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Quando Murcutt ritornò agli spazi propri del paesaggio australiano per antonomasia compì una sintesi delle esperienze passate, dando alla luce tre edifici, tra il 1992 e il 1994, che andarono a connotare in maniera significativa l’interpretazione critica del suo lavoro e che gli diedero fama internazionale. La Meagher House, la Simpson Lee House e la Marika Alderton House possiedono un rapporto con il paesaggio che trova le radici in Alvar Aalto e in molti lavori degli architetti finlandesi. Gli aspetti che accomunano i due progettisti sono molteplici, primo fra tutti è ancora l’uso della tipologia come strumento progettuale, anche nel “dissolvimento del tipo in favore del sito” e “nell’interesse verso una Teoria dei Siti piuttosto che a una Teoria dei Tipi”29 di cui parla Groak. La

capacità di esplorare continuamente le forme ed i materiali era un tratto tipico dell’architetto finlandese. Il suo abbandono del funzionalismo macchinista in favore di un modernismo umano lo portò ad una ricerca sull’abitare che per certi versi è simile a quella di Murcutt. In particolare è evidenziabile il processo con cui i principi del funzionalismo modernista vengono deformati: “the ‘biodynamic functions’ of eating, sleep, work and play provided the basis for the ‘minimal dwelling’, which could be psychologically enlarged to arrive at a ‘universal dwelling’, designed after careful ‘research based on human similarities”30.

Quello che può sembrare in contrasto a questo punto e potrebbe invalidare la figura di Murcutt come progettista contemporaneo è quello che riguarda appunto la generalità delle necessità umane. Il maestro australiano, riaffermando esse come in parte universali e antropologiche, non vuol dire che esse siano fisse e genericamente confermate, piuttosto che si debba soddisfare il bisogno innato del ‘rifugio’, mentre, in una fase successiva si debba procedere ad affrontare quelle specifiche dei clienti. Allora l’architettura si fa adattabile e flessibile ad accogliere i possibili utilizzi. Ed è questo che fa dell’architetto australiano un interprete della contemporaneità, nell’accettazione dei differenti stili di vita e di valori. Il romanticismo regionalista, che lega l’opera con la natura, ed essa con la cultura, con i materiali, con le tecniche che definiscono un luogo, è vissuta da Murcutt con un forte accento sulle peculiarità del paesaggio. Non poteva essere altrimenti, visto che l’idea zero della sua architettura è la distanza incolmabile tra la dimensione umana e la fragile e immensa natura del suo continente, tanto che il famoso aforisma ‘Touch this earth lightly’, mutuato da un antico detto aborigeno, diventa quasi la massima che descrive la sua opera. Cultura aborigena con la quale lui si

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in alto:

- Simpson Lee House - Marika Alderton House - Meagher House

confronta nella Marika Alderton House, costruendo un ligneo kit di montaggio, che potesse essere assemblato da operai non specializzati e che seguisse i profondi e trascendentali bisogni di quella popolazione. Un riparo, ancora una volta su una piattaforma, in cui la distanza tra essa e la copertura è scandita da pannelli apribili e lame di legno verticali a garantire la privacy e la ventilazione. Frutto di un dialogo stretto tra cliente e progettista, la casa prende forma con la sovrapposizione delle responsabilità delle loro scelte, esattamente come dell’architettura vernacolare, ma che, al contrario di essa, si serve della moderna tecnologia e della prefabbricazione per raggiungere la perfezione costruttiva. Nella Simpson Lee House i temi della cultura aborigena sono incarnati dalla sublime percorrenza di accesso alla valle limitrofa al lotto e dalla temporanea permanenza in un luogo, la casa, che si trasforma in una tenda o in una caverna d’acciaio e vetro per vivere il paesaggio. Il percorso si fa racconto e piega l’angolazione tra la casa ed il garage per consentire la vista del bush attraverso l’acqua della vasca antincendio. La vetrata scorrevole, che apre il fronte del fabbricato verso gli alberi, dissolve il limite tra interno ed esterno. L’abaco degli elementi si arricchisce in quest’opera della finestra inclinata verso l’esterno a far entrare l’aria dal basso; tale sistema era stato usato già nella Pratt house, ma diventava lì una pelle, essendo esteso a tutta la facciata, al contrario, è importante sottolinearlo come nuova componente perché esso andrà ad alloggiare funzioni nella parte orizzontale bassa della finestra nella Walsh House e in opere successive. Una finestra proiettata in maniera sbieca dalla facciata, anche se senza alcun intento ecologico, era già presente nella villa Mairea, dove inoltre (nel prospetto a sud) vi era anche uno schermo di legno scorrevole (con il binario in vista) a proteggere la porta del balcone, che accomuna quell’opera con le finestre della Meagher House. La casa a Mittagong (Meagher House) ricuce le componenti del paesaggio sia visualmente, sia simbolicamente e cerca un legame con l’esterno proiettando delle pergole e dei muri a generare spazi di scala intermedia. Il lungo asse su cui si sviluppa la pergola è stato assimilato da Frampton a quello del Schloss Glienicke, o casino di caccia, progettato da Schinkel. La figura del progettista tedesco è quella che riesce a spiegare a fondo l’evoluzione del pensiero di Murcutt, il suo classicismo ha influenzato sia l’algido modernismo miesiano, sia il romanticismo aaltiano. Tale dualità è presente negli edifici di Murcutt con diversi accenti e sebbene risulti contrastante a prima vista non lo è, in quanto, come chiarito da Drew31, il romanticismo, rappresenta un atteggiamento che influenza e guida il processo

progettuale, piuttosto che uno stile o una connotazione formale, e infatti è in questa prospettiva che stato possibile accomunare tre progetti tanto differenti negli esiti figurativi.

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