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Rischio organizzativo e rischio strategico Make and agency problems »

1.3 Leggi, codici di autodisciplina, best pratices in tema di controllo Cenni »

1.4.1 Rischio organizzativo e rischio strategico Make and agency problems »

Mozzarelli (nel riferirsi all’impresa bancaria) scinde il rischio (in prima approssimazione) in

-strategico (al limite reputazionale); -organizzativo (operativo?).

L’analisi ha un approccio parziale. Si coglie solo l’aspetto giuridico. Non si menziona: il rischio di credito (sottoclasse rischio paese), di tasso, di liquidità, di mercato (volatilità dei prezzi relativi che alterano le ragioni di scambio). Mozzarelli pare non distinguere il rischio operativo (operazionale) da quello organizzativo, trattando indistintamente: la componente fisica (deperimento di assets), ambientale, legale e regolamentare (licenze, autorizzazioni, concessioni, brevetti, marchi e privative)69.

Più prudentemente il Comitato di Basilea scompone il rischio operativo in:

68

Rispettivamente: «coloro che sono preposti al controllo interno riferiscono anche al collegio sindacale di propria iniziativa o su richiesta anche di uno solo dei sindaci»; «nell’ambito delle loro attività i sindaci possono chiedere alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative od operazioni aziendali». È importante richiamare anche l’art. 12 (Istituzione delle funzioni aziendali di controllo di conformità alla norme, di gestione del rischio, e di revisione

interna) del Regolamento congiunto, cit.

69

La distinzione proposta pare funzionale solo ai fini di studio. La realtà è molto complessa. «L’aumentare di controparti debitorie in default (crediti deteriorati, affidate perché?), così come le perdite su negoziazioni titoli in conto proprio (opportuna la separazione tra banche d’investimento e commerciali), generano rispettivamente rischi di credito e di mercato, ma degenerano in rischio di

liquidità (per assorbire anche capitale) rendendo impossibile il rispetto delle obbligazioni alla clientela

(magari con modifiche unilaterali, garanzie accessorie, rientro anticipato)». F.FANONI,P.GIUDICI,G. M.MURATORI, Il rischio operativo, cit., p. 16.

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-componente endogena cd. rischio puro. Si tratta di procedure, persone, sistemi. Ancora tecnologia informatica, finanza derivata, operazioni straordinarie, emissioni obbligazionarie, Opa/Opv, asset & liability management. Queste componenti dovrebbero essere proporzionali all’oggetto sociale (cfr. Pettiti);

-componente esogena (rischio di credito, di mercato). Un’altra scomposizione è la seguente:

-rischio sistematico (di mercato) di cui alla frontiera efficiente della teoria di Markowitz e misurato dal ẞ (del Capm). Cfr. diversificazione.

-rischio specifico (sistemico, intrinseco, inherent risk).

Il cenno è un’estrema sintesi e serve a rappresentare la complessità dell’argomento in trattazione.

Formula del Capm e frontiera efficiente

Banche Funding Plan, diversificazione degli impieghi.

Ri rendimento titolo i

Rm è il rendimento di mercato

34

Grafico 1.4.1.170

70

R.A.BREALEY,S.C.MYERS,F.ALLEN,S.SANDRI, Principi di finanza aziendale, Milano, 2001, pp. 183-185.

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Il rischio strategico tradisce una distonia, (meglio) «l’incoerenza della strategia […] rispetto ai mercati di riferimento». Potrebbe ravvisarsi una deficienza organizzativa e patrimoniale (in termini di liquidità e di mismatching delle scadenze).

Il rischio operazionale interessa la progettazione del processo, quello operativo la trasposizione concreta (non conformità delle procedure attuate al progetto).

Il risk management studia l’adeguatezza dell’assetto organizzativo e gli agency problems. Il controllo gerarchico è un incentivo alla conformità (remunerazioni, premialità, formazione, apprendimento, progressione di inquadramento, senso di appartenenza) ed un disincentivo (deterrente) alla devianza (azioni di responsabilità, revoca, sanzioni, licenziamento, ricorso all’autorità giudiziaria, arbitrato).

Williamson, sulla scorta delle riflessioni di Hayek, scorge una dicotomia (forse insanabile) tra il make ed il buy. La sua indagine è rivolta ai costi di transazione, e quindi all’economicità della struttura aziendale.

-Un adattamento di tipo autonomo con reazione alla dinamica dei prezzi descrive una dinamica di tipo buy. Lato sensu la matrice pare essere economica, con concetti di matematica finanziaria, statistica ed econometria71. Il rischio è nella dipendenza biunivoca di mercato. Il riferimento è all’accordo formalizzato in un contratto. L’adempimento esatto di un significativo numero di accordi crea una matrice reputazionale, da spendersi nel mercato. La struttura aziendale è medio-piccola, il mercato in concorrenza perfetta, l’informazione è diffusa e disponibile, l’allocazione delle risorse è efficiente (ottimo paretiano), i contratti sono completi, i diritti di proprietà rispettati72.

71

Il comitato di Basilea sembra riporre molto affidamento sul market monitoring (soprattutto il terzo pilastro). «In quei paesi dove è attribuito ai supervisori un eccesso di discrezionalità è riscontrabile un minor livello di sviluppo dei sistemi bancari […]. (Purtuttavia) Tutte le recenti prese di posizione volte ad analizzare le ragioni della crisi […] mettono l’accento sulla necessità di rafforzare i presidi di governo dei rischi, ma anche su quella di vigilarne con severità l’adeguatezza». F.VELLA, Il nuovo governo societario delle banche, cit., pp. 1277-1278. Ai soli fini esplicativi è utile una considerazione teorica. Il riferimento è alla teoria istituzionalistica, organicistica, sistemica, contrattualistica. Per esigenze di sintesi, il lavoro proporrà, incidenter tantum, una sintetica ricognizione delle teorie richiamate. Maggiore attenzione sarà posta alla forma giuridica (tipo sociale), alla dimensione, alla localizzazione, alla struttura finanziaria, agli assetti (la struttura), alla relationship (make or buy), al posizionamento competitivo ed ai fattori reputazionali.

72

La legge sulla subfornitura è la 192/98, 18 giugno (Disciplina della subfornitura nelle attività produttive). http://www.parlamento.it/parlam/leggi/98192l.htm

36

Tuttavia, nella realtà, si scorge una casistica nutrita di fallimenti del mercato73. La gerarchia pare più adatta in organizzazioni economiche complesse caratterizzate da un’informazione incompleta ed asimmetrica, da una configurazione oligopolistica (o monopolistica) del mercato (barriere all’ingresso), da sostanziale incompletezza del contratto (sovente si ricorre alla composizione giudiziaria), da esternalità e beni pubblici. Per non rendere ancora più complessa la tesi si tace sulla teoria dei vantaggi comparati e dell’economie di scala (o di scopo).

Tabella 1.4.1.1 Impresa-Azienda 1.Forma giuridica (tipo sociale, holding). Limite di capitale sociale 2.Dimensione 3.Localizzazione Capitale fisso sociale 4.Struttura finanziaria (ricorso al mercato del capitale di rischio) 5.Assetto organizzativo, amministrativo, contabile. Controlli interni. Modello procedurale, predefinito schema societario. Organi, uffici, divisioni, risorse umane, compiti e responsabilità, specializzazioni 6.Relationship (make or buy). Outsourcing, in house. 7.Posizionamento competitivo e fattori reputazionali

Il prosieguo del lavoro certificherà l’importanza del punto 5.

73

Parla di un mercato delle regole oligopolistico Montalenti: «in un sistema di economia di mercato la funzione disciplinare di quest’ultimo si esercit(erebbe) nel senso di premiare non soltanto le società che realizzano migliori performance, ma anche le società che adottano strumenti più equilibrati e trasparenti di governance, in particolare di tutela delle minoranze. In realtà non vi sono evidenze empiriche decisive in questo senso. […] Se la ricerca di un modello ottimale di corporate governance

fosse stata lasciata alla mera spontaneità del mercato, i risultati sarebbero stati deludenti». P.

MONTALENTI, Corporate Governance, cit., pp. 806-810. Interessante, seppur non di pronta attinenza con il lavoro, la distinzione tra race to the bottom ovvero race to the top (rispettivamente subttimale e ottimo paretiano).

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(Nel grafico la struttura dei costi medi). Grafico 1.4.1.2

Cm costo marginale Cuv costo medio variabile Cuf costo medio fisso

La configurazione aziendale sopra proposta, caratterizzata da comando e gerarchia, ha necessità di un’adeguata predisposizione di assetti. Il controllo retroagisce alla fase di predisposizione della struttura ed ha funzione preventiva. Perseguire successivamente episodi di mala gestio già verificatisi pare tardivo. Anche se vengono attivate condotte di ripristino e risarcimento si è già scalfita la fiducia dei consociati. Si ricordi che proprio la fiducia è il perno dell’organizzazione economica capitalistica. Il rischio è, pertanto, intrinseco alla struttura aziendale (rischio dell’organizzazione). Si tratta dell’ardua composizione dei (soli) fattori interni dell’azienda (le forze aziendali)74

.

-L’adattamento è di tipo cooperativo (Barnard). Il sistema di comandi ed autorizzazioni (delega e rappresentanza), genera, potenzialmente, alti costi di coordinamento (per Williamson sono distorsioni burocratiche)75. Lato sensu la

74

L’ordine di composizione di Giannessi. Queste le forze aziendali che l’Autore mette in evidenza: forze meccaniche, tecniche, finanziarie e (per quanto ora interessa) le forze umane «connesse con le prestazioni fornite da operai, impiegati, amministratori e dal soggetto o dai soggetti per conto dei quali l’attività si svolge». Solo per completezza le forze ambientali annoverano: le forze del mercato, del credito, le forze sociali e politiche. E.GIANNESSI, Appunti di economia aziendale, Pisa, 1979, p. 19. 75

O. E. WILLIAMSON, I meccanismi del governo. L’economia dei costi di transazione: concetti, strumenti, applicazioni, Milano, 1998, pp. 160 e ss. Per Scarpa: «la presenza di asimmetrie informative non necessita ineluttabilmente dell’intervento correttivo del diritto, prospettandosi vari rimedi che si rintracciano nelle dinamiche di mercato. La disciplina dell’informazione si apprezza sia nell’imposizione di specifici obblighi di comunicazione al pubblico sia nella previsione di sanzioni nel caso di falsa o omessa informazione». D. SCARPA, Asimmetrie informative interorganiche nelle

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matrice è (ora) aziendalistica (con rimandi alla governance e contaminazioni giuridiche). Ivi incidono, evidentemente con proporzionalità diretta, la dimensione aziendale, la localizzazione, la cornice normativa (il grado di regolamentazione), l’apertura al mercato del capitale di rischio (il tasso di concentrazione della proprietà del capitale sociale e la contendibilità del controllo), il target di redditività (budget annuale o pluriennale) ed il risk appetite76.

Tabella 1.4.1.2

Mercato Gerarchia

Teoria del comportamento Scelta razionale, Homo oeconomicus

Razionalità limitata, free rider Unità di analisi Beni e servizi compositi Organizzazione e governo della

transazione

Azienda Costruzione tecnologica, forze interne, funzione della produzione

Costruzione organizzativa, struttura di governo

Caratteristiche dei beni Monodimensionali, omogenei Multidimensionali, attribuzioni del bene non tutte di pubblico dominio.

Experience goods Informazione Perfetta, costo di acquisizione pari

a 0

Incompleta, asimmetrica e costosa.

Cura assetto informativo e canone

dell’agire informato

Principio ordinatore Sistema dei prezzi Gerarchia, cooperazione, potere

Tempo Immediatezza Tempo diverso da 0

Mercato Gerarchia

Intensità incentivi + -

Controlli amministrativi (internal audit come ispettorato amministrativo)

- +

Adattamento di tipo autonomo + -

Adattamento di tipo cooperativo - +

Diritto privato (teoria) contrattuale

+ -

Diritto commerciale (teoria istituzionalistica)

- +

«La crescente complessità dell’organizzazione aziendale impedisce ormai […] sul terreno tecnico, prima ancora che sul terreno giuridico, di concepire il potere degli amministratori come potere diretto sulle decisioni d’impresa; il potere di gestione è sempre più direzione strategica, decentramento decisionale a favore del management

società quotate, in Giur. comm., 2009, I, p. 500. In tema (analisi economica del diritto) F. DENOZZA, Norme efficienti. L’analisi economica delle regole giuridiche, Milano, 2002.

76

Le tabelle di seguito proposte sono una di originale gestazione (la prima), una (la seconda) mutuata (ma integrata) da O.E.WILLIAMSON, I meccanismi del governo, cit., p. 173.

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e controllo di procedure»77. Il decentramento decisionale (just in time gestorio) è sponsorizzato, altresì, dalla ricerca di settore. Su tutti lo studio dell’European trade union istitute licenziato nell’ottobre 2010 dal titolo The European Partecipation

Index (EPI): A Tool for Cross-National Quantitative Comparison78.

Tabella 1.4.1.3

Europe 2020 headline indicator Group I: stronger

participation rights

Group 2: weaker

participation rights

Employment rate by gender, age group 20-64, 2009

72.1 67.4

Gross domestic expenditure on R&D (GERD), 2008

2.2 1.4

Greenhouse gas emissions (reduction in baseline between 2003-2008)

4.7 4.2

Share of renewables in gross final energy consumption, 2008

12.3 6.1

Energy intensity of the economy, 2008

171.2 181.7

Early leavers from education and training, 2009

14.0 16.1

Tertiary educational attainment by gender, age group 30-34, 2009

36.6 31.1

Population at risk of poverty or exclusion, 2008

19.1 25.4

Sistema delle deleghe, rappresentanza legale, autorizzazione, licenza, comando comportano costi di coordinamento e potenzialmente creano distorsione burocratica (cfr. Williamson). Il controllo successivo può essere riduttivo, quindi si propugna la retrodatazione dello stesso. La funzione anticipatoria del controllo ne esalta la sua funzione amministrativa e gestionale/direzionale. L’amministratore si qualifica come imprenditore della correttezza.

L’adeguatezza degli assetti descritta nell’art. 2381 co. 5 c.c. è proporzionale alla dimensione aziendale. L’articolo citato postula l’attinenza della struttura societaria (anche) alla natura dell’impresa (cfr. natura e dimensione aziendale). Per natura intendiamo la normativa che interessa l’azienda: puntuale, tipica, nominata, ipertrofica, omogenea, codificata e rinvenibile in testo unico, concordemente applicata

77

P.MONTALENTI, Corporate Governance, cit., p. 822. 78

40

in sede contenziosa. Non rientrano nella nozione di natura dell’impresa il modello amministrativo di governance; che può essere indifferentemente monistico, dualistico ovvero tradizionale.

Si è così certificata la sovraordinazione del punto 5 della tabella dianzi proposta (Cfr. Tabella 1.4.1.1).

Si constata «nelle imprese medio-grandi con attività fortemente regolamentata un problema di governance»79. Il controllo amministrativo (adattamento cooperativo) è sovraordinato rispetto all’adattamento autonomo (la dinamica dei prezzi). Anche Montalenti studia la scissione tra make or buy. L’autore fornisce una interessante chiave di lettura: la divergenza (sostanziale) del tasso medio di concentrazione proprietaria tra il sistema anglosassone e quello continentale (rispettivamente 10% e 35%). Una pronunciata autonomia del management «accresce i problemi di agency». Viene meno la funzione disciplinare del takeover, l’exit dell’investitore (diritti di exit, ottimo paretiano di mercato), «depotenziata dall’ampio ricorso alle difese antiscalata, legittimate anche da una nutrita legislazione statale»80. Interessanti, anche se esulano dal presente lavoro, le fenomenologie della concertazione (Italia) e codecisione (mitbestimmung, Germania), che implementano la cooperazione, l’interazione, la negoziazione, la socializzazione, il learning by doing (ripetizione del gioco e apprendimento organizzativo). I fallimenti del mercato, free rider, moral hazard ed adverse selection, testimoniano che il solo buy (la dinamica dei prezzi) è insufficiente81. «La distanza dello scambio ideale e senza attriti […] è tanto più grande

79

M.MOZZARELLI, Appunti in tema di rischio organizzativo e procedimentalizzazione dell’attività imprenditoriale, in AA.VV, Amministrazione e controllo nel diritto delle società, Liber amicorum Antonio Piras, Torino, p. 729. La natura e le dimensioni dell’azienda sono menzionate espressamente all’art. 2214 c.c. (Libri obbligatori ed altre scritture), e (sottotraccia) agli artt. 2083 c.c. (Piccoli imprenditori), 2195 c.c. (Imprenditori soggetti a registrazione), art. 1 R.D. 267/42 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa).

80

P.MONTALENTI, Corporate Governance, cit., p. 804. All’exit si contrappone la voice. 81

«Nel caso dell’azzardo morale, l’agent si lascia andare a comportamenti scorretti perché sa che il principal non può disporre di abbastanza informazioni per scoprire tali scorrettezze. La selezione avversa si ha quando il principal, nello scegliere l’agent, non può fare una scelta ottimale perché non dispone di abbastanza informazioni». D. SCARPA, Asimmetrie informative, cit., p. 500. Discorde Buonocore, l’Autore afferma «che il mercato costituisce il locus naturalis della contrattazione d’impresa ove avviene la concentrazione e la composizione dei vari interessi». Ivi, p. 501. Il prezzo

delle azioni incorpora (sconta) l’informazione rilevante. Lo scrivente dissente da questa

considerazione. Gli ultimi accadimenti (Parmalat, Cirio, Enron, Schell, Banca Etruria, non in ordine temporale) paiono confermare questa sfiducia. Sebbene le condotte illecite siano state accertate e sanzionate, i risparmiatori hanno visto erodersi in misura rilevante il proprio investimento.

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quanto più la struttura istituzionale permette a terzi di influire sul valore delle caratteristiche presenti nella funzione di utilità di chi compra»82. Nel caso di specie il riferimento è lo scambio, nei mercati finanziari regolamentati, (indifferentemente) di azioni (partecipazioni al capitale sociale) od obbligazioni (titoli di debito)83. I mercati finanziari secondo taluni studiosi sarebbero la clearing house dei rischi del mondo industriale84. L’informazione è asimmetrica, incompleta e costosa. «I costi di reperimento […] dell’informazione e di sua successiva distribuzione costituiscono costi di produzione di beni e/o servizi»85. Opportuno valutare il trade off tra costo dell’informazione ed utilità attese.

82

D.C.NORTH, Istituzioni, cambiamento istituzionale, evoluzione dell’economia, Bologna, 1994, p. 100.

83

In sede di emissione (mercato primario) o sul mercato secondario. Per completezza vengono di seguito citate le: azioni postergate, di risparmio, a favore dei prestatori di lavoro, diritti di opzione, di assegnazione gratuita. Per quanto concerne il capitale di terzi: Obbligazioni indicizzate e strutturate, convertibili, cum warrant, drop lock, bull e bear, dual currency, reverse floater. Infine i derivati: i futures, le opzioni, gli swaps ed i forward rate agreement.

84

S.FORTUNATO, Stratificazioni e sovrapposizioni legislative, cit., p. 84. 85

G.MERUZZI, L’informativa endo-societaria nelle società per azioni, in Cont. impr., 2010, p. 789. Si tratta del costi di monitoraggio.

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CAPITOLO II

L’ADEGUATEZZA DELL’ASSETTO ORGANIZZATIVO

AMMINISTRATIVO E CONTABILE. LA LEGALITA’ PROCEDURALE ED

IL “GOVERNO DELLA GESTIONE”

SOMMARIO: 1. Da genus a species: dai principi di corretta amministrazione all’adeguatezza dell’assetto organizzativo amministrativo e contabile. -1.1. L’ordine di composizione delle forze aziendali (Egidio Giannessi). -2. Il monitoring board ed il governo della gestione. -3. Profili di diritto pubblico nell’economia privata. -4. Flusso informativo e cooperazione interorganica.

2.1 Da genus a species: dai principi di corretta amministrazione all’adeguatezza dell’assetto organizzativo amministrativo e contabile

«La riforma societaria ha almeno in parte mutato l’ambito degli interessi tutelati dal diritto societario, che ora non sono più legati alla sola tutela dei diritti dei terzi (fornitori, clienti), bensì, più genericamente, di tutti coloro che possono essere qualificati come contraenti deboli […], gli acquirenti di titoli azionari (anche potenziali) con finalità di investimento e rendita»1. Il rapporto di partecipazione al capitale sociale ha natura finanziaria, quasi mai amministrativa. Per Scarpa «nelle società quotate ad azionariato diffuso, i piccoli azionisti sono assimilabili a puri

investitori finanziari»2. In questo senso assumono particolare importanza

1

Ivi, p. 781. «Bocchini afferma la necessità di una rivisitazione degli istituti del diritto commerciale in una nuova prospettiva metodologica di studio: l’informazione e il mercato». D.SCARPA, Asimmetrie informative, cit., p. 499.

2

43

l’informazione e la trasparenza3

. L’intento è attivare tempestivamente l’exit ovvero la dismissione dell’investimento (pare remota la voice).

La struttura aziendale appare indisponibile, perché è posta a presidio di interessi pubblici e non meramente privati4. Per Mosca «l’informazione relativa al precedente andamento dell’impresa e alla sue prospettive future non è distribuita in modo uniforme tra insiders e outsiders»5. È opportuna un’informativa finanziaria attendibile in tutte le sue diverse rappresentazioni:

-previsionali (budget, business plan);

-andamentale e consuntiva (libri sociali obbligatori ex art. 2421 c.c., bilancio, relazione sulla gestione, relazione dei sindaci)6.

Schema 2.1.1

Facts Soft Information

Cash flow (consuntivo), Projections of future earnings bilancio (indici di bilancio) appraisals of assets (intangibles) evaluations of management

L’analisi è riferibile all’internal dealing ed alle operazioni con parti correlate (artt. 2391 bis, 2427 n. 22 bis, 2428 co. 3 n. 2 c.c., 114, 150 co. 1, 154 ter co. 4-6 Tuf). Per quanto attiene all’oggetto del lavoro appare emblematica «la prassi per gli emittenti quotati di predisporre un regolamento interno in materia di internal dealing al fine prevalente di sensibilizzare i soggetti rilevanti in merito agli obblighi di comunicazione imposti dalla disciplina positiva»7. Più stringente la disposizione circa

3

«L’insieme delle informazioni e la loro direzione verso il pubblico, i soci, l’organo di controllo, le società di revisione e le Autorità di vigilanza rappresentano lo strumento di cui la legge si è servita per costruire sui titoli ammessi alla quotazione un clima di particolare fiducia ed affidamento […], tale fiducia va intesa […] quale elemento a tali mercati connaturale». D.SCARPA. Asimmetrie informative, cit., p. 508.

4

«Le scelte di governance fuoriescono […] dal terreno tipico delle società di diritto comune, per diventare presupposto per il conseguimento degli obiettivi di una supervisione bancaria». F.VELLA, Il nuovo governo societario delle banche, cit., p. 1276.

5

«Gli obblighi di trasparenza e di informazione vengono definiti come il nuovo principio assiale dell’ordine sociale» D.SCARPA, Asimmetrie informative, cit., p. 500.

6

Facts: oggetto principale della securities regulation ed oggettivamente verificabile: cash flow consuntivo, bilancio. La soft information ha carattere predittivo e valutativo: projections of future earnings, appraisals of assets, evaluations of management (si tratta di stime).

7

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l’ammissione al segmento Star8

. Si segnala il riferimento ai regolamenti interni di prevenzione degli abusi di mercato9.

Si tratta di comportamenti aziendali indisponibili e predeterminati a livello normativo. Pare opportuna la cura (predisposizione, disegno) di adeguati assetti (procedure, processi, ed anche regolamenti) insieme propedeutici alla corretta gestione societaria. Si tratta di una gestione aziendale improntata (anche) all’interesse sociale. Questo viene interpretato (dal giurista) con il principio di correttezza gestionale e tradotto (dall’economista) nel postulato della continuità aziendale (il going concern).

L’intendimento del legislatore è la predeterminazione di un processo decisionale atto a scongiurare l’appropriazione indebita delle corporate opportunities (cfr. Barachini). Per vagliare il dovere di fedeltà degli amministratori sono da considerare, con attenzione, le operazioni con parti correlate ed in conflitto di interessi. La fedeltà è «quel dovere che impone a ciascun componente dell’organo amministrativo di astenersi dal perseguire interessi o altri vantaggi personali nell’esercizio del proprio incarico; e che assieme al dovere di diligenza, esprime il nucleo essenziale (ed ineliminabile) della […] prestazione gestoria»10. Nei sistemi di common law si parla di duty of care (diligenza) e duty of loyalty (fedeltà, probità). Per esigenze di sintesi, il lavoro non tratta gli studi sulla cattura degli amministratori da parte del gruppo di controllo (incumbent management). Si accenna solo al forte condizionamento subito dagli amministratori nelle società a proprietà concentrata, il cui controllo non è agevolmente contendibile (sopra sono state riportate le considerazioni sul tema di Montalenti)11.

8

Art. 2.2.3, co. 3, lettera p, Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da borsa italiana spa. Si tratta di requisiti patrimoniali e presenza di strutture organizzative con elevato standard di qualità. http://www.borsaitaliana.it/borsaitaliana/regolamenti/regolamenti/reg2610senzaev_pdf.htm

segnatamente alla p. 22. 9

Considerando n. 26 direttiva 2003/6/Ce.

http://www.consob.it/main/documenti/Regolamentazione/direttive_ue/dir_2003_6_ce.htm 10

F. BARACHINI, L’appropriazione delle corporate opportunities, in AA.VV. (a cura di P. ABBADESSA,G.PORTALE), Il nuovo diritto delle società, Liber amicorum Gian Franco Campobasso, cit., pp. 606-607. Continua in nota l’Autore: «preme infine segnalare che […] è da tempo avvertita l’esigenza di una puntualizzazione del contenuto dei summenzionati doveri, reputandosi al riguardo necessario prevedere una procedimentalizzazione delle rispettive modalità di adempimento».

11

Si interroga sull’efficacia dei controlli interni e dell’operato degli amministratori indipendenti in primis, in un sistema societario a proprietà concentrata U. TOMBARI, Amministratori indipendenti, cit.,

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Grafico 2.1.1

Obbligazione gestoria

Duty of care Duty of loyalty

Diligenza richiesta dalla Fedeltà, probità, indipendenza (in mind natura dell’incarico e dalle end in fact). Corporate opportunities e loro specifiche competenze. internal dealing.

Misura dell’adempimento (sforzo)

L’intendimento è procedimentalizzare l’attività imprenditoriale. L’obiettivo, per Golinelli, è la predefinizione di «tecniche di standardizzazione dei comportamenti e di proceduralizzazione delle funzioni decisorie e di controllo12». Quindi non è sufficiente

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