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I rischi e la loro classificazione risentono, come già precedentemente citato, delle caratteristiche dei diversi progetti (MULAZZANI, 2004). Per questo motivo, si riassumono nella tabella sottostante i rischi più frequenti in un’operazione di project financing e le rispettive cause scatenanti.

TIPO DI RISCHIO

CAUSA

RISCHIO FINANZIARIO Perdita di risorse causata da un errato calcolo dei flussi di cassa attesi e dell’inflazione RISCHIO ECONOMICO Costi inattesi per errori nel calcolo del costo

di realizzazione e di manutenzione del progetto e per errori progettuali

RISCHIO DI CREDITO Capacità dei soggetti coinvolti di mantenere gli impegni finanziari presi

RISCHIO DI COSTRUZIONE Ritardi o blocchi in fase di costruzione dovuti a fattori inaspettati

RISCHIO DI COMPLETAMENTO DELL’OPERA

Impossibilità di costruire l’opera in base a parametri di costo e di tempo prefissati RISCHIO DI FORZA MAGGIORE Causato da eventi non prevedibili e non

controllabili, che non possono essere coperti da assicurazioni

RISCHIO DI FORNITURA Mancanza dei fattori produttivi necessari alla gestione

RISCHIO TECNOLOGICO Insuccesso della tecnologia scelta per il progetto per obsolescenza tecnica o per scarso soddisfacimento degli utenti

RISCHIO TECNICO Errori strutturali di scelta del processo di erogazione del bene e o servizio

RISCHIO OPERATIVO Mancato raggiungimento degli obiettivi

prestabiliti per inefficienza degli impianti, aumenti dei costi operativi…

RISCHIO DI MERCATO Cambiamento della domanda di mercato o dei prezzi per un’insufficiente analisi di mercato e previsioni troppo ottimistiche

RISCHIO AMBIENTALE Quando si attuano opere che possono

pregiudicare l’ambiente circostante

RISCHIO AMMINISTRATIVO Ritardi nella concessione dei permessi o delle licenze che rallentano il processo RISCHIO POLITICO Provocato dall’instabilità politica o dai

ritardi della pubblica amministrazione

Tabella 3: I rischi del project financing e le rispettive cause

DIFFERENZE TRA PROJECT FINANCING E CORPORATE FINANCING

Dopo aver illustrato le caratteristiche del Project financing, si passa adesso a confrontarlo con un’altra modalità di finanziamento molto diffusa, il Corporate Finance. Il project financing è caratterizzato da un legame diretto tra attività e passività di un determinato investimento, cosa che, invece, non viene riscontrata nella corporate finance, dove c’è una relazione solamente tra attività e passività dell’impresa.

Si esaminano adesso tutte le differenze tra queste due operazioni che vengono riassunte nella tabella sottostante (tabella 4).

Nella corporate finance viene dato un finanziamento all’impresa in base “alla capacità dell’organizzazione di perseguire il complesso degli obiettivi, sulla base di un’adeguata dotazione patrimoniale o di garanzie collaterali fornite da terzi” (LO CICERO M. 1996). Nella finanza tradizionale, quindi, ci si basa soprattutto su garanzie personali o reali per concedere un finanziamento a un’impresa; nel project financing, invece, il finanziamento viene concesso dalle banche sulla base del cash flow generato dal progetto, quindi è il progetto che garantisce la propria fattibilità. In altre parole, il project financing è un finanziamento al progetto e non all’impresa nel suo complesso (MULAZZANI, 2004).

Un altro elemento di differenza tra queste due operazioni è costituzione della società di progetto. Il project financing, infatti, è caratterizzato, a differenza del normale finanziamento, dalla separazione netta tra il progetto da finanziare e il patrimonio proprio del promotore (ring fenice); il progetto è un’entità autonoma, di conseguenza gli eventuali creditori possono soddisfarsi solamente sulle attività e i flussi finanziari del progetto. Questo ring fenice comporta che, a livello contabile, le attività e passività del progetto siano nel bilancio della SPV e non in quello dei promotori (off-balance), c’è una certa indipendenza tra l’andamento del progetto e le attività del promotore ed un elevato indebitamento della società che possiede il progetto (MULAZZANI, 2004).

La corporate finance, inoltre, è finanziata solo perché vi è un patrimonio più grande rispetto agli assets di un singolo progetto: infatti, se il progetto non andasse a buon fine, il finanziatore potrebbe rivalersi anche sugli assets dell’impresa. Il finanziamento nel project financing, invece, può essere di due tipi: no-recourse o limited recourse. Il finanziamento no-recourse non permette alle banche, in caso di fallimento del progetto, di soddisfarsi sui patrimoni dei soggetti promotori; nel secondo tipo di finanziamento, quello limited recourse, i finanziatori possono, in base ad alcune circostanze contrattualmente discusse, rifarsi sugli sponsor, sui soci della SPV nel limite della quota di capitale di rischio versato (MULAZZANI, 2004).

Le società di progetto nel project financing, come detto in precedenza, hanno un elevato livello di indebitamento, dato che i progetti hanno una durata a lungo termine e costruiscono opere di grandi dimensioni. Per queste ragioni i progetti in project financing hanno forti limiti di finanziabilità secondo i modi tradizionali e si basano solamente sui flussi di cassa generati dal progetto (MULAZZANI, 2004).

IL QUADRO ITALIANO E LO SVILUPPO NORMATIVO

IL PROJECT FINANCING IN ITALIA

Il Project Financing, come si è visto nel capitolo precedente, è adatto alla costruzione di opere pubbliche, quali impianti, strutture, che servono a promuovere un interesse economico, sociale da parte dei cittadini. Le infrastrutture sono fondamentali anche per la nascita di nuove attività produttive, lo sviluppo di quelle già esistenti e la crescita del PIL e dell’occupazione. Per questi motivi negli ultimi decenni la politica dello sviluppo sociale ed economico ha cercato di sviluppare e costruire molte infrastrutture.

In Italia la presenza di infrastrutture è molto sotto alla media degli altri paesi industrializzati del mondo sia in termini di quantità sia in termini di qualità e questo comporta una scarsa capacità di attirare investimenti dall’estero: la situazione più critica è sicuramente in Italia meridionale a causa di un minor processo di industrializzazione (SAMBRI, 2006). A questi problemi qualitativi e quantitativi, si sono aggiunte anche la crisi della finanza pubblica e la poca propensione alla realizzazione e alla gestione delle infrastrutture da parte della Pubblica Amministrazione, che hanno ridotto ulteriormente le risorse disponibili per gli investimenti. Una possibile soluzione, che in altri paesi Europei è già praticata, è la partecipazione di capitali privati e la suddivisione dei rischi tra i vari soggetti coinvolti in progetti di pubblica utilità, in grado di remunerare l’investimento. Per questo motivo, il Project Financing è idoneo a promuovere il finanziamento in opere pubbliche, poiché, nelle cosiddette “opere calde”, coinvolge anche il capitale di rischio di soggetti privati (SAMBRI, 2006). Con questa tecnica, l’Italia usufruirebbe molto, dato l’insufficiente budget per gli investimenti in infrastrutture presenti nei bilanci pubblici: si devono attuare, quindi, delle azioni di investimento che siano in grado di coinvolgere sia le risorse comunitarie sia quelle dei privati, attirati dai benefici diretti e indiretti che ne derivano. La Pubblica Amministrazione deve riformarsi se si vuole avere un partner affidabile per promuovere e realizzare investimenti pubblici (SAMBRI, 2006).

Oltre ai motivi sopracitati, il PF si è sviluppato negli ultimi anni grazie alla trasformazione da un’economia con un’elevata partecipazione pubblica a un’economia di mercato con la conseguente privatizzazione di divisioni, che una volta erano statali, grazie anche all’aumentare delle richieste di opere nel settore dei trasporti, delle comunicazioni e in quello energetico e grazie ai vincoli alla spesa pubblica imposti dall'Unione Europea (SAMBRI, 2006).

In Italia il sistema bancario finanziario, inizialmente, considerava solamente il patrimonio dei soggetti finanziati piuttosto che le capacità economiche e finanziarie dei progetti intrapresi da

questi soggetti; in seguito, a cavallo degli anni 80-90, si sono visti i primi progetti di finanza di progetto anche in Italia. Con l’approvazione del Piano energetico nazionale, infatti, ci furono investimenti per la realizzazione di centrali elettriche attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, anche se gli operatori si sono dovuti muovere senza la copertura di una struttura giuridica ad hoc, e quindi individuando nell'ordinamento specifiche norme da poter utilizzare nella predisposizione dell'architettura giuridica delle operazioni di finanziamento.

Anche a livello istituzionale, si è sentita la necessità della realizzazione di opere pubbliche (come autostrade, viadotti, ecc.) che aiutino il collegamento nazionale e l’apertura del crescente traffico europeo, concetti che sono stati ribaditi nel Documento di Finanza Pubblica per il periodo 2002-2006 (SAMBRI, 2006).

Non solo l’esigenza di capitali privati è alla base dello sviluppo del project financing, ma questo schema serve anche a creare un rapporto più equilibrato e partecipativo tra Pubblica Amministrazione e settore privato: soprattutto a seguito dei cambiamenti normativi in merito alle competenze degli organi centrali e territoriali, ossia la sussidiarietà verticale ed orizzontale, infatti è necessario avere l’aiuto esterno (privati) per sviluppare le singole realtà amministrative e territoriali (SAMBRI, 2006).

Ora si trattano alcune alternative al Project Financing, che in Italia si utilizzano per costruire e gestire le infrastrutture.