TERZA AREA
C. La situazione carceraria nel distretto, le misure alternative alla detenzione la sospensione o rinvio dell’esecuzione, i provvedimenti concernenti i benefici penitenziari
nonché quelli risarcitori per sovraffollamento carcerario.
Al 30 settembre 2021 la situazione carceraria nel distretto, secondo i dati della Sezione
(*) I posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri, lo stesso per cui in Italia viene concessa l’abitabilità alle abitazioni, più favorevole
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rispetto ai 6 mq + 4 stabiliti dal CPT + servizi sanitari. Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato.
Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Ufficio del Capo del Dipartimento - Sezione Statistica
Dai predetti dati si evince che:
- al 30.9.21 nei 14 istituti penitenziari del distretto sono ristretti complessivamente 4.145 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare complessiva di 4.132 posti: il tasso di sovraffollamento medio nel distretto è dunque dello 0,3%
- peraltro esaminando la situazione dei singoli istituti si nota che ve ne sono otto (Alba, Alessandria “Cantiello Gaeta”, Alessandria “San Michele”, Aosta, Cuneo, Fossano, Novara e Saluzzo) che ospitano meno detenuti di quanti ne prevederebbe la capienza regolamentare (circostanza da riportarsi per almeno quattro di loro al fatto che alcune sezioni sono chiuse per ristrutturazioni o problematiche varie), mentre i restanti sei patiscono situazioni di sovraffollamento che vanno da un minimo del 18,9% a Vercelli ad un massimo del 46,3% ad Asti
- la situazione di sovraffollamento in tali sei istituti è in realtà in generale piuttosto elevata, e nello specifico è così ripartita: Vercelli +18,9%, Ivrea +24,7%, Torino +27,1%, Biella +29,5%, Verbania +30,2%, Asti +46,3%; ben quattro istituti ospitano oltre un quarto in più del numero di detenuti previsti dalla capienza regolamentare, fra i quali istituti particolarmente delicati come quello di Asti – casa di reclusione che ospita detenuti ristretti per delitti di particolare allarme sociale che espiano pene particolarmente lunghe e che dunque appare particolarmente penalizzato dal doverli comprimere in spazi angusti per ospitare quasi il 50% in più della capienza regolamentare prevista, con grave compressione degli spazi vivibili e di quelli destinabili alle attività trattamentali – e quello di Torino, istituto che contiene al proprio interno una pluralità di delicati circuiti (fra cui SAI, Sestante, ICAM) ed è afflitto fra l’altro da importanti carenze nell’assistenza sanitaria, già strutturalmente predisposto per accogliere una popolazione vasta quanto un piccolo comune (1.098 persone) ma in grave affanno a doverne ospitare pressoché stabilmente oltre un quarto in più, atteso che la presenze oscillano sempre fra i 1.400 ed i 1.500 detenuti.
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Quanto alla posizione giuridica ed alla nazionalità dei ristretti, sempre dai dati tratti dalla Sezione Statistica del D.A.P. risulta quanto segue:
Regione dei quali con il relativo stato giuridico, purché senza nessuna condanna definitiva.
(**) La categoria “da impostare” si riferisce ad una situazione transitoria. E' infatti relativa a quei soggetti per i quali è momentaneamente impossibile inserire nell'archivio informatico lo stato giuridico, in quanto non sono ancora disponibili tutti gli atti ufficiali necessari.
Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Ufficio del Capo del Dipartimento - Sezione Statistica
Dai predetti dati si evince che al 30.9.21:
- i detenuti in custodia cautelare sono 951, quelli ristretti in forza di condanna irrevocabile 3.158: quasi un terzo dei detenuti nel distretto, ed in particolare il 30,1%, è dunque ristretto senza essere ancora stato raggiunto da una condanna definitiva
- fra i detenuti in custodia cautelare, inoltre, ben 543 (cioè il 57%) sono in attesa di primo giudizio
- dei 4.145 soggetti complessivamente ristretti nelle carceri del distretto (inclusi quindi gli internati), 1.567 (cioè il 37,8%) sono stranieri
- dei 3.158 detenuti in forza di condanna irrevocabile gli stranieri sono 1.100, cioè il 34,8%
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- dei 951 detenuti in custodia cautelare, 454 sono stranieri, cioè il 47,7%.
Dal raffronto con i dati relativi al biennio precedente si evince che la situazione detentiva del distretto è nel complesso progressivamente e rapidamente migliorata in modo significativo.
Il dato è ulteriormente migliorativo rispetto a quello medio nazionale.
Il distretto piemontese, in cui hanno sede come si è visto ben 14 carceri, è l’unico ad ospitare oltre il doppio della media nazionale di istituti detentivi.
Quanto alla tipologia dei detenuti, con le connesse problematiche, va rilevato che i dati aggiornati forniti dalle direzioni degli istituti penitenziari, dal P.R.A.P. Piemonte – Liguria – Valle d’Aosta e dal D.A.P. evidenziano quanto segue:
- 1.567 detenuti come si è visto sono stranieri, pari al 37,8% del totale, con una diminuzione del 13,5% rispetto all’anno precedente (in cui erano 1.811)
- 831 sono tossicodipendenti
- oltre 200 sono affetti da problematiche psichiatriche - circa 50 sono HIV+
- 163 sono donne (cioè il 3,9%, a fronte del 4,2% di media nazionale) - 173 sono in espiazione della pena dell’ergastolo
- 114 sono sottoposti al regime detentivo speciale di cui all’art.41 bis Ord.Penit. (di cui 44 nell’istituto penitenziario di Cuneo e 70 in quello di Novara)
- 793 sono in regime di Alta Sicurezza (ripartiti per la maggior parte negli istituti di Saluzzo ed Asti e in parte minore nell’istituto di Torino). Il numero di tali detenuti, di particolare spessore criminale, è da due anni in forte incremento, a seguito di una continua politica di assegnazione agli istituti piemontesi operata dal D.A.P.
particolarmente penalizzante, come già si è rilevato segnalando l’elevatissimo sovraffollamento dell’istituto penitenziario di Asti (+46,3%): erano 599 al 30.9.19 e 710 al 30.9.20, sicché in due anni l’incremento complessivo è stato del 32,4%.
La maggior parte degli istituti non è dotata di Reparto di Osservazione Psichiatrica e pochissimi prevedono attività trattamentali ad hoc per le persone affette da dipendenza da sostanze e/o per i sex offenders. La consistente presenza di detenuti affetti da patologie psichiatriche rende sempre gravosa la relativa gestione, anche a fronte della modesta presenza di specialisti psichiatri negli istituti. Permane inoltre da tempo immutato il problema di reperire sul territorio strutture riabilitative e di cura in numero adeguato alle necessità dei ristretti afflitti da tale tipo di patologie, che ne consentano un idoneo collocamento in regime di arresti domiciliari durante il giudizio di cognizione o in misura alternativa una volta
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sopraggiunta l'irrevocabilita della condanna, in modo da poter garantire sia le esigenze di salute del paziente che le necessita di prevenzione sociale inevitabilmente sussistenti.
Con riferimento alia sempre significativa presenza di detenuti stranieri, va segnalato che in molti istituti sono specificamente attivati corsi di alfabetizzazione, in molti
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stato altresi attivato lo sportello di mediazione culturale e tutti gli istituti garantiscono uno spazio per Ie funzioni di culto di religioni diverse dalla cattolica.Occorre anche quest'anno riferire altresi dell'impatto del protrarsi delremergenza epidemiologica sulla situazione carceraria. Anche per il secondo periodo di loc:kdown sono state sospese tutte le attivita trattamentali e scolastiche implicanti 1' accesso agli istituti di personale diverso da quello dipendente e sono stati sospesi i colloqui visivi con i familiari, sostituiti con la possibilita di effettuare un numero maggiore di telefonate mensili e l'introduzione altresi della possibilita di effettuare videocli.iamate con skype e whatsapp mediante apparecchi telefonici appositamente fomiti dall'amministrazione penitenziaria;
anche ora che i colloqui in presenza sono ripresi, vista l'attenuazione dell'epidemia, Ia possibilita dei colloqui visivi da remoto
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stata conservata praticamente in tutti gli istituti penitenziari.L'attenuazione dell'emergenza epidemiologica ha consentito nei mesi piu recenti anche Ia ripresa della fruizione di permessi premio e del regime di semiliberta, che il legislatore aveva consentito ai magistrati di sorveglianza di sospendere durante i lockdown (facolta che
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stataesercitata in relazione ai detenuti di praticamente tutti gli istituti penitenziari del distretto e piu in generate di tutta ltalia, attese le oggettive difficolta per le direzioni degli istituti di gestire in sicurezza il rientro degli interessati in struttura dopo Ia pennanenza all'estemo).
AI 30.6.20 tre soli istituti penitenziari avevano registrato positivita al Covid-1 9 fra i detenuti:
quello di Torino (80 positivi nell'intero periodo di pandemia), quello di Saluzzo (24) e quello di Alessandria "Cantiello Gaeta" (4). La seconda ondata pandemica, ripresa nell'autUIUlo 2020 e protrattasi per molti mesi, ha invece coinvolto ben 12 istituti penitenziari su 14 (non si sono registrate positivita solo fra i detenuti degli istituti di Albae Novara); alia data odiema secondo i dati forniti dal D.A.P. risulta che dall'inizio della pandemia (calcolato al 1.3.20) i detenuti risultati positivi al Covid-19 nei predetti 12 istituti sono stati complessivamente 535.
Torino, 26 novembre 2021
II Presidente della Corte d' Appello
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