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risanamento conservativo

Nel documento NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (pagine 161-164)

3. L’esecuzione di tali interventi è subordinata all’ acquisizione tutti i pareri, nulla osta ed atti di assenso comunque denominati a termini di legge.

Art. 49 - Il vincolo paesaggistico, la mitigazione del rischio idraulico e le zone di rispetto delle casse di

esondazione e/o espansione

1. il vincolo paesaggistico risulta evidenziato nella tavola dei vincoli ambientali del quadro conoscitivo del P.S. (rif. Tav. 1) .

2. Per gli interventi consentiti in tali ambiti e comunque sui beni paesistici e per le procedure preventive all’esecuzione degli interventi edilizi si fa riferimento alle disposizioni del D.Lgs. 42/2004.

3. Nella cartografia di natura geologica è riportata la cassa di esondazione eseguita lungo il fiume cascina. Le zone di rispetto delle casse di espansione e/o esondazione da eseguire in fasce fluviali andranno suddivise in due sotto zone:

1) aree destinate agli interventi, soggette ad

esproprio, dalle quali è prevista la fascia di

rispetto di mt 10 ai sensi del RD 523/1904;

2) aree a salvaguardia del rischio idraulico, che sono soggette alla possibilità di allagamenti. In tali aree sono vietate tutte le costruzioni e le variazioni di destinazione d’uso che comportino incremento di carico urbanistico. Sono inoltre vietate modifiche morfologiche, perforazioni di pozzi, realizzazione di servizi o azioni che possono alterare lo stato dei luoghi. Tutte le attività agricole e qualunque piantumazione dovranno essere concordate con l’Amministrazione comunale.

6. Ai fini della conservazione del reticolo idrografico minore si intende richiamato quanto disposto all’art. 13 delle NTA del PS.

7. Per la misurazione delle distanze minime previste dal RD 523/1904 dai corsi d’acqua pubblica e dagli interventi di difesa idraulica fa fede, oltre alla situazione catastale, anche quella rilevabile in sito, in quanto il corso d’acqua può aver mutato il percorso. L’autorità idraulica determinerà la distanza da rispettare.

Art. 50 - Ritrovamenti archeologici

1. Le aree che possono essere oggetto di interesse a seguito di ritrovamenti diffusi sul territorio relativi a tracce di antichi insediamenti e in particolare le aree individuate nella documentazione allegata al PS sono da salvaguardare per la possibile presenza di tracce archeologiche.

2. Prima di eseguire interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, è da prevedere una ricognizione su possibili materiali di interesse storico-documentario presenti sul soprassuolo.

2) aree a salvaguardia del rischio idraulico, che sono soggette alla possibilità di allagamenti. In tali aree sono vietate tutte le costruzioni e le variazioni di destinazione d’uso che comportino incremento di carico urbanistico. Sono inoltre vietate modifiche morfologiche, perforazioni di pozzi, realizzazione di servizi o azioni che possono alterare lo stato dei luoghi. Tutte le attività agricole e qualunque piantumazione dovranno essere concordate con l’Amministrazione comunale.

4. Ai fini della conservazione del reticolo idrografico minore si intende richiamato quanto disposto all’art. 13 delle NTA del PS.

5. Per la misurazione delle distanze minime previste dal RD 523/1904 dai corsi d’acqua pubblica e dagli interventi di difesa idraulica fa fede, oltre alla situazione catastale, anche quella rilevabile in sito, in quanto il corso d’acqua può aver mutato il percorso. L’autorità idraulica determinerà la distanza da rispettare.

Art. 50 - Ritrovamenti archeologici

1. Le aree che possono essere oggetto di interesse a seguito di ritrovamenti diffusi sul territorio relativi a tracce di antichi insediamenti e in particolare le aree individuate nella documentazione allegata al PS sono da salvaguardare per la possibile presenza di tracce archeologiche.

2. Prima di eseguire interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, è da prevedere e prescrivere una ricognizione su possibili materiali di interesse

3. Tale indagine dovrà risultare da apposita Relazione allegata al progetto di intervento.

Art. 51 - Attitudine alla trasformazione dei suoli.

1. Prescrizioni generali.

1. Per la fattibilità di opere in rapporto alle caratteristiche dei terreni, dovranno essere rispettati gli indirizzi e le prescrizioni contenute nella Carta della fattibilità geologica che costituisce parte integrante e sostanziale del R.U.

2. In generale, gli interventi di nuova edificazione, di Ristrutturazione Urbanistica, di Sostituzione Edilizia e di Ristrutturazione Edilizia (con variazione dell’entità e/o della distribuzione dei carichi sul terreno di fondazione), ampliamenti di edifici esistenti, anche quando inseriti in Piani di Miglioramento Agricolo Ambientale, dovranno essere supportati, in ottemperanza delle normative vigenti, da appositi studi geologico-tecnici che analizzino l’interazione tra le trasformazioni in progetto ed il contesto geologico, idraulico, idrogeologico e sismico in cui gli interventi si inseriscono. I contenuti di tali studi dovranno essere supportati da specifiche indagini geognostiche, commisurate all’entità dell’intervento e mirate ad approfondire le problematiche evidenziate dallo studio geologico di supporto al Piano Strutturale ed al Regolamento Urbanistico.

A. Prescrizioni per il Sistema Territoriale della pianura e per il Sistema Territoriale della collina.

storico-documentario presenti sul soprassuolo.

3. Tale indagine dovrà risultare da apposita Relazione allegata al progetto di intervento.

Art. 51 - Attitudine alla trasformazione dei suoli.

1. Prescrizioni generali.

1. Per la fattibilità di opere in rapporto alle caratteristiche dei terreni, dovranno essere rispettati gli indirizzi e le prescrizioni contenute nella Carta della fattibilità geologica che costituisce parte integrante e sostanziale del R.U.

2. In generale, gli interventi di nuova edificazione, di Ristrutturazione Urbanistica, di Sostituzione Edilizia e di Ristrutturazione Edilizia (con variazione dell’entità e/o della distribuzione dei carichi sul terreno di fondazione), ampliamenti di edifici esistenti, anche quando inseriti in Piani di Miglioramento Agricolo Ambientale, dovranno essere supportati, in ottemperanza delle normative vigenti, da appositi studi geologico-tecnici che analizzino l’interazione tra le trasformazioni in progetto ed il contesto geologico, idraulico, idrogeologico e sismico in cui gli interventi si inseriscono. I contenuti di tali studi dovranno essere supportati da specifiche indagini geognostiche, commisurate all’entità dell’intervento e mirate ad approfondire le problematiche evidenziate dallo studio geologico di supporto al Piano Strutturale ed al Regolamento Urbanistico.

A. Prescrizioni per il Sistema Territoriale della pianura e per il Sistema Territoriale della collina.

Il territorio comunale di Capannoli presenta due distinti contesti geomorfologici, la pianura alluvionale dell’Era-Roglio e i rilievi collinari di Santo Pietro e Solaia. Il contesto morfologico della pianura coincide con l’insieme dei terreni posti a valle della strada statale Sarzanese-Valdera. Ciascun ambito presenta caratteri e problematiche specifiche e pertanto ogni contesto è soggetto a prescrizioni particolari.

A.1. Prescrizioni per il Sistema Territoriale della pianura

A.1.1 Salvaguardie dell’assetto idraulico.

Nel documento NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (pagine 161-164)