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Rischi catastrofali in Italia

Capitolo 2 Coperture assicurative contro rischi catastrofali

2.2 Rischi catastrofali in Italia

L’Istituto di ricerca e protezione idrogeologica (IRPI) ha elaborato un bollettino delle vittime legate a catastrofi naturali accadute nel periodo 1960-2010, da cui risultano 3.400 morti per frane e 715 vite umane per alluvioni.

Il recente caso della crociera Costa Concordia arenatasi sull’isola del Giglio, classificabile tra gli eventi catastrofali man-made, fa ben capire che anche gli strumenti e macchinari più evoluti non riescono a determinare tutte le dinamiche e le potenziali localizzazioni degli eventi catastrofali, e quindi una loro possibile prevenzione. Inoltre prima della tragedia della Costa Concordia era difficile concepire un disastro naturale che andasse a provocare contemporaneamente numerose perdite umane, danni ambientali, andando ad impattare sull’intero settore mondiale dei trasporti crocieristici e su una florida economia turistica locale.

Se tali disastri naturali non possono essere evitati, certamente si possono compiere delle misure per mitigarli, andando così a ridurre il numero delle vittime ed il valore dei danni che essi provocano e per coprirne o attenuarne, almeno in parte, i rischi futuri.

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Oggi infatti, il Governo italiano sta prendendo coscienza della necessità di sviluppare programmi di prevenzione per ridurre l’impatto dei disastri naturali sul nostro territorio:

- Evitando costruzioni a forte rischio di eventi sismici, frane e alluvioni, dove si muore per colpa dell’uomo e non della natura;

- Effettuando maggiori controlli su fiumi e dighe; - Rendendo efficace la segnalazione di allerta meteo.

In Italia il mercato delle coperture assicurative, su base volontaria, contro eventi catastrofali per coprire il costo di ricostruzione degli immobili non si è mai sviluppato. Gli assicuratori italiani hanno premuto a più riprese per l’introduzione di un sistema di coperture assicurative obbligatorie contro le catastrofi naturali a protezione del patrimonio immobiliare; ma tutti i relativi progetti di legge sono naufragati. Infatti, l’idea di una legge che preveda l’assicurazione obbligatoria per tutti gli immobili civili è vista dagli italiani come una tassa in più a carico delle famiglie, già provate dalla riduzione del loro reddito disponibile dovuta alla prolungata crisi economica di inizio secolo.

Il problema è complesso in quanto gli assicuratori mostrano riserve nella vendita di polizze a lungo termine poiché non hanno la possibilità di rivalutare annualmente il premio al rinnovo se il rischio coperto è aumentato, dovrebbero coprire requisiti patrimoniali più elevati per compensare l’incertezza legata ad un programma assicurativo pluriennale ed è più difficile acquistare coperture assicurative per tale di polizze. Un contratto assicurativo a lungo termine perciò significa un premio più elevato da chiedere al cliente: quindi più svantaggi che benefici.

Il premio annuale per una polizza obbligatoria sarebbe invece assimilato dal consumatore alle conseguenze rilevabili sul mercato r.c.auto italiano, dove gli operatori in certe zone accettano il contratto ad un prezzo superiore rispetto al suo valore medio, discriminando determinati tipi di rischi. Inoltre, una parte della domanda si rivolge ad assicuratori che offrono garanzie avendo una maggiore solidità patrimoniale e capacità tecnica di gestione dei rischi, generando così elevate controversie con gli assicuratori.

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La ridotta capacità reddituale di tante famiglie italiane ha poi fatto sviluppare un diffuso e preoccupante fenomeno di evasione ed elusione dell’obbligo di assicurazione e del fenomeno delle frodi, che mettono a rischio il pieno rispetto da parte degli operatori dell’obbligo a contrattare polizze.

La rete di protezione sociale in Italia, tuttavia, è consistente e molto diffusa. Neri periodi post-catastrofi, infatti, le famiglie italiane confidano nel tempestivo intervento delle istituzioni politiche e religiose, della protezione civile, delle forze armate e del volontariato, che hanno dato prova di riuscire ad essere, con la loro solidarietà, molto vicini alle sofferenze delle famiglie colpite da fenomeni quali terremoti, alluvioni e altri eventi catastrofici. Nella valutazione dei danni è un caso di successo il terremoto del 2009 dell’Aquila in cui lo Stato italiano ha deciso di costituire un’organizzazione dedicata ed un sistema informativo al fine di garantire ai cittadini la congruità della valutazione del danno, il contenimento dei costi, accelerando così il processo di liquidazione dei danni alle abitazioni civili.

Gli italiani apprezzano inoltre la possibilità di avere un unico sportello di riferimento per tutti gli atti gestiti dai diversi uffici della pubblica amministrazione coinvolti nel procedimento, che fornisca una risposta tempestiva alla domanda di servizi delle famiglie. Si hanno grandi aspettative sull’intervento di tutte le componenti dello Stato italiano e da un punto di vista pratico, si fa ampio ricorso, ad esempio, al beneficio riconosciuto dallo Stato italiano per le spese di ristrutturazione o risparmio energetico sugli immobili, che con la norma del Decreto 2012 è cresciuto dal 36% al 50%, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per singola unità immobiliare.

Inoltre, in Italia lo Stato ha compiuto sforzi per la prevenzione ed è stato costituito uno specifico Istituto (l’IRPI) che effettua ricerche sulle frane e alluvioni in Italia, individuando quali sono le zone più a rischio e per quali motivi.

La situazione del territorio italiano presenta inoltre ulteriori peculiarità in quanto: - Lo Stato fa fronte ai danni, resi più elevati dal lassismo delle amministrazioni

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condoni edilizi, di scarsa qualità degli immobili, di edifici costruiti in aree ad elevato rischio, nonché la mancanza di infrastrutture e di tutele del territorio. - Il livello dei premi raccolti per la copertura dei rischi nel settore degli immobili

è basso nonostante l’elevato rischio di frane e alluvioni di oltre la metà dei Comuni italiani. Le calamità naturali presentano un potenziale danno rilevante e fortemente variabile per la comunità, che solo in parte è compensato dai fondi pubblici.

- L’impatto delle calamità naturali sulle abitazioni civili è differente secondo il tipo di evento e del luogo in cui questo accade ed è riferibile in particolare ad eventi sismici, vulcanici, alluvioni, tempeste, frane ecc.

- L’Italia ha un patrimonio immobiliare storico unico al mondo e di rara bellezza realizzato con tecniche non moderne.

Da un punto di vista teorico, infine, la possibilità per le famiglie di accantonare somme nel lungo termine per far fronte ai danni provati da una catastrofe rappresenta una scelta efficiente in presenza di un forte impegno alla stabilità del valore della moneta e al contenimento dell’inflazione. Se vi è, come storicamente è avvenuto in Italia fino all’introduzione dell’euro, elevata inflazione e la svalutazione monetaria che incidono profondamente sul valore del bilancio delle famiglie italiane, queste potrebbero nutrire dubbi giustificabili su un loro reale interesse a pagare un premio assicurativo in vista di una prestazione a lungo termine non congrua alle loro reali esigenze post-catastrofe.

Inoltre, nel caso dell’assicurazione dei danni prodotti dalle catastrofi naturali occorre tener conto del rischio specifico, attraverso la mappatura dei rischi classificando ogni territorio con i suoi pericoli tramite una scala numerica predefinita, del ruolo dell’amministrazione locale nel contenere il rischio (regolamentazione edilizia, pianificazione urbanistica, tutela dell’ambiente), del tipo di rischi da coprire, delle modalità di copertura del rischio sottoscritto e ceduto, dell’incentivo privato a coprirsi dal rischio e dalle possibili risorse messe a disposizione in caso di catastrofe naturale dallo Stato, anche sotto forma di riassicuratore di ultima istanza, o di entità sovranazionali.

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In Italia perciò, la strategia politica di governo dei rischi da eventi catastrofali si collega preventivamente ad una maggiore responsabilizzazione degli Enti locali e dei cittadini ed alla efficiente ed efficace tutela dell’ambiente e di sicurezza del territorio. Il suo successo poi non può prescindere dalla disponibilità di uno specifico modello di gestione dei rischi catastrofali adeguato al territorio italiano, che è più soggetto alle catastrofi naturali rispetto ad altri Paesi europei, e per le diverse tipologie: terremoti, alluvioni, frane, inondazioni, eruzioni vulcaniche ecc.

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