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Rilascio di dopamina endogena

De la Fuente-Fernàndez et al. (2001), utilizzando la PET e raclopride radiomarcato con carbonio 11( [11

C-RAC] ), il quale compete con la dopamina per il legame con i recettori dopaminergici D2 e D3, hanno dimostrato che: somministrando un placebo anziché apomorfina viene indotto il rilascio di dopamina endogena nei nuclei caudati e nel putamen.

I pazienti che hanno percepito un benefico dopo la somministrazione del placebo hanno riportato un maggior rilascio di dopamina nello striato motorio rispetto a quei pazienti che non avevano percepito nessun effetto clinico; ciò suggerisce che il rilascio endogeno di dopamina nello striato dorsale sia in relazione al beneficio sintomatico del trattamento.

L'effetto placebo nel Parkinson sembra essere mediato dal sistema dopaminergico nigrostriatale, anche se in questa patologia risulta in parte danneggiato (de la Fuente-Fernàndez et al. , 2001).

In seguito de la Fuente-Fernàndez et al. (2002) proposero che il rilascio di dopamina precedentemente osservato nello striato motorio, ed in particolare per ciò che concerne la parte ventrale, sia in relazione con l'aspettativa piuttosto che con l'esperienza stessa di ricompensa.

Strafella et al. (2006), nel loro studio con [11

C-RAC] e PET, hanno dimostrato il coinvolgimento del sistema dopaminergico nei soggetti affetti da Parkinson dopo la somministrazione di un placebo.

In questo studio, tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una ripetitiva stimolazione magnetica transcraniale (repetitive Transcranial Magnetic Stimulation, rTMS) simulata; ai pazienti però è stato detto di avere il 50% delle possibilità di ricevere o la stimolazione vera o quella simulata.

di dopamina sia nello striato dorsale che in quello ventrale; ciononostante solo 4 dei 7 pazienti (percentuale statisticamente non significativa) hanno percepito un beneficio clinico a livello motorio.

Anche Kaasinen et al. (2004b) hanno studiato la teoria del coinvolgimento del sistema dopaminergico utilizzando come placebo pillole di caffeina.

Le funzioni dopaminergiche furono esaminate in consumatori abituali di caffeina attraverso il [11

C-RAC] e la PET nel momento in cui i pazienti si aspettavano gli effetti stimolanti della caffeina.

La somministrazione di un placebo, anziché della pillola di caffeina, ha portato ad una maggior concentrazione di dopamina endogena nel talamo che è una struttura correlata sia alla stimolazione (Portas et al. , 1998) che alla ricompensa (Komura et al. , 2001).

Le alterazioni nello striato non hanno raggiunto un livello tale da risultare statisticamente significative ma hanno messo in evidenza un collegamento positivo tra la stimolazione indotta dalla caffeina placebo e l'attività dopaminergica nel putamen.

Questo collegamento (Kaasinen et al. , 2004b) rispecchia un'associazione che è stata descritta usando la somministrazione reale di caffeina (Kaasinen et al. ,

2004a) la quale ha dimostrato che i neuroni dopaminergici nel putamen modulano la stimolazione quando indotti sia farmacologicamente che psicologicamente.

Boileau et al. (2007) osservarono il rilascio di dopamina nello striato sempre utilizzando [11

C-RAC] e PET in pazienti che non sono soggetti a problemi di abuso di droghe.

Dopo aver provocato l'insorgenza di un fenomeno associativo tra amfetamine (stimolo incondizionato) con una PET (stimolo condizionato), ai pazienti è stato riproposto lo stimolo condizionato associato però ad una pillola placebo di amfetamina; il risultato è stato un rilascio di dopamina nello striato ventrale. La cosa interessante è stata che: le alterazioni neuroichimiche nella condizione di placebo sono state significativamente differenti da una situazione di non cura, ma non dalla situazione in cui è stato somministrato il farmaco attivo.

In questo studio Boileau et al. (2007) hanno suggerito che il rilascio di dopamina è stato il risultato del condizionamento classico, anche se non è stato possibile stabilire se i cambiamenti osservati sono stati causati dal condizionamento o dall'aspettativa dei pazienti di ricevere il farmaco attivo.

Anche se in molti studi il suggerimento verbale è stato efficace nell'indurre aspettative di beneficio, la maggior parte delle prove cliniche non utilizza mezzi espliciti per indurre delle aspettative.

Il condizionamento classico è uno dei mezzi attraverso il quale sono acquisite le aspettative che mediano gli effetti placebo (Montgomery e kirsch, 1997).

Quindi, questi risultati, concretizzano l'associazione precedentemente affermata tra effetti placebo e meccanismi di ricompensa; a supportare ulteriormente questa relazione, recentemente Scott et al. (2007) hanno riportato due studi: nel primo è stata utilizzata la PET e [11

C-RAC], mentre nel secondo la fMRI.

Nel primo studio (Scott et al. , 2007), l'entità del rilascio di dopamina nel NAc durante l'anticipazione dell'analgesia è stata correlata positivamente con l'effetto analgesico anticipato.

In base alla valutazione dell'intensità del dolore, possiamo identificare i pazienti in placebo responders maggiori e placebo responders minori; i maggiori hanno riportato una più grande risposta dopaminergica nel NAc destro durante l'anticipazione dell'analgesia.

In accordo con queste scoperte, l'ammontare della neurotrasmissione dopaminergica nel NAc aumenta in funzione dell'efficacia degli effetti anticipati. Il secondo studio, fatto da Scott et al. (2007), è stato fatto per verificare se le differenze intraindividuali, osservate nelle risposte placebo al dolore, erano associate con differenze nelle risposte BOLD ottenute mediante la risonanza magnetica funzionale.

E' stato trovato che, durante l'anticipazione di una ricompensa per un lavoro effettuato, i partecipanti che hanno dimostrato una grande risposta BOLD nel NAc hanno riportato, oltre ad una maggior risposta analgesica al placebo durante l'aspettativa, anche una maggior reazione analgesica durante le prove dolorifiche. Esaminando i pazienti che hanno partecipato sia alle prove con PET che con

fMRI, sono state trovate correlazioni positive tra l'estensione dell'attività BOLD nel NAc destro durante l'anticipazione di una ricompensa ed il rilascio dopaminergico nel NAc durante l'anticipazione dell'analgesia.

Questi studi (Scott et al. , 2007) indicano che il placebo coinvolge i meccanismi di anticipazione di una ricompensa e che le variazioni individuali nelle risposte al placebo potrebbero riflettere le differenze soggettive nelle vie dopaminergiche mesolimbiche.