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L’EVOLUZIONE DEI MUSEI PROVINCIAL

2 Musei trentini dall’annessione all’Italia alla fine della seconda guerra mondiale

3.4 La risposta alla politica museale trentina in termini di affluenza

Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione al Mibac, sottolineava con soddisfazione la recente inversione di tendenza registrata in Italia riscontrando nel 2011 un aumento del 9,5 per cento di visitatori dei Musei rispetto al 2010 e del 16 per cento nel 2010 sul 2009. (cfr. Bernabè, 2012)

Una rilevazione ISTAT, condotta in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali e delle attività culturali e del turismo , le Regioni e le Province autonome, ha fornito un insieme di dati interessanti sui musei italiani. I musei e gli

istituti similari, pubblici e privati, aperti al pubblico in Italia nel 2011 sono 4.588. Di questo insieme fanno parte, oltre ai musei, alle gallerie e alle collezioni (3.847, pari all’83,9% del totale), anche 240 aree o parchi archeologici e 501 monumenti o complessi monumentali. Nel 2011, i visitatori hanno raggiunto la cifra di 103.888.764 così ripartiti: 53,9 milioni nei Musei e gallerie, 9,5 milioni nelle aree archeologiche, 40,5 milioni nei monumenti e complessi monumentali) Il pubblico tende a concentrarsi fra poche destinazioni; tre sole regioni si assicurano, infatti, il 51% degli ingressi: Toscana (22,1%), Lazio (20,1%) e Lombardia (8,8%). Ma non sono solo i beni e le collezioni ad avere un interesse e un valore culturale: circa il 70% dei musei italiani ha, infatti, sede in un edificio di elevato pregio storico o artistico Per oltre la metà (51,8%) degli istituti, il principale elemento di richiamo sono le collezioni esposte permanentemente. Per il 30,2% degli intervistati, edificio e collezioni concorrono in ugual misura ad attirare il pubblico, mentre per il 14,5% è la struttura che ospita i beni a motivare la visita Dall’indagine emerge, peraltro, che solo un’esigua minoranza degli istituti conduce indagini per conoscere il proprio pubblico: solo il 12,2% svolge monitoraggi sistematici o a cadenza regolare e appena il 34,7% ha promosso inchieste occasionali (cfr. ISTAT, 2013)

Per quanto concerne la situazione dei principali musei trentini in termini di affluenza dei visitatori, paganti e non, e la loro capacità di finanziamento, sembrano abbastanza indicativi i dati raccolti in merito al periodo 2009-2011 dall’Osservatorio che monitora costantemente 25 di essi, quelli più importanti, come evidenziati nelle seguenti tabelle (cfr. Fondazione Firzcarraldo Onlus, 2011, pp. 87-92) e nei dati ulteriori più sotto riportati.

Il MUSE riporta dati molto diversi da quelli indicati dall’Osservatorio che appaiono poco credibili considerando che nel 2012 (periodo in cui il Museo era ubicato nella vecchia sede di palazzo Sardagna) si è tenuta la grande mostra “Homo Sapiens” che ha visto una grande affluenza di pubblico. Il Bilancio Sociale del MUSE del 2012 nel rilevare che visitatori complessivi alle varie sedi museali sono aumentati di circa il 20% rispetto all’anno precedente, riferisce questi dati (muse.it2012):

Visitatori musei e siti del MUSE anno 2010 anno 2011 anno 2012

Totale 154.372 120.618 140.885

Sede di Trento 86.371 46.844 73.916 Museo dell’Aeronautica G.Caproni 23.025 27.232 23.561 Museo delle Palafitte del lago di Ledro 34.937 34.235 34.284 Giardino Botanico Alpino Viote 5.601 6.006 5.365 Terrazza delle stelle 2.291 4.944 2.576 Arboreto di Arco 2.147 1.357 1.183 Fonte:

Entrando nel dettaglio delle tipologie di biglietto, i biglietti ridotti rappresentano il 40% di quelli emessi, mentre quelli gratuiti il 33%, quelli interi l’11% mentre i biglietti famiglia rappresentano il 16% del totale.

Il quadro abbastanza positivo descritto per i musei nazionali nel 2011 sembra confermato anche per i principali musei trentini salvo il Muse (a quel tempo ancora vecchia sede). Nel 2012 la situazione è divenuta negativa ma riguardo alla sede centrale del MART, si può parlare di crollo riguardo agli accessi e all’autofinanziamento. In controtendenza invece si è avuta una crescita notevole delle presenze al Muse grazie all’allestimento della mostra cui si è già fatto cenno nel capitolo precedente.

Nel 2012 per la sede centrale del MART sono state calcolate 118.972 presenze, di cui 22.930 gratuite (con una contrazione di 160.000 presenze rispetto al 2011 e di 80.000 rispetto al 2010, l’anno “nero” del triennio precedente); il totale delle entrate -in diminuzione sia per la parte corrente che per quella in conto capitale- è passato da 13,8 milioni di euro a circa 10,75 milioni (preventivo assestato), con una diminuzione di quasi 3 milioni di euro, imputabile per circa 1,7 milioni al calo delle entrate proprie, di cui quasi un milione (1,43 milioni meno 0,460 milioni) è dovuto alla riduzione degli accessi a pagamento e circa 200 mila alla contrazione delle vendite pubblicazione e marchand. Le spese di funzionamento indicate nel preventivo assestato del 2012 ammontano a 6,077 milioni di euro e presentano una diminuzione rispetto a entrambi gli anni precedenti (6,23 milioni del 2010 e 6,53 nel 2011) (cfr. Mart, 2012, pp. 254 e segg) segno di una maggior attenzione all’efficienza e forse anche di una minor attività .

In sintesi la somma delle entrate proprie del MART è passata da 1,96 milioni nel 2010, a 3,27 milioni nel 2011, per poi scendere a 1,47 milioni nel 2012. Se si rapportano le entrate proprie dei vari anni alle rispettive spese di funzionamento si coglie un peggioramento notevole nel rapporto entrate/spese di funzionamento: 31,4%. 53%, 24,18%.

Si nota anche qui una discordanza tra i dati relativi al 2011 riportati dall’Osservatorio circa l’ammontare dei ricavi derivanti da vendite biglietti e quelli indicati nel report del MART del 2012 con riferimento al consuntivo 2011: il primo indica un valore di 1,23 milioni, il report invece 1,43 milioni)

Il calo delle presenze dei musei trentini nel 2012 viene attribuito dalla stampa alla crisi economica ma è anche vero che il dato delle presenze risente anche della attrattività delle mostre permanenti e ancor più di quelle temporanee, che sono sempre più importanti; quindi l’affluenza non può che risentire del grado di attrattività delle mostre organizzate nel corso dell’anno, che a sua volta dipende dai finanziamenti pubblici. Il fatto che i musei non siano in grado di autofinanziarsi e abbiano bisogno del sostegno pubblico unitamente alla difficoltà di dimostrare il loro contributo all’economia locale, porta, specie in epoche di crisi a chiedersi se l’investimento in cultura perseguito con lo strumento museale sia compatibile con le risorse disponibili. Il rischio è che una riduzione dell’offerta sotto l’aspetto qualitativo, possa compromettere irrimediabilmente l’immagine che questi musei hanno acquisito a livello nazionale e internazionale.

Per il MART organizzare grandi mostre è indispensabile, mentre meno grave la situazione si presenta per il Museo del castello del Buonconsiglio (e castelli ad esso collegati) che può mantenere un proprio livello di attrattività anche rimanendo semplicemente un Castello con la sua storia e le sue stanze affrescate capaci di interessare una buona affluenza di pubblico indipendentemente dalla presenza di mostre al suo interno, ma anche in grado di procurarsi delle entrate mettendo a disposizione la propria struttura per eventi speciali , incrementando una tendenza già in atto. Il calo di presenze nel MART può forse essere individuato in un minor interesse per l’arte contemporanea da parte del pubblico; sta di fatto che la direttrice del museo ha deciso di per il 2013 di affidarsi al più sicuro passato, organizzando, malgrado vibrate preteste da parte di critici per i quali l’aspetto economico conta poco, una mostra dedicata ad Antonello da Messina, pittore che con l’arte moderna e contemporanea ha poco a che vedere, ma che nelle intenzioni dovrebbe risollevare i dati di affluenza.

Come si diceva malgrado la crisi, nel 2012 il Museo del Castello del Buonconsiglio e dei tre castelli che ne costituiscono sedi periferiche, si sono difesi molto bene rispetto all’anno precedente, registrando 266.000 presenze rispetto alle 281.000 dell’anno precedente con un calo limitato a 15.000 presenza. Segno molto positivo per Castel Beseno (+ 22%) e per il Castello di Stenico ( + 16%), tiene il

Buonconsiglio, calo definito “fisiologico” in quanto l’anno precedente è coinciso con l’inaugurazione, contrassegna invece per Castel Thun che comunque, si mantiene tra i castelli periferici più visitati con oltre 91mila presenze. L’anno appena trascorso si è infatti concluso con quasi 270mila presenze complessive. Ottimo il numero registrato a Castel Beseno che, grazie anche al nuovo allestimento museale, è stato visitato da oltre 42mila persone ed ha fatto segnare un + 22% rispetto al 2011. L’aver ospitato parte della mostra “I cavalieri dell’Imperatore” si è rivelata strategia vincente e molto apprezzata dal pubblico. In primavera nel maniero fortificato più grande della regione saranno programmate aperture straordinarie per presentare le ultime novità del nuovo allestimento che potrà contare su scenografie, filmati e postazioni multimediali di grande impatto. Molto visitato nel 2012 è stato anche il Castello di Stenico nelle Giudicarie, con oltre 21mila presenze e un + 17% rispetto all’anno precedente. Il maniero, completamente rinnovato pochi anni fa, conquista il pubblico grazie alle numerose collezioni d’arti applicate che ne fanno un “unicum” nel panorama castellano del Nord Italia. Si mantiene praticamente sui dati del 2011 il Buonconsiglio che, con le sue 112mila presenze, ha visto un leggero segno negativo del 6%, dovuto anche al caldo torrido di agosto, mese con la massima concentrazione di turisti in provincia. Stando ai dati della recente indagine redatta dall’Osservatorio Provinciale per il Turismo in occasione della mostra “Le grandi vie delle civiltà” il richiamo delle mostre temporanee unite al fascino del castello si rivela come principale motivazione di visita. Non va però dimenticato che se si raffrontano i dati specifici relativi al Castello di Trento con quelli del 2009 la situazione appare molto meno rosea.

Nel 2012 i visitatori del Museo storico italiano della Guerra sono stati 37.608 (cfr. Museo della Guerra di Rovereto, 2013)

Nel rapporto di gestione della Provincia anno 2012, curato dal Servizio Programmazione Ufficio per l’Analisi delle Politiche pubbliche, risultano le assegnazioni per il funzionamento dei principali musei: al Museo d’arte contemporanea di Trento e Rovereto (MART) quasi 5,6 milioni di euro, al Museo delle Scienze circa 2,6 milioni di euro (ancora ubicato nella vecchia sede); al

Museo Castello del Buonconsiglio, monumenti e collezioni provinciali per 1,4 milioni di euro; alla Fondazione Museo Storico del Trentino 1,3 milioni di euro. Al Museo degli usi e costumi della gente trentina sono stati assegnati 1,15 milioni.

(P.A.T, 2012)

Il Museo storico italiano della Guerra gode di contributi pubblici di molto inferiori: 202 mila euro ma presenta anche costi di gestione di gran lunga inferiori agli altri sopraindicati: 487 mila euro. Il resto delle entrate proviene dai tra biglietti e dal bookshop per 220 mila euro e il rimanente da lavori realizzati per altri enti. La situazione risulta precaria a detta del provveditore e del presidente e del Museo;

«Qui lavorano sette persone, facendo il lavoro di ben più persone, e a dimostrarlo sono gli straordinari - osservano Zadra e Miorandi - Dal 2000 il contributo è bloccato, mentre le spese sono aumentate. Se il trend continua così, non siamo in grado di garantire che il servizio non ne risentirà. Perché non è possibile chiederci di fare di più, senza darci le risorse, magari nascondendosi dietro al fatto che noi formalmente siamo un'associazione. Non è possibile. Ci sono realtà ben più sostenute». (Zomer, 2012)

La situazione museale trentina rischia di peggiorare ulteriormente a seguito dei tagli apportati dal bilancio provinciale 2013 e anni 2014, 2015 in relazione ai contributi per il funzionamento, cioè quelli fondamentali per la mera esistenza del singolo museo (il contributo aumenta evidentemente per il MUSE) :

MART 4.736.000,00 4.499.000,00 4.274.000,00