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1.2 - L'impianto e l'architettura

1.3 Il sistema dei cimiteri a Parma

Architettura funeraria a Parma: una nuova matrice progettuale Il sistema dei cimiteri a Parma

senso del cimitero come luogo collettivo, attraverso spazi destinati alle sepoltu-re dei cittadini illustri. Emblematica la dedica a Voltaisepoltu-re.

L’impianto quadrato e contornato da portici che contengono tra le arcate i mo-numenti sepolcrali, con cappella piramidale al centro e sepolture comune nei campi aperti, definisce un’architettura semplice e di grande chiarezza compo-sitiva tanto da esssere adottata da molti progetti succesivi; una soluzione tipica dove il linguaggio neoclassico entra in sintonia con l’assunzione di modelli compositivi e di architetture da considerarsi come figure generative del luo-go di sepoltura: il centro geometrico e simbolico segnato dall’inserto di una struttura monumentale (cenotafio, mausoleo,cappella sepolcrale), la piramide, monumento sepolcrale per eccellenza; l’ordine dorico, il più serio e austero; le croci issate su obelischi che dissolvono nel simbolismo cristiano reminescenze pagane, l’attenzione ai prospetti e alle parti d’ingresso, e implicitamente al rap-porto dei luoghi di sepoltura con l’intorno e, soprattutto il recinto perimetrale:

concettualmente così connesso al concetto di cimitero quasi da esserne anche sinonimo2.

“Sacro recinto” è un’espressione diffusa che sottende significati antropologici e simbolici: è una disposizione che indica una separazione e una segregazione, ma fa seguito anche ad un atto di fondazione e riconoscimento, implica la cu-stodia, assicura la protezione da e verso l’esterno. E’ un confine costruito che imprime caratterizzazione e articolazione architettonica dando senso ai percor-si, alle suddivisioni, alle logiche costruttive.

Il simbolo della croce “sacralizza” il recinto: esso diviene dimora che custodi-sce, protegge e confina.

Anche a Parma gli elementi che strutturano il nuovo cimitero sono un muro di cinta, un piccolo fabbricato d’ingresso e una cappella funeraria, prevista ini-zialmente al centro del campo. In queste elaborazioni datate 1817, le forme di matrice razionale e monumentale della tradizione illuminista, lasciano il posto a stilemi neoclassici.

Nel cimitero della Villetta viene approvato il progetto definitivo firmato dal Cocconcelli, che prevede una forma con tipologia a “corte” ottagonale porticata con quattro lati maggiori e minori opposti tra loro. Questi ultimi formano con il muro a pianta quadrata, circoscritto all’ottagono, quattro spazi triangolari “piu’

che sufficienti per formare un ossario, e anche cimiteri per quei che professano Religione differente dalla nostra (…). La Cappella è in faccia all’ingresso così che la vista del cimitero viene a rimanere più libera (…)”3.

La concezione fondamentalmente laica del cimitero si adatta alla fede della popolazione locale determinando una tipologia specifica alla città di Parma.

I primi progetti proposti per il cimitero urbano, a carico dello Stato, occorrenti per la nuova fabbrica, impongono ai privati la realizzazione diretta degli archi acquistati.

Con la conclusione dell’ottagono porticato del 1868 si demolisce il vecchio

muro di cinta della tenuta e si avviano una prima serie di ampliamenti. Il primo è progettato nel 1875 dall’ingegnere capo dell’Ufficio d’Arte Municipale Sante Bergamaschi e prevede la costruzione di due gallerie gemelle a nord e a sud con impianto a croce latina, disposte lungo l’asse longitudinale dell’ottagono che struttura la “corte interna” di-segnando il nuovo spazio che dall’interno si proietta verso un secondo recinto.

Le due gallerie individuano insieme all’oratorio e all’ingresso i quattro fulcri del nuovo cimitero, all’interno del quale i portici e il recinto continuano a man-tenere, nella trasformazione, la stessa valenza di “modulo” e di spazio “conclu-so”. La crescita successiva mostra l’addizione di nuovi recinti.

E’ possibile schematizzare in moduli elementari i nuclei storici dei cimiteri minori per poter individuare delle relazioni, identificando nel cimitero della Villetta e in quello di Marore le matrici formali e dimensionali di riferimento.

Marore ha un’area di 1/8 di quella della Villetta.

Valera e Ugozzolo sono riconducibili alla sommatoria di due quadrati la cui area si rapporta a 1/10 di quella della Villetta;

Baganzola, che tra l’altro possiede la medesima articolazione architettonica di Valera nella tipologia del porticato e dell’oratorio, individua un’ area 1/2 di quella di Marore;

Eia, S.Pancrazio e Viarolo rispettivamente di circa 1/6, 1/3 e 1/4 di quella di Marore.

Il disegno geometrico e regolare che scandiva gli spazi dei cimiteri sette-otto-centeschi, si è dissolto per dare spazio ad altre geometrie dettate da esigenze funzionali e morfologiche piuttosto che da valori simbolici e formali.

Il portico che accoglie gli avelli nello spessore del muro rimane l’unico “attore”

originale della scena: la sua tipologia è quella del chiostro costituito di portici modulari e modulati dalla dimensione degli avelli.

Lo stile architettonico prevalente è quello neoclassico per la Villetta e Valera ed eclettico per tutti gli altri.

Il portico della Villetta è costituito da pilastri rettangolari senza paraste con ca-pitelli dorici ed archi a tutto sesto; anche Valera presenta nella parte più recente del nucleo campate con pilastri senza paraste e capitelli dorici ma gli archi sono a tutto sesto ribassate.

La dinamica spaziale che si riscontra nei cimiteri del comprensorio parmense è dettata dall’articolazione degli assi e dei flussi che determina un preciso dise-gno di crescita e tras-formazione della struttura architettonica.

Potremmo affermare che la tipologia architettonica risultante è data dall’intera-zione di “linee invisibili” che governano lo spazio dei cimiteri.

Queste linee del piano orizzontale si traspongono anche su quello verticale det-tando le geometrie da cui si sviluppa la tipologia dei portici e degli oratori che strutturano il recinto storico.

Esiste un’interessante relazione tra il numero dei portici direttamente collegati

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agli oratori: sono cinque per ogni lato e questo si ripete per tutti i cimiteri fatta eccezione per quello di Eia e della Villetta.

Il disegno del nucleo storico della Villetta è la matrice geometrica di riferimen-to: l’ottagono sottende qudrati e rettangoli le cui dimensioni sono quelle dei

“recinti” di tutti gli altri.

La base quadrata o rettangolare, contornata da portici che contengono tra le arcate i monumenti sepolcrali con una cappella e le sepolture comuni nei campi aperti, diviene lo schema tipico per questi progetti: la croce che unisce simbo-logie cristiane e pagane diviene generatrice dello spazio chiuso dal recinto e dai prospetti che inquadrano le loro focali nelle porte degli ingressi sottolineando il ruolo cardine del cimitero, ovvero, di luogo di confine tra un dentro e un fuori, recinto che che chiude ma anche apre, separa ma anche unisce nuovi mondi”.

Luogo di meditazione e pace dove il sepolcro, unico tramite tra defunti e vivi, alimenta quella “corrispondenza d’amorosi sensi” di foscoliana memoria, che permette a chi non c’è più di continuare a vivere nel ricordo dei propri cari.

Note

1 Francesco Milizia, Principi di architettura civile, Reimondini, Bassano, 1781, riesizione Sapere 2000, Tomo II, pagg. 289-290.

2 Mauro Felicori, Gli spazi della memoria. Architetture nei cimiteri monumentali europei, Sas-sella 2005.

3 C. Cocconcelli, perizia delle spese occorrenti per la costruzione di un cimitero (...), Ms. (1817,

Fig. 2 - Organizzazione planimetrica dei recinti: forma e dimensione; soluzione planimetrica della campata del portico.

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Fig. 3 - Schemi funzionali e orientamento dei cimiteri.

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Fig. 4- Impianti planimetrici dei recinti originari e fasi di crescita dei nuclei storici dei cimiteri minori.

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Fig. 5 - Organizzazione architettonica del fronte dei portici storici dei cimiteri minori.

Lo studio architettonico e funzionale degli impianti

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