Il rilievo integrato degli Aggregati in muratura per il consolidamento sismico
2.2.2 Rilievo diretto, una delle opportunità per restituire le parti occluse
Il rilievo diretto può configurarsi, in determinate situazioni e con opportuni accorgimenti, una valida integrazione a quello strumentale, eseguito con attrezzature che prevedono la possibilità da parte dell’operatore di raggiungere con strumentazioni idonee l’elemento da rilevare, viene di solito impiegato per integrare la misura degli elementi non raggiungibili dai laser scanner18. In un ambiente dove la presenza di strutture di messa in sicurezza è particolarmente invadente, questa occlude porzioni significative delle superfici proprie all’architettura del manufatto.
Ognuno di questi elementi, durante una scansione con laser scanner, produrrebbe un cono d’ombra19 dove l’assenza di dato, sommata a quella prodotta dagli altri elementi presenti, risulterebbe troppo compromettente per l’individuazione delle geometrie reali dell’edificio. Molto spesso le strutture preposte alla messa in sicurezza di questi edifici, sia esternamente che internamente, si interpongono al rilievo laser scanner come ostacoli per una completa lettura di numerosi ambienti interni e di elementi architettonici propri alla struttura stessa, i numerosi puntellamenti e le centine in legno di sostegno alle volte lesionate e appoggiate su tavolati, occludono gran parte dei soffitti, creando coni d’ombra proiettati dal laser sulle superfici da rilevare e lasciando vaste zone della nuvola di punti tridimensionale prive di dato.
Nel caso del centro storico di L’Aquila la presenza eccessiva di queste strutture provvisionali e nello specifico la messa in sicurezza particolarmente intensiva degli interni di moltissimi edifici è stata eseguita senza idonee accortezze e soprattutto senza una previsione di riutilizzo per le attività di ricostruzione o per quelle di monitoraggio e di rilievo, pertanto il rilievo diretto è stato impiegato come metodologia di acquisizione dati per la maggior parte degli interni degli aggregati rilevati e oggetti di questo studio. La possibilità del rilevatore di discretizzare l’ambiente Nelle foto in questa e nella pagina successiva è possibile vedere come, le opere provvisionali di puntellamento, per la messa in sicurezza degli interni e degli esterni di aggregati urbani nella “zona rossa” del centro storico di L’Aquila, rendano complesse le operazioni di rilievo laser scanner. Le occlusioni al dato morfologico nelle nuvole di punti relative all’architettura rilevata, determinano l’esigenza di integrare con altre metodologie di rilievo la lettura di tali porzioni.
In queste immagini (snapshot) della nuvola di punti relativa al fronte di un aggregato rilevato nel centro storico di L’Aquila è possibile vedere come ogni singolo elemento delle strutture di messa in sicurezza crei un cono d’ombra interponendosi fra l’oggetto architettonico da rilevare ed il raggio laser. Il passaggio del laser su questi elementi durante la scansione li proietta sulle superfici da rilevare producendo lacune nella maglia dei punti che disturbano l’individuazione, in fase di restituzione grafica, della morfologia reale di alcune porzioni del complesso architettonico.
sintetizzandone i punti e le linee fondamentali a descriverlo in un eidotipo, fa ancora parte delle attività intelligenti che non possono essere rimandate agli strumenti. Individuando strategicamente un sistema di trilaterazioni e quadrilaterazioni che fissino sulla carta e quindi nello spazio la morfologia dell’ambiente da rilevare, si possono acquisire le misure, secondo un piano di riferimento, con gli strumenti tradizionali del rilievo diretto, quali: fettuccia metrica, varie tipologie di metri, a nastro a stecca e distanziometri laser.
Anche gli elementi di messa in sicurezza come quelli per puntellamenti, che per il rilievo strumentale rappresentano degli ostacoli, possono risultare utili punti di riferimento per misurazioni dirette basate su l’individuazione di vertici da trilaterare.
Il rilievo diretto dei singoli ambienti viene vincolato al
rilievo generale tramite la rete topografica di appoggio. Individuando infatti alcuni punti dell’architettura reale alla quota del piano ideale di riferimento e rilevandoli con la stazione totale come punti di dettaglio, questi rappresentano i capisaldi ai quali riferire il sistema di triangolazioni e quadrilaterazioni delle misure dirette, come gli spigoli delle aperture e alcuni angoli dei vani interni visibili dall’esterno dallo strumento topografico. Il materiale grafico prodotto in sito durante il rilievo
Il rilievo diretto si presenta come una delle opportunità per la misurazione delle parti o degli ambienti occlusi. Laddove sarebbe troppo laborioso acquisire i dati con laser scanner, a causa della presenza di numerosi elementi estranei all’architettura da rilevare, il disegno a mano, nella produzione di eidotipi di rilievo diretto, offre la possibilità di discretizzare l’ambiente riconducendolo alle linee essenziali per descriverlo. Gli strumenti del rilievo diretto garantiscono l’acquisizione delle misure nella creazione di un
diretto, viene digitalizzato e nominato secondo un sistema alfanumerico che individua tutti gli ambienti che costituiscono l’aggregato, riferendo ad ogni ambiente gli eidotipi relativi e la campagna fotografica relativa. Questa documentazione, nelle componenti primarie delle misurazioni dirette, risulta quindi parte integrante del data base prodotto secondo un rigoroso criterio di archiviazione dei dati e indispensabile per le elaborazioni di restituzione grafica. I disegni contengono le “misure rilevate originali” dei singoli elementi che successivamente vengono ottimizzate tramite compensazione in fase di restituzione CAD degli elaborati planimetrici, ma che possono essere consultate nella versione originale grazie alla struttura della banca dati.
Per “rilievo diretto” si intende anche l’analisi diretta
In questa e nella pagina successiva: alcuni esempi di eidotipi di rilievo diretto prodotti durante le campagne di rilevamento condotte sugli aggregati in muratura nella “zona rossa” del centro storico di L’Aquila. Gli ambienti rilevati con questa metodologia sono stati quelli nei quali era più conveniente, in termini di tempo, costi e maggior leggerezza del data base creato dal laser scanner, acquisire i dati metrici in modo diretto. In questi disegni è possibile vedere il sistema di trilaterazioni e quadrilaterazioni impostato dalle misurazioni dirette sui punti notevoli dell’architettura da rilevare.
effettuata in sito, non solo degli aspetti quantitativi dimensionali degli ambienti e degli elementi oggetto del rilievo a integrazione di quello strumentale, rappresentati dagli eidotipi quotati, ma anche di tutte le indicazioni da riferire all’analisi strutturale e diagnostica dell’aggregato. Secondo legende predefinite ed una simbologia standardizzata, vanno infatti annotate su altri eidotipi di riferimento, privi delle quote lineari delle trilaterazioni, le informazioni e annotazioni relative ai materiali e alle tipologie costruttive che compongono le murature e gli orizzontamenti, ma anche tutte quelle relative ai dissesti, annotando e numerando le lesioni per individuarne la continuità e l’andamento con indicazione anche dei crolli e deformazioni plastiche.
Questo tipo di analisi diretta viene effettuata su tutto l’aggregato sia internamente che esternamente e deve produrre una serie di disegni tematici, che individuino appunto tipologie strutturali e dissesti, che, anch’essi, una volta digitalizzati e archiviati, andranno a costituire parte della banca dati di rilievo. Queste informazioni schematizzate sui disegni prodotti in sito, incrociate a quelle dimensionali date dal rilievo architettonico integrato dalle varie metodologie, daranno luogo alla produzione del rilievo strutturale e del rilievo diagnostico, elaborati fondamentali ad individuare la meccanica generale dei dissesti innescata dall’evento sismico e di fondamentale supporto al progetto di adeguamento sismico e restauro.
Alcuni esempi di eidotipi di rilievo diretto prodotti durante le campagne di rilevamento condotte sugli aggregati in muratura nella “zona rossa” del centro storico di L’Aquila
In queste immagini: sulla base degli eidotipi di rilievo diretto vengono individuati i dissesti.