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2. Le tre rivoluzioni e il nuovo paradigma sociale: l’avvento del

2.1. Tre rivoluzioni non silenziose: società, internet e mobile

2.1.3. La rivoluzione del mobile

La terza rivoluzione, individuata da Wellman, e di più re- cente realizzazione è quella del Mobile. La diffusione su larga scala dei dispositivi mobili ha giocato fin dalle sue origini, ben prima dell’affermarsi degli smartphone e delle relative app, un ruolo importante. Mentre la telefonia fissa ha annul- lato le distanze tra i luoghi, con l’avvento della telefonia mo- bile sono i luoghi stessi a scomparire: la rete mobile, infatti, è sostanzialmente una rete di individui (Borrelli, 2003, p. 25). Inoltre, l’indistinzione di tempo, spazio e attività all’in- terno di un nuovo frame spaziale e temporale, correlato alla comunicazione multiuso, contribuisce alla dematerializza- zione della struttura sociale che viene ricomposta intorno a network di interazione fondati sul singolo individuo (Ca- stells, 2008, p. 267).

messe in campo in maniera autonoma da centri di ricerca e forze econo- miche, ponendo così le condizioni per i successivi cambiamenti sociali. Qualsiasi tecnologia, invece, secondo i canoni interpretativi della scuola di pensiero opposta, deve essere considerata come un sottoprodotto di un processo sociale, altrimenti determinato e acquisisce uno status effettivo solo quando è usata per scopi già contenuti e previsti in tale processo so- ciale (Marinelli, 2004, p. 21).

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Di fatti, la penetrazione su larga scala del mobile con la sua capacità di perenne connettività ha dato vita ad un tempo più fluido. La capacità di gestire interazioni in presenza con altri individui non è più data dalla conoscenza pregressa e condivisa di un preciso luogo di incontro, ma piuttosto è de- legata ad uno stato di connessione basato sugli individui, che rinegoziano continuamente i parametri per quel dato appun- tamento.

Come altre tecnologie della comunicazione prima di loro, i telefoni mobili sono diventati affordances centrali per gli individui networked, poiché sono diventati più facili da uti- lizzare, più leggeri e durevoli, più economici. Se intendiamo per affordances le azioni che un individuo può potenzial- mente compiere con un oggetto (Rainie, Wellman, 2010) e teniamo conto della proliferazione delle applicazioni per smartphone, comunemente definite app, risulta chiaro come i telefoni mobili siano diventati qualcosa di più di un sem- plice telefono o di un complemento del computer, essi con- nettono gli individui al mondo.

Pertanto, è possibile affermare che la rivoluzione mobile ha enfatizzato i cambiamenti culturali innescati dalle altre due rivoluzioni. Per comprenderne la portata basti pensare che la popolazione mondiale si attesta su circa 7,5 miliardi di persone e che le utenze telefoniche attive nell’anno 2016 su- perano gli 8 miliardi (rapportato alla popolazione si attesta sul 108%)43. Gli individui sono quasi sempre connessi e re-

43 Fonte: Report, We are Social – Digital in 2017: la popolazione mon-

diale si attesta su 7.476 miliardi di persone per 8.407 miliardi di utenze telefoniche attive. In Italia il rapporto si attesta sul 128% con 76,74 milioni di utenze attive per una popolazione di 59,80 milioni di individui. Il report è disponibile integralmente al link: http://weareso- cial.com/it/blog/2017/01/digital-in-2017-in-italia-e-nel-mondo

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peribili dagli altri, per cui l’accesso costante è ormai parte in- tegrante delle loro vite44. Questo genera un importante mu- tamento nella distinzione tra sfera pubblica e privata, por- tando all’estremo il concetto di “palcoscenico laterale” con cui Meyrowitz (1993) definisce la mescolanza tra retroscena e palcoscenico. Essere always on cambia le aspettative che l’individuo ha nei confronti del proprio network, ritenuto at- tivabile in qualsiasi momento. Al contempo, egli stesso è parte di altri network i cui nodi possono voler interagire con lui a prescindere dal contesto in cui si trova. Si tratta di una sorta di assottigliamento del confine tra pubblico e privato.

La rivoluzione del Mobile è stata dunque resa possibile, e a sua volta ha incentivato la diffusione:

1. Di device mobili: pc sempre più leggeri, i tablet e gli smartphone le cui dimensioni contenute e la durata della batteria ne permettono un continuo utilizzo in mobilità;

2. Di reti wireless che consentono sempre di più l’ac- cesso ad internet;

3. Del cloud computing che consente l’archiviazione di mail e documenti, e di fare social networking: gli individui hanno sempre e ovunque accesso ai loro documenti e al loro network di riferimento (con cui possono scambiare informazioni e mate- riali);

44 Su questo punto, un particolare punto di vista sulle opportunità della

comunicazione mobile è quello di Castells, che nel volume Mobile Com- munication e Trasformazione sociale scrive (Guerini e Associati 2008): “la comunicazione mobile ha favorito la combinazione di autonomia e sicu- rezza rendendo l’individuo libero di relazionarsi con il mondo in senso am- pio, mentre può continuare a fare ancora affidamento sulla propria rete di supporto personale […], i ragazzi possono stare da soli o in compagnia dei loro coetanei senza perdere il contatto continuo con casa – in una - «au- tonomia in condizioni di sicurezza»”

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4. Delle app che hanno mutato le affordances degli smartphone, rendendoli strumenti insostituibili per l’accesso ad Internet e dirottando gran parte della navigazione dal web.

La diffusione di dispositivi mobili ha portato fuori casa la capacità di connessione degli individui, rendendola, ubiqua, pervasiva, senza tempo e always on:

«Gli individui networked usano sia l’accesso inter- net che quello mobile per orientare la loro attenzione

parziale continua verso una varietà di reti sociali e di

risorse informative. Questa transizione verso un mondo mobile (mobile-ization) rafforza i tre pilastri dell’engagement on line: connettersi con gli altri, sod- disfare richieste di informazione e condividere conte- nuti» (Rainie, Wellman, 2013, p. 166).

2.1.4. Un cambiamento di paradigma: la Networked Sociabi-