In questa sezione vengono analizzate, dal punto di vista organizzativo e operativo, le modalità di gestione, identificazione e mitigazione dei rischi di mercato, suddivisi in tre tipologie principali: rischio di tasso d'interesse, di prezzo e di cambio. Il rischio di mercato viene analizzato nella sezione E della nota integrativa di bilancio, assieme agli altri profili di rischio (di credito, operativo...) sostenuti dal gruppo bancario.
2.10.1 Assetto organizzativo
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce e approva le linee strategiche di gestione dei rischi per gli istituti del Gruppo, producendo i benefici connessi ad una gestione integrata. Il consiglio definisce il livello di rischio tollerabile da BPM, con i relativi limiti di variazione, attribuendo alle singole società del Gruppo la facoltà di definire specifiche politiche di gestione circoscritte all'interno delle direttive generali. Le attività finanziarie del Gruppo confluiscono nel portafoglio bancario finanziario oppure nel portafoglio di negoziazione. Quest'ultimo include strumenti finanziari destinati alla negoziazione nel breve termine, traendo beneficio dal trend positivo dei prezzi, attraverso strategie di rendimento assoluto o direzionali.
Il portafoglio bancario include invece:
- strumenti finalizzati ad ottimizzare il profilo di liquidità, ad esempio l'acquisto di titoli ad immediata liquidabilità (pubblici o di istituti bancari) o titoli a garanzia del rifinanziamento operato dalla BCE;
- posizioni acquisite in un ottica di investimento durevole;
- titoli idonei impiegati come pronti contro termine o collateral nelle operazioni con la clientela;
- titoli detenuti nel lungo termine con obiettivo di investimento durevole; - portafoglio di cambi e strumenti finanziari impiegati nell'attività di Asset & Liability Management.
Il Gruppo ha attribuito l'esclusiva gestione del portafoglio di negoziazione alla banca d'investimento Akros, mentre il portafoglio bancario è gestito anche dalle banche commerciali e dalla Capogruppo.
BPM ha scelto di mantenere una quota residuale di portafoglio presso le controllate, poiché indispensabile per soddisfare obiettivi specifici delle unità del Gruppo o della rete commerciale. Le controllate gestiscono prevalentemente titoli di debito a garanzia dei pronti contro termine collocati presso la clientela o strumenti di capitale strumentali agli obiettivi strategici di Gruppo. Ogni unità assegnataria di un portafoglio titoli è tenuta al rispetto di specifici limiti operativi, in particolare le banche commerciali devono osservare:
- vincoli di perdita massima, composizione quantitativa e qualitativa di portafoglio e limiti di concentrazione per tipologia di emittente;
- vincoli che derivano dall'analisi di sensitività sulle variazioni di valore legate a fluttuazioni degli spread creditizi e del tasso d'interesse;
-limiti qualitativi sulla composizione di portafoglio.
Banca Akros ha attuato una ripartizione del rischio più dettagliata, includendo nei limiti anche il grado di esposizione sui tassi a breve, le differenti scadenze della curva dei tassi, il merito di credito della società emittente.
2.10.2 Metodi di misurazione del rischio
La funzione Risk Management svolge attività di controllo e reportistica esteso anche al rischio di mercato. Attraverso uno specifico applicativo vengono effettuate le analisi seguenti:
- interest rate sensitivity: calcolo della variazione del valore attuale netto in funzioni specifiche ipotesi di variazione del tasso;
- credit spread sensitivity: le obbligazioni sono soggette ad un ulteriore analisi di sensitività che simula l'oscillazione di valore in corrispondenza di una variazione positiva/negativa della curva dei tassi Euribor/Swap di 25 punti base.
In presenza di tassi variabili non vengono effettuate simulazioni di variazione della curva dei tassi a termine (tassi forward). Banca Akros, per la valutazione del rischio di mercato, ai risultati generati dall'indicatore Var (Value at Risk): il metodo prevede l'identificazione di potenziali variazioni economiche, connesse agli scenari evolutivi di specifici parametri di rischio, costruiti a partire dal comportamento storico dei parametri stessi. Assume particolare importanza l'analisi delle correlazioni, che può generare parziali compensazioni nelle variazioni di portafoglio. Le principali componenti di rischio incluse nel modello sono il rischio delta, che esprime la sensibilità del valore di un titolo al rischio prezzo (mercato azionario), rischio di cambio (scambio titoli nel mercato Forex), e rischio di tasso. L'impatto dei fattori di rischio viene inoltre valutato separatamente (rischio Rho di tasso d'interesse), come sottostante dello strumento finanziario (rischio Vega) o in funzione alla volatilità del fattore stesso (rischio Theta). Il Var viene anche impiegato per identificare i requisiti patrimoniali per fronteggiare i rischi di mercato quali: rischio generico su titoli di capitale, di debito (principalmente portafogli di obbligazione e derivati di tasso d'interesse) e rischio di cambio. Il Gruppo, a partire dal 2009, analizza anche il rischio emittente delle esposizioni obbligazionarie (credit spread Var), che viene valorizzato attraverso un calcolo omogeneo rispetto alle altre componenti di rischio. Il metodo prevede la costruzione di curve di bond credit spread che consentono di mappare il rischio specifico degli emittenti: esse si ottengono da una procedura d'inversione dei prezzi delle obbligazioni quotate con i migliori profili di liquidità.
Il credit spread Var trova applicazione a livello gestionale, integrando le valutazioni del modello regolamentare: a partire dalla seconda metà del 2010 l'impiego si è esteso anche al portafoglio dei derivati di credito, inglobando la totalità dei titoli (detenuti dal Gruppo) soggetti al rischio emittente. Non essendo ancora stato sottoposto a validazione da parte dell’Autorità di Vigilanza, il credit spread VaR trova applicazione a livello gestionale. Il modello Var è soggetto a periodica valutazione di conformità da parte della funzione di Audit sulla base di fonti d'informazione interne, archivi, un piano definito dalla funzione stessa sull'adeguatezza del modello interno e un attività di ispezione condotta annualmente dalla Direzione Internal Auditing del Gruppo.
2.10.3 Attività di stress testing
Il modello Var è integrato dalle valutazioni operate attraverso stress test sul portafoglio di negoziazione. Le prove di stress si applicano anche a sotto-portafogli, assumendo tre potenziali contesti di stress: scenari ipotetici (evoluzione delle performance in relazione a potenziali situazioni di crisi), scenari specifici (considerano i fattori di debolezza dello specifico portafoglio) e scenari storici (eventi ed effetti riscontrati nei periodi antecedenti).
2.10.4 Fonti del rischio tasso di interesse
Il rischio di tasso è originato principalmente da due attività del Gruppo: processi di gestione e negoziazione dei portafogli di obbligazioni o titoli pubblici e operazioni effettuate nel mercato dei derivati su tassi (principalmente overnight interest swap, forward rate agreement e interest rate swap) negoziati nei mercati regolamentati e OTC. Il rischio di prezzo è legato essenzialmente al trend dei derivati classificati come portable alfa, che costituiscono un investimento di lungo termine effettuato nell'ottica di ottenere ritorni con effetti non correlati al trend e all'aleatorietà di mercato. La Capogruppo ha scelto nel corso della crisi di attuare un progressivo disinvestimento dei titoli in essere, conclusosi nel 2011.
Se consideriamo Banca Akros, i fattori all'origine del rischio di prezzo sono rappresentati prevalentemente dalle negoziazioni di strumenti finanziari azionari:
titoli azionari, quote di fondi comuni d'investimento azionari, opzioni e future su azioni o indici azionari. L'attività di negoziazione, in prevalenza svolta nel mercato finanziario domestico, si articola principalmente:
- nel market making su derivati con sottostante azionario, in esecuzione di ordini della clientela;
- in operazioni strategiche di arbitraggio o spread fra titoli azionari e indici e fra Otc e derivati scambiati nei mercati regolamentati;
- gestione di fondi comuni di investimento o derivati valorizzati sulla base di panieri di azioni.
2.10.5 Obiettivi e strategie sottostanti all’attività di negoziazione
La gestione del portafoglio bancario risponde a molteplici finalità:
-ottimizzazione del profilo di liquidità, attraverso investimento in titoli di pronta liquidabilità, come obbligazioni di Stato e titoli di primari istituti bancari;
-operazioni d'investimento di lungo termine finalizzate a conseguire un flusso costante di entrate;
-sostegno alle banche di rete nella raccolta effettuata attraverso i pronti contro termine e (in via residuale) supporto alle operazioni attuate nel mercato secondario a favore dei clienti.
Le operazioni relative alle transazioni di titoli derivati rispondono principalmente alla necessità di mitigare la variabilità del margine d'interesse o di garantire una forma di copertura (parziale o totale) dell'esposizione al rischio di specifici titoli in portafoglio. L'operatività nei derivati si estende anche alle negoziazioni per conto della clientela, effettuate nei mercati OTC: le negoziazioni avvengono unicamente a pareggio, non prevedendo l'assunzione di posizioni aperte. Per quanto riguarda Banca Akros, l'attività di negoziazione risponde all'esigenza di fornire delle forme di copertura sulla volatilità del rischio di tasso cui è soggetta la clientela corporate e istituzionale. Il rischio confluisce nella proprietà, che effettua una gestione basata su un'attività di copertura dinamica.
La banca opera come market maker per i titoli obbligazionari emessi dalla clientela corporate, effettuando le transazioni nelle piattaforme multilaterali di negoziazione o nei mercati OTC. La banca d'investimento si occupa inoltre delle negoziazioni di strumenti di copertura delle obbligazioni strutturate di istituti bancari o di prodotti finanziario-assicurativi.
2.10.6 Rischio di cambio
Il rischio di cambio è originato principalmente da operazioni quali: acquisto di strumenti finanziari e titoli in valuta straniera, negoziazione di valuta estera, operazioni di impiego e raccolta in valuta estera per conto della clientela retail o corporate. Il rischio di cambio si estende in Banca Akros anche alle capacità operative di un desk proprietario cui compete la gestione di tale profilo di rischio. La Capogruppo effettua transazioni in cambi al fine rispondere alla necessità della rete commerciale: l'attività principale in cambi si articola in operazioni di negoziazione di valuta estera e di utili conseguiti in divisa diversa dall'Euro. Il rischio originato da attività di intermediazione tradizionale (impiego e raccolta) e investimento in partecipazioni o titoli viene sterilizzato attraverso operazioni di segno opposto compiute nella medesima valuta: sono soggette allo stesso tipo di attività di copertura anche le posizioni che derivano dalla negoziazione di banconote estere e dai flussi di reddito in divisa estera. La Capogruppo non si è dotata di modelli interni di gestione del relativo profilo di rischio: nel corso degli anni la posizione netta si è mantenuta al di sotto del 2 % del patrimonio di vigilanza, non richiedendo di fatto alcun requisito patrimoniale. Banca Akros ha adottato invece un proprio modello di Value at Risk per la determinazione del rischio di cambio. Il Var di portafoglio viene assunto come principale indicatore di riferimento e affiancato ad un analisi che misura la sensitività al rischio di volatilità, alle dinamiche non lineare legate all'esercizio delle opzioni e al mutamento dei tassi di cambio. La gestione ed il coordinamento globale delle politiche relative al rischio di cambio è demandata al Direttore Finanziario: l'assunzione del rischio è soggetta a specifici limiti operativi, prefissati dalla funzione Risk Management di Gruppo.
L'unità di Risk Management lavora in stretta integrazione con l'omologa funzione presente in Banca Akros e definisce i limiti che circoscrivono l'operatività relativa al rischio di cambio. Principali vincoli di riferimento derivano dalla fissazione del cosiddetto stop loss (limite massimo per il conseguimento di perdite) e di limiti relativi al Var di portafoglio.
Altri parametri significativi si riferiscono a120: - rischio Gamma e Vega, ripartiti per divisa; - rischio Theta sul portafoglio complessivo; - esposizione al rischio di cambio, intraday e overnight.
2.10.7 Rischio di mercato, confronto fra banche popolari
La gestione del rischio di mercato è descritta, nella sua articolazione organizzativa e nei modelli di definizione e monitoraggio, nella parte E della nota integrativa di bilancio, dedicata alle informazioni sui rischi e le relative politiche di copertura.
Il confronto si basa quindi sull'analisi di tale sezione delle relazioni di bilancio degli istituti: si osservano numerose affinità nelle policy e negli assetti organizzativi a presidio del rischio. Le banche popolari, in aderenza alla normativa di vigilanza, sono specializzate nella gestione di due tipologie di portafoglio: banking e trading book. Il banking book identifica la quota di portafoglio destinata all'attività “proprietaria”, rappresentata essenzialmente da partecipazioni di collegamento, di controllo o di minoranza classificate come “disponibili per la vendita”, depositi della clientela e impieghi creditizi. Il rischio di mercato viene scisso nelle due macro-componenti: tasso d'interesse e prezzo. Il rischio di tasso si manifesta principalmente nella difficoltà di sincronizzare i flussi dell'attivo fruttifero e del passivo oneroso: esso deriva quindi da problematiche connesse alla trasformazione delle scadenze. Il rischio di prezzo si manifesta invece nella variazione dei corsi delle interessenze di minoranza e delle partecipazioni proprietarie o di collegamento.
Il processo di gestione del profilo di rischio in questione è disciplinato da una specifica policy, che determina: direttive generali di amministrazione, ruoli e responsabilità organizzative a presidio del rischio, limiti operativi e criteri per la quantificazione del rischio, sistema di reportistica direzionale. Gli istituti popolari adottano un modello di maturity gap per misurare il rischio di riduzione della redditività da margine d'interesse indotta da variazioni sfavorevoli dei tassi.
Il maturity gap misura da un lato gli scostamenti temporali fra impieghi e fonti di raccolta e, per le voci attive e passive a tasso variabile, lo sfasamento nella distribuzione temporale delle revisioni di tasso. Il portafoglio bancario è inoltre soggetto al rischio d'investimento, che si esplicita attraverso fluttuazioni di valore delle voci attive e passive di bilancio indotte dai movimenti dei tassi d'interesse. La componente di rischio in esame viene identificata attraverso le analisi di Duration Gap e Sensitività.
Per quanto riguarda invece l'assetto organizzativo di presidio dei rischi, si riscontrano diverse configurazioni comuni all'interno degli istituti di credito. Analizziamo la struttura di BPVi: il Gruppo attribuisce la gestione strategica del rischio al Consiglio di Amministrazione, supportato nella definizione delle linee d'indirizzo dai Comitati Finanza e ALM. Il Cda delibera in merito alle linee strategiche ed i limiti operativi predisposti dai Comitati Finanza e ALM, ed è reso edotto dello stato di evoluzione del rischio e delle politiche di gestione operativa. Il direttore generale del Gruppo, dopo aver consultato i due comitati precedentemente descritti, definisce le procedure operative che la Divisione Finanza dovrà adottare in ottica di breve e medio-lungo termine. La funzione di Risk Management è invece deputata al controllo dei limiti operativi e alla reportistica, strumentale all'elaborazione strategica da parte dei Comitati Finanza e ALM. L'informativa prodotta (di norma con cadenza mensile), consente di analizzare l'esposizione al rischio del banking book sia in termini di valore economico che di margine d'interesse. Gli altri istituti di credito dichiarano una struttura generale di presidio sostanzialmente allineata a quella di Banca Popolare di Vicenza. Banco Popolare si discosta dagli altri istituti per la scelta di attuare un maggiore decentramento nel controllo dei rischi: il riconoscimento del rischio e l'individuazione di metodi di quantificazione, nel rispetto dei limiti strategici, competono alle Funzioni Rischi di Mercato allocate nelle rispettive società del Gruppo. Il secondo portafoglio oggetto di vigilanza è il trading book: esso include le voci finanziarie, attive e passive, detenute con finalità di negoziazione, proprietaria o con la clientela.
Il rischio di mercato associato a questa tipologia di portafoglio è quantificato, in tutti gli istituti bancari, dall'indice sintetico di Var (Value at Risk). Il modello stima la massima perdita (potenziale) di valore del portafoglio di riferimento, generata dalla variazione di determinati fattori d'influenza, in condizioni normali di mercato.
Nella maggior parte degli istituti viene adottato il metodo di simulazione storica, che prevede la costruzione di una distribuzione di probabilità in base ai rendimenti registratisi nei periodi antecedenti. Il limite di perdita potenziale viene definito all'interno di un intervallo di confidenza del 99%, assumendo un orizzonte temporale di un giorno. Le capacità di previsione del modello sono soggette ad un controllo di backtest, che confronta le stime di Var con l'effettiva manifestazione di valore nel mercato. Il Value at Risk viene affiancato ad indicatori di stop loss, che identificano i livelli di perdita sostenibili a vari livelli organizzativi e assumendo periodi temporali d'ampiezza maggiore (di norma un mese o l'intero esercizio). Si deve inoltre considerare che il Var è applicabile in condizioni normali di mercato: non consente quindi di effettuare valutazioni del rischio in contesti estremi, che produrrebbero un forte impatto sulla situazione economico-finanziaria dell'istituto di credito. Sorge perciò la necessità di effettuare degli stress test, che misurino il grado di rischio in condizioni eccezionali, o (per quegli istituti che applicano il metodo di simulazione storica) non incluse nelle serie storiche del Var. Se si considera l'assetto organizzativo, si riscontra una volontà comune degli istituti di attribuire al Cda/ Consiglio di Sorveglianza la definizione delle propensione al rischio e delle linee strategiche di gestione. Le aree Finanza e Asset & Liabiliy Management (nelle diverse declinazioni organizzative a seconda dell'istituto di riferimento) elaborano le linee guida da sottoporre al Consiglio di Amministrazione. L'unità preposta al Risk Management effettua verifiche periodiche del rispetto dei limiti di rischio prefissati e, con il supporto della Direzione Finanziaria, dei limiti operativi e di stop loss. Alla Direzione/Divisione Finanza compete anche la gestione operativa del rischio, sulla base di deleghe predisposte di norma dal Direttore Generale, a seguito di consultazioni con i massimi vertici in area finanziaria e di ALM.
Si può notare dunque una sostanziale equivalenza negli assetti organizzativi di base a presidio dei rischi connessi alle due tipologie di portafoglio: solo Banco Popolare e BPVi hanno operato ulteriori integrazioni alla struttura. Banca Popolare di Vicenza121 ha istituito la Direzione Global Market, subordinata alla Divisione Finanza, con funzioni di negoziazione titoli, nel rispetto dei vincoli di rischio e delle deleghe attribuite dalla Divisione. Banco Popolare introduce due strutture funzionali122 (all'interno di Banca Aletti, sgr del Gruppo) specializzate nella gestione del rischio finanziario (di matrice azionaria) connesso al trading book: la funzione Equity Proprietary Trading, che gestisce l'operatività in strumenti azionari (es: attività di market maker e trading) e la funzione Equity Structured Product, che si occupa invece degli strumenti strutturati e dei derivati con sottostante azionario. Il portafoglio obbligazionario d'investimento viene invece gestito dalla funzione di Fixed Income, anche allocata all'interno di Banca Aletti: particolare attenzione viene posta al presidio del rischio di tasso e di credito. La sezione relativa ai rischi di mercato presenta anche un paragrafo dedicato alle forme di copertura adottate per mitigare il rischio di variazioni avverse del Fair Value. Sono assoggettate al Fair Value Option varie voci di bilancio, a seconda delle policy definite all'interno dei gruppi bancari: titoli a rendimento fisso inseriti fra le attività “disponibili per la vendita”, impieghi alla clientela emissioni di obbligazioni e covered bond a tasso fisso ecc...
Le coperture poste in essere dalle banche prevedono il ricorso a strumenti finanziari derivati, in prevalenza finalizzati a contenere le esposizioni al rischio di tasso. Si tratta di contratti derivati di tipo plain vanilla, locuzione utilizzata per indicare uno strumento finanziario tradizionale, come ad esempio gli IRS e i Cap sui tassi d'interesse impiegati
da UBI Banca e Banco Popolare123. Le banche popolari sono esposte anche ad una
tipologia di rischio finanziario: il rischio di cambio.
121 BPVi, sezione: “Rischio di mercato”, paragrafo:“aspetti organizzativi”, Relazione di Bilancio 2013
122 Banco Popolare, sezione: “Rischio di mercato”, paragrafo:“aspetti organizzativi”, Relazione di
Il rischio in questione è connesso a potenziali variazioni negative nel valore delle posizioni in valuta, in particolare: impieghi e raccolta in valuta con clientela retail e industriale, negoziazioni di banconote estere e di strumenti finanziari in divisa, detenzione di quote O.I.C.R inclusive di investimenti in valuta. Il rischio di cambio, rientrando nella sfera di gestione del rischio di mercato, è sottoposto a rilevazione giornaliera del Value at Risk da parte della funzione deputata al Risk Management, incaricata di produrre anche una reportistica mensile sul profilo di rischio in esame. Le banche popolari hanno adottato misure di mitigazione del rischio in oggetto, costituite essenzialmente da: pareggio delle esposizioni attraverso operazioni in contropartita di finanziamento/impiego nella medesima valuta di riferimento della transazione e gestione di un portafoglio derivati con la definizione di specifici limiti di posizione e rischio. UBI Banca, oltre alle due operazioni appena descritte, necessita l'attivazione di misure di copertura a fronte delle esposizioni della clientela in depositi in valuta giapponese: l'acquisto di questi strumenti avviene contestualmente alla stipula di un Domestic Currency Swap, che prevede la fissazione contrattuale di uno specifico tasso