5. IL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
5.5 Il sistema ambientale
Il territorio pontino è principalmente un territorio caratterizzato da una matrice agricola, dovuta alla morfologia pianeggiante, alla disponibilità di acqua per l’irrigazione e al clima mite.
Risultano poche complessivamente le aree di interesse naturalistico e ricadono soprattutto nel Parco Nazionale del Circeo.
La rete ecologica europea Natura 2000 - Aree SIC e ZPS
Nel territorio sono stati identificati diversi nodi della Rete Natura 2000, rappresentati dai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Per la salvaguardia di queste aree vengono applicate le indicazioni fornite da:
- la Direttiva Habitat 92/43/CEE, concernente la salvaguardia delle biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché, della flora e della fauna selvatica nel territorio europeo degli Stati membri
- la Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE, la prima rete europea di aree protette realizzata nel 1979, che mira alla tutela delle specie di uccelli selvatici rare o minacciate.
Nell’area del parco del Circeo ricadono una ZPS (IT6040015 “Parco Nazionale del Circeo”) e ben 6 SIC, di cui 3 molto importanti per gli habitat igrofili e le specie acquatiche (IT6040012 “Laghi Fogliano, Monaci, Caprolace e Pantani dell’Inferno”, IT6040013 “Lago di Sabaudia” e IT6040014
“Foresta Demaniale del Circeo”), a conferma dell’importanza di questa porzione della pianura pontina.
Altri 3 SIC ricadono nell’Agro Pontino, totalmente esterni e distanti dal parco, ma non per questo meno importanti, soprattutto per la conservazione degli ecosistemi delle zone umide e della funzionalità della rete ecologica a scala territoriale. Si tratta dei siti IT6040002 “Ninfa (ambienti acquatici)”, IT6040003 “Laghi Gricilli” e IT6040008 “Canali in disuso della bonifica pontina”.
Per tutte queste aree sono state attivate molteplici procedure per la tutela ambientale e la conservazione della biodiversità. Sono stati introdotti, a tal fine, obblighi e divieti specifici, in particolare per le zone umide.
Per i SIC “Canali in disuso della bonifica pontina” e “Laghi Gricilli” sono stati redatti specifici Piani di Gestione che definiscono azioni e interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione.
Anche per la ZPS “Parco Nazionale del Circeo” (e per i SIC in essa compresi) è stata completata di recente la redazione del Piano di Gestione.
In sintesi le aree ZPS sul territorio pontino sono:
- Area IT 6040015: Parco Nazionale del Circeo (Comuni di Latina, Ponza, Sabaudia, San Felice Circeo - 22.164,8 ha).
- Area IT 6030043: Monti Lepini (45.669 ettari tra le Province di Roma, Latina e Frosinone;
Comuni di Bassiano, Cori, Maenza, Norma, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Sezze, Sermoneta).
I siti SIC presenti sul territorio sono:
IT6040012 “Laghi Fogliano, Monaci, Caprolace e Pantani dell’Inferno”
63
IT6040013 “Lago di Sabaudia”
IT6040014 “Foresta Demaniale del Circeo”
IT6030047 “Bosco di Foglino”,
IT6030049 “Zone umide a Ovest del Fiume Astura”
IT6040002 “Ninfa (ambienti acquatici)”
IT6040003 “Laghi Gricilli”
IT6040008 “Canali in disuso della bonifica pontina”.
Fig. 12 - La rete Natura 2000 nell’Agro Pontino
Fig. 13 - Perimetro del Parco Nazionale del Circeo
65 Fig. 14 - Il territorio di Rewetland : uso del suolo – foreste e aree naturali, SIC e ZPS
Riserve Ramsar
In applicazione della Convenzione internazionale di Ramsar, sottoscritta nel 1971, nel Parco Nazionale del Circeo sono state designate quattro Riserve Ramsar, cioè aree umide riconosciute di notevole importanza per la conservazione degli ecosistemi acquatici e, in particolare, degli uccelli migratori. Le quattro Riserve sono legate ognuna ad uno dei laghi costieri e delle, più o meno estese, superfici circostanti interessate dal periodico impaludamento o comunque funzionali alla conservazione degli ecosistemi acquatici.
I quattro bacini lacustri, assimilabili ormai a delle lagune salmastre, sono, da Nord verso Sud, il lago di Fogliano (4 Kmq), il lago dei Monaci (0,9 kmq), il lago di Caprolace (2,3 kmq) e il lago di Paola o di Sabaudia (3,9 kmq). Considerando anche le superfici non lacustri, l’estensione di dette Riserve raggiunge i 3.337 ettari, pari al 37,5% della superficie del parco.
Riserva della Biosfera
La Foresta demaniale del parco del Circeo, nella quale sono conservati rilevanti esempi di comunità forestali igrofile, di depressioni umide (le “piscine”) e di pozze effimere, nel 1977 è stata definita Riserva della Biosfera in applicazione del Programma Man and Biosphere dell’UNESCO.
Secondo le finalità stabilite nel Programma MaB, la Riserva della Biosfera rappresenta il luogo ideale in cui sviluppare attività di ricerca, educazione e sviluppo sostenibile, in particolare con il coinvolgimento delle comunità locali.
Per poter realizzare al meglio queste attività, è in corso la procedura di ampliamento della Riserva al fine di includere non solo tutto il parco ma anche estese superfici che lo circondano e la cui gestione è fondamentale per garantire la conseervzione a lungo termine dei beni naturalistici, paesaggistici e culturali che ricadono in questo territorio.
A tal fine il progetto Rewetland si è rivelato di grande utilità, avendo sviluppato azioni di sistema che hanno dimostrato l’importanza di una gestione complessiva del territorio dell’Agro Pontino.
Aree protette regionali: il Monumento Naturale “Giardino di Ninfa”
Tra le Aree Naturali Protette istituite ai sensi della normativa regionale vigente in materia (L.R. n.
29/97), nella pianura pontina figura soltanto il Monumento Naturale “Giardino di Ninfa” (comune di Cisterna di Latina), che include il suddetto SIC “Ninfa (ambienti acquatici)” ().
Il Giardino di Ninfa è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000, al fine di tutelare il giardino storico di fama internazionale, l’habitat costituito dal fiume Ninfa, lo specchio lacustre da esso formato e le aree circostanti che costituiscono la naturale cornice dell’intero complesso, nelle quali è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato nel 2009.
Il nome “Ninfa” deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi dell’attuale giardino.
Dopo l'XI secolo Ninfa assunse il ruolo di città e, sotto il governo delle famiglie Conti Tuscolo e Frangipani, crebbe di importanza economica e politica. Nel 1294 salì al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, che nel 1298 aiutò suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa ed altre città limitrofe, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio pontino e lepino, presenza che durò per sette secoli.
Nel 1382 Ninfa fu saccheggiata e distrutta e la città non fu più ricostruita, anche a causa della malaria che infestava la pianura pontina. Nel XVI secolo, però, il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare a Ninfa un ‘giardino delle sue delizie’. Il lavoro fu affidato a Francesco da Volterra che progettò un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, proprio accanto alla rocca medievale dei Frangipane. Alla morte del cardinale quel luogo fu nuovamente abbandonato. Nel XVII, il Duca Francesco IV, un altro esponente della famiglia Caetani, si dedicò alla rinascita dell’hortus conclusus ma la malaria costrinse anche lui ad allontanarsi da Ninfa.
Alla fine dell'Ottocento i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati. Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani, con due dei sui sei figli, Gelasio e Roffredo, decisero di crearvi un giardino in stile anglosassone, dall’aspetto romantico. Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, continuò successivamente la cura del giardino. L’ultima erede e giardiniera fu Lelia, figlia di Roffredo Caetani, che curò il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze
67
inquinanti. Lelia Caetani morì nel 1977, ma prima della sua morte decise di istituire la Fondazione Roffredo Caetani al fine di tutelare la memoria della famiglia, di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta e di valorizzare il territorio pontino e lepino.
Il Parco Naturale Pantanello, che si estende per cento ettari al di fuori delle mura del Giardino di Ninfa, è un esempio di ricostituzione dell’ambiente originario delle paludi pontine.
Grazie a finanziamenti europei e regionali, la Fondazione Roffredo Caetani, su un’area precedentemente destinata a colture agricole, ha realizzato un’opera di rinaturalizzazione, attraverso la ricostituzione di ambienti umidi che, ampiamente diffusi nel recente passato della pianura pontina, sono oggi sostanzialmente scomparsi o identificabili in porzioni limitate.
L’idea di rinaturalizzare parte dell’azienda agricola della Fondazione Caetani adiacente il Giardino di Ninfa nacque per caso nel 1991 durante una passeggiata che vide insieme Fulco Pratesi, allora Presidente del WWF Italia, Arturo Osio, Presidente della Fondazione dal 1998 al 2007, e Lauro Marchetti, Segretario Generale e Direttore del Giardino di Ninfa. L’idea fu di riconsegnare alla natura un territorio fortemente trasformato dall’uomo, ma a “vocazione umida”, per creare un continuum con il Giardino di Ninfa.
L’antico ambiente è stato ricostruito sulla base di testimonianze storiche e di studi accurati compiuti da numerosi esperti (geologi, botanici, zoologi, ecc.) che hanno redatto un progetto che, oltre a recuperare gli ambienti umidi e consentire il ritorno di una flora e una fauna tipiche dei luoghi, permette al parco di assolvere una funzione scientifico-didattica attraverso programmi di studio e di monitoraggio ambientale da svolgere in collaborazione con scuole ed istituti di ricerca, nazionali e internazionali.