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RISORSE UMANE E COSTO DEL PERSONALE

Nel documento Università degli Studi di Cassino (pagine 54-60)

L’Università può essere riguardata come un sistema aziendale altamente complesso, presente oggi con le sue attività in molteplici settori della produzione e dei servizi, sia pubblici che privati. E’ proprio il confronto tra questi due mondi, pubblico e privato, che alimenta un dibattito sempre più vivo e acceso sull’esigenza di trasferirne gli strumenti gestionali ritenuti più efficaci.

Oggi, infatti, alle due principali finalità istituzionali dell’Università, didattica e ricerca, strettamente interdipendenti, se ne aggiunge una terza di supporto, a cui fanno capo le attività connesse all’amministrazione generale (gestione del personale, contabilità, bilancio e programmazione) e all’erogazione di servizi a favore dell’utenza e del Territorio.

Vi è infatti da più parti la convinzione della strategicità del ruolo delle università nel sistema economico italiano e della necessità di un sostegno alle politiche nazionali di finanziamento per l’università e la ricerca che segni un’inversione di tendenza rispetto all’inadeguatezza degli attuali investimenti in tali settori. In un’economia che compete sulla continua produzione di innovazioni le università sono particolarmente importanti per l’avanzamento della conoscenza, sia come centri di produzione della ricerca scientifica organizzata, sia come sedi di formazione di nuovi ricercatori.

In tale ambito, purtroppo, l’Italia segna un particolare ritardo, anche rispetto agli altri paesi europei, ed è un ritardo che riguarda tutti i fattori che favoriscono l’innovazione.

In questo contesto, il personale assume un ruolo determinante sia per il suo costo rilevante, sia perché il lavoro rappresenta il principale fattore produttivo dell'Università.

Tuttavia, se oggi la valorizzazione del capitale umano, perseguita attraverso il potenziamento quanti-qualitativo del personale, è un elemento essenziale per vincere la sfida sul terreno della competizione globale e del cambiamento come condizione per lo sviluppo economico sociale è altrettanto assolutamente indispensabile elaborare un intervento atto a potenziare le capacità di copertura della crescita prevista della spesa per il personale docente e tecnico amministrativo in servizio e, nondimeno, atto a riequilibrare, per il futuro, il processo di programmazione degli organici di personale docente e tecnico amministrativo, con l'obiettivo di garantire, per ogni nuovo ruolo attivato, che la spesa consolidata da esso generata trovi tendenziale piena copertura attraverso una congrua entrata consolidata prospettica.

Tuttavia, se oggi la valorizzazione del capitale umano, perseguita attraverso il potenziamento quanti-qualitativo del personale, è un elemento essenziale per vincere la sfida sul terreno della

competizione globale e del cambiamento come condizione per lo sviluppo economico sociale, è altrettanto indispensabile elaborare interventi atti a potenziare le capacità di copertura della crescita prevista della spesa per il personale docente e tecnico amministrativo in servizio e, nondimeno, volto a riequilibrare, per il futuro, il processo di programmazione degli organici di personale docente e tecnico amministrativo, con l’obiettivo di garantire, per ogni nuovo ruolo attivato, che la spesa consolidata da esso generata trovi tendenziale piena copertura attraverso una congrua entrata consolidata prospettica.

Diviene quindi fondamentale analizzare i processi di evoluzione della spesa non solo sotto l’aspetto della quantità ma anche, più strategicamente, sotto quello della qualità.

Il primo aspetto è in genere legato all’esigenza di predisporre le risorse necessarie per i bisogni della collettività accademica mantenendo l’equilibrio finanziario del bilancio generale di Ateneo, il secondo aspetto è invece relativo alle modalità di impiego delle risorse, all’allocazione della spesa tra i diversi obiettivi che si intendono perseguire, al miglioramento del livello di efficienza con cui le risorse sono utilizzate a all’efficacia delle politiche adottate.

È perciò vitale che l’Ateneo migliori le future performance in ordine alla qualità della didattica e della ricerca e/o le entrate proprie (contribuzione studentesca e finanziamenti esterni), potenziando i propri punti di forza e correggendo invece quelli di debolezza in modo da concorre con gli altri atenei per una maggiore assegnazione di FFO.

Programmazione del fabbisogno di personale

La Programmazione Pluriennale del Fabbisogno di Personale è lo strumento strategico con cui l'Amministrazione ha proceduto finora all'adeguamento delle risorse umane, sulla base delle proprie esigenze ordinarie e di sviluppo, nel rispetto del vincolo del 90% di cui all’art. 51, comma 4, della Legge 449/1997 e della compatibilità dei costi della programmazione con gli equilibri complessivi del bilancio generale di cui all'art. 1-ter della Legge 43/2005.

Il quadro normativo di riferimento in cui si esplica l’attività di programmazione degli Atenei ha subito delle rilevanti modificazioni a causa delle disposizioni normative in tema di turn-over introdotte dalla legge 9 gennaio 2009 n. 1, di conversione del D.L. 10 novembre 2008 n.

180.

In particolare l’art 1, comma 1, stabilisce il divieto di procedere all'indizione di procedure concorsuali e di valutazione comparativa e all'assunzione di personale per quegli Atenei che, alla data del 31 dicembre di ciascuno anno, abbiano superato il limite del 90% di cui all'articolo 51, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, fermo restando quanto

previsto dall'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 21 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31.

Inoltre il comma 3, dell’art. 1, impone una serie di limitazioni, per il triennio 2009-2011, nell’utilizzo delle risorse liberate dalle cessazioni, in quanto occorre destinarne una quota non inferiore al 60% per l’assunzione di ricercatori, limitando così di fatto la discrezionalità dell’università sia nei propri interventi programmatori che nell’attuazione di eventuali programmazioni già approvate.

E’ dunque di fondamentale importanza evitare l’assunzione di decisioni di spesa basate sulla sottovalutazione della spesa a regime e, occorre pertanto che l’Ateneo si attenga responsabilmente a comportamenti di massima cautela nella programmazione delle nuove assunzioni di personale, così da tenere conto del costo prospettico che graverà sul bilancio, confrontando quest’ultimo con le risorse che il turnover renderà disponibili, compatibilmente con i già citati limiti previsti dalla legge 9 gennaio 2009 n. 1, di conversione del D.L. 10 novembre 2008 n. 180. In ordine alla necessità di garantire la compatibilità dei costi del personale con gli equilibri finanziari complessivi, si precisa che la spesa per le retribuzioni del personale di ruolo nel 2010 ha rappresentato circa il 52% delle uscite dell'Ateneo al netto delle partite di giro. Ciò ha imposto agli uffici competenti un costante monitoraggio della spesa fissa e ricorrente che, grazie alle nuove procedure informatiche per la gestione delle carriere giuridiche ed economiche del personale e i nuovi strumenti di contabilità e di controllo di gestione, previsti dal Regolamento di Contabilità e Finanza, ne consentono il puntuale controllo.

Costo del personale

L'incremento del costo del personale di ruolo, negli ultimi anni, ha reso indispensabile l'attuazione di una attenta programmazione delle risorse finanziarie iscritte in bilancio.

Risultano evidenti le conseguenze a danno della stessa autonomia universitaria; infatti, con riferimento alle scelte di politica finanziaria vengono ormai irrimediabilmente ridotti i margini di manovra da parte degli Organi di Governo di Ateneo non solo per effettuare interventi di sviluppo, ma anche per assicurare il funzionamento delle strutture e dei servizi esistenti.

Rilevante è la novità introdotta dall'art. 2 della legge 43 del 31/3/2005 in tema di incrementi retributivi ai ricercatori universitari. In base a tale disposizione, al personale ricercatore dopo un anno di effettivo servizio viene riconosciuta una retribuzione pari al 70% di quella prevista per un professore di II fascia a tempo pieno di pari anzianità.

La situazione finanziaria risulta ulteriormente aggravata dalle disposizioni previste nelle ultime leggi finanziarie che addossano al bilancio generale di Ateneo il costo degli aumenti automatici delle retribuzioni (scatti stipendiali per anzianità, adeguamento annuale alla media degli incrementi per il personale non contrattualizzato delle pubbliche amministrazioni, incrementi stipendiali per i contratti nazionali del personale tecnico-amministrativo).

Inoltre, l’art. 66, nel combinato disposto di cui ai commi 7, 9 e 13, della Legge 6/08/2008, n.

133 e dell’art. 1, comma 3, del D.L. 10 novembre 2008, n. 180, ha introdotto significative limitazioni in tema di turnover, disponendo che le Università, per il periodo 2009-2011, possono procedere per ciascun anno ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al 50% di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell’anno precedente (limite finanziario). Ciascuna Università destina tale somma per una quota non inferiore al 60% all’assunzione di ricercatori a tempo determinato e indeterminato e per una quota non superiore al 10% all’assunzione di professori ordinari.

Ulteriore novità è rappresentata dalla disposizione introdotta dall’art 69, comma 1, della citata legge 133/2008 che differisce la maturazione dell’aumento biennale o della classe di stipendio (del personale docente e ricercatore) una tantum per un periodo di dodici mesi.

Dallo scenario fin qui delineato emerge con chiarezza che le decisioni di spesa in materia di personale devono essere assunte con una valutazione realistica dei costi futuri, che tenga conto della crescita delle retribuzioni nel tempo per aumenti automatici e sviluppi di carriera.

Tutto ciò ha indotto i competenti Organi Accademici, nella valutazione delle difficoltà finanziarie che deriverebbero dal vigente quadro normativo in tema di turnover e di riduzione del FFO, ad adottare, con responsabilità e rigore, ulteriori misure di stabilità finanziaria.

Costo del Personale di ruolo - incrementi stipendiali Assegnazioni + convenzioni % FFO

2000 17.745.088 25.746.822 68,92%

2001 19.532.349 28.852.342 67,70%

2002 22.577.650 29.768.092 75,85%

2003 25.153.641 30.297.082 83,02%

2004 25.168.961 32.239.380 78,07%

2005 27.376.078 33.370.338 82,04%

2006 29.423.369 33.925.554 86,73%

2007 30.566.475 34.335.428 89,02%

2008 32.057.417 35.633.243 89,96%

2009 33.603.240 35.125.519 95,67%

2010 34.392.123 33.744.546 101,92%

0,00 5.000.000,00 10.000.000,00 15.000.000,00 20.000.000,00 25.000.000,00 30.000.000,00 35.000.000,00 40.000.000,00

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Finanziamenti Costo del personale

Fondo per il trattamento accessorio personale Tecnico Amministrativo

Ai sensi del comma 189 della Legge 266/2005, l’ammontare complessivo del fondo per il trattamento accessorio del personale T/A non può superare l’ammontare complessivo delle risorse dell’anno 2004. Tale importo può essere incrementato ai sensi del successivo comma 191 degli importi fissi previsti dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.

E' evidente come il trend di crescita del personale, nel rispetto di tutte le norme in materia di programmazione di fabbisogni di personale, non può non avere ripercussioni sul Fondo per il Trattamento Accessorio. Le ultime leggi finanziarie, infatti, pongono per tutte le amministrazioni pubbliche l'obiettivo di contenimento della spesa pubblica, con particolare riguardo alle spese di personale, non certamente quello del taglio delle retribuzioni del personale in servizio. Pertanto, nell’ottica di rispettare l’obiettivo di contenimento della spesa pubblica e di calmierare l’incremento dei costi per il personale sono stati stabiliti, di concerto con le OO.SS., criteri che mantenessero stabile, anche per il 2010, l’importo medio della retribuzione accessoria.

Il fondo per le progressioni economiche e la produttività collettiva e individuale per il personale delle categorie B, C e D, nel 2010, è stato pari a euro 848.114,14, mentre quello per il personale della categoria EP a euro 200.000,00

Attività formativa rivolta al personale T/A

L’attività formativa rivolta al personale tecnico-amministrativo dell'Ateneo si è articolata in diverse tipologie organizzative e attuative:

• interventi formativi complessi, progettati e realizzati in loco ricorrendo alle risorse umane presenti nelle strutture dell'Ateneo, rivolti trasversalmente a tutto il personale tecnico-amministrativo;

• interventi formativi complessi, progettati e realizzati in loco ricorrendo alle risorse umane presenti nelle strutture d'Ateneo, rivolti ad una specifica area professionale;

azioni formative mirate alla trasmissione di competenze ed abilità trasversali, progettati all'esterno dell'Ateneo ed organizzati e realizzati in loco ricorrendo a risorse umane esterne alle strutture universitarie;

• partecipazione a seminari e corsi formativi e di aggiornamento su tematiche specifiche rivolte a singole figure professionali, realizzati in strutture e da soggetti esterni all'Ateneo

Nel documento Università degli Studi di Cassino (pagine 54-60)

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