Il rilievo integrato degli Aggregati in muratura per il consolidamento sismico
2.1.1 Il rilevamento in emergenza: la scheda AeDES ed il suo processo di formazione
In generale è difficile considerare il “rilievo in emergenza” come una metodologia di rilevo definita e ben codificata, i testi e i manuali che approfondiscono l’argomento fanno tutti riferimento ad una sommatoria di attività ed analisi integrate relative alla documentazione degli aspetti architettonici, strutturali e diagnostici dell’edificio, da eseguire in modo speditivo e con metodologie strumentali non invasive, producendo una banca dati relativa e una serie di elaborati grafici affidabili. È giusto però distinguere le attività connesse ai rilievi per gli interventi e i progetti di consolidamento dai rilevamenti speditivi effettuati nell’immediato dopo terremoto e fondamentali ad una primissima valutazione dello stato di fatto sul quale definire l’esito di agibilità4 e il progetto di messa in sicurezza5 dell’edificio danneggiato.
Una prima valutazione del danno e del livello dell’agibilità nel primissimo stato di emergenza sono le attività basilari che contraddistinguono il dopo terremoto, prima ancora delle indagini e dei rilievi architettonico, strutturale e diagnostico. Negli anni, queste attività, si sono evolute sulla sola base della continua esperienza dei tecnici incaricati di questo compito molto delicato, in quanto la verifica di agibilità determina il ritorno delle popolazioni nelle case o l’evacuazione nelle aree di ricovero. Come ausilio alle campagne di sopralluoghi post-sisma, si utilizzano, ormai diffusamente in tutto il mondo, strumenti schedografici che offrono una serie di vantaggi. Costituiscono una check list di guida per il tecnico addetto alle valutazioni; consentono di effettuare un rilievo del danno in modo omogeneo su tutto il patrimonio colpito dal sisma; consentono una immediata informatizzazione e quindi un trattamento statistico e informativo dei dati raccolti.
Per molto tempo i sopralluoghi post-sisma sono stati effettuati con l’ausilio della “scheda di vulnerabilità” messa a punto dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT). Questa scheda però era stata concepita per un’attività di rilievo conoscitivo sulla vulnerabilità e sul danno ma non si poneva l’obiettivo di valutazione di agibilità sul manufatto. È per questo che negli anni 1996/7 il Servizio Sismico Nazionale (SSN) e il GNDT avviarono
strumento per la schedatura, specificatamente mirato al rilievo del danno, ai provvedimenti di pronto intervento per limitarlo e alla valutazione dell’agibilità post-sisma degli edifici ordinari.
La scheda fu adottata dal Dipartimento della Protezione Civile nella sua versione preliminare durante le operazioni successive al terremoto che il 26 settembre del ‘97, colpì l’Umbria e le Marche. Nella sua versione del giugno ‘98 e con brevi e preliminari istruzioni per la compilazione, la scheda venne inserita nel “Manuale per la gestione tecnica dei COM”, approvato nel novembre dello stesso anno dalla Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dai Grandi rischi. La scheda, utilizzata ancora nel terremoto del Pollino del successivo settembre, poi a Patti e nel Frignano nel 1999, dopo il terremoto dei M.ti Tiburtini del 2000, ha subito alcuni cambiamenti fino alla attuale versione definitiva del novembre 2000.
Nel quadro complessivo dell’organizzazione dell’emergenza tecnica post-sismica, vale a dire dell’insieme delle attività volte a valutare gli effetti di danneggiamento su manufatti, ambiente e reti e a contribuire alla attivazione dei provvedimenti di riduzione degli effetti, l’attività di verifica dell’agibilità degli edifici riveste un ruolo di particolare rilievo. L’assenza di una specifica dottrina per i sopralluoghi speditivi post-sisma ha portato, nella realizzazione del “Manuale per la compilazione della scheda di agibilità”, ad affrontare approfonditamente, forse per la prima volta, le problematiche di tale tipo di operazioni. Il “Manuale” definisce, pertanto, anche un percorso metodologico accurato e, insieme alla scheda, offre al rilevatore uno strumento unico e indispensabile per la propria attività. La “scheda di primo livello di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza sismica” AeDES (Agibilità e Danno nell’Emergenza Sismica) è finalizzata al rilevamento delle caratteristiche tipologiche, del danno e dell’agibilità degli edifici ordinari nella fase di emergenza che segue il terremoto. Questa consente di effettuare un rilievo speditivo ed una prima catalogazione del patrimonio edilizio, disponendo di dati tipologici e metrici degli edifici. Uniti ai dati di danno, tali dati sono utili anche ad una prima valutazione dei costi di riparazione e/o miglioramento, consentendo di predisporre
diverse soglie di danno. Una caratteristica peculiare, che contraddistingue la scheda AeDES dalle schede utilizzate in passato, riguarda la classificazione tipologica dei diversi elementi costruttivi. Nelle schede utilizzate fino al 1997 la tipologia era direttamente individuata sulla base delle caratteristiche specifiche dei materiali e della loro combinazione con approccio puramente descrittivo. Pertanto si rimanda al citato “Manuale per la compilazione della scheda di 1° livello di rilevamento danno, pronto intervento e agibilità per edifici ordinari nell’emergenza post-sismica (AeDES)” la descrizione esaustiva delle modalità di compilazione di tali schede.
La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva, formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati ed in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili, volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati, restando ragionevolmente protetta la vita umana. Per questo il giudizio di agibilità non rappresenta una analisi di sicurezza sismica, né la sostituisce, non è supportato da calcoli di staticità, ma è basato su un giudizio esperto e non di carattere definitivo. Solo un rilievo integrato da metodologie digitali e la sua attenta elaborazione ed interpretazione può dare indicazioni sicure sulle reali condizioni e su come intervenire.
Queste schede risultano quindi un primo strumento di supporto da reperire durante le attività di consultazione della documentazione esistente, generalmente vengono compilate da tecnici che hanno fatto i primi sopralluoghi subito dopo il sisma e sono disponibili nelle sedi provinciali.
Le maggiori criticità riscontrate durante i suddetti sopralluoghi rappresentano anche la base per una prima valutazione relativa alla stesura del progetto di messa in sicurezza dell’edificio, definito però solo dopo una valutazione strutturale e a seguito di una analisi statica maggiormente approfondita. Nel caso in cui l’aggregato non presentasse urgenti problemi di rischio crolli immediati, da necessitare la collocazione di mantovane sui prospetti come protezione alla viabilità pubblica, sarebbe auspicabile effettuare i rilievi strumentali e quindi le scansioni laser dei fronti, prima che queste opere provvisionali per la
non si presenti una elevata pericolosità per gli operatori in campo. Questo permetterebbe di non avere elementi di disturbo alla lettura del raggio laser dei prospetti e quindi di acquisire un dato senza occlusioni localizzate ma completo di tutta la morfometria dell’aggregato, oltre che a consentire una migliore documentazione fotografica per la realizzazione di ortofotopiani completi.
Nelle figure in queste e nelle successive pagine sono riportati alcuni esempi delle indicazioni presenti nelle istruzioni per la compilazione della scheda AeDES e nella Bozza delle “Linee Guida” ReLUIS 2010. Nella definizione dei descrittori della scheda (sezioni 4 e 5), vengono individuate le tipologie di dissesto più comuni relative alle sollecitazioni sismiche subite dagli edifici, queste, corrispondenti alle possibilità di scelta da effettuare durante la compilazione della scheda, vengono qui illustrate da foto e schemi assonometrici negli esempi riferiti: ai meccanismi di fuori piano dei fronti o di porzioni di edifici, alle discontinuità murarie e ai ribaltamenti dei maschi murari.
Nelle foto in basso in queste pagine sono riportati altri casi di meccaniche dei dissesti presenti all’interno delle istruzioni per la compilazione della scheda AeDES. Vengono illustrati negli esempi i meccanismi di fuori piano dei fronti innescati dalla spinta delle coperture, quelli a taglio che interessano l’intera facciata, quelli dovuti alla irregolarità plano-volumetrica dell’edificio e i cedimenti di fondazione.
I disegni sopra e nelle pagine precedenti, schematizzano i meccanismi di dissesto descritti nelle istruzioni della scheda AeDES con modellini assonometrici che evidenziano singolarmente le meccaniche
In queste immagini vengono riportati alcuni esempi di tipologie delle strutture in muratura relative a quelle delle murature verticali, degli orizzontamenti e dei collegamenti fra questi.