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Nei contratti di finanziamento, si è appena detto, che ricoprono un ruolo fondamentale anche le garanzie; questa sicurezza del finanziamento prende il nome di “security package” e può essere attivata quando ci sono anomalie nel funzionamento del progetto o del finanziamento (SAMBRI, 2006). La caratteristica principale del security package è la stretta correlazione tra tutte le garanzie presenti al suo interno (SAMBRI, 2006). Queste garanzie vincolano un dato bene a cauzione di un determinato credito: il bene resta in proprietà di colui che lo ha dato in garanzia, ma il creditore può avere sul bene sia il potere di metterlo in vendita e trasformarlo in denaro liquido, sia il diritto di prelazione sul guadagno della vendita del bene (SAMBRI, 2006). Le garanzie nel project financing, però, differiscono da quelle usate nel sistema bancario tradizionale: quest’ultime, infatti, hanno il compito di rinforzare l’impegno del debitore ed hanno un valore pari o superiore al credito concesso, le garanzie nel project financing, invece, sono utilizzate per salvaguardare i beni del progetto e proteggere questo da eventuali diritti che i terzi potrebbero richiedere, questo perché la società di progetto non possiede beni da dare in garanzia e il valore dei beni che possiederà non sarà mai pari al valore concesso dal finanziamento, che è coperto principalmente dai ricavi futuri (SAMBRI, 2006). Queste garanzie sono utili anche perché devono essere perfette sotto ogni punto di vista altrimenti le banche non concedono il finanziamento al progetto e perché solitamente hanno una durata di due anni in più rispetto alla soddisfazione dei crediti, così da evitare eventuali azioni revocatorie fallimentari.

Alcune tra le garanzie più diffuse sono (SAMBRI, 2006):

 Il pegno sulle azioni o quote della società di progetto, cosicché le Banche possano sempre sapere quello che succede all’interno della società di progetto e possa intervenire

qualora la società di progetto volesse intraprendere azioni negative per lo sviluppo del progetto.

 Il pegno sui conti correnti bancari: in questo modo le Banche hanno un riscontro certo di come vengono utilizzati i finanziamenti concessi.

 Le garanzie ipotecarie

 Le cessioni di crediti da parte della società di progetto alle banche può consentire ai finanziatori di agire autonomamente in protezione dei diritti di credito dell’opera.

IL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO

LE FINALITÀ DEL PEF

Nel capitolo precedente, si è visto che, nello studio di fattibilità di un progetto, assume notevole importanza il piano economico finanziario. Questo documento, secondo la normativa vigente, deve essere proposto dai soggetti proponenti e deve ottenere, prima di essere presentato, l’asseverazione da parte di un istituto di credito.

Il piano economico finanziario deve presentare alcuni punti prestabiliti:

 L’indicazione dei presupposti e delle condizioni di base con cui si stabilisce l’equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione per l’intero periodo della concessione;

 La specificazione della quota annuale degli ammortamenti degli investimenti;

 La determinazione del valore residuo degli investimenti al termine del periodo di concessione;

 L’indicazione del valore residuo al netto degli ammortamenti annuali;

 Le disponibilità e l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie a coprire il costo dell’investimento. (S. DI DIEGO, 2011)

Questo piano consiste in un insieme di studi e di analisi che permettono di avere una valutazione preventiva della fattibilità finanziaria del progetto, di stimare i ritorni economici dell’iniziativa e offrono una modalità per ottenere i fondi necessari per il sostegno del progetto stesso (S. DI DIEGO, 2011). Le valutazioni del piano economico finanziario devono essere prudenziali, coerenti e approfondite (MULAZZANI, 2004).

Il piano economico finanziario, per essere attendibile e coerente, deve essere sempre aggiornato e soggetto a revisioni critiche.

L’importanza che riveste il piano economico finanziario è dovuta al fatto che a questo documento è legato la buona riuscita del progetto, poiché il PEF deve:

 Trovare i capitali di rischio necessari per la proposta;  Motivare i promotori a impegnarsi nell’iniziativa;

 Coinvolgere i finanziatori nel progetto, assumendosi una parte del rischio ad esso legato;

 Scegliere le garanzie necessarie (S. DI DIEGO, 2011). Il PEF si pone tre obiettivi:

 La stima del fabbisogno finanziario in termini di ammontare e caratteristiche;  La stima della redditività attesa dell’investimento per gli azionisti;

 La stima della capacità di indebitamento del progetto (S. DI DIEGO, 2011).

Il piano economico deve anche tenere fede alle aspettative sia dei promotori sia dei finanziatori: i primi, con l’attuazione del progetto di finanza, controlleranno l’andamento del progetto e cercheranno di ottenere un ritorno economico che rimborsi in modo adeguato il capitale di rischio investito; i secondi, invece, controlleranno le possibili modalità di rimborso del debito guardando al solo aspetto economico e valuteranno l’impegno finanziario complessivo e i rischi connessi al progetto stesso.

Per queste ragioni, il PEF, dimostrando l’esistenza dell’equilibrio economico-finanziario del progetto, si qualifica:

 Sia come strumento di valutazione economica, mediante il confronto tra i costi e i ricavi attesi dalla realizzazione del progetto e per la gestione del servizio, in modo da stabilire se è conveniente o meno;

 Sia come elemento di valutazione finanziaria, in riferimento alla capacità dell’opera di ripagare il debito (IL SOLE 24 ORE, 2011).

LA STRUTTURA DEL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO

Il piano economico finanziario viene redatto dalla società di progetto o dal promotore stesso ed è costituito da un bilancio previsionale, conto economico e stato patrimoniale, che servono per valutare i flussi di cassa generati dal progetto e per calcolare gli indici economici e finanziari. La formazione di un bilancio previsionale segue alcuni passaggi logici:

 Stesura di un conto economico previsionale, per individuare il reddito operativo, ossia l’utile da dividere tra i promotori, le banche e l’Erario;

 Stesura di uno stato patrimoniale previsionale, per individuare gli impieghi di capitale, quindi il fabbisogno finanziario da coprire;

 Quantificazione delle fonti di copertura a medio/lungo termine, costituito dal capitale di rischio, capitale di debito e contributi pubblici, e determinazione degli oneri finanziari relativi;

 Determinazione del debito verso le banche a breve termine e calcolo dei relativi oneri finanziari;

 Definizione delle imposte e dei debiti tributari e completamento del conto economico e dello stato patrimoniale (S. DI DIEGO, 2011, F. FERRAGINA E F. BENCINI, 2007).

Dopo aver elencato i passaggi logici da seguire nella stesura del piano economico finanziario, si enunciano di seguito la composizione del conto economico e dello stato patrimoniale previsionali e la dinamica dei flussi di cassa, che assumono un ruolo determinante nel project financing, poiché sono l’elemento principale di valutazione di un progetto da parte dei diversi finanziatori.