Allo scopo di evidenziare quali aspetti rendono un contesto educati- vo positivo ed efficace in termini di crescita personale per i giovani, in una prima fase della ricerca abbiamo confrontato la percezione degli studenti con quella di adolescenti coinvolti nello scoutismo, mentre in una seconda fase abbiamo operato un confronto tra la percezione di stu- denti iscritti a scuole aderenti al progetto D.A.D.A (Didattiche per Am- bienti Di Apprendimento), e studenti iscritti in altre scuole, con l’intento di verificare se una riorganizzazione dell’ambiente fisico e delle metodo-
96 Nello scoutismo, ad esempio, l’organizzazione dell’ambiente proposto ai ra-
gazzi di 15 e 16 anni è per certi aspetti molto diverso da quello proposto ai ragazzi di 18 e 19, soprattutto dal punto di vista dei ruoli e delle responsabilità, e, come ve- dremo, non necessariamente a favore dei ragazzi più grandi.
logie didattiche potesse avere degli effetti sulla percezione del contesto educativo.
Le motivazioni di questo doppio confronto sono diverse.
La sola osservazione del contesto scolastico non ci avrebbe permesso di rilevare alcuni aspetti importanti per l’indagine. Lo scopo generale della ricerca infatti – evidenziare la relazione tra percezione del contesto e sviluppo di atteggiamenti di leadership – ci ha imposto di cercare un contesto educativo che mettesse in luce quali dinamiche relazionali e e- sperienze educative potessero stimolare lo sviluppo di tali atteggiamen- ti.
In questo senso, lo scoutismo ci ha fornito un interessante termine di paragone.
Ad orientare la scelta verso un confronto tra il modello educativo proposto dalla scuola e quello proposto dallo scoutismo sono stati una serie di fattori:
- gli obiettivi stessi dello scoutismo, definito come un sistema di auto- educazione progressiva non formale orientato allo sviluppo del ca- rattere e all’acquisizione di competenze, fiducia in se stessi, senso del servizio e attitudini sia a cooperare che a dirigere (WOSM, 2011); - lo scoutismo veicola una proposta educativa fortemente strutturata,
tanto da poterla considerare a tutti gli effetti un metodo e che segue delle linee guida comuni anche nella formazione dei propri educato- ri (Lucisano, & du Mérac, 2015b);
- la rappresentanza del movimento scout che in base al censimento del WOSM del 2010 consiste in più di 38 milioni di scout e guide nel mondo;
- l’attenzione rivolta dallo scoutismo allo sviluppo di atteggiamenti di leadership, intesa come abilità necessaria affinché i giovani diventino capaci di assumersi delle responsabilità e possano ricoprire un ruolo attivo nella società (WOSM, Triennal Plan 2011-2014, Leadership, In- novation, Service).
Successivamente, abbiamo messo a confronto la percezione degli stu- denti con quella dei loro coetanei iscritti in scuole aderenti ad una parti- colare sperimentazione in ambito scolastico, chiamata D.A.D.A. (Didat- tiche per Ambienti Di Apprendimento), il cui scopo era impattare sia sugli aspetti organizzativi del contesto educativo, sia sugli aspetti peda- gogico–didattici dei metodi educativi implementati.
All’interno del progetto D.A.D.A. si è intervenuti sulla funzionalità organizzativa della scuola, prevedendo, al posto delle classi tradizionali “aule–ambienti di apprendimento”, divise per aree tematiche (letteratu-
ra, matematica e scienze, arte, ecc.) e assegnate ai docenti della medesi- ma disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora.
L’implementazione di questo modello nelle scuole che hanno aderito al progetto ha determinato una rivoluzione nell’organizzazione degli ambienti e degli spazi educativi, un ripensamento delle strategie didatti- che e comunicative tra docenti e ragazzi, tra ragazzi e ragazzi e dei do- centi tra loro, e la mobilitazione, più o meno volontaria, dell’intera “co- munità educante” (docenti, personale ATA, studenti e famiglie).
Lo scopo di questa riorganizzazione era quello di mettere lo studente al centro del processo educativo – migliorandone soprattutto gli aspetti organizzativi e didattici – prestando particolare attenzione al benessere e ai bisogni educativi degli studenti, così come sottolineato nei PTOF delle scuole che hanno aderito al progetto.
La motivazione alla base del confronto tra la percezione del contesto da parte di studenti iscritti a scuole “tradizionali” e quella di “studenti D.A.D.A.” è l’opportunità di verificare se una rivoluzione organizzativa degli ambienti, e un conseguente ripensamento delle strategie didattiche e comunicative attuate nel processo educativo, abbia effetti sulla didatti- ca, sulle dinamiche relazionali tra docenti e studenti e dei ragazzi tra lo- ro, e quindi sulla percezione del contesto educativo nel suo complesso.
Alla base di tale confronto, infatti, c’è l’ipotesi che gli studenti appar- tenenti ad un contesto, come quello D.A.D.A., in cui gli spazi sono stati riorganizzati con il loro coinvolgimento, abbiano una percezione miglio- re rispetto a studenti iscritti a scuole con un’organizzazione “tradiziona- le”.
Abbiamo immaginato che l’essere coinvolti in un processo di riorga- nizzazione della scuola e delle classi, collaborando con compagni e do- centi, e avere la possibilità di contribuire attivamente a questo processo, personalizzando o riprogettando gli spazi e le infrastrutture (ad esem- pio, dipingendo i muri dei laboratori, progettare la rete wi-fi dell’edificio, ecc.), potesse avere un impatto sulla percezione del conte- sto educativo nel suo complesso da parte degli studenti coinvolti.
I dati raccolti in questa indagine relativamente agli Istituti D.A.D.A. possono considerarsi, però, solo come indicatori di possibili piste di ri- cerca ancora da indagare.
È, infatti, mancata in questo studio la possibilità di raccogliere dati negli Istituti prima del cambiamento operato, di realizzare osservazioni nelle singole scuole aderenti al progetto e/o interviste semi-strutturate agli studenti per capire la portata dell’effettivo coinvolgimento, le carat-
teristiche delle attività svolte per la riorganizzazione, quanto sia stato preso in considerazione il punto di vista degli studenti, ecc..