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Sguardo al futuro: il packaging è ecologico

Il progetto SUCCIPACK è finanziato dall’UE per creare materiali innovativi per

l’imballaggio con il PBS138. Consapevoli della grande validità del materiale nel 2012

18 aziende europee hanno aderito al progetto per creare materiali innovativi

destinati all’imballaggio degli alimenti ed eliminare progressivamente le confezioni a base di carburanti fossili a favore di soluzioni a base biologica. A due anni di

distanza confezioni biodegradabili e riciclabili sono state realizzate con un impatto in termini di sicurezza alimentare minimo rispetto alla plastica tradizionale. Altro punto a favore consiste nella possibilità di utilizzare il Pbs per produrre pellicole, vassoi e sacchetti con le stesse tecnologie che si usano attualmente per i materiali

di imballaggio tradizionali139 senza necessità di cambiare il processo produttivo. La

commercializzazione dovrebbe cominciare entro due anni anche se nella prima fase il PBS sarà un misto di materie prime petrolchimiche e biologiche. Solo in un secondo momento le confezioni conterranno sempre più materiale biologico. Se il

progetto avrà successo darà all’Europa un vantaggio competitivo su USA e Asia140.

Mentre tra un paio d’anni arriverà il nuovo polimero per imballaggi, il Pbs, in Germania è sorto il primo supermercato la cui merce è completamente priva di imballaggi. A Berlino è nato Original Unverpackt, il primo supermercato tedesco dove è possibile fare la spesa completamente senza imballaggi e sacchetti di

plastica sia che si tratti di prodotti alimentari che di prodotti per l’igiene della casa e per la bellezza personale. Altra caratteristica dei seicento prodotti in vendita è la

provenienza regionale e l’essere biologici o naturali141.

138

Acronimo di polibutilene succinato. Si tratta di un polimero semicristallino ottenuto attraverso la fermentazione batterica che presenta notevoli proprietà meccaniche, termomeccaniche e di permeabilità.

139 Come ad es. iniezione, formatura, estrusione film soffiato e termoformatura. 140

www.foodpackages.net. 141

Le fondatrici sono due giovani donne, Sara Wolf e Milena Glimbovski che , nel 2014 hanno lanciato una campagna di crowdfunding, cioè di raccolta fondi via web, con l’obiettivo di arrivare a quarantacinquemila euro.

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Oggi il supermercato Original Unverpackt è una realtà e il prossimo obiettivo sarà

lo sviluppo di una catena di supermercati in franchising142. Anche nel nostro Paese

sono presenti singoli negozi o catene dove i prodotti vengono venduti alla spina143.

142

www.ilfattoalimentare.it/imballaggi. 143

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SOMMARIO: 3. “Il Nanomondo. Un luogo di design di nuovo genere”.

3. “Il Nanomondo: un luogo di design di nuovo genere”.

Frans Kampers144, sostiene che il cibo è naturalmente un materiale nano

strutturato: «Solamente bollire un uovo provoca cambiamenti su nanoscala, le proteine cambiano forma e si aggrovigliano e l’uovo diventa bianco e solido. Ora abbiamo la possibilità di studiare esattamente ciò che avviene a livello nano e usare questa conoscenza per progettare nuove nano strutture e migliorare il nostro cibo con l’impiego delle nanotecnologie è possibile ad esempio tagliare il contenuto in grassi del 15% senza incidere sul gusto, oppure sviluppare nano capsule da aggiungere agli alimenti per l’apporto di vitamine o integratori. E ancora, si possono ridurre gli sprechi: nano sensori sulle confezioni possono uccidere eventuali batteri o avvertire se è in corso una contaminazione. Spesso infatti gettiamo alimenti perfettamente commestibili inutilmente». Fino alla fine degli anni cinquanta, la sicurezza alimentare è stata un problema circoscritto alla conservazione delle derrate ed al rischio di tossinfezioni alimentari, quando non si è addirittura confusa con i più ampi concetti di sicurezza dell’approvvigionamento di cibo, lotta alle carenze alimentari nella popolazione, educazione all’igiene alimentare domestica. L’economia italiana del dopoguerra ha visto l’industria alimentare crescere sulle fondamenta di una tradizione agricola e zootecnica

solida, ancorata com’era all’immenso patrimonio enogastronomico, che da sempre il mondo ci riconosce come primato. Persino le materie prime più povere sono state trasformate in prodotti di assoluta eccellenza qualitativa ed indiscussa fama, ricercati dai migliori chef e buongustai di ogni nazione. Il fatto è che dietro ci sono secoli di passione e di tradizione, di ricette, di segreti e di accorgimenti nella lavorazione, che si tramandano senza perdere, nell’incontro con le moderne

tecnologie, la loro essenza di antico sapere145. Questo vale per il vino, per i prodotti

tipici della gastronomia (dai salumi, ai formaggi, alle conserve), per l’olio e per molto altro: l’agroalimentare italiano è nel mondo sinonimo di bontà e di

genuinità146. Per secoli la più diffusa forma di frode è stata la dissimulazione del

144

Cit. Kampers, coordinatore dell’innovazione all’Università di Wageningen, Paesi Bassi. 145

www.ilfattoalimentare.it/nanotecnologia 146

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cattivo stato di conservazione degli alimenti: muffe e parassiti, alterazioni microbiche, irrancidimenti. In Italia, la prima forma di protezione della sanità pubblica, è stata affidata alla Legge quadro n. 283 del 3/4/1962; con la Legge 7 Agosto n. 462 1986, sono state emanate disposizioni più rigorose in materia di repressione delle frodi alimentari. Si è trattato tuttavia di fenomeni circoscritti all’iniziativa ed alla responsabilità individuale di singoli produttori e commercianti, non di fenomeni strutturali ed organizzati su vasta scala come forme di produzione competitiva. Anche le tecniche impiegate erano limitatissime e la frode era

facilmente smascherabile. Il progresso delle conoscenze scientifiche e della tecnologia, ha purtroppo ampliato anche le possibilità di sofisticazione,

adulterazione e contraffazione, a danno della salute e sicurezza dei consumatori o anche semplicemente delle loro tasche. Dall’olio contraffatto al vino al metanolo, anni dopo, il susseguirsi di scandali ha dato al grande pubblico la percezione di una crescente insicurezza, ma anche dell’oggettiva impossibilità di un’efficace

autodifesa. L’introduzione delle nanotecnologie in campo agroalimentare prevede già una vasta gamma di applicazioni che spaziano dal miglioramento di alcune caratteristiche degli alimenti quali colore, sapore e consistenza, all’ottenimento di un maggiore assorbimento ed una migliore biodisponibilità di nutrienti ed

integratori alimentari, sino allo sviluppo di nuovi materiali di imballaggio, con proprietà antimicrobiche e/o meccaniche potenziate, in grado di migliorare la conservazione dei prodotti. La nanotecnologia permetterà di modificare cibi poco sani quali gelato o cioccolato per ridurre la quantità di grassi e zuccheri che il corpo può assorbire.

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Questo potrebbe essere ottenuto sostituendo alcuni dei grassi e zuccheri con altre

sostanze, oppure utilizzando nanoparticelle per prevenire che il corpo digerisca o assorba queste componenti del cibo. Quanto al cibo interattivo intelligente, alcune

compagnie come Kraft147 e Nestlé, stanno sviluppando alimenti intelligenti in grado

di interagire con i consumatori al fine di personalizzare il cibo, cambiandone il colore, sapore o gli elementi nutritivi a seconda della richiesta. A proposito di packaging intelligente e tracciabilità degli alimenti, la nanotecnologia, si prefigge di allungare il tempo di conservazione degli alimenti. Per fare un esempio, la Mars Inc., detiene già il brevetto su un nano involucro invisibile, edibile, che avvolgerà i cibi impedendo lo scambio di gas e umidità. Si sta attualmente lavorando allo sviluppo di involucri intelligenti, contenenti nano sensori e attivatori anti microbici, che saranno in grado di rilevare il deterioramento degli alimenti e di rilasciare dei nano anti microbi per estendere la durata degli alimenti, permettendo ai

supermercati di conservare il cibo per periodi più lunghi prima della vendita. Gli analisti e i promotori industriali preannunciano che la nanotecnologia sarà usata per trasformare il cibo a partire dall'atomo. Grazie alla nanotecnologia il cibo del futuro sarà disegnato plasmando molecole e atomi, sarà confezionato in involucri sicuri intelligenti che possono rilevare il deterioramento oppure gli agenti

inquinanti nocivi148. Spesso il consumatore non è in grado di valutare l’aspetto,

l’odore ed il sapore del cibo o della bevanda. Le nuove generazioni appaiono standardizzate nel gusto, abituate sempre più a cibi precotti industriali, precucinati ecc.

147 Ad es. la Kraft sta sviluppando una bevanda incolore e insapore contenente centinaia di aromi in nano capsule latenti.

148

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Il consumatore è disabituato ai prodotti genuini ed al loro gusto talora particolare e più marcato di quello standard, non è educato a valutare, confrontare, andare oltre l’apparenza di ciò che legge. In tal senso è ancora da costruire una vera e propria

responsabilità del consumatore149. L’imposizione di obblighi informativi sempre più

minuziosi crea maggiore responsabilità ai produttori. I prodotti del domani intensificheranno e regoleranno il loro colore, sapore o contenuto nutritivo per adattarsi ai gusti o ai bisogni salutari di ogni consumatore. In agricoltura la

nanotecnologia promette di ridurre l'uso di pesticidi, migliorare la riproduzione di piante e animali e creare nuovi prodotti nano bio industriali, almeno questo è ciò che dichiara il rapporto recente sull'utilizzo della nanotecnologia nell'alimentazione

e nell'agricoltura del Progetto USA sulle Nanotecnologie Emergenti150. Le industrie

alimentari ed agricole hanno investito tantissimo nella ricerca sulle nanotecnologie e un numero sconosciuto di nano prodotti alimentari privi di etichetta si trova già sul mercato. Non essendoci l'obbligo di etichettatura di questi prodotti in nessun paese del mondo è impossibile stabilire effettivamente quanti prodotti alimentari commerciali attualmente contengano nano ingredienti. L' Helmut Kaiser

Consultancy Group, un gruppo di analisi pro nanotecnologia, ipotizza che al momento ci sarebbero più di 300 prodotti di nano cibo disponibili sul mercato a livello mondiale. Si pronostica che la nanotecnologia sarà utilizzata nel 40% delle industrie alimentari entro il 2015. Ci sono quattro aree chiave che rappresentano il fulcro della ricerca sugli alimenti nanotecnologici: nano modificazione di sementi e fertilizzanti/pesticidi,

149

A. Di Lauro, Dalle regole sulle etichettature degli alimenti a quelle sulle informazioni ai consumatori tra vecchi e nuovi approcci. Rivista di diritto alimentare, 2012 Anno VI numero 2. Aprile Giugno.

150

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modificazione e integrazione alimentare, cibo interattivo intelligente e packaging intelligente, tracciabilità degli alimenti. La nanotecnologia, in agricoltura, porterà l'ingegneria genetica al livello sottostante dell'ingegneria molecolare. Quest’ultima potrebbe permettere di ristrutturare il DNA delle sementi per ottenere proprietà differenti da una pianta, tra cui colore, stagione di crescita, produttività.

Fertilizzanti e pesticidi ad alta efficacia prodotti tramite ingegneria molecolare saranno utilizzati per mantenere la crescita della pianta. Nano sensori

permetteranno che la crescita delle piante, i livelli del pH, la presenza di sostanze nutritive, l'umidità, gli infestanti o le malattie vengano monitorati da lontano, riducendo significativamente il bisogno di input di manodopera 'on farm',

nell'azienda. L'organizzazione interessata, la Action Group on Erosion, Technology

and Concentration 151 avverte nel suo rapporto Down on the Farm che in un futuro

caratterizzato dalla nanotecnologia, l'azienda agricola sarà una fabbrica biologica di ampia superficie che potrà essere monitorata e gestita da un portatile e il cibo sarà creato a mano con sostanze progettate appositamente che trasmetteranno le sostanze nutritive al corpo in maniera efficiente. Le compagnie di nanotecnologia stanno lavorando per integrare gli alimenti trattati con sostanze nutritive nano incapsulate, per intensificare aspetto e sapore con colori sviluppati con

nanotecnologie, rimuovere o disattivare il contenuto in grassi e zuccheri tramite nano modificazione, e migliorare la sensazione al palato. La fortificazione del cibo

servirà per aumentare le virtù nutrizionali di un dato cibo trattato152 .

151 ETC. 152

Ad esempio, l'inclusione di nanocapsule ‘medicinali’ presto permetteranno che dei biscotti alle scaglie di cioccolato o delle patatine fritte saranno commercializzati come terapeutici o purificanti delle arterie.

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La nanotecnologia permetterà di modificare cibi poco sani quali gelato o cioccolato

per ridurre la quantità di grassi e zuccheri che il corpo può assorbire153. Il campo

delle nanotecnologie, con particolare riguardo alla loro spendibilità in ambito sanitario e farmacologico, è oggetto di un crescente dibattito. Gli interrogativi sollevati in merito sono stati indagati dagli studiosi del diritto quasi esclusivamente in una prospettiva filosofica, giuridica e sociologica. È opportuno, dunque,

delineare un quadro normativo che possa offrire una qualche utilità all'operatore del diritto, ponendo in evidenza la misura in cui il sistema giuridico vigente sia in grado di rispondere agli interrogativi tecnico-scientifici emergenti.

In riferimento ai farmaci ricavati dalla nanomedicina manca una disciplina specifica forte, continuando gli organi UE ad optare per un approccio di soft law. La

discussione riguardante la legittimità di una forma di regolazione soft è avvenuta nell’ambito dell’UE, in sede di nanotecnologie, specialmente nel settore

alimentare. L’Unione è intervenuta in modo reattivo, “articolando la sua azione, su

un tessuto connettivo soft in un rarefatto arcipelago di norme hard”154. La strategia

utilizzata dall’UE nell’ambito nano tecnologico è stata appunto, una regolazione della materia attraverso strumenti di soft law quali ad esempio, Comunicazioni, Raccomandazioni della Commissione influenti anche sulle azioni delle altre Istituzioni europee. Per fare un esempio attraverso la Raccomandazione della Commissione 696/2011 si sono date le basi per la definizione, a livello comunitario, di nanotecnologia e sul loro utilizzo in diverse normative di settore dell’Unione.

153

www.tomshw.it 154

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Ulteriore elemento della regolazione soft si riscontra in merito alle azioni dell’Efsa;

attraverso pareri scientifici155, è riuscita ad influenzare gli interventi regolatori di

altre Istituzioni. L’attività dell’Autorità non si limita solo ad un supporto tecnico- scientifico funzionale alla fase decisiva che resterebbe ad autorità politiche

competenti per la decisione del rischio156 ma, contempla un’attività di policy

making. La Corte di Giustizia delle CE però contrasta tale orientamento157 in

quanto, la delega di poteri discrezionali ad organi diversi da quelli indicati

espressamente nei Trattati, violerebbe l’equilibrio istituzionale fissato dai Trattati e la conseguente garanzia che ne deriva. Inoltre la delimitazione tra ciò che è

essenziale e ciò che non lo è, compete al legislatore delegante. La Corte di

Giustizia158 ha affermato che quando l legislatore dell’UE conferisce alla

Commissione un potere delegato ai sensi dell’art. 290 TFUE questa, è chiamata ad adottare norme che integrano o modificano determinati elementi non essenziali dell’atto. Quanto al secondo comma dello stesso articolo, gli obiettivi, il contenuto, la durata e la portata della delega devono essere delimitati dall’atto legislativo che conferisce la deroga. Attraverso il potere delegato le norme si inseriscono in un quadro normativo definito dall’atto di base. Quando il legislatore dell’Ue

attribuisce alla Commissione un potere di delega o di esecuzione, a norma dell’art. 291 TFUE, dispone di un potere discrezionale. Nell’ottica di legittimare

democraticamente le azioni di regolazione in ambito europeo, il ricorso alle competenze esecutive e di delegazione della Commissione, sono sempre più frequenti.

155 Come per esempio Linee guida. 156

Come la Commissione Europea. 157

Pronunce Meroni e Romano. 158

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La legittimità è tale se c’è rispondenza delle regole emanate dagli organi

governativi al volere dei cittadini, autori delle norme dei quali sono destinatari. Tale questione è stata abbandonata in seguito alla problematica del deficit democratico dovuto ad un mancato sviluppo, a livello europeo, di un assetto istituzionale pari a quello degli attuali Stati democratici. Valutare la compatibilità delle norme soft rispetto agli standard di legittimità si impone, in relazione alla loro stessa capacità di influenzare le decisioni politiche, tanto nel contesto nazionale quanto in quello comunitario. La dottrina prende in esame la mancata rispondenza del soft law ai principi cardini delle teorie democratiche che, nel Parlamento,

vedono un organo di confronto bilanciamento tra istanze politiche capace di un ruolo preminente in tema di adozione di atti politici e decisionali. Questa

considerazione avviene sia in un’ottica ex ante, ovvero quei processi che conducono all’adozione delle misure in questione, sia ex post ovvero,

relativamente alle operazioni di controllo che vengono effettuate sulle misure stesse. E’ proprio nell’ambito della nanotecnologia che tale orientamento trova la sua collocazione, nel contesto delle azioni dell’Ue in tale materia, soprattutto nel

settore alimentare. Nel 2005 sono iniziati i lavori dell' ISO159, tesi ad elaborare

norme tecniche per la classificazione, la caratterizzazione, la gestione del rischio e gli impatti dei prodotti nanotecnologici sull'ambientale e la salute. Inoltre l'OCSE nel 2006 ha instituito due gruppi di lavoro operanti da un lato per la ricerca, sviluppo, commercializzazione ed industrializzazione delle nanotecnologie,

dall'altro per le implicazioni delle nanotecnologie per salute, sicurezza dell'uomo e protezione dell'ambiente.

159

83

Contemporaneamente gli organi dell'Unione promuovono l'adozione da parte di istituzioni governative ed industrie di misure di self-regulation, confluendo nell'elaborazione di Codici di condotta, standards, controlli di qualità, che

prescrivono nuovi doveri di diligenza. Solo di recente, nel 2011, si è giunti ad una Raccomandazione della Commissione UE sulla definizione di nanomateriale. L'atto in questione, tuttavia, non fornisce una regolamentazione delle nanotecnologie, avendo piuttosto portata descrittiva e chiarificatrice della nozione di

nanomateriale. Rimane, pertanto, l'assoggettamento della disciplina al Reg. CE 1907/2006 REACH in tema di sostanze chimiche, tutela dei lavoratori e

dell'ambiente. L'assetto normativo più interessante è quello della responsabilità

civile.. A fronte dei nuovi rischi160 il ricorso alla tradizionale teoria della

responsabilità potrebbe rivelarsi non più del tutto adeguato, sia nell'ottica dei rimedi di protezione meramente risarcitori, sia in quella dei rimedi di ripristino dello status quo. Gli elementi che entrano in gioco possono essere identificati, sotto il profilo della responsabilità extra-contrattuale, negli artt. 2043 quanto al problema del nesso di causalità e nell' art. 2050 c.c. Per ciò che concerne invece la responsabilità contrattuale vengono in ausilio gli artt. 128-135 Cod. Consumo. Applicati alla materia in questione, gli strumenti civilistici tradizionali, mostrano dei tratti critici. I nuovi combinati nanotecnologici farmaceutici possono causare danni tardivi, non agevolmente collocabili, allo stato attuale delle conoscenze

scientifiche, in una definita dimensione temporale.

160

Come, ad es., quelli intimamente connessi all’applicazione delle nanotecnologie per la diagnosi, il trattamento e la cura dei sistemi biologici.

84

Proprio gli effetti del danno considerati nel lungo periodo hanno ,come conseguenza, quella di accrescere significativamente la separazione tra la

manifestazione degli effetti dannosi ed il momento lesivo. L’avanzare repentino del progresso scientifico e tecnologico ha causato spesso forti ripercussioni in

molteplici ambiti imponendo sfide e minacce prima sconosciuti. Come qualsiasi forma di tecnologia emergente anche attorno alle nanotecnologie, si sviluppò una forma di incertezza scientifica circa i rischi da esse derivanti. Le nanotecnologie vengono identificate come scienze abilitanti o orizzontali , tecnologie, quindi, multidisciplinari. Regolamentare il campo d’azione delle nanotecnologie è un’operazione difficile e problematica sia per la valutazione di eventuali rischi legati all’applicazione, sia per la mancanza di una vera e propria definizione di

nanotecnologia161. Le nanotecnologie sono impiegate nell’industria

elettronica,informatica,cosmetica162, nano robot controllati dall’esterno per

effettuare interventi di nano chirurgia ed ancora. La questione definitoria si è posta

nel 2009, quando il Parlamento europeo163 ha richiesto una definizione scientifica

di nano materiale. Nel 2011 la Commissione europea ha fornito per la prima volta,

con la Raccomandazione 2011 n 696 UE164, la definizione di nano materiale165a

livello europeo. Per nanomateriale deve intendersi: “ un materiale naturale, derivato o fabbricato contenente particelle allo stato libero, aggregato o agglomerato, in cui per almeno il 50% delle particelle bella distribuzione

dimensionale numerica, una o più dimensioni esterne siano comprese fra 1nm e 100nm.

161

www.panorama.it/scienza/nanotecnologia

162 Creme solari che usano nano particelle di biossido di titanio per la loro proprietà di bloccare i raggi ultravioletti,futuri impieghi si prevedono in campo medico (riparare singole cellule alterate.

163

Nella Relazione sugli aspetti normativi in tema di nano materiali. 164 Alla nota 107.

165

Ovvero un materiale derivato o fabbricato contenente particelle,allo stato libero,aggregato o agglomerato e in cui,per almeno il cinquanta per cento delle particelle nella distribuzione dimensionale numerica,una o più dimensioni esterne siano comprese fra 1nm e 100 nm.

85

In seguito è stata rivista la definizione abbassando la soglia del 50 per cento della distribuzione dimensionale numerica, da effettuarsi entro il mese di Dicembre del 2014 . Definizione di nanomateriale si trova anche nel Regolamento UE n .1223/2009 sui prodotti cosmetici e nel Regolamento UE n. 528/2012 sui biocidi. I giuristi, inoltre, con il Reg. UE 1169 del 2011 hanno fornito la definizione di nano

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