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Scenario nazionale

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1.1 Quadro sintetico del contesto economico e finanziario di riferimento

1.1.2 Scenario nazionale

Nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2021, presentato dal Governo il 15 aprile, per il nostro Paese viene ipotizzata nel 202110 una crescita del PIL pari al 4,5%. Il Governo, data anche l’incertezza sulle ripercussioni della pandemia di Covid-19, incertezza che resta ancora molto elevata, ritiene necessario rafforzare la spinta ad uscire dalla crisi attraverso tutti gli strumenti a disposizione, dalla campagna vaccinale, al sostegno alla ricerca medica e al rafforzamento del Sistema sanitario nazionale; dai sostegni e ristori, al rilancio degli investimenti e dello sviluppo con il Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato dal Next Generation EU (NGEU) e da risorse nazionali.

Asse portante del DEF 2021 è la crescita economica11, considerata fattore decisivo per la sostenibilità ambientale, sociale e finanziaria del Paese. L’azione del Governo è orientata al sostegno dei lavoratori e delle imprese maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria12 e al forte impulso agli investimenti pubblici legati al PNRR13. Le riforme di contesto sono considerate dal Governo come condizioni necessarie affinché questo piano possa dispiegarsi in tutti i suoi benefici effetti: sarà necessario intervenire su PA, fisco14, giustizia, concorrenza e semplificazione delle opere pubbliche. Tali riforme costituiscono una sezione a sé stante dello stesso PNRR.

10 In base alle stime ufficiali ISTAT, il 2020 si è chiuso con una caduta del PIL pari all’8,9% in termini reali, un valore impressionante ma comunque migliore rispetto quanto potesse essere previsto, tenuto conto delle 3 ondate pandemiche che hanno colpito il nostro Paese. L’impatto è stato contenuto dai massicci interventi di politica economica, che nel 2020 hanno raggiunto la cifra di 108 miliardi di euro, pari al 6,5% del PIL Oltre a questi sostegni diretti, sono state previste garanzie statali sull’erogazione di nuovi e una moratoria su prestiti e mutui bancari in essere.

11Ma non va dimenticato l’equilibrio dei conti pubblici, come si legge nella stessa parte introduttiva del DEF 2021, a firma del Ministro Franco.

12 Queste misure da sole raggiungerebbero nel loro complesso il 4% del PIL nel 2021, contro il 6,6% del 2020.

13 Per il periodo 2021-2026 le risorse complessive a disposizione ammonteranno a circa 222 miliardi di euro.

14 Dovranno essere riformati i meccanismi di riscossione e l’imposizione personale; grande attenzione sarà posta sulle imposte ambientali e la tassazione delle multinazionali.

FMI CE OCSE

2019 0,3 0,3 0,7

2020 -4,8 -4,8 -4,8

2021 3,3 3,1 2,7

2022 2,5 2,5 1,8

Tasso di crescita del PIL Giappone

La previsione macroeconomica tendenziale,15 presentata nel DEF, stima per il 2021 un tasso di crescita del PIL pari al 4,1%. Nella Nota di Aggiornamento del DEF (NADEF) dello scorso settembre, la stima ammontava al 6%. I quasi 2 punti percentuali di differenza si spiegano con l’andamento dell’emergenza Covid-19, che si è dimostrata peggiore rispetto alle attese di allora. Negli anni successivi, grazie agli ulteriori stimoli fiscali e all’aspettativa che dopo la prossima estate le misure di contenimento anti-Covid saranno molto più limitate e avranno quindi sempre minore impatto, la crescita del PIL si attesterebbe al 4,3% nel 2022, al 2,5% nel 2023 e al 2% nel 2024. Il tasso di disoccupazione raggiungerebbe un picco che sfiora il 10% nel 2021, per poi scendere nel 2024 all’8,2%. La tavola che segue illustra l’andamento delle principali variabili macroeconomiche in base allo scenario tendenziale.

Tab.6

Fonte: DEF 2021

Rispetto a questo quadro tendenziale, che già di per sé mostrerebbe una dinamica a V per via della recessione del 2020 dovuta al Covid-19 e al suo graduale superamento negli anni successivi, il quadro programmatico prevede una ripresa più veloce nel 2021 e nel 2022, grazie all’incremento di risorse e investimenti finanziati dal PNRR e al Decreto Sostegni bis, una sostanziale parità nel 2023, e una crescita leggermente più lenta nel 2024, quando l’esigenza di ricondurre il deficit di bilancio al 3,4% indurrà una politica fiscale più restrittiva. Lo scenario programmatico, però, non tiene ancora conto dell’ulteriore effetto propulsivo che dovrebbero esercitare le riforme previste dal PNRR. Si tratta di un effetto difficile da quantificare, e per questo forse escluso dalle previsioni, ma che potrebbe essere non trascurabile.

La tavola che segue illustra l’andamento delle principali variabili macroeconomiche in base allo scenario programmatico. La differenza principale tra scenario tendenziale e programmatico è legata, non a caso, al diverso andamento degli investimenti.

15 Questo quadro incorpora il PNRR nella versione presentata in NADEF e leggermente rivista con la Legge di Bilancio 2021, nonché il Decreto Sostegni. Tale previsione è stata validata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio.

2020 2021 2022 2023 2024

PIL -8,9 4,1 4,3 2,5 2,0

IMPORTAZIONI -12,6 9,3 6,3 3,7 3,3

CONSUMI FINALI NAZIONALI -7,8 3,4 3,6 1,9 1,4

CONSUMI FAMIGLIE E ISP -10,7 3,8 4,8 2,5 2,0

SPESA DELLA PA 1,6 2,4 0,1 -0,1 -0,2

INVESTIMENTI -9,1 8,0 7,8 4,4 3,7

.macchinari -8,8 5,6 7,8 4,2 3,7

.mezzi di trasporto -28,1 26,3 12,1 7,0 4,2

.costruzioni -6,3 8,3 7,3 4,2 3,7

ESPORTAZIONI -13,8 8,2 5,7 3,9 3,3

COSTO DEL LAVORO 2,6 0,6 1,3 0,9 1,2

PRODUTTIVITA' (misurato su PIL) 1,6 0,6 0,4 0,3 0,3

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 9,3 9,9 9,5 8,8 8,2

TASSO DI OCCUPAZIONE (15-64 anni) 57,5 57,1 58,9 60,8 61,9 Scenario macro-economico tendenziale Italia

DEF 2021

(variazioni percentuali)

Tab.7

Fonte: DEF 2021

Mettendo a confronto i principali indicatori di finanza pubblica, illustrati nelle tabelle che seguono, si nota immediatamente che lo scenario programmatico comporta un deficit nettamente più elevato del tendenziale nel 2021, di ben 2,3 punti percentuali, raggiungendo un picco dell’11,8%. Il deficit programmatico continua a essere lievemente superiore a quello tendenziale anche nel 2022 e nel 2023; convergerà al livello tendenziale nel 2024.

Tab.8

Fonte: DEF 2021

Tab.9

Fonte: DEF 2021

2020 2021 2022 2023 2024

PIL -8,9 4,5 4,8 2,6 1,8

IMPORTAZIONI -12,6 9,4 6,6 3,8 3,3

CONSUMI FINALI NAZIONALI -7,8 3,4 3,6 1,9 1,4

CONSUMI FAMIGLIE E ISP -10,7 4,1 5,2 2,5 1,9

SPESA DELLA PA 1,6 2,6 0,2 -0,1 -0,3

INVESTIMENTI FISSI LORDI -9,1 8,7 9,0 4,7 3,4

ESPORTAZIONI -13,8 8,2 5,7 4,0 3,4

COSTO DEL LAVORO 2,6 0,5 1,3 1,0 1,2

TASSO DI DISOCCUPAZIONE 9,3 9,6 9,2 8,5 8,0

Scenario macro-economico programmatico Italia DEF 2021

(variazioni percentuali)

2020 2021 2022 2023 2024

INDEBITAMENTO NETTO -9,5 -9,5 -5,4 -3,7 -3,4

SALDO PRIMARIO -6,0 -6,2 -2,5 -0,8 -0,8

INTERESSI PASSIVI 3,5 3,3 3,0 2,8 2,6

DEBITO PUBBLICO (lordo dei sostegni) 155,8 157,8 154,7 153,1 150,9 Indicatori di finanza pubblica Italia

quadro tendenziale DEF 2021

(variazioni percentuali)

2020 2021 2022 2023 2024

INDEBITAMENTO NETTO -9,5 -11,8 -5,9 -4,3 -3,4

SALDO PRIMARIO -6,0 -8,5 -3,0 -1,5 -0,8

INTERESSI PASSIVI 3,5 3,3 3,0 2,8 2,6

DEBITO PUBBLICO (lordo dei sostegni) 155,8 159,8 156,3 155,0 152,7 Indicatori di finanza pubblica Italia

quadro programmatico DEF 2021

(variazioni percentuali)

L’elevato deficit pubblico comporta un ulteriore aumento, pari quest’anno a 4 punti percentuali, del rapporto fra debito e PIL, che nello scenario programmatico raggiungerebbe il 159,8%. Un graduale processo di riduzione comincerebbe dal 2022, con una riduzione di 3,5 punti percentuali, e di altri 3,6 punti percentuali complessivi nel biennio seguente. Sono evidenti i rischi per la sostenibilità del debito comportati da valori così elevati del rapporto tra debito e PIL Fortunatamente, tuttavia, il costo del finanziamento del debito pubblico, che per quest’anno è stimato pari al valore storicamente molto basso del 2,2%, dovrebbe scendere ulteriormente. Se la crescita nominale del PIL tornasse ai valori del primo decennio di questo secolo, e il saldo strutturale primario raggiungesse il 3% del PIL, come è avvenuto per diversi anni prima della recessione del 2020, il rapporto debito/PIL potrebbe ridursi di almeno 4 punti percentuali all’anno. Queste considerazioni avvalorano la speranza che il debito pubblico italiano possa rimanere sostenibile. È tuttavia importante che vi sia la consapevolezza che a tempo debito i frutti della maggior crescita dovranno contribuire al rafforzamento della finanza pubblica. Dalla sua solidità dipenderà, infatti, la capacità del Paese di rispondere a crisi inattese come quella causata dal Covid-19.

Passiamo ora a confrontare le previsioni contenute nel DEF con quelle di diversi organismi internazionali. Queste previsioni sono sostanzialmente in linea con quello dello scenario tendenziale del DEF, il che conferma la solidità del quadro macroeconomico presentato dal Governo. Solo il FMI prevede, per il 2022, una crescita più lenta di quella prevista sia dal Governo che dagli altri organismi internazionali.

Tab.10 Fig.6