L’installazione in mare del sistema SeaSpoon è stata concepita con due possibili soluzioni. Nella prima si prevedeva un ormeggio rigido al fondale marino tramite due cavi fissati direttamente all’asse principale di rotazione del dispositivo e ad una boa di ormeggio sulla superficie, come da Figura 105. Tale configurazione avrebbe permesso un significativo smorzamento degli effetti del moto ondoso ed una limitazione delle vibrazioni che si verificano in presenza di ancoraggio rigido.
Figura 105 - Schema di ancoraggio a cavi
La seconda ipotesi fatta, infine adottata, è stata quella di un’installazione tramite meda elastica, questa possibilità è stata presa in considerazione per un’evidente maggiore praticità in termini di manutenzione e di installazione di apparecchiature nel “cestello” della meda stessa (sensori in superficie, pannello fotovoltaico di alimentazione, telecamera, antenna del sistema di telecomunicazione).
La meda elastica è costituita da un pilone modulare, di forma tubolare, flangiato sul fondo per il fissaggio. Tra la flangia alla base del pilone e quella ancorata al fondo è posto un elemento gommoso che garantisce un’elasticità minima alla struttura in modo da assorbire al meglio l’energia trasferita dal moto ondoso e dalle correnti. Pertanto questo giunto di fondo consente, entro certi limiti, il movimento della meda.
In prossimità della superficie marina, alla meda viene fissato un galleggiante di opportune dimensioni, che genera una coppia auto-equilibrante per tenere la meda sempre in posizione verticale. La meda elastica fornisce quindi un punto di ancoraggio prossimo alla superficie marina di tipo semi-fisso, e sostanzialmente insensibile al moto ondoso di superficie. La meda elastica è in grado di resistere alle sollecitazioni in tutte le direzioni, sia parallele che ortogonali alla superficie del mare: le dimensioni del galleggiante e la posizione dello stesso determinano una maggiore o minore stabilità della meda elastica stessa.
139 Sulla sommità della meda, ad una altezza di circa 5 metri dal pelo dell’acqua, è posizionato un cestello in materiale policarbonato, accessibile tramite una scaletta e botola sul fondo, in grado di contenere e proteggere i quadri di controllo e alimentazione delle apparecchiature. Originariamente il cestello non era provvisto di copertura. Al fine di garantire la massima protezione alle apparecchiature è stato realizzato un coperchio metallico con chiusura, apribile dall’interno entrando nel cestello dalla botola. Il coperchio garantisce maggiore protezione da agenti atmosferici e uccelli marini.
Sulla sommità del cestello si trovano l’elemento riflettivo passivo che rende la struttura identificabile dai radar dei natanti ed una lanterna di segnalazione con luminosità idonea a garantirne la visibilità fino ad una distanza di 3 miglia marine, come da specifica inserita nella concessione.
La meda pre-esistente è stata oggetto di alcune modifiche, soprattutto nella parte superiore del cestello, al fine di adeguarlo all’installazione della nuova strumentazione di automazione e controllo, non chè acquisizione e trasmissione dati. Per quanto riguarda la parte immersa, non è stato necessario effettuare modifiche meccaniche, in quanto il sistema di sostegno del SeaSpoon è stato dotato di opportune staffe, dimensionate al fine di poter essere installate al palo della meda mediante il semplice serraggio di dodici bulloni. L’attività di installazione del SeaSpoon è stata ovviamente successiva al posizionamento della meda elastica. Tale fase, inoltre, è stata preceduta da una caratterizzazione generalizzata del sistema. Le procedure che sono state adottate sono descritte nel seguito schematicamente:
• Montaggio della meda in porto;
• Messa a mare della meda all’interno del porto;
• Sopralluogo sul luogo di installazione per localizzare il corpo morto; • Trasporto della meda attraverso il porto fino al luogo di installazione; • Installazione della meda;
• Trasporto del SeaSpoon ed aggraffaggio alla meda; • Montaggio, in mare, del telaio con i pannelli fotovoltaici; • Messa a punto del sistema di telemonitoraggio e telecontrollo.
Per riuscire a spiegare le operazioni effettuate sono riportati alcuni disegni concettuali (Figura 106). La totalità delle operazioni si è svolta durante l’arco di tre giornate, di cui la prima è stata impiegata per l’individuazione del corpo morto: tale blocco di cemento era stato depositato in precedenza, circa 10 anni fa, per la prima installazione della meda. Esso costituisce il basamento di ancoraggio della meda.
Durante la seconda giornata invece, dapprima (1) la meda è stata agganciata, dalla nave di appoggio con la gru di bordo, tramite una carrucola ancorata al corpo morto sul fondale, dopodiché è stato predisposto il posizionamento verticale della meda attraverso la trazione del cavo (2). Infine è stata fissata al corpo morto (3). Tali operazioni sono state effettuate
140 con l’ausilio di un team di sommozzatori che hanno utilizzato quattro palloni di sollevamento su altrettante carrucole tramite le quali la meda è stata posizionata in prossimità della flangia di ancoraggio del corpo morto, il cavo di posizionamento è stato scollegato dalla meda, che è stata flangiata al corpo morto e fissata con ulteriori catene di sicurezza.
Figura 106 - Processo di installazione meda e SeaSpoon
Le restanti immagini di Figura 106 - Processo di installazione meda e SeaSpoon Figura 106 (4, 5, 6) descrivono invece la sequenza delle operazioni relative all’installazione del SeaSpoon, avvenute invece nel corso della terza giornata di lavoro, la prima di queste raffigura la messa a mare del SeaSpoon (4), il quale, prima di essere stato sganciato dalla gru, è stato arricchito di palloni di sollevamento al fine di garantirne il galleggiamento (5), infine, è stato ancorato alla meda (6) dai sommozzatori con due collari con 12 bulloni M12.
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