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La manutenzione ferroviaria

3.1.2 Manutenzione straordinaria

3.1.2.2 Risanamento della massicciata

Il risanamento della massicciata consiste nella necessità di sostituire il pietrisco e perfezionare la sovrastruttura.

L'intervento si divide in due fasi:

- la prima in cui si scava il vecchio pietrisco fino ad una determinata profondità, senza arrivare al piano di posa del rilevato stradale, andando a vagliare il pietrisco così scavato ed allontanando la parte non più idonea come pezzatura o qualità;

- la seconda in cui viene ricostruita la sovrastruttura.

Nel passato l'operazione era svolta completamente a mano, mentre oggi è meccanizzata. Esistono macchine risanatrici capaci di scavare fino a profondità di 15 - 35 cm sotto il piano di posa delle traverse, vagliare il pietrisco scavato per poi ridistribuire quello recuperato e allontanare il materiale di risulta.

Il problema fondamentale del risanamento sono, oltre l'onerosità, i notevoli rallentamenti dell'esercizio ferroviario necessari al consolidamento della struttura. Addirittura le macchine risanatrici moderne sono dotate di organi vibranti per effettuare un primo rassodamento e consentendo di imporre dei limiti di velocità meno restrittivi. Il risanamento della massicciata risulterebbe essere notevolmente semplificato ed agevolato se fosse preventivamente smontato il telaio del binario, sotto il quale è altrimenti necessario lavorare. Lo smontaggio preventivo del binario può non essere effettuato neanche quando, oltre al risanamento, viene effettuato anche il rinnovamento dell’armamento perché i lavori risulterebbero complessivamente più lunghi. Smontatura, invece, obbligatoria in caso di sostituzione delle traverse.

Per ovviare a questo problema è nata la necessità di creare delle macchine capaci di scavare il pietrisco sotto ai binari. Il metodo più efficace è quello che utilizza la catena scavatrice continua che è chiusa ad anello, costituita da maglie formate da elementi a paletta, muniti di graffe, che scorre lungo guide predisposte lungo un triangolo la cui base passa al di sotto del binario ed il vertice è posizionato in alto verso l’altro estremo della macchina. In questa maniera il triangolo su cui è predisposta la catena, ha i suoi lati lunghi su di un piano inclinato di circa 30° sull’orizzontale. In questo modo il pietrisco, scavato sotto al binario, viene indirizzato dalla stessa catena fino ai nastri

trasportatori. La catena per essere immessa sotto al binario richiede l’apertura a mano di un vano nella massicciata. Dai nastri trasportatori la massicciata arriva ai vagli. Dai vagli il pietrisco viene selezionato e passa ad ulteriori nastri trasportatori che effettuato lo stendimento. Il materiale di scarto viene subito trasferito da altri nastri su carri ferroviari attrezzati che lo allontanano fino alla discarica prefissata.

Al procedimento sopra descritto fa capo l’obbligo di massimizzare il rendimento che dipende:

- dalla velocità di funzionamento della catena; - dalla grandezza del canale di sgombro;

- dalla tipologia costruttiva delle pale della catena; - dal rendimento di trazione a disposizione.

Le velocità massime di catena sono attorno ai 3,5 m/s. A partire da circa 3,3 m/s ha inizio un forte incremento d’usura della catena. Incrementi della velocità della catena del 10% comportano un aumento di usura del 15-20%. L’elevata velocità della catena causa un ulteriore problema: il ritorno del materiale che ricade direttamente sulla catena sulla quale viene quindi trasportato.

Per normali catene si parla di un rendimento di trasporto tra i 600 ed i 1000 m3/h.

Quantità variabile in funzione delle circostanze esterne quali: il grado di inquinamento del materiale da risanare, la tipologia di inquinamento e dal grado di umidità del materiale. Fondamentale risulta essere lo spessore ottimale dello strato sul vaglio: si parla di al massimo 3-4 volte più spesso della larghezza di maglia. Nel caso in cui il materiale di risulta sia umido e/o mischiato con argille e limi deve rimanere più a lungo sui nastri prima di essere vagliato, comportando uno spessore di carico minore. Per ottenere un buon lavoro, si riduce l’avanzamento e la velocità di catena. Per una durata della catena oltre i 100 km di rendimento di risanamento è consigliabile una velocità di 3,2 m/s. Minori velocità corrisponde a minor rumore.

Il rendimento, ora descritto, della catena di sgombro coadiuvato dalla tipologia e dal numero dei vagli determina il rendimento delle macchine risanatrici. Rendimento che risulta essere un fattore importante ma non l’unico. Dobbiamo infatti considerare anche la qualità del materiale recuperato nonché la quantità del materiale di recupero. Questo nesso pone sia l’utente che l’acquirente delle macchine davanti a grandi problemi. L’indicazione di alto rendimento non da sufficienti ed attendibili dettagli per la

redditività del prodotto. Una cattiva qualità di vaglio avrà come conseguenza la necessità di un ulteriore risanamento a breve termine oppure di elevato dispendio manutentivo. Un minore recupero produce ingenti costi di smaltimento dovuti alle maggiori quantità di materiale di risulta e maggiori costi di pietrame nuovo da apportare. Costi aggiuntivi che non si limitano allo smaltimento ed al procurarsi nuovo pietrame ma anche per il trasporto.

Un ultimo fattore alquanto costoso per mantenere una buona qualità della massicciata è l’eliminazione della vegetazione infestante. La crescita incontrastata della vegetazione intralcia il binario. I prodotti macerati, che ne derivano, riempiono gli spazi vuoti del letto di ballast diminuendo la resistenza al taglio e compromettendo il deflusso d’acqua, riducendone la sicurezza contro il gelo. Questo processo non si limita alla parte esterna riconoscibile delle piante ma soprattutto le radici. Le piante vengono eliminate spruzzandovi sopra diserbanti erbicidi, con il trattamento ad infrarossi oppure tramite taglio meccanico. Esistono dei veri e propri carri diserbatori che spruzzano gli erbicidi ed avanzano alla velocità limite di 40 km/h. Le superfici dei binari vengono trattate con intensità per una riduzione dell’immissione della sostanza attiva. Le linee ad un binario e le relative unghiature nonché le fiancate della massicciata e le unghiature delle linee a due binari vengono trattate annualmente, mentre le superfici tra i limiti superiori delle scarpate vengono trattate solamente ogni due anni. Sulle scarpate, come del resto su tutte le superfici confinanti, non vengono usati diserbanti chimici in quanto sono zone soggette alle stesse regole delle aree fluviali da proteggere. Il vero e proprio taglio della vegetazione può essere manuale o meccanizzato. Nel caso della meccanizzazione, tutti i dispositivi utilizzati a tale scopo vengono montati su veicoli appositi.

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