sono Eikasmos di Bologna, i Quaderni Urbinati di Cultura Classica di Urbino e Seminari romani di Roma.

F. S E Salerno?

I. G.: L’Università di Salerno, a mio modesto parere, attraversa una fase di stanchezza e di immobilità nel settore dell’antichità classica, mentre fino a non molti anni fa si segnalava per la frequenza di convegni, seminari, pubblicazioni filologiche autorevoli.

F. S.: Un ricordo personale: quando dovevo preparare l ’esame di Maturità, Ella mi consigliò B. Snell e E. Dodds, prestandomi quest’ultimo, e la letteratura di Lesley. Oggi consiglierebbe gli stessi testi?

I. G.: Le opere di Snell (La cultura greca e le origini del pensiero europeo), Dodds (I Greci e l ’irrazionale), Lesky (Storia della letteratura greca), e anche Jaeger (Paideia), rimangono ancora valide, anche se per vari aspetti superate. Oggi si è diffusa l’abitudine di lavori in più volumi con più collaboratori, come nel campo del Greco i cinque volumi de Lo spazio letterario della Grecia antica3, dove però non tutti i lavori sono a livello di eccellenza. Lo stesso dicasi per il Latino e la storia antica.

F. S.: Come è sorto il suo interesse per la biografia greca?

I. G.: E’ sorto da una ricerca su Satiro, biografo peripatetico, e precisamente da un papiro contenente frammentariamente la Vita di Euripide di Satiro.

3 Salerno Editrice, Roma 1994. Analoghe raccolte di saggi sono nel campo del Latino e della Storia antica.

F. S.: Perché un giovane oggi dovrebbe studiare lettere classiche?

I. G.: Nelle condizioni attuali dell’Università italiana, non consiglio di affrontare Lettere classiche, se non si abbia una propensione veramente eccezionale per l’antichistica.

F. S.: Con quali prospettive occupazionali?

I. G.: Le prospettive occupazionali vanno sempre più restringendosi nel nostro settore.

F. S.: Ho riletto recentemente alcuni libri dell’Iliade e dell’Odissea: mi sono convinto che, letti i due poemi e i tragici greci, c ’è non molto da leggere della letteratura successiva fino ad oggi, per capire l ’esistenza.

I. G.: Omero e i tragici (e anche Platone) rappresentano il culmine della letteratura greca e rimangono irrinunciabili. Meritano, però, di essere approfonditi alcuni scrittori successivi, come Plutarco.

F. S.: Una domanda tipo “Espresso” o “Panorama”: i dieci autori greci o latini da salvare e leggere assolutamente.

I. G.: Indicherei, fra i Greci, Omero, Pindaro, Eschilo, Sofocle, Euripide, Platone, Plutarco; per i Latini, Virgilio, Orazio, Seneca, Tacito, possibilmente negli originali piuttosto che in traduzione.

F. S.: E 5 libri sul mondo antico?

I. G.: Se la scelta va limitata a 5 soli libri, sceglierei la Storia dei Greci e La Storia dei Romani di Gaetano De Sanctis, le Pagine stravaganti di Giorgio Pasquali, L ’uomo greco di Max Pohlenz (trad. it. La Nuova Italia, Firenze 1967) e La cultura greca e le origini del pensiero europeo di Bruno Snell (trad. it. Einaudi, Torino 1951).

F. S.: Vorrei passare al suo ben noto interesse per la storia di Salerno e della provincia, per una serie di personaggi o intellettuali contemporanei (o quasi), concretizzatosi in vari articoli e libri: è un fatto recente, oppure l ’ha coltivato già da giovane ?

I. G.: Il mio primo e ampio profilo critico è del 1978 e riguarda Arcangelo Rotunno4. Ne è seguito un altro su Francesco Brandileone5, ancora più ampio. La tendenza è proseguita negli anni Ottanta e Novanta. Ora penso ad altro, che non siano profili.

4 Vedi nota 2.

5 I. GALLO, Francesco Brandileone. Un giurista tra filologia e storia, Laveglia ed., Salerno 1989.

F. S.: Una volta, molti anni fa, ho partecipato a ll’atto costitutivo di ISTORIS (Istituto per la storia di Salerno). Poi non se ne è fatto più niente. Non sarebbe il caso di rilanciarlo?

I. G.: Il progetto di ISTORIS, nato da buoni propositi, su suggerimento di Carmelo Conte, allora ministro, è fallito dopo l’eclissi di Conte per motivi politici e giudiziari. Non penso di poterlo riesumare per varie ragioni, non ultima la stanchezza.

F. S.: Non crede che sarebbe il caso di porre mano ad una storia di Salerno, non solo per epoche, ma per temi, e soprattutto rigorosamente basata su ricerche originali e non divulgativa o compilativa, dopo alcuni sforzi6 in quest’ultima direzione, pur meritori?

I. G.: La storia di Salerno per temi, oltre che per epoche, è un compito da affrontare, se si riuscirà a farlo sulla base di ricerche originali e rigorose e non di compilazioni. Ma la situazione culturale odierna a Salerno non credo che possa favorire Γ impresa. Anche la scomparsa di Placanica esorta a riflettere attentamente su un’iniziativa del genere.

F. S.: In suo saggio7 - pubblicato nel n° 1 della “Rassegna Storica Salernitana” (nuova serie) -, nel delineare il quadro delle ricerche storiche su Salerno e la provincia, Lei lamentava un sostanziale immobilismo. Dal 1984 ad oggi, la situazione è cambiata? Per quale settore specifico (antichità, medioevo, età moderna, contemporanea? Grazie a chi, a che cosa?

I. G.: Il quadro storico-culturale da me delineato nel 1984, permeato di pessimismo, non è cambiato di molto, malgrado gli ormai quaranta fascicoli della “Rassegna Storica Salernitana”, dal 1984 al 2003. Tuttavia un buon lavoro è stato fatto, soprattutto dalla Società Salernitana di Storia Patria e per quanto riguarda in particolare la storia moderna.

F. S.: Mi sembra una valutazione molto critica. Infondo, sono usciti una serie di studi su Salerno nel Cinquecento, nel Seicento, nel secolo dei Lumi, dai quali si può trarre una larga documentazione per avviare ricerche.

I. G.: Indubbiamente ora non mancano saggi singoli su Salerno, per determinati periodi, quello moderno, come ho già detto, molto meno su antichità, medioevo e storia contemporanea.

6 Mi riferisco a: Salerno antica e medievale, a cura di I. Gallo, e Salerno in età moderna, a cura di A. Placanica, entrambi i volumi per i tipi di Elio Sellino, Pratola Serra, 2001. 7 I. GALLO, Un cinquantennio di cultura storica a Salerno, in “Rassegna Storica Salernitana”, η. 1 (giugno 1984), pp. 9-51.

F. S.: In quali settori di ricerca sul salernitano bisognerebbe intervenire succosamente?

I.

G.: Penso che si debba cercare di approfondire al meglio, soprattutto, la